Moodmagazine 16

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Ciao Luca, grazie innanzitutto per aver accettato questa chiacchierata. Volevo partire un po’ dalle origini, conoscere il percorso che hai fatto per avvicinarti a questa cultura e all’arte del beatmaking.. Mi sono avvicinato a questa cultura nel 1996 grazie allo storico rapper palermitano Alpha Pee (R.I.P.) che mi passò delle cassette che mi cambiarono la vita. Qualche tempo dopo mi ritrovai a casa di Bras che stava producendo un beat e tutto ebbe inizio cosÏ anche se c’è da dire che inizialmente il beatmaking fu messo da parte per il writing. Dopo questa introduzione, mi fionderei subito sul pezzo: “Caput Mundi”, ci puoi parlare diffusamente di come è nato il progetto? É nato dalla voglia di fare un disco totalmente contro corrente e che richiamasse i vari tipi di sound che mi hanno accompagnato in questi anni. Il disco è stato sviluppato in maniera abbastanza semplice, ho preparato delle basi che creassero un mood totalmente cupo e che potessero stare bene tra loro, poi ho chiamato un po’ di amici per sviluppare i pezzi. In tre mesi avevo pronto il disco, le grafiche e i video. A distanza di più di un anno, come dicevamo, sei soddisfatto di come è andato l’album? Aspettative, riscontri.. O avresti voluto cambiare qualcosa? Il disco è andato abbastanza bene, ho ricevuto parecchi feedback positivi e recensioni ottime. É andato tutto secondo i miei piani quindi mi ritengo soddisfatto anche se ho dovuto lasciare la promo del disco per lavorare al progetto insieme a Er Costa e Nex Cassel. “Angeli” secondo me è la traccia più bella del disco, la ascolto ancora con piacere. Come è nata la produzione? Un giorno mentro ero in studio stavo provando dei plugin nuovi ed ho trovato questo suono che poi ho stravolto: volevo fare qualcosa di diverso dal mio sound e quindi ho montato una batteria con due tempi diversi che le potesse dare il giusto groove per il giro di synth appena creato. Infine ho chiamato Dani che ha dato i numeri come sempre! Parliamo invece del tuo progetto più recente: “Doppio taglio” di Er Costa e Nex Cassel interamente prodotto da te... ”Doppio Taglio è nato perché io Nex siamo stati contattati da Honiro per fare un ep insieme ad Er Costa quindi una volta trovati a Caorle abbiamo confezionato il tutto in due settimane. Abbiamo avuto anche qui ottimi

riscontri e siamo totalmente soddisfatti. Adriacosta Recordz è la tua famiglia artistica: cosa rappresenta per te questa appartenenza? AdriaCosta rappresenta la mia scuderia, tutti i ragazzi spaccano e sono sempre disponibili, mi trovo benissimo. Che dire di più? “AdriaCosta A Mejo Fameja”. La prima volta che hai acquistato un disco? E da dove cerchi di “afferrare” quotidianamente le ispirazioni per lavorare alla tua musica? La prima volta che ho acquistato un disco non me lo ricordo ma ero comunque molto piccolo. Ma ricordo i dischi che mi cambiarono il modo di ascoltare musica, ovvero Michael Jackson con “History”, Fugees con “The Score” e The Notorious B.I.G. con “Ready To Die” nel lontano 1996. Ascolto musica di qualsiasi genere e dopo averla studiata mi chiudo in studio, o magari sento un sample da paura in un film, oppure semplicemente mi sento a telefono con Nex o EliaPhoks. Come lavori in studio? Hai un setup ben definito o cerchi di sperimentare ogni volta con nuove macchine e plugin? Quando entro in studio chiudo i contatti col mondo esterno per inabissarmi nel mio mondo. Divento irascibile anche se squilla il telefono. In studio ci sono io, le mie macchine e i miei collaboratori. Il mio setup è sempre in costante evoluzione, sono un fanatico dell’ hardware e del software, sono sempre alla ricerca di nuovi suoni, nuovi sampler, nuove groovebox e nuovi dischi. Sei molto bravo ad accostare veterani del mic e giovani emergenti di cui sentiremo decisamente parlare. Con chi ancora non sei riuscito a concretizzare un pezzo? Mi piacerebbe lavorare con Luchè o Marracash, mi piace il loro stile. Volevo chiudere con questa osservazione: ho letto da qualche parte un beatmaker affermare “nei miei dischi c’è qualcosa che non può essere governato da un piano”…. come dichiarazione di intenti mi sembra molto esplicativa. É cosi anche per te? Hai sempre avuto grande libertà creativa o qualche volta giocoforza ti sei posto dei limiti? Per me fare musica significa non avere limiti, fare quello che si vuole. Se dovessi mettere dei limiti alla mia produttività allora smetterei sicuramente di essere un produttore. La musica non ha schemi e nemmeno deve averne, è totalmente libera!


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