DALLA PISTA ALLA STRADA
I SEGRETI DI “NETTUNO” La Maserati ha trasferito su un’auto da strada, per quanto una supercar, una tecnologia sinora sperimentata solo sulle piste di Formula 1. Un “piccolo particolare” che dimezza la cilindrata, ma aumenta la potenza fino a 630 cavalli.
Quante tecnologie hanno fatto il percorso dalle piste della Formula 1 alle strade di tutti i giorni? Moltissime, ma si è trattato spesso di un percorso complesso in cui l’innovazione si adattava alle differenti esigenze della mobilità ordinaria abbandonando l’eccezionalità delle prestazioni sportive. Stavolta però vogliamo parlarvi di un passaggio diretto da un “piccolo particolare” della combustione usato in Formula 1 che invece arriva dritto dritto in un motore stradale, anche se eccezionale, come quello che Maserati ha progettato per la sua auto più aggressiva, la MC20, destinata a prendere il posto nella gamma che è stato della MC12. Un “particolare” che ha permesso di abbassare drasticamente la cilindrata del motore accrescendo le prestazioni sportive e producendo anche una serie di cambiamenti struttura nell’auto. La MC12 aveva infatti un motore che superava i 6.000 cc di cilindrata (era un motore Ferrari 12 cilindri) la MC20 ha un motore a 6 cilindri di “soli” 3.000 cc (una manciata in meno a voler essere esatti) con due turbocompressori, uno per bancata. Un motore “cugino” di quello già usato per la Giulia Quadrifoglio, a cui è stato però aggiunto un po’ di pepe in più. E qui arriviamo all’innovazione trasferita direttamente dalle auto di Formula 1 ma che nella sua versione stradale è stata brevettata da Maserati per questo motore che porta il nome di “V6 Nettuno” (in onore del dio del mare che la casa di Modena porta nel simbolo del tridente). Si tratta di un sistema di precarica di combustione nella testata di derivazione F1 che aumenta drasticamente la potenza ricavabile dal V6. Finora - dicevamo - questa tecnologia è stata impiegata soltanto sui motori da
corsa turbo ibridi, mai invece su un’automobile stradale. Il sistema è “nascosto” dentro la testata. All’interno della camera di combustione è ricavata una precamera collegata a quella principale da una serie di forellini che spruzzano poi la miscela aria benzina nella camera di scoppio principale; una candela supplementare è disposta lateralmente e serve ad accendere prima la miscela nella precamera. Questa soluzione innovativa completata dall’iniezione mista diretta/indiretta a 350 bar e serve ad ottimizzare la combustione della benzina nella camera di scoppio e migliorare l’efficienza del motore. Insieme alla compressione ottenuta col doppio turbo l’effetto di questa tecnologia è devastante. Si arriva a una potenza di 630 cavalli ottenuta, un valore elevatissimo per 3 litri di cilindrata, per essere precisi si tratta di 30 cavalli in più di quelli ottenuti dalla MC12 stradale col suo motore da 6.000 cc. Significano 210 cv/litro, una
potenza specifica superiore persino alla Ferrari 488 Pista o alla McLaren Senna che non superano i 185 cv/litro. Infatti le prestazioni sono veramente elevatissime: la velocità massima dichiarata della MC20 è di 325 km/h, ma fa ancora più sensazione l’accelerazione 0-100 dichiarata di 2,9 secondi. Certo si tratta di una innovazione che così come è non sembra poter essere trasferita sulle auto di tutti i giorni, ma un miglioramento dell’efficienza della combustione – con tutte le sue possibili applicazioni – sarebbe utile anche nei piccoli motori aumentando la potenza senza dover accrescere la cilindrata. Gli ingeneri motoristi della Maserati probabilmente non avevano in mente come priorità i consumi o le emissioni quando hanno progettato il loro V6 Nettuno, ma un effetto anche su questo c’è di certo. Ora altri ingegneri potranno valutare i benefici che si possono ottenere da questa innovazione.
TRIMESTRALE DI UNIONE ENERGIE PER LA MOBILITÀ
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