Venice Open Stage 2014 / Portfolio

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CREDITS

coordinatore Francesco Gerardi responsabile organizzazione Leonia Quarta organizzazione Emma Soletti • Martina Di Iulio responsabile area tecnica Laura Zollo responsabile comunicazione/grafica Beatrice Donà • Carlo Alberto Giordan area tecnica Giacomo Tempesta • Jacopo David • Costanza Vita Finzi • tecnico audio Gianluca Bellato traduzioni sottotitoli Edoardo Lazzari • Matilde Quarta accoglienza compagnie Edoardo Lazzari • Matilde Quarta • Carlo Alberto Giordan comunicazione e stampa Tea De Lotto • Francesca Dalla Pria servizio di sala Tea De Lotto • Miriam Russo • Costanza Vita Finzi • Jacopo David • Martina di Iulio • Emma Soletti • Giacomo Tempesta • Laura Zollo • Beatrice Donà • Carlo Alberto Giordan • Giorgia De Santi tirocinio Anna Cocconcelli

si ringrazia l’Università IUAV di Venezia nelle figure de il Rettore Amerigo Restucci Il Direttore del Dipartimento di Progettazione e Pianificazione in Ambienti complessi Prof. Medardo Chiapponi Il Direttore del Dip. di Culture del Progetto Prof. Carlo Magnani Il Direttore del Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro Prof. Walter Le Moli i Professori Paola Donati • Gigi Dall’Aglio Il Responsabile servizio prevenzione e protezione - IUAV Arch. Gianni Nadalon Area Didattica e Servizi agli Studenti - IUAV Lab ALIAS, nelle persone di Matteo Torcinovich e Alberto Favretto


CAMPAZZO SAN SEBASTIANO 29 GIUGNO > 10 LUGLIO



La grande forza del Venice Open Stage sta in coloro che lo abitano.

v e n i c e o p e n s ta g e

di confronto tra idee e talenti.

Otatass itectem quis sitis aut am velessum et lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitiores eos numenisime lab iliquaerciet ut ape verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoditibus voluptatquam hiciam volupta sinver-

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Inus ex et volumetus alit delisti nctiore nihilit inti ad quatum sit porpora core doloribus esciate non platem ullupta asit venetur susda quia conesti orehentempor sequis aperumquide ipsanie nimusdant esto dit, quis nonet idunt lant et apis alibustis sandem sum adit, tectotas num ea nis explis moluptam unt. Saniatius, consequia simusam et doluptaturio quas praeris sapedita con ra venda a quiatur iossitati illicipita nostisq uasperis sedianduntur ant. Otatass itectem quis sitis aut am velessum et lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitiores eos numenisime lab iliquaerciet ut ape Grazie al contributo di tutti verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoditibus voluptatquam hiciam volupta sinverè diventato un ol luogo essenziale chit in consequ aspiend icturem


29 GIUGNO / 10 LUGLIO

Il Programma 2014


DREAMSPELL

PERICLE

principe di tiro

29 06

1/2 07

Questo è il mondo dove tutto è possibile e tutto può succedere, dove il tempo non esiste e dove i personaggi si separano, si sdoppiano, si moltiplicano, si dissolvono per poi ricomparire.

30 06 LEAR

del conf litto generazionale

ore 20.00 POCKET MOLIÈRE

ore 22.00 WOZZECK

mise en espace

Nasce così Wozzeck, un soldato, un barbiere, e soprattutto una cavia da laboratorio, continuamente schiacciato da quelli che sono rapporti di potere e di abuso in cui tutte le figure sono sia carnefici sia vittime, innocenti, ma anche colpevoli.

di testi prodotti dal lab. di Regia e Drammaturgia (W. Le Moli)

programma

03 07

Che la nostra generazione sia arrabbiata, spaventata e disillusa, che debba subire gli errori di chi l’ha preceduta e che il potere le sia precluso, lo sappiamo. Re Lear è stato il nostro atto politico, il tentativo di smentire sul palco la nostra pigrizia e il nostro sconforto. Re Lear è diventato il dramma del nostro

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Il laboratorio tenuto da Gigi Dall’Aglio rappresenta l’ultima tappa del percorso di studi in Arti visive e Teatro. Ai ragazzi è chiesto di mettere in scenauno spettacolo dal vero in un campo della città. Da oltre dieci anni gli spettacoli del laboratorio hanno ottenuto un ottimo riscontro di pubblico coinvolgendo inoltre gli abitanti del quartiere.


*

ELEKTRA

Dal 5 al 10 luglio il laboratorio di Csaba Antal (IUAV) ha presentato Elektra presso la sede distaccata delle Terese.

È AMORE O STATO D’EMERGENZA? Un’istantanea che narra dell’incontro di sei studenti del Master, delle loro gioie e dei loro successi ma anche della loro lotta e della loro sofferenza, vissuti durante il processo di creazione. Un gioco d’impulsi, di approcci e rigetti, di vicinanza e distanza conclude la storia.

08 07

07 07

04 07

Ogni giorno, durante l’ora del tè, Leone invita Julien a parlare come un amico e confidente. Tra Leone e Isabelle non corre più buon sangue e il loro matrimonio è arrivato oramai ai ferri corti. Nell’apice della sua crisi d’amore, Leone, mosso da un istinto che non riesce a controllare, bacia Julien,

9/10 07

NOZZE DI SANGUE Appare la Sposa, porta un vestito nero alla moda millenovecento, con fianchi e lunga coda avvolti in tulle pieghettato e merletti rigidi. Sulla pettinatura che le scende in fronte porta la corona di fiori d’arancio. Suonano le chitarre. Le Ragazze baciano la Sposa.

J U L I E N Z O L UÀ

5/6 07

ELLE

A M O R FA T I

Pittorica e musicale, questa breve pièce di Genet rientra in una ricerca poetica e fantastica delle immagini popolari. Al contrario la messa in scena appositamente creata per quest’edizione del Festival veneziano ci mostrerà gli interni della Città Santa, spogliati delle loro mura per raccontarsi al pubblico.

Noi non definiremo quale sia il vero, il buono, il bello come Platone, ma, esponendo una traduzione allargata di funzioni o disfunzioni della nostra società, discuteremo perché preferire il vero al falso, al di là del bene e del male.


OSPITI

IUAV / DCP / LABORATORIO FINALE DI TEATRO IUAV / DPPAC / LABORATORIO DI REGIA E DRAMMATURGIA

IUAV/CÀ FOSCARI COMPAGNIA MALMADUR LITHUANIAN ACADEMY OF MUSICAND THEATRE OF VILNIUS

École Supérieure d’Art Dramatique de Strasburg SCUOLA TEATRO DIMITRI DI VERSCIO ACCADEMIA NAZIONALE D’ARTE DRAMMATICA SILVIO D’AMICO DI ROMA ThéÂtre du Balèti di Montreuil

ospiti

ACCADEMIA TEATRALE VENETA

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IUAV / LABORATORIO di messa in scena


Università IUAV di Venezia Laboratorio f inale del corso di laurea triennale in Arti Visive ( G . D a l l ’A g l i o )

Laboratorio di Messa in Scena (C. Antal)

Laboratorio di Regia e Drammaturgia (W. Le Moli)

Da oltre dieci anni, nel mese di giugno, il Laboratorio Finale di Teatro, tenuto dal Prof. Gigi Dall’Aglio presso il Dipartimento di cultura e del progetto allestisce in Campo San Sebastiano gli spettacoli frutto del lavoro degli studenti. Spettacoli appunto, e non semplici saggi.

Il laboratorio ha l’obiettivo di far acquisire allo studente le conoscenze base del mettere in scena un’opera teatrale attraverso lo studio della progettazione registica e la trasposizione verosimile di un testo classico.

Si tratta di un modulo del corso di laurea magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro, diretto da Walter Le Moli. Il Laboratorio, il cui tema cambia ogni anno, ha come finalità quella di condurre gli studenti alla scrittura di uno o più testi in vista della loro messa in scena e/o pubblicazione.


