3 minute read

GLIAMBITIOCAMPIDIAZIONEDELLATERZA MISSIONE

In base all’ultima VQR Valutazione della Qualità della Ricerca 2011-2014, dove le Istituzioni sono state chiamate ad individuare un caso di studio, anche tenuto conto di quanto riportato nelle Linee Guida ANVUR del 7 novembre 2018, emergono dieci campi di azione, raggruppati in due ambiti e in un terzo, che potremmo definire trasversale. Il primo ampio ambito riguarda le attività di valorizzazione della ricerca, ossia, “l’insieme delle attività attraverso le quali la conoscenza originale prodotta dalle università con la ricerca scientifica viene attivamente trasformata in conoscenza produttiva, suscettibile di applicazioni economiche e commerciali” (ANVUR, 2015). Qui viene valutata la ricerca conto terzi, le strutture di intermediazione e trasferimento tecnologico, quali gli uffici di trasferimento tecnologico, incubatori, parchi scientifici e tecnologici, consorzi e associazioni per la TM. Questa trasformazione può anche essere integrata all’interno di diritti di proprietà intellettuale o industriale (brevetti, privative vegetali e ogni altro prodotto di cui all’articolo 2, comma 1, del Decreto Legislativo n. 30/2005) o integrata in attività di imprenditorialità accademica (spin-off, start-up). Un secondo ambito riguarda le attività che hanno ricadute sulla società, attraverso

La TM dà valore a tutte quelle azioni che esaltano un atteggiamento ed iniziative volti alla valorizzazione della diversità e dell’uguaglianza la produzione di beni pubblici che sono accessibili alle persone. Si tratta di ricadute della conoscenza meno visibili, più intangibili e più eterogenee, con tempi di impatto più lunghi rispetto alla commercializzazione della conoscenza, ma altrettanto importanti, quali: la produzione e gestione di beni artistici e culturali (es. poli museali, scavi archeologici, attività musicali, immobili e archivi storici, biblioteche e emeroteche storiche, teatri e impianti sportivi); la sperimentazione clinica e iniziative di tutela della salute (es. trial clinici, studi su dispositivi medici, studi non interventistici, biobanche, empowerment dei pazienti, cliniche veterinarie, giornate informative e di prevenzione, campagne di screening e di sensibilizzazione); la progettazione ed erogazione di formazione per la popolazione adulta, all’interno dell’ampio concetto di Life Long Learning (formazione permanente) e didattica aperta (es. corsi di formazione continua, Educazione Continua in Medicina, MOOC). In questo ambito vi sono le attività di public engagement, riconducibili a:

Advertisement

1)Organizzazione di attività culturali di pubblica utilità (es. concerti, spettacoli teatrali, rassegne cinematografiche, eventi sportivi, mostre, esposizioni e altri eventi aperti alla comunità);

In alto, la riunione del Comitato Regionale di coordinamento delle Università del Lazio (CRUL). Seduti al tavolo i rettori delle università della regione: Stefano Ubertini (Università della Tuscia e presidente CRUL), Antonella Polimeni (La Sapienza), Andrea Prencipe(LUISS), Carlo

Alberto Giusti (Link Campus e Vice Presidente CRUL), Nathan Levialdi Ghiron (Tor Vergata), Massimiliano Fiorucci (Roma Tre), Emanuele Isidori (Università del Foro Italico, delegato del Rettore Attilio Parisi), Francisco De Asis Matte Bon (Unint), Antonio Gasbarrini (Cattolica, delegato del Rettore Franco Anelli), Padre Pedro Barrajon(Università Medica di Roma), Francesco Bonini(LUMSA), Eugenio Guglielmelli(Campus Biomedico) e, in collegamento da remoto, Marco dell’Isola (Università di Cassino. Presente anche

Alessio Pontillo, presidente di Laziodisco.

A fare gli onori di casa il Rettore di UniCamillus, Gianni Profita (foto a destra)

2)Divulgazione scientifica (es. pubblicazioni dedicate al pubblico non accademico, produzione di programmi radiofonici e televisivi, pubblicazione e gestione di siti web e altri canali social di comunicazione e divulgazione scientifica, escluso il sito istituzionale dell’ateneo);

3) Iniziative di coinvolgimento dei cittadini nella ricerca (es. dibattiti, festival e caffè scientifici, consultazioni online; citizen science; contamination lab);

4) Attività di coinvolgimento e interazione con il mondo della scuola (es. simulazioni ed esperimenti handson e altre attività laboratoriali);

A ciò si aggiunge la produzione di beni pubblici di natura sociale, educativa e politiche per l’inclusione (es. formulazione di programmi di pubblico interesse, partecipazione a progetti di sviluppo urbano o valorizzazione del territorio e a iniziative di democrazia partecipativa, consensus conferences, citizen panel); gli Strumenti innovativi a sostegno dell’Open Science; le attività collegate al- l’Agenda ONU 2030 e agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs).

Terminiamo questa prima riflessione con una considerazione che guarda alla TM sotto una luce innovativa, aprendo le porte ad un’interpretazione con risvolti di notevole interesse: per sua natura, la TM raccoglie, mette a sistema, monitora, analizza ed indirizza le molteplici attività che pongono l’accademia in contatto e scambio con il contesto esterno. Proprio per questa sua posizione di ‘interfaccia critica’ con gli stakeholders, con l’ambiente ed il territorio, ne coglie i bisogni socio-economici ed individua le modalità con cui l’istituzione accademica possa rispondere. Questa sensibilità e conoscenza potrebbe divenire un ambito di specializzazione di TM in qualità di ‘antenna’ sul territorio (dal locale all’internazionale) nel contribuire a meglio focalizzare le competenze richieste dal sistema economico e dai nuovi lavori, a sostegno del disegno di nuove strategie nella didattica e nella ricerca che facilitino l’incontro dei giovani con il mercato del lavoro.

This article is from: