Tuttorvieto Magazine - Luglio/Agosto 2013

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Indici di Menzogna Viviamo in un mondo in cui le bugie sono il nostro pane quotidiano, sono una parte preponderante della nostra vita. Si pensi quando da bambini si voleva nascondere i “pasticci” che si erano combinati o quando da grandi si è costretti a mentire per non far soffrire le persone a noi care (le così dette “bugie a fine di bene”). Gli indici di menzogna sono oggetto di studio per noi esperti in criminologia ed il contesto in cui maggiormente si altera la realtà dei fatti è il colloquio criminologico. Prima di analizzare i vari tipi di menzogna e i metodi utilizzati per identificarli è doveroso dare una definizione di colloquio criminologico: “una tecnica di comunicazione, che si svolge in una situazione istituzionale, che ha come antecedente il fatto che l’intervistato abbia commesso un reato, e che ha come scopo quello di fornire, ad altri che hanno su di lui autorità, informazioni sulla sua personalità in relazione alla genesi e alla dinamica del reato, alle indicazioni per il suo trattamento, ed alla previsione del comportamento futuro”. F. Ferracuti e L. Abbate, criminologi, hanno stilato una classificazione per capire quali tipi di bugie esistono: Menzogna volontaria (“manifestazione cosciente e utili-

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taristica di un’idea o il resoconto di un fatto non rispondenti al vero; di ciò il soggetto è consapevole, ma in tale atteggiamento persevera nel tentativo di falsare la realtà e ingannare”); Bugia psicogena (“può essere considerata come il risultato di un conflitto psicologico affrontato falsando alcuni aspetti della realtà. Un conflitto conseguente ad un complesso di inferiorità può essere compensato con l’invenzione di situazioni o avvenimenti eroici mai accaduti”); Bugia patologica (“si può trovare negli stati di ritardo o insufficienza intellettivi, nelle psicosi o in alcune alterazioni della struttura di personalità”); Bugia nel debole di mente (“essa è povera o poco verosimile, la versione dei fatti può cambiare spesso e senza alcuna ragione, o, al contrario, es-

sere ostinatamente sostenuta contro ogni esame di realtà”); Bugia dello psicotico (“si trova nelle fasi di eccitamento maniacale della ciclotimia, e allora abbiamo la menzogna fantastica, lucida; nella depressione endogena, in cui si può assistere ad autoaccuse calunniose; nella schizofrenia, come espressione di ambivalenza ed autismo; nelle psicosi organiche, nelle quali i deficit di memoria vengono colmati dalle confabulazioni”); Mitomania (“condotta caratterizzata dalla tendenza sistematica e non problematizzata alla menzogna, alla simulazione e invenzione di fatti ed eventi in cui l’immaginifico e lo stupefacente sono elementi integranti il bisogno di attrarre su di sé l’attenzione e di eludere la realtà. Questa è una condotta che si os-


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