LITHUANIAN ACADEMY of MUSIC AND THEATRE

Compagnia Malmadur

Faculty of Theatre and Film

Malmadur in friulano, trentino e veneziano antico significa “Acerbo/Immaturo”. La compagnia nasce nel 2013 dalla fusione di due nuclei, Empusa Teatro e H2O Non Potabile. Nel 2013 il nuovo ensemble lavora alla creazione di questo spettacolo, Opera vincitrice del Premio OFF 2013 del Teatro Stabile del Veneto. Mal madu r è u n no me u ni t a r i o che sottolinea il carattere sperimentale e di continua ricerca di questa Compagnia.

Fondata nel 1933 è l’unica istituzione riconosciuta in Lituania che si occupa di educazione e formazione in ambito artistico - performativo. L’Accademia offre dal 2011 dottorati in studi artistici e a oggi conta oltre 940 studenti iscritti da tutta Europa. La scuola è divisa in quattro ambiti di lavoro: Musica, Teatro, Arti Multimediali e Storia dell’Arte. Nel 2014 vincono il premio Groups Competition al 57 Festival Dei 2 Mondi di Spoleto con Dreamspell. WWW.lmta.lt

malmadurteatro.wix.com

THÉÂTRE NATIONAL DE STRASBOURG École Supérieure d’Art Dramatique

L’Accademia Teatrale Veneta, scuola triennale per la formazione professionale dell’attore con sede a Venezia, è stata fondata nel 2007 per rispondere all’esigenza di dotare anche il territorio veneto di un centro per la formazione professionale di attori.

www.accademiateatraleveneta.com

La scuola del Teatro Nazionale di Strasburgo, fondata nel 1954 da Michel Saint-Denis, è una scuola nazionale di formazione professionale supportata dal Ministero della cultura. La peculiarità di questa scuola, oltre alla condivisione degli spazi con il Teatro Nazionale di Strasburgo, è il sistema pedagogico dell’interdisciplinarità. Da più di cinquant’anni forma attori, costumisti, scenografi, registi e drammaturghi.

www.tns.fr

ospiti

ACCADEMIA TEATRALE VENETA

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IUAV + CÀ FOSCARI


SCUOLA TEATRO DIMITRI

ACCADEMIA NAZIONALE D’ARTE DRAMMATICA SILVIO D’AMICO

Master of Arts in Physical Theatre L’istituto, fondato nel 1975 dal clown svizzero Dimitri, nasce dall’ideale del suo progenitore di una scuola per commedianti. Il termine “commediante” calza meglio perché ha un legame diretto con la commedia, con il teatro comico e burlesco. Una scuola che vuole essere complementare e fungere da alternativa alle numerose scuole classiche di teatro di prosa.

www.teatrodimitri.ch

L’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” è stata fondata a Roma nel 1936 dal teorico teatrale, critico e scrittore italiano Silvio d’Amico e a lui è stata intitolata dopo la sua morte. Dal 2012 è diretta da Lorenzo Salveti e Daniela Bortignoni. Julien Zoulà è il testo vincitore del concorso di drammaturgia indetto dalla SIAE, per la sezione Under 35.

www.accademiasilviodamico.it

THÉÂTRE DU BALÈTI

Il Théâtre du Balèti viene fondato, sotto la guida di Maxime Franzetti, a Parigi nel 2011 da un gruppo di giovani attori/ registi la cui storia comune comincia nell’anno 2009. Il progetto si articola attorno ad un collettivo forte di una quindicina di attori con la volontà comune di condividere; non vedendo più l’attore come unità ma come un creatore in seno ad un collettivo. Bisogna riabilitare il teatro come arte corale.

www.theatredubaleti.com


GLI SPETTACOLI

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UniversitĂ IUAV di Venezia Corso di laurea in Teatro e Multimedia

IT

pericle P r i n c i p e di

William

d i

t i r o

Shakespeare

Una storia abitata da una moltitudine di personaggi che vivono la scena in maniera corale, partecipando attivamente alla suggestione con danze e canti, ricreando cosÏ una cornice fantastica attorno alle vicende dei protagonisti presentato dal laboratorio finale di teatro del corso di laurea triennale in arti visive e dello spettacolo_diretto da Gigi Dall’ Aglio


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Il testo shakespeariano racconta le avventure e le disgrazie di Pericle, un uomo – più che un Inus –exinetbalia volumetus alitper delisti nctiore nihieroe del fato, cui tutto diventa lit inti ad quatum sit porpora core doloribus arbitrario e aleatorio. nondell’azione platem ullupta asitdei venetur Iesciate motori sono topoisusda del teatro classico: dalla soluzione quia conesti orehentempor sequisdell’enigma, aperumall’incesto, come il viaggio mare e il quide ipsanie nimusdant esto per dit, quis nonet naufragio, al motivo del riconoscimento… idunt lant fino et apis alibustis sandem sum adit, Filo conduttore nell’intricata trama tectotas num ea nis explis moluptam unt.della narrazione, è il poeta medievale Gower, qui Saniatius, consequia simusam et doluptaproposto in una versione dandy, il quale turio quas praeris sapedita con ra venda a accompagna lo spettatore nei diversi luoghi quiatur iossitati illicipita nostisq uasperis del racconto, commentando con un pizzico di sedianduntur ant. sarcasmo e ironia la scena. Otatass itectem quis sitis aut am velessum et

S P E T TA C O L I

lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitioThe Shakespearean tells about ut ape res eos numenisimeplay lab iliquaerciet Pericles’ adventures and misfortunes. verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoAbout a man who is certainly not a hero, at ditibus voluptatquam hiciam volupta sinverthe mercy of Fate and whose everything chit in consequ aspiend icturem ol seems just arbitrary and uncertain. All the actions are turned on by classic greek Otatass itectem quis sitis aut am velessum et theatre’s topoi: the solution of a riddle, the lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi incest, the journey across the seas and the nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitioshipwrecking, coming eventually to a final res eos numenisime lab iliquaerciet ut ape acknowledgement. verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoThe central idea through the dense series of ditibus voluptatquam hiciam volupta sinverevents comes from the medieval poet Gower, here shown us in a “dandy” version, that leads us across the differents parts of the tale, analyzing them wittily and with a bit of sarcasm. ph. Irene Silvestri testo, Francesca Dalla Pria traduzione, Giacomo Tempesta


Ciò che colpisce è il distacco creato da una comicità volta ad allontanarsi dal reale piuttosto che al creare simpatia – nel senso letterale del termine ovvero sentire insieme – tra spettatori e attori, in cui i meccanismi narrativi sono esplicitamente esibiti, per ritrovare il piacere dell’ascolto di una storia. This is a story filled with a moltitude of characters that take part constantly on the stage always in an active way through singing and dancing, creating a proper living backgound. What’s clear is that detatchment given by a comicality that flees the reality instead of creating anunnecessary empathy between actors and audience, giving us the true old pleasure of hearing a fairytale.


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S P E T TA C O L I


Università IUAV e Cà Foscari Malmadur Teatro

IT

lear d e l di

c o n f l i t t o

William

g e n e r a z i o n a l e

Shakespeare

Lear diventa atto politico: il tentativo di smentire sul palco la pigrizia e lo sconforto di una generazione. DRAMMATURGIA Jacopo Giacomoni, Marco Gnaccolini REGIA Alessia Cacco e Tatjana Motta COSTUMI Davide Pachera SCENOGRAFIE Elena Ajani LUCI Matteo Moglianesi ORGANIZZAZIONE Vincenzo Tosetto, Marco Tonino GRAFICA Caterina Soranzo


S P E T TA C O L I

The play is loosely based on Shakespeare’s King Lear, through which the company presented us the logic of vested interests in the highest political circles always filled with conflicting laws. Thanks to the Shakespearean tragedy and the feud between Lear and Gloucester, showed us troubled men, both hunters and preys of themeselves, transposed in our times demonstrating that there’s no real mutation in mankind’s needs and greeds along the centuries that divide us from the Elizabethan era. And history keeps repeating itself, slightly as we wish to tread our fathers’ tracks, sometimes just for laziness or blindness, even if we know they already failed.

