Trentinomese Gennaio

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Antinori a Trento, al “Rebuffo”. Onorificenza per lucio luciani Cittadinanza onoraria in abruzzo

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lla fine di novembre, alla presentazione del terzo volume de “Incontri trentini” di Giorgio Dal Bosco, la Sala Falconetto di palazzo Geremia era piena. Al tavolo erano seduti Pino Loperfido, caporedattore di questa rivista, Andrea Iannuzzi, ex vicedirettore de “Trentino”, il sindaco di Trento Alessandro Andreatta, l’autore e chi era stato chiamato a presentare con una analisi critico-letteraria il libro. Era un giornalista come da copione ormai consunto? Un professore di lettere? Un editore? Nessuno di questi professionisti, pur ammirabili. A presentare il libro era un urologo. E che urologo! Era il professor Lucio Luciani, ex primario del reparto del Santa Chiara, medico che ha pubblicato studi suoi e dei suoi colleghi di reparto sulle più importanti riviste mondiali del settore e che ha portato l’ospedale trentino, “sulla mappa mondiale dell’urologia”. Così aveva scritto uno dei massimi urologi americani al termine di un convegno internazionale a Trento, organizzato appunto dal professor Luciani, commentando il livello dei contributi scientifici portati in quell’occasione. Ma non è questo che qui interessa. Interessa dire che questo urologo, alla presentazione del volume “Incontri trentini” si è dimostrato anche un finissimo umanista, un letterato come ce ne sono pochi, soprattutto quando, come nel suo caso, gli interessi professionali sono ben altri. Lucio Luciani, la cui vasta cultura umanistica è aiutata da una memoria al cui confronto quella di Pico della Mirandola è roba da smemorato di Collegno, nell’analisi critica che ha fatto, ha evocato con sicurezza e precisione grandi scrittori latini. Non certo per fare assurdi parallelismi con l’autore del libro, ma per suggerire modi e sensibilità di raccontare fatti e persone, epoche e contesti sociali. E’ stata una sorta di “lectio magistralis” che ha – e ciò la dice lunga – catturato ininterrottamente l’attenzione della sala per un quarto d’ora. Quella dell’urologo-umanista non è stata, si badi, una 106

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primo di una serie di piacevoli “incontri con il produttore”

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n talent tour di cento serate nell’arco di un anno,in altrettanti ristoranti di tutta Italia. Un’iniziativa insolita e moderna, quella delle cantine Antinori, chiamare il consumatore e non il ristoratore o il commerciante, a dare il suo parere sul prodotto. La serata, svoltasi il 9 dicembre, è stata coinvolgente. Gli ospiti, sono stati coccolati da Leo Damiani, che con la tipica ilarità toscana, ha presentato i previsti sei vini. Al Rebuffo è stato chiesto di abbinare ad ogni vino una pietanza. Crostacei con le bollicine di Montenisa, giochi gastronomici, come il salmone selvaggio servito su un letto di patate a vapore con rondelle di cipollotto, accompagnato con una salsa preparata con gli stessi ingredienti e con l’aggiunta dello stesso vino abbinato, un filetto di Black Angus servito con una salsa di cioccolato e Syrah. Nessuna grossa invenzione, piuttosto una ricerca di ricette antiche e tradizionali con solo un piccolo tocco di garbata creatività. Altra nota interessante; si è data la possibilità agli ospiti, di acquistare i vini messi in degustazione, al prezzo di cantina, cosa che il Rebuffo intende riproporre in occasione delle prossime serate con i vari produttori.

galleria di dotte citazioni, ancorché la sua memoria glielo avrebbe consentito, ma una dimostrazione di come e quanto la cultura (anche) letteraria, ben sedimentata al liceo classico e alimentata da ulteriori e continui studi accanto (nel suo caso) a quelli di medicina, sappia delineare la fisionomia dell’uomo veramente colto e non soltanto erudito. A Lucio Luciani, abruzzese, qualche tempo fa per la fama internazionale acquisita come urologo ma anche, perché no?, per il suo profondissimo amore per la terra natia, è stata conferita a Torre de’ Passeri la cittadinanza onoraria. E infatti il sindaco di quel piccolo centro, Antonello Linari, efficiente amministratore durante il recente terremoto, motivando l’onorificenza, ha parlato di “uomo straordinario, medico illustre, ricercatore che ha saputo mantenere inalterato nel tempo un legame fortissimo con la nostra comunità”. Ma per noi trentini il professor Luciani, al di là dei successi scientifici relativi alle pubblicazioni su riviste internazionali, è ricordato come il primo in regione che nel 1981 ha eseguito un prelievo di reni a scopo di trapianto. E’ stato anche il primo ad eseguire un prelievo multiorgano (1986). E’ stato presidente e cofondatore dell’Aido trentina.


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