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AZIENDE ALLA RIBALTA
IL MONDO DEI TRASPORTI • Maggio 2007
ADAMI TRASPORTI / UNA TRADIZIONE DI SUCCESSO LUNGA UN SECOLO E MEZZO
Il futuro insieme a Scania di Mattia Eccheli VERONA - Centocinquant’anni e non sentirli. All’Adami Autotrasporti di Verona l’imperativo categorico è quello di non guardarsi mai indietro. Di andare avanti. Di cambiare. Di innovare. È il caso, fra gli altri, del sistema di pulizia e sterilizzazione delle cisterne messo a punto dal personale interno. “È frutto dell’esperienza di anni”, chiarisce Giorgio Adami, 47 anni, il meno giovane dei tre fratelli che gestiscono l’impresa di famiglia, nata a metà dell’800 come testimoniano alcuni documenti rinvenuti nella vicina parrocchia di Parona dove risulta la professione del capostipite, Giuseppe: carrettiere. Tutto è computerizzato: ci sono pompe, serbatoi e tubi collegati tra loro e regolati da un programma “fatto in casa”. L’operatore di turno deve impostare il sistema sulla base delle esigenze dei clienti e poi verificare che tutto proceda secondo quanto stabilito. È stato perfino allestito un piccolo laboratorio dove si effettuano prelievi e analisi, anche se “elementari”. “Siamo specializzati nel trasporto di liquidi alimentari - precisa Stefano Adami, con i suoi 42 anni il più “piccolo” dei soci e ognuno dei nostri clienti ci richiede trattamenti differenti”.
Guidata oggi dai fratelli Giorgio, Stefano e Patrizia, ma sempre sotto l’occhio vigile di mamma Clori, l’azienda di trasporti veronese è modernamente proiettata verso uno sviluppo ancora più importante, forte anche della scelta Scania per quanto riguarda la flotta dei veicoli.
LE ATTESE DELLE AZIENDE DI TRASPORTO
UNA CLASSICA AZIENDA DI FAMIGLIA Così, nel 2003, è stato completato un investimento da 800mila euro per la costruzione di un’apparecchiatura aziendale di pulizia delle cisterne. Servono preparazione specifica e password di accesso perché ogni lavaggio è registrato: “Abbiamo anche noi la nostra rintracciabilità”, sorride Stefano. Ogni volta che una cisterna viene pulita e sterilizzata, tutto viene memorizzato e salvato. “Ci occupiamo di trasporti delicati ed è naturale che si debba fare così. E poi ci siamo specializzati in quest’attività”, conferma sempre Stefano. L’Adami è una vera azienda di famiglia: oltre ai due fratelli, ci sono anche la sorella Patrizia (che di anni ne ha 44 e che si occupa dell’amministrazione) e la madre 74enne, Clori, ancora perfettamente attiva dopo la morte del marito, Franco (classe 1920), scomparso qualche anno fa e al quale va il merito della “svolta”. Nel senso che è stato con lui che l’azienda ha assunto una dimensione pienamente internazionale e si è data un’organizzazione strutturata. Tra le analisi interne condotte nel recente passato c’è anche quella sui trattori: tutti Scania. Come mai? Giorgio Adami quasi non risponde, si limita a sorridere. “Non è scontato?” replica. Poi aggiunge, ma solo per le esigenze del cronista: “Abbiamo esaminato il comportamento dei diversi mezzi - precisa - e nel periodo analizzato Scania è stata la marca che ci ha maggiormente soddisfatti”. “A noi costa carissimo ogni giorno di fermo macchina - insiste Giorgio Adami - perché abbiamo orari rigidi e precisi di presa e consegna. I ritardi sono lussi che non possiamo permetterci. E Scania, da questo punto di vista, è risultata la Casa più affidabile”. Per questo, con il tempo, l’intero parco mezzi è stato trasformato e oggi Adami dispone di sole motrici di fabbricazione svedese, Scania naturalmente. Si tratta di automezzi la cui vita aziendale (almeno a Verona) raramente supera i 4 anni: “Il valore dell’usato tiene più di altri”, sottolinea Stefano. Le motrici sono affiancate da 150 semirimorchi (Cardi in particolare) e da qualche cisterna autoportante francese (Magyar), senza contare il centinaio e passa di container cisterna per il trasporto ferroviario tutti di proprietà e di nuova concezione. Tutti gli Scania sono Euro 4 (ma è in corso la conversione a Euro 5), vantano