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Attraverso il dramma shakespeariano, gli interpreti hanno trasportato le travagliate vicende familiari di Lear e Gloucester – uomini travagliati, aguzzini e vittime dello stesso giogo che hanno creato - direttamente nella contemporaneità, mostrando come le dinamiche con le quali si manifesta il possesso siano comuni a chiunque vi si accosti, nel XVII come nel XXI secolo, e diventino rappresentazione di un conflitto generazionale nel quale il nuovo tende incessantemente a ripetere il vecchio. Il confronto tra chi siamo e chi non vorremmo essere è nitido: attrito che è origine di una riflessione sulla strada che tendiamo a percorrere, camminando - a volte per pigrizia, a volte per cecità - su tortuosi e fallimentari tracciati già percorsi.

ph. Irene Silvestri testo, Francesca Dalla Pria traduzione, Giacomo Tempesta


LEAR /del conflitto generazionale non è una polemica fine a se stessa, ma piuttosto una rappresentazione della ruota del potere che continua, com’è sua natura, a girare travolgendo le epoche. E’ anche coraggio, di alzare la testa per non rischiare di accettare le situazioni con cui quotidianamente ci interfacciamo prima ancora di conoscerle. Per Malmadur tutto questo diventa atto politico che, svincolato dall’avvilimento, acquista la forza di tracciare quei meccanismi che allo stesso tempo condanniamo e condividiamo. LEAR is not a debate that ends in itself, but just the demonstration that this “Wheel of Power” is keep turning on and on following its nature and devastating the ages. Malmadur wants to make this a political action that, once freed from humiliation, is capable to set those inner workings we love and despise. William Shakespeare’s scripts were re-arranged by Jacopo Giacomoni and Marco Gnaccolini, to create a play that interacts with the audience in a straightforward way, switching between both meditative and explicit situations.


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Lithuanian Academy of Music and Theatre Faculty of Theatre and Film

d r e a m s p e l l l i b e r a m e n t e i s p i r at o a i t e s t I d i A. Strindberg e E. Ionesco

Questo è il mondo dove tutto è possibile e tutto può succedere, dove il tempo non esiste e dove i personaggi si separano, si sdoppiano, si moltiplicano, si dissolvono per poi ricomparire. REGIA Kamilė Gudmonaitė ORGANIZZAZIONE Giedrė Kabašinskienė DIRETTORE DEL CORSO Gintaras Varnas INTERPRETI Aurimas Bačinskas, Balys Ivanauskas,

Danas Kamarauskas, Gražvydas Staigvilas, Edgaras Žemaitis, Mantas Zemleckas

LT


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Il sogno è una finestra dalla quale l’uomo può affacciarsi liberamente e intimamente sugli aspetti più nascosti del suo essere. Inussogno, ex et volumetus alit delisti nctiore nihiNel l’individualità - quotidianamente lit inti ad quatum sit porpora core doloribus confinata all’interno una società che, con esciate platem ullupta venetur susda le sue non strutture, soffocaasitl’identità della persona - è finalmente libera di riscoprirsi quia conesti orehentempor sequis aperum- e abbandonarsi in un dimensione nellanonet quale quide ipsanie nimusdant esto dit, quis tutto è possibile e tutto è confutabile. idunt lant et apis alibustis sandem sum adit, L’atmosfera della moluptam scena, l’abbandono tectotas numsurreale ea nis explis unt. dell’unità del tempo e la sua messa in Saniatius, consequia simusam et doluptadiscussione, sono il pretesto per contraddire turio quas praeris sapedita con ra venda a proprio le disposizioni e gli stereotipi sui quali quiatur iossitatilaillicipita uasperis organizziamo nostra nostisq esistenza, seguendo sedianduntur ant. quegli schemi che ci vengono imposti come Otatass sin itectem quis sitis am velessum et “giusti” dai primi anniaut di vita.

S P E T TA C O L I

lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitioThe show is playedlab by iliquaerciet six undergraduated res eos numenisime ut ape students of the Lithuanian Academy of Music verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoand Theater and has been part of the Venice ditibus voluptatquam hiciam volupta sinverOpen Stage 2014 tuesday 1st of July and chit in consequ aspiend ol by Kamilè replicated the day after.icturem Directed Gudmonaite, the show, is freely inspired Otatass itectem sitis autand am velessum et by the texts of quis Strindberg Ionesco and lique eraectior as aut quidel estiunt, thickened by student’s oniric and autendi personal experiences. The dream is lived like a link to a nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitiomost intimate and hidden part of self. In this res eos numenisime lab iliquaerciet ut ape place - normally confined verem the fugitindividuality faceper ciuntur aut ut quam quoand smothered by the system of the current ditibus voluptatquam hiciam volupta sinversociety - is finally free to vindicate itself and lay in a world where everything is possible and disputable. The surrealistic climate of the scene and the casting doubt to the time factor becomes a chance to impeach the systems and the stereotypes on which our lives lays. ph. Irene Silvestri testo, Francesca Dalla Pria traduzione, Carlo Alberto Giordan


Dreamspell critica. Fa pensare. E’ dirompente quanto diretto nel mettere di fronte al pubblico questioni che solitamente si ha paura di affrontare per la loro capacità di far vacillare le certezze dell’agire giornaliero, per lasciare spazio alla non-logica. Un nonsense che non si estingue in mero gioco, ma nasconde una critica ben profonda, al conformismo e alla banalità in primo luogo. E’ provocazione sarcastica, che mira a sollevare nello spettatore domande fondamentali sull’esistenza, sul senso dello stare al mondo. Come il sogno talvolta riesce a suggerire quelle soluzioni difficili a sopraggiungere, lo spettacolo Dreamspell tende a dare allo spettatore una rilettura alternativa dell’esistenza umana, non esplicitamente drammatica, basandosi sulla consapevolezza che, oltre alla società nella quale abitualmente ci destreggiamo e di cui facciamo parte, vi è la singolarità dell’individuo con la sua preziosa creatività, che non dovrebbe soffocare dentro restrizioni prefissate.

Dreamspell criticize, makes one think. The show puts directly in front of the spectators issues that are thorny to handle for its capability to call into question our truths and leave space to the non-logic. A nonsense that don’t dies out in a mere game but reveals a critique to conformism, to triviality in first place. Its also a sarcastic provocation that aims to raise fundamentals doubts and questions about life. As in the dreams, the show proposes an alternative interpretation to the human condition, basing on the awareness that over the society and its outlines, the individual singularity and the creativity are still valuable aspects.


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“

...the process was kind of different...

we threw out the logic, and left only irrational.


Università IUAV di Venezia Laboratorio di Regia e Drammaturgia

p o c k e t

it

m o l i è r e

La malattia, il rapporto tra teatro e potere l’amarezza del riso

TESTI

Giada Gentile Marco Ludovico Anna Laura Penna Alessandra Povelato INTERPRETI

Pier Paolo D’Alessandro Silvia De Bastiani Lucia Messina Elena Nico Margherita Piccin


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Pocket Molière mette in luce l’attualità dell’opera del drammaturgo del Re Sole. I personaggi di G.B. Poquelin, ai più noto come Molière, abbandonano i testi storici Inus ex et volumetus alit delisti nctiore nihi-e vengono immersi nel presente. La malattia, il lit inti ad quatum sit porpora core doloribus rapporto tra teatro e potere, l’amarezza del riso esciate non platem ullupta asit venetur susda emergono più vicini che mai: dietro le parrucche quia conesti orehentempor sequis aperumsettecentesche si cela un mondo che ha posto le quide ipsanie nimusdant esto dit, quis nonet basi di tutto il nostro periodo storico. lant presentati et apis alibustis sandemOpen sum Stage adit, I idunt Molière al Venice num ea rappresentano nis explis moluptam ditectotas quest’anno solo unt. alcuni esempi degli esiti prodotti dall’incontro Saniatius, consequia simusam et dolupta-tra gli allievi di Arte turio quasdell’Accademia praeris sapedita con raDrammatica venda a Veneta gli studenti del Laboratorio di Regia quiature iossitati illicipita nostisq uasperis esedianduntur Drammaturgia, modulo del corso di laurea ant. magistrale in Scienze e Tecniche del Teatro, Otatass itectem quis sitis aut am velessum et diretto da Walter Le Moli.

historical plots to delve into the present. The illness, the relationship between theatre Otatass itectem quis sitis aut am velessum et and power, the bitterness of laughs, they lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi all seem closer then ever. Behind the 18th nonsequiam ipit, omnisi aut ut idignitiocentury wigs, dia it appears a world that set the res eos numenisime lab iliquaerciet ut ape basis of our era. verem fugit faceper ciuntur autatutthe quam quoThe Molière’s plays presented Venice Open 2nd edition, just sinversome ditibusStage voluptatquam hiciamare volupta examples of the results obtained by the artistic cooperation between the students of the Venetian Dramatic Art Academy and the students of the Direction and Dramaturgy workshop directed by Walter Le Moli, of the postgraduate Theater Studies and Techniques program of the University IUAV.

