Biblioteca Pistoia, estratto da Architetture nel tempo _ di Maurizio De Vita

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Dal pensiero alla materia: dodici progetti

nee compositive a stabilire il terreno e le regole su cui poggia la più inattesa delle integrazioni contemporanee. Il senso autenticamente contemporaneo dell’addizione rappresenta il superamento dell’ambiguità del rapporto fra spazio e tempo oltre che la manifesta volontà di non rinunciare al mandato culturale del contributo critico a tale rapporto ed al suo aggiornamento, fondamentale in architettura per le conseguenze sostanziali, formali, sociali, che essa ha in quanto bene collettivo a tutti gli effetti e per tutti gli effetti diretti ed indotti che tale ruolo induce nella percezione del mondo e nell’immaginario collettivo. L’addizione in quanto chiara espressione del suo tempo si riferisce al modo ancor prima che alla materia dell’addizione stessa, alla sua disposizione, composizione, espressione formale, al suo significato ed alla ragione della sua presenza ed in quanto riconsiderazione critica del mandato della distinguibilità e della sua forza concettuale capace di esprimersi con materiali tradizionali come di ultimissima generazione in ragione del pensiero che genera l’azione. La necessità dell’addizione rappresenta la vera ragione del suo manifestarsi in quanto idea nella formulazione progettuale del problema come il riferimento che da concettuale diviene fattuale, per lo svolgimento in dettaglio e la sua realizzazione. L’aggiunta è infatti la relazione fra le necessità del manufatto esistente e le necessità legate alla sua nuova o estesa relazione con la collettività e questa relazione chiarisce il senso dell’apporto dell’addizione all’esistente sia in quanto sostegno che in quanto veicolo di nuovo e diverso uso. Altra forma di necessità è quella del senso della misura dell’intervento e quindi della sensibilità e del controllo tecnico riferibili al limite massimo dell’addizione con il quale senso e scopo dell’intervento sono raggiunti. Ulteriore forma della necessità è quella riferibile al contributo, tramite il progetto di interrelazione fra antico e nuovo, alla necessaria verifica culturale del nostro tempo al problema per una sua crescita, per nuovi stimoli e considerazioni critiche sui temi della sperimentazione tecnologica, della figuratività della tecnica, dell’attualità espressiva. L’addizione come veicolo di conservazione rappresenta la ragione prima della sua presenza intesa come rapporto fra ideazione e forma. La consistenza, la posizione, la spazialità, la materia ed il trattamento della materia dell’addizione si possono e si devono so-

stanziare della capacità di conferire apporto tecnologico liberando la materia dell’edificio o del luogo di interesse storico artistico dal peso innaturale, traumatico della tecnologia stessa o delle funzioni meno compatibili con l’esistente dovute al nuovo uso. Non si tratta di un concetto che si identifichi con quello della necessità ma è a questo complementare perché le sue conseguenze si trovano nella geometria, nelle misure, nel valore posizionale dell’addizione che contiene quindi le funzioni, i componenti, i pesi, gli ambienti, gli impianti, che la progettazione e la normativa introducono per la conservazione ma il cui differimento spaziale è condizione per la conservazione stessa. L’addizione come portato della tecnica, artigianale ed antiprotocollare in continuità con l’insegnamento dei Maestri dell’architettura, con i protagonisti del restauro del novecento, con il senso più autenticamente critico del pensiero architettonico e del fare architettura. Particolarmente nel restauro non vi è e non vi può essere una ripetitività o un protocollo operativo e la stessa conservazione dell’esistente si affida alla capacità immaginifica di usare e, se necessario piegare e “formare” l’apporto tecnologico per porlo a servizio del pensiero critico che guida il restauro, alle necessità dell’edificio e del progetto. Restauro è progetto e capacità inventiva che si poggiano sulla conoscenza dell’esistenza e delle tecniche di intervento, con curiosità intellettuale per l’innovazione e con quella artigianale diffidenza che ne comprende la sperimentazione. Durevolezza e manutenzione dell’aggiunta ed anche dell’esistente tramite l’aggiunta. La materia, la composizione, l’assemblaggio, il posizionamento, la previsione d’uso dell’addizione devono necessariamente rispondere alla domanda di durevolezza che l’investimento culturale ed economico pongono sia per coerenza con il mandato programmatico che per evidente efficacia di quello finanziario. Le stesse condizioni sono poste per la facilità di manutenzione dell’addizione, particolarmente in una prospettiva di rarefazione della stessa quanto dei manutentori. In estensione del concetto di necessità l’addizione può rendere possibile, facilitare, migliorare la manutenzione dell’esistente contribuendo quindi al realizzarsi della condizione fondamentale della conservazione, ossia quella della prevenzione del degrado e del monitoraggio delle fabbriche storiche e delle sue parti. L’addizione come parte di un pensiero e di un progetto pluriscalare.

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