F E D E R A C M A I N T E R V I S TA
NEL FUTURO DELL’EUROPA, AGRICOLTORI E DEALER ATTORI COMPRIMARI A colloquio con Paolo De Castro, europarlamentare membro della Commissione agricoltura e coordinatore del Gruppo Alleanza progressista di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo. De Castro introduce e commenta per i nostri associati le ultime novità della politica europea nel settore agricolo, un comparto sempre più orientato alla sostenibilità ambientale
Paolo De Castro, europarlamentare membro della Commissione agricoltura
Nella nuova visione dell’agricoltura che l’Unione europea ha contribuito a promuovere negli ultimi anni gli agricoltori vengono sempre più spesso immaginati come possibili e decisivi «guardiani dell’ambiente». A suo parere, in che modo questa tensione e attenzione verso soluzioni che garantiscono la custodia dell’ambiente dovrebbero o potrebbero tradursi concretamente nella professione e nelle scelte dei commercianti di macchine agricole?
La tecnologia, in generale, e le macchine agricole in particolare, avranno sempre più una funzione portante per la buona condotta degli agricoltori e degli operatori delle filiere agroalimentari, compresi i commercianti di questi mezzi. Un’agricoltura più ecosostenibile, come quella pensata e proposta dalla Commissione europea con il New Green Deal, che diventerà parte integrante della futura Politica agricola comune, non potrà infatti prescindere dalla disponibilità e dalla
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distribuzione di trattori e altre tipologie di macchine agricole funzionali all’obiettivo di produrre di più e meglio, con l’utilizzo di meno input produttivi: servono quindi mezzi innovativi, sicuri e meno inquinanti. Con questo intento abbiamo lavorato allo sviluppo di uno strumento europeo per la ripresa, dopo la crisi generata dall’epidemia da Covid-19, che attribuisce al Fondo europeo per lo sviluppo rurale una dotazione aggiuntiva di oltre 8 miliardi già a partire dal 2021, fino a tutto il 2022, di cui 925 milioni di euro sono assegnati all’Italia. Abbiamo voluto che questi fondi siano realmente strumentali alla ripresa del settore, e quindi non finanzino misure che rappresentino il «business-as-usual», senza portare valore aggiunto in termini di resilienza, sostenibilità e digitalizzazione. Per questo almeno il 55% degli oltre 8 miliardi è stato destinato al supporto a misure di cooperazione, al primo insediamento di giovani agricoltori, ai piccoli agricoltori e alle piccole-medie imprese rurali (pmi) e, soprattutto, a investimenti che promuovano lo sviluppo sociale ed economico delle aree rurali, perseguendo anche i seguenti obiettivi: maggiore efficienza nell’utilizzo delle risorse tramite l’agricoltura di precisione, la digitalizzazione e la modernizzazione dei macchinari e degli strumenti produttivi, migliori condizioni di sicurezza sul lavoro, energie rinnovabili, economia circolare e bio-economia, accesso a tecnologie informatiche e di telecomunicazione di alta qualità nelle aree rurali. Questa spinta verso l’innovazione deve però avere un caratte-
Luglio 2021
23/07/2021 12:00:16