frontare, c’è la ventilata estensione del divieto di sorpasso ai mezzi pesanti lungo l’intera tratta dell’A22 (la BrenneroModena). La limitazione vale finora solo nell’area del Trentino Alto Adige, ma il consiglio di amministrazione sta valutando l’ampliamento, considerati quelli che giudica degli ottimi risultati dal punto di vista del calo dell’in cidentalità. “Cominciamo con il dire che la sicurezza stradale è una priorità assoluta e, ripeto, assoluta per chi si occupa di autotrasporto - avverte Giorgio Adami - e sgombriamo così il campo da facili equivoci che vogliono le imprese del settore come le antagoniste di chi si adopera per la sicurezza. Detto questo, vorrei capire l’impatto di questo provvedimento perché ogni iniziativa va valutata nell’arco del tempo”.
Una fase del lavaggio scrupoloso delle cisterne utilizzate dalla Adami Trasporti, che per le nuove apparecchiature di lavaggio ha investito 800mila euro. L’azienda scaligera dispone anche di filiali in Germania. perlopiù potenze da 480 cavalli e hanno il cambio manuale: “La nostra politica è semplice - osserva Giorgio Adami - perché gli autisti (per il 70 per cento sono italiani, ndr) sono un patrimonio dell’azienda e facciamo in modo di fidelizzarli formando dei veri professionisti del trasporto. E i nostri dati ci dicono che quando l’autista sa il fatto suo, il cambio manuale funziona meglio e dà i risultati migliori”. Il volume d’affari della Adami Autotrasporti Spa si attesta attorno ai 20 milioni di euro e si sviluppa grazie ad una rete di relazioni internazionali. Non a caso la società familiare scaligera ha anche una filiale logistica in Germania, nei pressi di Norimberga, a Beilngries. La sede legale, invece, si trova ad Arbizzano dove l’azienda si era trasferita dopo aver lasciato la “storica” località di Parona. Nel 1990 si è aggiunta la nuova area (45mila metri quadrati) di via Bresciana, poco lontano dal casello autostradale di Verona Nord. I dipendenti sono 130 fra autisti, settore commerciale, amministrativo, logistico, officina e stazione di pulizia. In via Bresciana si lavora “solo” alla manutenzione ordinaria, per il resto il riferimento resta il servizio assistenza Scania. Nell’ampio piazzale spicca anche una gru alzacontainer da 80 tonnellate. È un investimento sul futuro, sull’intermodale: “Noi dobbiamo sempre lavorare in prospettiva, pensando al domani - argomenta Giorgio Adami - perché quello che magari adesso può sembrare antieconomico, in futuro può diventare uno sbocco indispensabile”. L’intermodale (inteso come gommarotaia) è affidabile? Perché a Verona, con il Quadrante Europa, le potenzialità sarebbero enormi... “Diciamo che, in linea di massima, la ferrovia non è completamente affidabile. Ma non tutte le tratte sono così, tanto è vero che noi alcune le abbiamo fissate. E, comunque, dal punto di vista economico, non è competitiva come la gomma. Il difetto maggiore della rotaia resta la sua estrema rigidità”. Cioè? “In caso d’emergenza, sulla