S P E T TA C O L I

lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitiores eosMolière numenisime ut ape Pocket showslab theiliquaerciet contemporary side ofverem the dramaturge’s who lived fugit faceper masterpieces, ciuntur aut ut quam quoduring the reign of Louis XIV. In this artistic ditibus voluptatquam hiciam volupta sinverexperience Molière’s characters chit in consequ aspiend icturem olleave the

ph. Irene Silvestri testo, Martina Di Iulio traduzione, Matilde Quarta


Le brevi pièce pur rimanendo nella fase di studio colgono nel segno e strappano amari sorrisi, applausi e coinvolgono il pubblico. Il rapporto con lo spettatore si fa diretto, il lazzo si aggiorna, i personaggi parlano unlinguaggio a noi vicino. Molière si spoglia delle sue vesti di “classico” del teatro, e affronta il pubblico giovane e variegato del Venice Open Stage.

The short plays, even if they still are in a planning phase, hit the mark and menage to get some bitter smiles and applauses, captivating the audience. The actors have a direct relation with the audience, the gags are contemporary and the characters speak the nowadays language. Molière stops being a theatre classic and faces the young and varied audience of the Venice Open Stage.


“

A flavored reading with the play of Theatre. An hour of amusement.

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Università IUAV di Venezia Laboratorio intensivo di messa in scena

it

w o z z e c k di

alban

berg

Non c’è spazio per l’amore né per la pietà, in questa selva di suoni stridenti tutti sono nel contempo vittime e carnefici.

REGIA Csaba Antal SCENOGRAFIA Alberto Favretto,

Lia Naomi Guglielmetti Untem, Martina Pozzan

INTERPRETI Elena Ajani, Francesco Bianchi,

Federica Cecco, Luca Giombi, Francesco Lanfranchi, Matteo Lelli, Anna Laura Penna, Giovanna Pozzato, Emanuele Trevisiol


Inus ex et volumetus alit delisti nctiore nihi-

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Wozzeck è un soldato soffocato dai rapporti lit inti ad quatum sit porpora core doloribus di abuso e potere all’interno dei quali esciate non platem ullupta asit venetur susda è oppresso, gravato da una vita privata penosa. quia conesti orehentempor sequis aperumEgli stenta perciò a condurre un’esistenza priva ipsaniedelle nimusdant estoèdit, quis nonet diquide ossessioni, quali invece continuamente idunt lant et apisl’esibizione alibustis sandem sum adit, è vittima.Durante lo spettatore tectotasa num eainnis explis moluptam unt. invitato vivere prima persona il palcoscenico eSaniatius, lo spazio teatrale, di una prospettiva consequiagodendo simusam et doluptaaturio tuttoquas campo: il palco stesso diventa spalto praeris sapedita con ra venda a e gli spalti,iossitati a loro volta, palco. Il pubblico quindi, quiatur illicipita nostisq uasperis accostandosi fisicamente alla scena, diviene sedianduntur ant. ancor più un osservatore silenzioso e inerme del Otatass itectem quis sitis aut am velessum et dramma esistenziale in cui si trascina Wozzeck.

S P E T TA C O L I

lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitioThe playnumenisime is able to catch the audience during res eos lab iliquaerciet ut ape all the vicissitudes that characterized the verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoprotagonist’s dramatichiciam existence. Wozzeck ditibus voluptatquam volupta sinver-is a soldier overwhelmed by relations of power chit in consequ aspiend icturem ol abuse and a misery private life. He tries to carry on an existence without obsessions, but Otatass itectem consume quis sitis him aut am et they constantly as velessum well. During lique eraectior as the aut quidel estiunt, autendito the performance audience is invited nonsequiam ipit,opportunity omnisi aut ut have the first dia hand to idignitiobe on the res eosthe numenisime lab iliquaerciet ape stage, theatre space and the ut terraces, which part of the scene. this quoway verembecome fugit faceper ciuntur aut utIn quam the audience, now physically in the sinversetting, ditibus voluptatquam hiciam volupta become a silent watcher who follow defenseless the existential Wozzeck’s drama.

ph. Irene Silvestri testo, Francesca Dalla Pria traduzione, Carlo Alberto Giordan


I personaggi sono irrequieti, angosciati, succubi e allo stesso tempo persecutori. La progettazione scenografica e musicale dello spettacolo è incisiva, capace di conferire alle brevi scene la profondità necessaria a ricreare quell’atmosfera opprimente di cui è intrisa la trama. Inoltre la scelta dei costumi e degli arrangiamenti musicali è attuale - i brani di Tom Waits e dei Rammstein vanno ad accostare quelle di Berg - a marcare come l’opera ottocentesca a cui si ispira l’esibizione, possa essere abilmente trasportata ai giorni nostri grazie ad una trama che ben si presta al riadattamento in chiave contemporanea. Nello spettacolo è evidente la ricerca che Csaba Antal vuole affrontare con i suoi allievi grazie al laboratorio: la progettazione registica alla base dell’opera teatrale, focalizzata sullo spazio, il costume, la luce e la musica, è finalizzata a concepire l’opera all’interno di una riflessione sul teatro e in particolare a padroneggiare differenti tecniche di recitazione.

An actual drama about the human misery. A history of violence and oppression.


webuildyouplay S P E T TA C O L I

The characters, played by Elena Ajani, Francesco Bianchi, Federica Cecco, Luca Giombi, Francesco Lanfranchi, Matteo Lelli, Anna Laura penna, Giovanna Pozzato, Emanuele Trevisiol, Martino Zabeo, are troubled people, who are dominated and persecutor at the same time. The scenographic and musical production are incisive for the success of the play. This is able to confer a deep dimension to the short scenes and to recreate that characteristic oppressive atmosphere which builds the plot. Moreover the stage costumes and the music are a contemporary selection: Tom Waits and Rammstein’s tracks are compared to the Berg’s ones. In this way, thanks to a well-versed plot as well, the play can easily be adaptable to the nowadays life. The play clearly shows the Csaba Anta’s artistic research: through his workshop with the venetian students he focused his attention on a direction production based on the use of space, stage costumes, lights and music to provide a different view of the play, in a wider conception of theatre, to master different acting techniques.


Università IUAV di Venezia Laboratorio intensivo di messa in scena

it

e l e k t r a libretto

di

Hugo

Von

Hoffman stahl

REGIA Csaba Antal SCENOGRAFIA Alberto Favretto, Lucio Serpani INTERPRETI Anna Laura Penna, Federica Cecco,

Alessandra Povelato, Francesco Bianchi, Luca Giombi, Francesco Lanfranchi, Chiara Sestini, Giovanna Pozzato, Giada Gentile, Giusi Tambè, Lena Francesconi MUSICHE Evdoxia Karakatsi, Teodorico Carfagnini, Matteo Lelli

Il lutto diventa tormento, il tormento diventa vendetta. La tragedia totalmente umana dei figli di Agamennone non è personale ma ci parla del sovvertimento dell’ordine sociale e del movimento verso il caos.


