SPECIALE ASSEMBLEA
John Cooper Direttore Generale di FuelsEurope
VI RACCONTO IL FUTURO DEI CARBURANTI INTERVISTA A JOHN COOPER di Marco Frittella
Le recenti dichiarazioni della Presidente von der Leyen hanno reso ancora più ambiziosi i progetti ambientali della Commissione europea, cioè diminuire fino al 55% le emissioni entro il 2030 per arrivare alla decarbonizzazione del continente nel 2050. Per quanto riguarda l’industria della raffinazione, si è messa già su questa strada con la Vision 2050 e ancora con il progetto Clean Fuels for all, presentato lo scorso giugno. Come si coniugano queste vostre iniziative con gli orientamenti europei destinati a diventare legge? Quello che vorrei condividere con voi è ciò che abbiamo fatto sul percorso “Clean Fuels for All” (carburanti puliti per tutti), che è stato sviluppato sinergicamente dalla nostra Associazione industriale e le Associazioni nazionali, inclusa unem. Vorrei iniziare dicendo che accogliamo le prospettive e la visione dell’Unione europea, come stabilito dalla Commissione, affinché si raggiunga la neutralità climatica entro il 2050. Così come prevede il Green Deal. Siamo partiti dalla valutazione di cosa sia effettivamente possibile fare e quale può essere il reale contributo del nostro settore per il raggiungimento degli obiettivi. Siamo subito stati consapevoli che occorrono solide basi economiche e tecnologiche, supportate da un quadro normativo coerente. Nella nostra Associazione siamo molto fortunati ad avere le competen-
ze tecnologiche ed economiche del Concawe che hanno prodotto la documentazione strategica alla base di questo progetto. Il lavoro di Concawe ha delineato il percorso verso la decarbonizzazione includendo molteplici aree di intervento. Un riferimento sono state le considerazioni della Commissione contenute nel “Clean planet for all”, pubblicate nel novembre 2018, che valutano molteplici scenari al 2050. Lo scenario preso a riferimento per il nostro lavoro è quello denominato “scenario 1,5 C°”, che illustra come l’Europa possa raggiungere la neutralità climatica necessaria per contenere ad 1,5°C l’aumento globale della temperatura, attraverso uno straordinario sviluppo tecnologico in molti settori dell’economia. Sono descritti altri possibili scenari finalizzati a raggiungere l’obiettivo di 1,5 C° che riguardano alcuni sostanziali cambiamenti negli stili di vita, ma la Commissione ha adottato lo scenario “tecnologico” perché ritenuto più praticabile e noi condividiamo questo approccio. L’altro scenario importante è quello descritto come “scenario di base al 2030”, che descrive
gli effetti della legislazione esistente ai fini della neutralità climatica che però non basterà. Noi abbiamo dunque studiato come poter contribuire a colmare questo gap. Abbiamo sviluppato l’analisi della disponibilità in Europa delle materie prime di cui abbiamo bisogno per produrre carburanti liquidi a basso livello di carbonio: ovvero biomasse, scarti agricoli, scarti forestali, altri scarti industriali. Il Joint Research Centre (JRC) ha condotto questo lavoro per l’Europa ed è stato la base per le nostre valutazioni su cosa possiamo fare, partendo dal basso, anno dopo anno, fino al 2050. Dunque, un lavoro con solide referenze esterne, per essere certi che fosse assolutamente affidabile. Ci sono già diversi progetti pilota sui carburanti liquidi a basso contenuto di carbonio. Che prospettive e tempi si prevedono per la loto industrializzazione? Credo sia importante sottolineare
TRIMESTRALE DI UNIONE ENERGIE PER LA MOBILITÀ
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