strada i problemi si risolvono, ma lungo la ferrovia è impossibile. A noi dicono che i treni in ritardo sono appena il 5-10 per cento del totale: ma noi non possiamo permetterci nemmeno quel margine. Altrimenti perdiamo clienti perché trasportiamo merce deperibile”. Però... “Però occorre essere preparati. E in futuro, con il continuo incremento dello spostamento delle merci, l’intermodalità e la ferrovia saranno soluzioni indispensabili se le infrastrutture e i servizi forniti cresceranno adeguatamente”. ANZITUTTO LA PUNTUALITÀ I container cisterna (almeno in tempi di “magra”) hanno anche costi di gestione più contenuti, ma il problema resta quello della puntualità. Perché a bordo dei mezzi Adami viaggiano in lungo e in largo per l’Europa vini, latte, succhi di frutta, glucosio (zucchero liquido), saccarosio, oli alimentari e altro ancora. Proprio per essere in grado
di rispondere con ancora maggiore efficienza alle richieste dei clienti, all’Adami stanno predisponendo anche un nuovo sistema di rilevazione non soltanto della posizione ma anche della temperatura delle merce. Per la corretta conservazione è necessario che vengano rispettate procedure particolari. I parametri normativi sono rigidissimi ma già con il sistema di pulizia (almeno una quindicina di programmi differenti e “personalizzati”), a Verona sono “oltre la legge”, nel senso che anticipano quasi possibili future normative. Il nuovo dispositivo per la rilevazione satellitare che integra quello gia presente sui mezzi stradali dovrebbe venire installato sui container a breve: un altro “gioiello” dell’innovazione interna. Oltre che lungo le strade italiane, i mezzi Adami si spingono fino nel nord dell’Europa (Olanda e Germania) e fino all’estremo sud, cioè in Grecia, transitando (per consegne) anche dai Paesi della ex Jugoslavia. Fra le nuove “emergenze”, che all’Adami potrebbero trovarsi a dover af-
Dubita dei numeri? “A sei mesi di distanza dalla sua introduzione, pareva che la patente a punti avesse risolto tutti i problemi. Adesso, qualche anno più tardi, mi pare che non sia affatto così. Voglio dire che i numeri vanno analizzati nel lungo periodo. E, passatemi la provocazione, se si vuole la sicurezza, allora basterebbe vietare il sorpasso a ogni tipo di vettura”. Una provocazione... “Certamente. Però vorrei anche che gli autotrasportatori venissero considerati come degli interlocutori. Mi chiedo, ad esempio, perché non vengano coinvolti quando si tratta di decidere di cose che riguardano principalmente loro. Ad esempio in relazione al divieto di sorpasso. Sono convinto che porterebbero un contributo costruttivo anziché considerarli antagonisti a decisioni già prese”. Lei non crede, dunque, in questa soluzione? “Io guardo a quello che succede. E quello che succede è che c’è una richiesta in costante aumento di trasporto delle merci a cui qualcuno deve far fronte. Ma non è possibile scaricare soltanto sulle imprese di trasporto l’onere di risolvere i problemi derivanti dall’aumento dei volumi di merce movimentati. Le imprese di trasporto mettono i loro capitali, la loro esperienza, la loro professionalità, ma devono essere supportate da istituzioni e da enti o società operanti sulla viabilità che devono essere lungimiranti o perlomeno concreti anche nel breve-medio periodo trovando quelle soluzioni che impediscano al sistema viario di andare in tilt garantendo sicurezza reale. In quest’ottica, quella del divieto di sorpasso mi sembra come un provvedimento assolutamente inefficace e miope, sintomo di un’incapacità di affrontare i problemi alla radice e strumento per nascondere quest’incapacità con soluzioni d’impatto mediatico e populista”. Interventi strutturali? Come nuove cor sie autostradali? “Anche, ma poi non basteranno nemmeno quelle. E ci vorrà la ferrovia”. Appunto... “Ma bisogna che sia competitiva, che dia servizio e che rispetti i tempi. Esattamente come richiede il mercato a cui noi dobbiamo continuamente adeguarci”.