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Il termine vendetta viene tradotto dai greci con la particella ek, fuori, nike, giustizia; fuori dalla normale e canonica giustizia, questo il caso diInus Elettra, di Agamennone, assassinato ex et figlia volumetus alit delisti nctiore nihida Clitennestra ed Egisto, amante di lei, per lit inti ad quatum sit porpora core doloribus usurparne il trono. esciate non platem ullupta asit venetur susda Una piscina colma d’acqua, rumori forti, quia conesti orehentempor sequis aperumgrida, una malattia incurabile, una madre quide ipsanie nimusdant esto dit, quis nonet che non è madre ma è assassina, queste sono idunt lant et apis alibustis sandem sum adit, le caratteristiche e le sensazioni che dà la tectotas num ea spettacolo nis explis moluptam scenografia dello “Elettra” diunt. Csaba Saniatius, consequia simusam doluptaAntal. L’acqua, liquido amniotico,etmobile e mai turio quas praeris sapedita con rafreddo, venda che a stabile a meno che non sia ghiacchio gela il sangue, è il illicipita palco sopra cui tutto accade, quiatur iossitati nostisq uasperis una vasca a cuiant. si accede tramite una scala è sedianduntur laOtatass dimoraitectem di Elettra, che si contorce dal dolore, quis sitis aut am velessum et che è ben distante da quell’acqua, quella lique eraectior as aut quidel estiunt,daautendi placenta che non è sua, da quel sangue sporco nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitiodi morte e carico di brama di potere.

which means “out of justice”. Vengeance is also whatitectem moves Electra, of the king Otatass quis sitisdaughter aut am velessum et Agamemnon, murdered by Clytemnestra and lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi Aegisthus’s thirst power. nonsequiam dia of ipit, omnisi aut ut idignitioA swimming pool full to the brim, loud noises, res eos numenisime lab iliquaerciet ut ape shouts, an incurable disease, a mother turned verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quointo murderer: these are the images and ditibus voluptatquam hiciam volupta sinversensations that Csaba Antal evokes in his “Elettra” mise-en-scene. The water, a restless liquid, stable only in form of cold ice, is the base upon which everything happens. Electra’s dwelling is a tank where she despairs; the water inside is far from being the death-dirtied blood, full of desire of power evocated in the plot.

S P E T TA C O L I

res eos numenisime lab iliquaerciet ut ape verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoditibus Greeks voluptatquam hiciamvengeance volupta sinverAncient talked about using chit in consequ aspiend icturem ol the compound word ek, out, and dike, justice,

ph. Gianni Fano testo, Tea De Lotto traduzione, Matilde Quarta


Dalla vasca cerca giustizia, cerca venedetta, la sua e del fratello, che dopo essersi intrufolato a palazzo ed aver confessato alla sorella che si trattava di una falsa notizia, si fa aiutare da lei e compie il gesto che porta alla fine della tragedia, i due uccidono prima Clitennestra e poi Egisto. Vince l’odio, anzi è propiro l’odio a muovere i personaggi, a muovere le scene e a spostare l’acqua. I greci usano il termine ekdikein, fuori giustizia, per indicare quello che i latini avrebbero poi chiamato venum dicare, ovvero offrire un prezzo, vindicta è l’atto di liberazione o la verga con la quale lo schiavo veniva toccato e reso di nuovo libero. La liberazione in questo caso è un duplice omicidio, e tutto gira intorno alla morte, la gioia è gioia di morte, l’odio è odio per morte, la vendetta è giustizia, la madre è un’assassina, il fratello è un carnefice ed Elettra è una complice; colpevoli si, ma non certo secondo la legge morale dei due fratelli, i quali portano la tragedia al termine con risate isteriche di vittoria e liberazione. Vindicta.


the strenght of the revenge.

S P E T TA C O L I

From her tank she looks for justice, for herself and her brother. Together they will kill Clytemnestra and Aegisthus, closing the tragedy. The hate wins and moves the characters during the whole performance. In the play Electra’s vengeance is also relief. It is all about death: the joy is joy of death, the hate is hate for the death, the vengeance is justice, the mother is a murderer, the brother an executioner and Electra is an accomplice. The two brothers, maybe at fault for the common moral law, bring the tragedy at its end, closing it with some hysterical laughs of victory and relief. Vindicta.

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Wave after wave, we can taste


Accademia Teatrale Veneta

it

nozze di sangue da

Federico

García

Lorca

Appare la Sposa, porta un vestito nero alla moda millenovecento, con fianchi e lunga coda avvolti in tulle pieghettato e merletti rigidi. Sulla pettinatura che le scende in fronte porta la corona di fiori d’arancio. Suonano le chitarre. Le Ragazze baciano la Sposa. REGIA Marco Sgrosso costumi Licia Lucchese RESPONSABILE ALLESTIMENTO

Michele Modesto Casarin INTERPRETI Claudio Colombo, Gioia D’Angelo, Enrico Ferrari, Agata Garbuio, Lorenza Lombardi, Marina Romondìa, Nicolò Sordo


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La trama dell’opera è ispirata ad una storia di cronaca avvenuta negli anni ’20 a Nijar (Spagna) eInus vedeexil et matrimonio tra due giovani volumetusforzato alit delisti nctiore nihi-di campagna concludersi tragicamente a causa lit inti ad quatum sit porpora core doloribus dell’amore della donna per Leonardo, uomo esciate non platem ullupta asit venetur susda con cui aveva avuto una relazione in passato quia conesti orehentempor sequis aperume componente della famiglia che ha ucciso il quide ipsanie nimusdant esto dit, quis nonet fratello e il padre dello sposo. idunt lant et apis alibustis sandem sum adit, Diretta da Marco Sgrosso, la tragedia corale tectotas num ea nis esalta explis moluptam unt.come qui rappresentata la passione Saniatius, consequia simusam et doluptaprotagonista assoluta, capace di annientare turio quas praerise sapedita con rail venda a un’intera famiglia di emozionare pubblico. Iquiatur protagonisti sono animatinostisq da forze che sono di iossitati illicipita uasperis gran lunga più ant. potenti di quelle alla base della sedianduntur struttura sociale, quis e chesitis diventano Otatass itectem aut ammetafora velessumdella et poesia e della libertà: l’amore vero, quanto lique eraectior as aut quidel estiunt,per autendi moralmente sbagliato, preferisce la morte e la nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitiotragedia ad una vita spenta e non desiderata.

S P E T TA C O L I

res eos numenisime lab iliquaerciet ut ape verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoditibus voluptatquam hiciam volupta sinverThe well known tragedy “Bodas de Sangre” chit in consequ aspiend icturem ol

(1932) by Fernando Garcìa Lorca is the show presented by Accademia Teatrale Veneta, friday itectem quis sitis am S. velessum et 4Otatass of july on the VOS stage in aut Campo Sebastiano. liqueplot eraectior as aut autendi The is inspired byquidel a trueestiunt, story which took nonsequiam dia20s ipit, aut utand idignitioplace around the in omnisi Nijar (Spain) recount res eosthe numenisime lab iliquaerciet ut ape about forced marriage between two young lads which give rise to a series of fatal events. verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoDirected by Marco Sgrosso, the volupta tragedy sinverglorifies ditibus voluptatquam hiciam the passion as absolute protagonist, capable of kill an entire family on stage and touch the audience. The characters are moved by storng forces which becomes metaphor of freedom: the true love wich choose death and tragedy over a listless life. ph. Gianni Fano testo, Francesca Dalla Pria traduzione, Carlo Alberto Giordan


L’interpretazione dei personaggi porta allo stremo la drammaticità della trama, grazie all’aiuto dell’atmosfera creata attraverso luci rosse e blu, agli interventi in versi della Luna consigliera beffarda e unico elemento presente in quasi tutte le scene, nonché figura prediletta dell’autore - e ad una scenografia essenziale, composta solo da comuni sedie, su cui i protagonisti - impersonati da Claudio Colombo, Gioia D’Angelo, Enrico Ferrari, Agata Garbuio, Lorenza Lombardi, Marina Romondìa, Nicolò Sordo - si appoggiano rimanendo in scena per l’intera esibizione. Questo evidenzia le figure, i gesti, e soprattutto le parole, attuando quello scarto con il reale, proprio di quest’intrigante opera di Garcìa Lorca. The interpretation of the actors brings the drama to the exhaust thanks also to an appropriate light work and an essential scenography made only of simple chairs on which the characters sit, being in the scene for the whole play duration. This decision highlights the gesture and the words of the charaters actuating a swerve with the reality on scene. The characters are played by Claudio Colombo, Gioia D’Angelo, Enrico Ferrari, Agata Garbuio, Lorenza Lombardi, Marina Romondìa, Nicolò Sordo. The preparation manager is Michele Modesto Casarin, the costume supervisor is Licia Lucchese and Anastasia Puppis is the assistant to the formative project.


