TrentinoMese ottobre 2012

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Il libro del mese il romanzo di Vanda liber vince a savona “I BAMBINI DI CRISTALLO”, OPERA PRIMA DELL’AUTRICE TRENTINA

Ettore frangipane torna ad attingere alle vecchie cronache, per tratteggiare l’aspetto della Bolzano che fu. non solo date altisonanti scandite dai grandi avvenimenti, ma anche dalla quotidianità di persone che non lasciano tracce indelebili

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l primo romanzo di Vanda Liber, autrice trentina approdata “per caso” alla scrittura, ha fatto il pieno al Concorso nazionale “Insieme nel mondo” di Savona, vincendo il primo premio tra le opere edite. Sabato 8 settembre la premiazione nella cornice del convento dei Cappuccini. Il Premio organizzato dall’associazione “Insieme nel mondo” di Savona, patrocinato da Regione Liguria, Provincia di Savona e Comune di Savona, giunto alla decima edizione è oggi uno dei più noti ed importanti d’Italia. Alla serata di premiazione sono intervenuti circa 200 artisti provenienti da tutta Italia e dall’estero, dalla Sicilia al Trentino fino a Belgrado, Parigi e alla lontana Australia. Il libro racconta una fuga, quella di una donna che ritrova se stessa in una missione nel cuore dell’India. Un racconto che ha convinto la giuria del premio, e che ha destato non poca sorpresa da parte della stessa autrice, che di professione è funzionario di banca. Vanda Liber vive in Trentino, a Cavareno in Alta Val di Non. Nata a Trento, di professione dirigente di banca, vive a Cavareno, in Valle di Non, con il marito Luca, imprenditore, ed il piccolo Leonardo. Scrive per passione, di notte o al mattino presto, “prima che il mondo si svegli – dice lei – alle prime luci dell’alba, quando c’è ancora il silenzio della notte ad avvolgere ogni cosa”. Oltre a “Bambini di cristiallo”, ha scritto anche un racconto, Un giorno di pioggia, premiato al Salone del Libro di Torino 2011 e pubblicato in un antologia di Laterza intitolata “Un giorno tra le righe”. 112

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nche questo quarto volume della serie, che definirei fortunata, di “Bolzano Scomparsa”, fa appello ai giornali del passato. La mia mentalità giornalistica, formatasi nei 57 anni finora trascorsi immerso nel “mestieraccio”, mi induce ancora ad attingere alle vecchie cronache, per tratteggiare l’aspetto della Bolzano che fu. “Tratteggiare”, per l’appunto, non “trattare”: quello che sto scrivendo anno dopo anno (e che si è concretizzato anche in volumi paralleli come “I 200 anni di piazza Walther”, “Bombe su Bolzano” e prossimamente “Fame a Bolzano”) non vuole essere uno studio circostanziato e avallato da riferimenti precisi, inappuntabili, perentori. Il giornalista non è uno studioso, ma un testimone dei tempi forse un po’ superficiale, ma sicuramente più vicino alla gente. Giorno dopo giorno pagine di carta si coprono di notizie colte di


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