UCID Letter n°1/2007

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ATTIVITA’

sità non è eliminazione della segmentazione, ma capacità di metterla sostanzialmente in rete, indirizzarla a traguardi piú elevati, con piú significato rispetto a quelli dell’attimo e del frammento. Ecco il piano ove perché richiesta la nostra buona volontà, ove dobbiamo esercitare la nostra coscienza. Non ci possiamo sottrarre perché a) siamo operatori economici: l’attuale sistema economico è causa/effetto di questa dinamica. Non hanno quindi efficacia sperimentazioni esterne all’economia, motore di questa evoluzione. Per cui spetta a chi ha competenza economica innovare, creando valore aggiunto sul piano esistenziale; b) la nostra vocazione imprenditoriale (di imprenditori, di dirigenti, di professionisti) ci offre il talento di saper organizzare elementi/fattori diversi per ottenere un output migliore, accrescitivo rispetto alle risorse impiegate. Questo know-how perché indispensabile per poter coniugare input molteplici, trasformarli verso un “prodotto finale” completo, in quanto professionalmente capaci di interconnessione. c) la nostra appartenenza cristiana ci ha formati su una dimensione organica – di materia e di spirito, di terreno e di infinito, di corpo ed anima unitariamente concepita, vissuta e radicata, esortandoci a praticarla come testimonianza di essere figli di Dio, con fede in Cristo e nella Sua redenzione; una dimensione costitutivamente complessa, impossi-

IMPRENDITORI E DIRIGENTI CRISTIANI

bile alla semplificazione, per la quale ci ha attrezzato il Battesimo, l’Eucarestia, la Cresima, il matrimonio, l’insegnamento della Chiesa, ed anche l’adesione all’UCID. Una dimensione opposta al determinismo sociale. Sono questi tre requisiti che ci fanno capire perché il Papa, nell’udienza del 4 marzo, ha indirizzato a noi la Sua forte esortazione: “L’UCID come punto di riferimento costante nell’esaminare le questioni, nell’elaborare i progetti, nel cercare le soluzioni, per i problemi complessi del mondo del lavoro e dell’economia. In effetti è proprio in questo ambito che voi realizzate una parte irrinunciabile della vostra missione di laici cristiani e quindi del vostro cammino di santificazione». Questa ricerca di senso nella complessità ci tocca nel profondo, coscienti che tutto è strumentale rispetto al fine, il nostro essere figli di Dio. I valori di giustizia e di carità rappresentano i riferimenti del far fruttare i talenti nostri ed altrui, con la disciplina della gratitudine per i doni della Provvidenza, e con l’impegno di esercitarli. Questo richiede di assumere una “misura” di fronte al “lascia tutto e seguimi”. Questa chiamata potente rappresenta il polo attrattore della vita, stimola la coscienza ad imprimere coerenza al nostro agire. Come laici avvertiamo forti i vincoli di sangue verso i figli,

L’UCID - ha ricordato Benedetto XVI è «punto di riferimento costante nell’esaminare le questioni, nell’elaborare i progetti, nel cercare le soluzioni, per i problemi complessi del mondo del lavoro e dell’economia. (…) è proprio in questo ambito che voi realizzate (…) la vostra missione e (…) santificazione»

le relazioni sociali, la soddisfazione dei riconoscimenti e delle posizioni acquisite. Queste legittime espressioni umane non devono esaurire il nostro operato, che non sarebbe completo se non ci fosse in noi sempre una misura di gratuità verso gli altri a gloria di Dio; perché è questa misura radicata, non emergenziale né emotiva, che realizza la domanda di senso coniugando libertà e responsabilità. Solo cosí si realizza la capacità di dare risposta ai bisogni: il discorso della Montagna ci interpella e fa vedere nelle beatitudini l’esito della nostra of1/2007 • UCID Letter

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