Cambiare e Vivere Labico 2007

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Anno 1, numero 20

scelte dell’amministrazione e chiede di rivedere un’impostazione che non tiene conto della presenza di una variante al piano regolatore e delle osservazioni presentate dai cittadini al nuovo strumento urbanistico. Il mio intervento si concentra sulla cattiva qualità della programmazione urbanistica dei nostri amministratori. E attribuisco all’attuale amministrazione – attesa la chiara continuità con le amministrazioni precedenti – la responsabilità di scelte che hanno causato la devastazione del territorio ed una crescita disordinata ed incoerente dell’edificato. Con tre aree produttive in meno di 12 chilometri quadrati e con una gravissima carenza di opere infrastrutturali. Qualcuno si spazientisce sulla “continuità”. Tra questi l’assessore Scaccia che rivendica la sua autonomia politica. Faccio presente che, da come ha votato nella passata consiliatura, non ci sono dubbi sulla sua immutata contiguità con l’amministrazione e, aggiungo adesso, bisogna ricordare che è stato anche il presidente della commissione che ha predisposto la variante al piano regolatore. La discussione dura molto. Interviene persino il responsabile dell’area tecnica, Taccheri, per spiegare che la delibera va approvata perché i diritti edificatori non possono essere cancellati. Tutti a dire “la legge” ce lo impone (affermazione apodittica con premessa indefinita, una perla di nonsense). La legge non impone un bel nulla. Ricordo a Taccheri e al consiglio comunale tutto che lo Statuto Albertino prevedeva l’assolutezza del diritto di proprietà (ma da allora un po’ di tempo è passato). Con l’avvento della Repubblica e della Costituzione, questo diritto è stato profondamente ridimensionato. Bisogna tenere conto in primis degli interessi della collettività. E lo “ius aedificandi” non è più una certezza assoluta, non a caso “la legge” (in questo caso sarebbe il D.P.R. 380/2001) si affida ad un permesso di costruire, che in passato era addirittura una concessione… ma qui ci si perde in rivoli giuridici. La maggioranza comunque si arrocca. Intanto passa la delibera – e il profitto è salvo -, poi, casomai si pensa alla salute dei cittadini. Galli sembra che ci tenga più di ogni altro (alla delibera, non alla salute). Per la minoranza urge senso di responsabilità: ci sono cittadini che da queste scelte verranno danneggiati, però forse si può agire per la “riduzione del danno”. Chiediamo una breve sospensione. Ce l’accordano. Parliamo brevemente tra noi e con i cittadini interessati. Cerchiamo almeno un impegno formale dell’amministrazione su alcuni punti. Formuliamo rapidamente una risoluzione che prevede l’individuazione di una viabilità che non crei disagio per gli abitanti e la riqualificazione urbanistica della zona. C’è uno spiraglio di dialogo e accettano la nostra proposta. In cambio ci asteniamo. In dichiarazione di voto devo esprimere tutta la mia contrarietà alla scelta di creare una zona produttiva in prossimità delle abitazioni, però confermo l’astensione del gruppo. Si vota. Undici favorevoli e cinque astenuti. Galli se ne va soddisfatto.

Sesto e, per questa seduta, ultimo punto. Rinnovo convenzione Tarsu. In parte il rinnovo della convenzione dipende dall’interrogazione a prima firma Paris presentata a luglio scorso. Paris coglie l’occasione per fare presente che il prezzo dell’inerzia amministrativa ancora una volta è stato pagato dai cittadini. Da parte mia faccio presente che sarebbe necessario avviare una politica per la raccolta differenziata dei rifiuti e per la riduzione della produzione. C’è bisogno di un’azione di sensibilizzazione e di informazione, mentre registro il preoccupante dato di una percentuale di raccolta differenziata bassissimo. Faccio presente che tutto ciò incide sul costo complessivo del servizio. Interviene il consigliere delegato all’ambiente, Luciano Galli, che illustra i suoi propositi per migliorare la situazione. Staremo a vedere. L’unica certezza, al momento, è che l’ambiente, come la salute, non è esattamente tra le priorità di questa amministrazione.

Riflettendo… “L' estate che non c’è stata” E’ stato allucinante trascorrere un seratina d’ estate nel nostro paese, non un concertino, non un’iniziativa folkloristica, non un cinema all'aperto né una rappresentazione teatrale e lo si è capito dai tanti labicani che durante l’estate si sono incontrati Palestrina, Zagarolo, Valmontone, Paliano, Artena e Colleferro. Rimpiango l'amico Nello, un tempo assessore a quella cultura che ora sembra non interessare più a nessuno, con quei concerti fantastici che avevano dato inizio ad un percorso formativo - musicale di grande spessore nel nostro paese: chi non li ricorda i Creedence, gli Animals e i Fluido Rosa - Cover Band dei Pink Floid? Serate fantastiche che forse non torneranno più a meno che a guidare il nostro paese non ci sia un altra amministrazione. Estate Labicana, si chiamava così ma dov’è stata ? O è il caso di dire "Chi l'ha vista ?". Danilo Giovannoli

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