Questa non è una tesi

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prendere con la mano uno spicchio di luna, Improvvisa uscita di uccelli dall’acqua un tentativo per trasformare gli uccelli in pesci, Tentativo di Volo in cui simula il volo saltando da un muretto. Nel video, Gino De Dominicis ricerca la confutazione della tesi sull’irreversibilità dei fenomeni attraverso la scelta di azioni impossibili come in Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno a un sasso che cade nell’acqua, testimoniata dalla fotografia dell’artista di spalle sulla riva di un fiume mentre lancia un sasso nell’acqua con l’obiettivo di creare delle onde di forma quadrata anziché circolare. L’arte, in questo modo diviene il luogo ideale dove sfidare i limiti imposti dalle leggi della fisica classica. Viene così inaugurata la stagione degli esperimenti nati per contrastare il principio dell’entropia e l’ineluttabilità della morte.

Gino De Dominicis, Tentativo di volo, 1969, 16 mm trasferito in video, durata 2 minuti

«Forse perché non sono mai riuscito a nuotare ho deciso di imparare a volare. Da tre anni infatti ripeto questo esercizio tutti i giorni, probabilmente non riuscirò mai a volare ma se farò ripetere questo esercizio anche ai miei figli ed ai figli dei miei figli e loro ai propri figli forse un giorno un mio discendente improvvisamente si troverà a saper volare»6

In un dialogo tra arte povera e concettuale si colloca la Mozzarella in carrozza presentata nel febbraio del 1970 presso la Galleria L’Attico. L’opera è composta da una carrozza nera, un modello Landò di fine Ottocento, e una mozzarella collocata sul sedile posteriore del veicolo. De Dominicis è intento a indagare il rapporto tra parola e immagine e utilizza il procedimento retorico della metonimia per materializzare in oggetto il nome della ricetta culinaria, ottenendo come risultato non sense arguto e ironico che trova eco nella battuta dell’artista

Gino De Dominicis, Mozzarella in carrozza, 1968-70, carroza d’epoca, mozzarella, cartellino, 210x174x360 cm

«quando vedo un divieto di sosta permanente, ci metterei una donna con una bella permanente»7

Nell’aprile del 1970, nella medesima galleria, presenta l’opera Lo Zoodiaco vivente che, concepito come un tableau vivant, è la rappresentazione simbolica dei dodici segni astrologici. I segni, disposti a semicerchio dentro la galleria, sono rappresentati da animali (un toro e un leone chiuso in gabbia) e persone (una vergine e due gemelli) che rimangono immobili nella stessa posizione per i cinque giorni dell’esposizione. «L’apparizione di De Dominicis sulla scena de L’Attico spostò il baricentro dell’avanguardia romana. Alcuni giovani artisti, che Gino De Dominicis, Lo Zodiaco , 1970, stampa su carta, 66x100 cm

De Dominicis G., op. cit., pag.58 7 Tomassoni I., Ancona per Gino De Dominicis. Atti del seminario, Ancona, Mediateca delle Marche, 2005, pag.137 6

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