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A drama full of passions,

a really hard work of tension for the actors.

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Théâtre National de Strasbourg École Supérieure d’Art Dramatique

e l l e da

Jean

Genet

REGIA Vincent Thépaut SCENOGRAFIA Anne Sophie Grac INTERPRETI Elissa Alloula,

Florian Choquart, Matthias Hejnar

Elle canterà il suo disagio di non essere altro che una quinta teatrale e di sentirsi scomparire dietro l’immagine creata dai giornali e le Chiese di tutto il mondo.

FR


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Ospite anche quest’anno di Venice Open Stage, il Théâtre National de Strasbourg - École Supérieure d’Art Dramatique sabato 5 luglio ha messo in scena un testo di Jean Genet, Elle, piece musicale sul tema dei modelli popolari al contrario. Lo spettacolo ruota attorno alla crescente sete di immagini stereotipate della nostra società, questione assolutamente attuale nonostante i 60 anni dello scritto. L’illustre esempio preso in esame è la Città Santa, Roma, in cui il Papa e le figure clericali di contorno esistono in quanto simulacro della cristianità. Elle si concentra sull’istituzione papale nella sua intimità. E’ un “dietro le quinte” che racconta il disagio di essere confinati ad un emblema a cui il popolo cattolico si aggrappa.

S P E T TA C O L I

Also this year Venice Open Stage hosts the National Theater of Strasburg. Saturday 5 of july they put up a work by Jean Genet, Elle, wich is a musical play about the theme of reverse role models. The show speks about the society’s costant thirst for conventional images which in spite of the 60 years old texts is still an hot topic. The image taken as sample in the play is the Holy City, Rome, which offers a simulacre of the christianity presenting on stage the Pope and some other clerical characters. Elle takes the papal institution on its intimacy. It’s a “behind the scenes” which tells the bother of being confinated into such an icon for the christianity.

ph. Gianni Fano testo, Francesca Dalla Pria traduzione, Carlo Alberto Giordan


L’adattamento di Vincent Thépaut si avvale di un linguaggio ed un’interpretazione irriverenti: lo spettacolo si compone di una serie di scene comiche, mettendo sotto una luce diversa l’idea dell’”essere” Papa, molto più umana e terrena di quella a cui siamo abituati. La rappresentazione vede l’iterazione tra un fotografo – accorso in Vaticano per immortalarlo, simbolo di quella società dell’immagine a cui l’autore si rivolge – e il Papa, percepito al pari di una celebrità, con tanto di usciere incaricato di coordinare l’incontro tra i due. Quest’ultimo è la persona più vicina a quella figura che, come egli stesso la definisce “esiste solo quando è assente, Lei non può essere fisicamente il papa”, incarnando il dovere di preservare l’immagine trasmessa ai fedeli. Essa viene idolatrata, e Lei scherza compiacendosene dapprima, stanca e rammaricata invece nel corso dell’esibizione. Prima di scattare la foto tanto desiderata, il fotografo è tenuto ad ascoltare il poema in 5 canti, i “Singhiozzi del Papa”, sulla difficoltà di diventare Papa, che vengono qui per la prima volta tradotti in italiano.


It raises very interesting questions about image and religion using a particular and heckling language.

S P E T TA C O L I

A very contemporary at the same time very classic pièce.

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The theater adaptation made by Vincent Thépaut take advantage of an irriverent interpretation and lenguage: the play contains few comic scenes putting a different light on the idea of being the Pope, underlining more human and practical aspects of this idea. The play recount the interaction between a photographer and the Pope, which is perceived like a superstar, always followed by his butler. The latter is the closest to the Pope wich is described as “the person who exists only in his absence” due to his duty to preserve the image for the followers. Before to take the pursued picture the phtographer have to listen to a poem in 5 parts, about the hard situation of becoming the Pope (translated for the first time in italian).


Scuola Teatro Dimitri di Verscio Master in Phisical Theatre

CH

è a m o r e o s t a t o d ’ e m e r g e n z a REGIA Muriel Bader, Pavel Štourač,

Corinna Vitale

MUSICHE E VOCI Lianca Pandolfini INTERPRETI Marjolayne Auger,

Mor Dovrat, G. Ben Fred, Luigi Guerrieri, Selma Roth, Lucile Carré, Lianca Pandolfini

Un gioco d’impulsi, di approcci e rigetti, di vicinanza e distanza. Un’istantanea che narra l’incontro, le gioie, i successi, la lotta e la sofferenza vissuti durante il processo di creazione dai sei interpreti.


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Fondata nel 1975 dal clown svizzero Dimitri, la Inus exdietteatro volumetus alit che delisti nctiore scuola di Verscio porta il suo nihinome, lit inti ad quatum sit porpora doloribus vuol essere un istituto rivolto aicore “commedianti”: terminenon volto a sottolineare il venetur legame diretto esciate platem ullupta asit susda con il teatro comico e burlesco come alternativa quia conesti orehentempor sequis aperumalle scuole classiche di teatro prosa. quide ipsanie nimusdant estodidit, quis nonet Lo spettacolo racconta l’incontro e il rapporto, idunt lant et apis alibustis sandem sum adit, nonchè il fondamentale processo di creazione, tectotas num ea nis explis moluptam unt. che accompagna la carriera artistica degli Saniatius, consequia simusam doluptastudenti. L’esibizione si avvale et principalmente turio quas praerise sapedita con racome vendamezzo a del movimento della fisicità quiatur iossitati illicipita nostisq uasperis espressivo: continue coreografie si succedono sedianduntur ant.a diventare un’unica grande sul palco, come danza nella quale l’amore e ilam rapporto tra et gli Otatass itectem quis sitis aut velessum individui è l’unico portante. assiste lique eraectior as auttema quidel estiunt, Si autendi ad un ripetersi di ammiccamenti allusivi, nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitioallontanamenti e riavvicinamenti, simboli del res eos numenisime lab iliquaerciet ut ape legame che unisce questi giovani artisti.

S P E T TA C O L I

verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quoditibus voluptatquam hiciam volupta sinverchit consequ aspiendthe icturem ol and the The in show recounts meeting

relationship between the students and denote Otatass itectem creation quis sitisprocess aut am velessum et an interesting which gives shapeeraectior to the artistic careerestiunt, of the autendi students. lique as aut quidel The exibition takes advantage of the movement nonsequiam dia ipit, omnisi aut ut idignitioof as an expression way: continuous resthe eosbody numenisime lab iliquaerciet ut ape choreographies take place on the stage, as to verem fugit faceper ciuntur aut ut quam quobecome a sole dance in which the relationship ditibus voluptatquam hiciam volupta sinverand the feelings coming from it are the main theme. We assist to symbolic movements, approachings and leavings and winks which alludes to the various relationship between the young artists.

ph. Gianni Fano testo, Francesca Dalla Pria traduzione, Carlo Alberto Giordan


Nell’opera è evidente la parte fondamentale giocata dall’improvvisazione, grazie alla quale le varie scene sono colorate da una dose di irrazionalità che rendono lo spettacolo completamente unico e inedito. Gli interpreti saliti sul palco- Marjolayne Auger, Mor Dovrat, G. Ben Fred, Luigi Guerrieri, Selma Roth, Lucile Carré - provengono da sei nazioni diverse e hanno un background culturale e didattico differente, elemento evidenziato fortemente anche dai dialoghi: ciascuno si esprime, infatti, con la propria lingua madre. Il risultato finale è una collezione di impressioni che si dispiegano nel sottile filo che collega un’attore ad un’altro. La regia è di Muriel Bader, Pavel Štourač e Corinna Vitale, la musica e le voci sono curate da Lianca Pandolfini.

Is evident in the play the role played by the improvvisation which gives color to the interpretation of the actors making this play unique and innovative. The actors on the stage - Marjolayne Auger, Mor Dovrat, G. Ben Fred, Luigi Guerrieri, Selma Roth, Lucile Carré- come from six different nations and have a different didactic and cultural background, element highlighted in the play by the fact that every character speaks only in its own native lenguage. The final result is a a series of impression which deploys between the immaginary threads that bond one actor to another. The play is directed by Muriel Bader, Pavel Štourač and Corinna Vitale and the music is curated by Lianca Pandolfini.


