SCUOLA DI MISTICA SOCIALISTA NAZIONALE

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QUADERNI POLITICI. ANNO I NUMERO III La coerenza (anche nell’errore) non la ritengo per forza diventare testardaggine; come non ritengo stupido chi incoerentemente ritenga giusto cambiare il proprio passo. L’importante è che ogni individuo possa camminare liberamente e a testa alta senza doversi preoccupare del giudizio intollerante della comunità. Ma talvolta è molto più tollerante la comunità stessa di quanto non lo siano i politicanti, o i veri rappresentanti del potere terreno. Ognuno deve essere libero di professare la propria fede e credere nel proprio ideale. Se questo ideale verrà condiviso con altre persone della comunità allora il verbo si diffonderà, ma se l’ideale, nel rispetto della legalità, rimarrà circoscritto a poche anime, nessuno ha il diritto di arrogarsi a padrone del ghetto. Credere nel proprio ideale, trasmuta automaticamente le azioni del individuo cosciente, coscienzioso e fiero delle sue idee, in un cittadino che deve rispondere del suo operato nei confronti della comunità. Un individuo che ha quindi il dovere massimo di rispettare i valori della legalità, dell’onestà, del vincolo lavorativo e del benessere sociale. Ha anche il dovere/diritto di poter concorrere al giudizio meritocratico che la società stessa potrà riservargli con tutti gli onori del caso. Ma salire alla “ribalta degli onori” non dovrà mai voler dire “estinzione degli oneri”, e il Monaco guerriero è ben cosciente che questi l’accompagneranno lungo l’arco di tutta la sua esistenza, e anzi saranno assai maggiori i momenti di doloroso sacrificio che quelli di eroica esaltazione. Pertanto, saranno molti i momenti in cui lo “scetticismo” circonderà l’operato del guerriero, sia in ambito familiare, che in ambito sociale e comunitario, ma il Monaco Guerriero, fermo e intransigente delle sue idee maturate dopo attente riflessioni, avrà il dovere di rivendicarne la paternità e accettarne le conseguenze malefiche o benefiche che esse siano. Troppo spesso nella società dei nostri giorni assistiamo a momenti di finta beneficienza, ad avvenimenti di trista vergogna sociale, a trasmissioni mediatiche in cui il “dolore viene mercificato” in sorta di circo assistenziale continuo ed imperterrito dove l’aiuto viene subdolamente trasformato in audience televisiva. Ebbene il guerriero deve combattere il male giornalmente, senza strepitare, senza clamore, senza cercare particolari secondi fini se non quelli che siano la riconoscenza del prossimo. Provvederanno Dio, gli Dei, il Fato a ricompensarlo, ma nessun crepitio, nessuna recriminazione, nessuna pretesa. Il cammino è lungo e silenzioso. Il declino sociale e finanziario (quello morale molti decenni fa) è sicuramente iniziato già da alcuni anni anche se riteniamo che il crollo sarà più lento (almeno in superficie) di quanto prospettato da molti, a meno che non intervengano fattori

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