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We were in a space and we’ ve started improvising. It was just us.


Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma

j u l i e n di

giulio

maria

z o u l à

corso

REGIA E DRAMMATURGIA

Giulio Maria Corso INTERPRETI Roberta Azzarone, Giulio Maria Corso, Valerio D’Amore, Michele Lisi, Carlotta Mangione MUSICA mydarkbolero, remix del ‘Bolero’ di M. Ravel a cura di Paolo Gatti

All’apice della sua crisi d’amore, Leone, mosso da un istinto che non riesce a controllare, bacia Julien, segnando una spaccatura decisiva all’interno del triangolo.

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La trama racconta del giovane Julien, umile servitore di una borghese famiglia di città. I padroni di casa, il signor Leone Isidoro e sua moglie Isabelle, sono una coppia arrivata ormai all’apice della sopportazione: lei, austera e composta, non si trattiene dall’esprimere continuamente disprezzo verso il marito, il quale avrebbe il solo bisogno di vivere un’esistenza semplice, priva delle ansie che invece lo affliggono. Unico conforto per l’uomo è la figura di Julien, al quale riesce a confidare i sogni e gli incubi che lo rincorrono, onirici riflessi della gabbia in cui vive. Attraverso una seri di immagini surreali, l’esibizione si colloca sul confine tra fiaba e realtà, tra poesia e tragedia.

S P E T TA C O L I

The plot recount about a young lad named Julien, modest manservant of a bourgeois family. The owners of the house, Mr. Leone Isidoro and his wife Isabelle, are a couple at a breaking point: her is strict and severe woman who doesn’t spare to express her disgust toward the man who simply would like to have a peacefull life. The only comfort for Leone is the young servant, sole confidant of the nightmares of the landlord (which are reflections of what happens in the house). Through a series of surreal situation the exibition situates in a plane between fairy tales and reality, poetry and tragedy. The show expresses its peak witht the scene of Leone stealing a kiss from Julien.

ph. Gianni Fano testo, Francesca Dalla Pria traduzione, Carlo Alberto Giordan


L’approccio romantico lo spettacolo trova il suo apice nel bacio rubato di Leone a Julien, che innesca un vortice di sentimenti contrapposti che trovano espressione nei sogni del giovane, il quale, fortemente risentito, decide di abbandonare la casa. Ai personaggi principali si aggiungono i perditempo - come un’estensione della coscienza dell’uomo, le due figure entrano ed escono dalla scena durante l’intera esibizione - i quali, alla fine della rappresentazione, accompagneranno l’amareggiato Leone, colpevole di aver per la prima volta seguito ingenuamente il suo istinto, nel suo ultimo viaggio, concludendo questo ricercato racconto interpretato da Giulio Maria Corso, Valerio D’Amore, Roberta Azzarone, Michele Lisi, Carlotta Mangione.


We’ve chosen the language of reality to represent, with the comedy, a thorny story.

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The fact will generate a swirl of contrasting emotions which reflects on the dreams of the lad. Julien, resentful for the occurred, leaves the house. In addition to the main characters, on the stage we see the “slackers”, ambiguous figures, which represent an extension of the mind of Leone appearing on the scene during the whole show. The exibition was curated and played by Giulio Maria Corso, Valerio D’Amore, Roberta Azzarone, Michele Lisi, Carlotta Mangione.


Théâtre du Balèti di Montreuil

a m o r lib. ispirato aI d i F. N i e t z s c h e

fr

f a t i testi

Noi non definiremo quale sia il vero, il buono, il bello come Platone, ma esponendo una traduzione allargata di funzioni o disfunzioni della nostra società, discuteremo perché preferire il vero al falso, al di là del bene e del male.

REGIA/ SCENOGRAFIA / LUCI / Maxime Franzetti COSTUMI Théâtre du Balèti,

Vanessa Doger

VIDEO Hugues De Labrosse,

Grégoire Brigand INTERPRETI Camille Voyenne, Charles Meillat, Claire François, Eva Zink, Florence Colbeau-Justin, Julien Dervaux, Maxime Franzetti, Maya Outmizguine, Moïra Dalant, Romain Pierre, Yann Slama


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Lo spettacolo si è avvalso di forme artistiche, per dar vita ad un’esibizione estremamente d’impatto, capace di stupire sin da subito il Inus ex et volumetus alit delisti nctiore nihipubblico. La messa in scena e la riadattazione lit inti ad quatum sit porpora core doloribus di una serie di eventi storici è il veicolo per esciate ullupta asit venetur susda arrivarenon ad platem un’interpretazione della dottrina quia conesti orehentempor sequis l’amore aperum-per di Nietzsche e del suo “Ja sagen”, quide ipsanie nimusdant esto dit, quis nonet il fato, mezzo grazie al quale l’individuo può celebrare pienamente la sandem proprio sum dignità idunt lant et apis alibustis adit, e grandezza, accettando totalmente gli eventi tectotas num ea nis explis moluptam unt. che lo coinvolgono, ossia tutto ciò che nei suoi Saniatius, consequia simusam et dolupta-cicli ininterrotti l’universo produce. Ritorneranno, turio quas praeris sapedita con ra venda a infatti, nell’uomo gli stessi pensieri, i medesimi quiatur iossitati illicipita nostisq uasperis dolori e piaceri e si presenteranno le identiche sedianduntur ant. cose, qualsiasi sia la loro importanza, con uguale Otatass itectem quis sitis aut am velessum et successione.

reach the Nietzschean affirmation of the “ja sagen”, the “love of Fate” or “love of one’s fate”, Otatass itectem quis sitis aut am velessum et that is used to describe an attitude in which liquesees eraectior as autthat quidel estiunt, one everything happens in autendi one’s life, nonsequiam dia ipit, omnisi autgood ut idignitioincluding suffering and loss, as or at the res eos numenisime ut ape very least, necessarylab foriliquaerciet a bigger plan of the Universe. This acceptance necessarily verem fugit faceper ciunturdoesn’t aut ut quam quopreclude an attempt at hiciam change or improvement, ditibus voluptatquam volupta sinverbut rather, this acceptance can be seen to be along the lines of what Nietzsche means by the concept of “eternal recurrence” ­ a sense of contentment with one’s life and an acceptance of it, such that one could live exactly the same life, in all its minute details, over and over for all eternity.

S P E T TA C O L I

lique eraectior as aut quidel estiunt, autendi nonsequiam diaartistic ipit, omnisi aut uttoidignitioAmor Fati uses sceneries, create an high­ impact performance, capable of capture res eos numenisime lab iliquaerciet ut ape audience’s theaut very verem fugitattention faceper since ciuntur ut beginning. quam quoThe whole play, trough the readjustment of a ditibus voluptatquam hiciam volupta sinverseries of historical events, is like a vehicle to chit in consequ aspiend icturem ol

ph. Gianni Fano testo, Francesca Dalla Pria traduzione, Giacomo Tempesta


E perciò, una volta presa piena consapevolezza, non resta che accettare e gioire di quell’eterno ritorno di cui è costituita l’esistenza. L’esibizione, attraverso la successione di scene irriverenti e allo stesso tempo drammatiche, vuol rappresentare questo ciclo che si rinnova all’infinito e rappresenta irrazionalità, disordine, caos. Amor Fati, due to a sequence of both irriverent and tragic situations, could well represent this eternal circle that never ends, filled with irrationality, disorder, Chaos.


I woke up one morning with a crazy idea in mind:

“ Why don’t talk about us, our generation and everything among us?”

webuildyouplay S P E T TA C O L I



EDITION #14

webuildyouplay IL FESTIVAL


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Lasciate alle spalle la dose di incoscienza e il pizzico di fortuna della prima edizione, studenti ed ex studenti dell’Università IUAV di Venezia si sono misurati nuovamente con l’organizzazione di questo Festival dedicato agli allievi delle scuole europee di teatro.

Si è confermato un gruppo di lavoro aperto, eterogeneo e preparato, capace di mettere in pratica e condividere conoscenze, idee e tecniche. Sono stati consolidati i rapporti con le istituzioni nazionali e internazionali che già avevano dato fiducia al Festival, e si sono intraprese nuove relazioni con importanti scuole europee. Si è attivato un progetto formativo che vuole coinvolgere sempre più attivamente le Accademie Teatrali e le Università, prima tra tutte lo IUAV e il suo settore Teatro che già supporta il progetto in modo significativo. Piccoli passi che hanno permesso al Venice Open Stage di proporre una seconda edizione viva ed esaltante, capace di coinvolgere un numero importante di giovani provenienti da tutta Europa. Davanti a un pubblico attento e numeroso si sono alternati sul palco spettacoli di altissima qualità,

che hanno saputo regalare emozioni sincere e intelligente freschezza. Ciò che tuttavia colpisce maggiormente è l’atmosfera singolare che si respira in questo Festival, dove partecipare all’atto teatrale rivela la voglia di appagare un bisogno autentico. Per dodici sere centinaia di persone si sono date appuntamento attorno a questo fuoco ideale per fondersi insieme e vivere momenti di vero Teatro. E alla fine di ogni spettacolo è stato naturale assistere alla perdita di ruoli e confini, mentre sul palco si confondevano attori, tecnici, studenti, organizzatori, insegnanti e abitanti del quartiere, tutti con un parere da esprimere, un’emozione da descrivere, un’impressione da condividere. E nel cuore un sentimento misto tra la gioia per aver vissuto una serata di genuina cultura, e la voglia di non andarsene più.

THE STAGE IS OPEN AGAIN .


il fe stival

A heterogeneous and prepared working group, able to accommodate new elements, share knowledge, ideas and techniques, affirmed itself at the 2nd edition of the Venice Open Stage. Several organizational and technical aspects have been improved. These changes made us aware that the way to go is long, but we understood that the journey is well underway. The relations between national and international artistic institutions that had already worked with us have been consolidated and new relationships with some influential European theatre schools have been undertaken. Now we can truly say that the process to activate

training project involving Theatre Academie and Universities is started and the IUAV, with its Theatre department, is our first supporter. Step by step the VeniceOpenStage was able to propose a lively and exciting 2^edition, also during a period of meteorological and political difficulty in town. Thanks to this second randez-vous the Festival confirmed itself as important place of cultural exchanges, which was able to include a considerable number of young European people. Very high quality shows, which proposed true emotions and smart freshness, have been presented on the stage in front of an interested audience. Although, what actually made the difference in this Festival was its special atmosphere. The ancient taste of the circular stage and the atmosphere of our framework, the city of Venice, gave to the audience the old pleasure to participate to the play. During the twelve evenings almost one hundred people met at the VeniceOpenStage, looking for moments of true theatre. At the end of each mise-en-scene, every roles and borders naturally disappeared to let actors, technicians, students, professors and neighbours meet on the stage in order to compare their impressions and feelings about the play. It is certain that VeniceOpen Stage, in its 2^ edition as well, was able to transmit to its audience all the veritable feelings of a genuine theatre show.

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Let’s forget the unconsciousness and the bit of luck of the first edition.The students and the ex-students of the Venice’s IUAV proved once again their talent organizing this Festival devoted to European students of Theatre Academies and Universities.



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DEAR FRIENDS

thanks


ALLA COMAPAGNIA DE LMTA

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DICONO DI NOI

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RASSEGNA STAMPA LA NUOVA

il teatro è università e il palcoscenico è un campazzo 13 spettacoli gratuiti a San Sebastiano per il “Venice Open Stage” organizzato dallo IUAV di Nadia De Lazzari


Volevamo coinvolgere la città dando nuova linfa. A Venezia doveva radicarsi non solo un luogo di attività permanente di teatro ma anche di produzione. L’ obiettivo era quello di far nascere una popolazione di creativi.

r a s s e g n a s ta m p a

Marino Folin

presidente onorario

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Dopo il trionfo della prima edizione oltre 10 rappresentazioni teatrali, più di 100 attori e 2500 spettatori ritorna il Festival internazionale del Teatro delle Università e delle Accademie italiane ed europee. Ideato dallo IUAV conquisterà ancora una volta studenti, cittadini e turisti. Gli appuntamenti da non perdere, si svolgeranno dal 29 giugno al 10 luglio, alle 21,30, nel campazzo San Sebastiano sul palcoscenico all’aperto realizzato dagli studenti che di notte lo sorveglieranno. [...]


IL GAZZETTINO

Il festival del teatro dedicato all’università IUAV, al via la seconda edizione del Venice Open Stage di Daniela Ghio


presidente dell’associazione

r a s s e g n a s ta m p a

Tredici gli spettacoli in programma in uno spazio, a Dorsoduro, che diveterà un vero e proprio palcoscenico all’aperto dove unire volontà innovativa, immaginazione, creatività, pensiero per il futuro [...]

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Francesco Gerardi

Venti studenti ed ex studenti si occupano dell’organizzazione del festival. Tra cui area tecnica, amministrativa, sicurezza, logistica. Gli studenti inoltre costruiscono materialmente il palcoscenico e trascorrono la notte in campo per sorvegliarlo. Il rapporto con i residenti è consolidato, così come quello con le compagnie ospitate: ogni spettacolo si conclude con una spaghettata sul palco, dove attori e tecnici si confondono.


NEL WEB blare out

Venice Open Stage 2014. Il teatro scende in campo È accaduto, non per caso ma per impegno, che un gruppo di studenti ed ex provenienti dal corso di Scienze e Tecniche del Teatro dell’università IUAV di Venezia, abbia deciso di sviluppare la messa in scena finale del laboratorio curato dal prof. Luigi Dall’Aglio, che da anni, in questo periodo dell’anno, regala alla cittadinanza il lavoro dei suoi allievi proponendo alcune repliche, appunto, in campazzo San Sebastiano. A questo proposito, l’anno passato, è nata l’associazione culturale Cantieri Teatrali Veneziani, con l’intento di trasformare le rappresentazioni di fine laboratorio in un festival che già dalla prima edizione, nel 2013, vantava prestigiose partecipazioni italiane e internazionali.


di David Angeli

r a s s e g n a s ta m p a

Gli studenti, non soltanto organizzano un evento creando sinergie e invitando compagnie teatrali e accademie da tutta Italia ed Europa, ma costruiscono fisicamente il palco e gli spalti con assi di compensato, martelli, chiodi

e tubi innocenti, preparano la cena per gli attori, dormono in tenda in campo per controllare le attrezzature. Fondamentale è specificare come tutto questo, ma proprio tutto, sia fatto a titolo completamente gratuito, come gratuiti sono gli spettacoli proposti, dando un segnale di quanto sia forte l’attaccamento dei laureati all’ateneo e di come i giovani, da soli, siano in grado di organizzare eventi di grande spessore attraverso sacrifici che le generazioni precedenti difficilmente avrebbero accettato. Il titolo del festival è We build You play, a dar rilevanza al lavoro costruttivo e, ripetiamolo un paio di volte, gratuito, che ha consentito di regalare serate teatrali al pubblico.

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Francesco Gerardi, presidente dell’associazione, racconta quanto fosse viva la necessità di una struttura come Cantieri Teatrali Veneziani, nata sia per seguire progetti interni allo IUAV che per promuovere iniziative indipendenti atte a creare un legame forte con la città di Venezia, da intendersi non più solo come vetrina o palestra di artisti ma vero e proprio luogo dove si ricominci a produrre teatro e favorire il germinare di una popolazione di creativi.



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Grazie a tutti. Thanks to everyone. Merci Ă tout le monde. lo staff del Venice Open Stage

FOTO DI CHIUSURA


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Fondazione Teatro Due di Parma Studio Zero4Uno, Ing.Romeo Scarpa Hotel alla Salute

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Ringraziamenti speciali

Associazione Studenti Cà Tron

Ristorante Pane e Vino e San Daniele di Campo dell’Anzolo Raffaele Bar Al Canton

foto di Gianni Fano • Anne Beaugé Irene Silvestri • Emma Soletti testi di Francesca Dalla Pria • Tea De Lotto • Martina Di Iulio traduzione testi Carlo Alberto Giordan • Giacomo Tempesta • Matilde Quarta

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Ex Ospizio di Santa Marta



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