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Destini incrociati “Tecnicamente Bre.Be.Mi. potrebbe essere pronta in anticipo rispetto ai tempi stabiliti, già al 31 dicembre 2012”, come ha di-

Bre.Be.Mi. aiuterà a colmare il forte gap infrastrutturale che l’Italia ha maturato nei confronti dei maggiori competitors europei

chiarato in occasione dell’evento di luglio Francesco Bettoni, presidente della società di progetto Brebemi S.p.a., enunciando queste parole fiducioso che un’altra criticità sarebbe stata risolta da lì a pochi giorni: l’approvazione, che ancora mancava, del progetto definitivo della TEM, altra importante opera del territorio lombardo senza la quale Bre.Be.Mi. finirebbe “nel bel mezzo dei campi di Melzo”, a una quindicina di chilometri da Milano. Il destino della nuova arteria si incrocia infatti con quello della Tangenziale esterna milanese (TEM appunto) o, per essere più precisi, a quello del così detto arco TEM, il collegamento di 8 chilometri che rappresenta il naturale sbocco di Bre.Be.Mi., indispensabile per dividere il traffico proveniente da Brescia in maniera non impattante attorno a Milano, dunque indispensabile per garantire la completa funzionalità della “direttissima” che qui dovrà

Francesco Bettoni, presidente della società di progetto Brebemi S.p.a.

56 novembre/dicembre 2011 TRASPORTARE OGGI

innestarsi. Lo scorso 3 agosto, pochi giorni dopo l’incontro nel cantiere di Calcio, la TEM ha ricevuto il tanto sospirato via libero definitivo del Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica), necessario a far partire i lavori e a rispettarne i tempi di realizzazione. La nuova tangenziale permetterà ora l’innesto di Bre.Be.Mi. su Milano attraverso Cassanese e Rivoltana e il collegamento diretto con l’aeroporto di Linate. Una delibera, come si legge sul comunicato stampa, arrivata anche in risposta alle perorazioni espresse congiuntamente e a

Andando decisamente controcorrente rispetto al trend nazionale che ha visto calare gli investimenti infrastrutturali del 35% negli ultimi tre anni, la Lombardia, nonostante la crisi, sembra crederci, a cominciare dalla realizzazione della Bre.Be.Mi. che aiuterà a colmare il forte gap infrastrutturale che l’Italia ha maturato nei confronti dei maggiori competitors europei.

impegno pari al 50% delle linee di credito a lungo termine) hanno sottoscritto l’accordo che garantisce la copertura dell’intero fabbisogno finanziario dell’opera, pari a circa due miliardi di euro. Un passo fondamentale per la definitiva realizzazione del progetto, di cui resta però ancora da completare l’approvazione degli atti convenzionali da parte dei ministeri competenti. “Ci sentiamo investiti del ruolo di ‘facilitatori’”, come si è espresso Mario Ciaccia, amministratore delegato e direttore generale di Biis (braccio operativo di Intesa Sanpaolo per il settore delle infrastrutture), convinto assertore della validità del progetto infrastrutturale, in quanto vero e proprio volano della crescita economica: “Bre.Be.Mi. è una storia lunga 10 anni di fiducia mai persa. Intesa Sanpaolo e Biis ci hanno sempre creduto, l’hanno finanziata e sono entrate nell’equity. Si tratta di un pezzo forte dell’economia del territorio e dell’intero Paese, che in vent’anni genererà un Pil aggiuntivo di oltre 10 miliardi, con circa 68.000 nuovi posti di lavoro”.

■ Da cantiere stradale a sito archeologico Quando si parla di una autostrada in via di realizzazione solitamente lo sguardo si rivolge all’immediato futuro, per guardare ai benefici che questa sarà in grado di apportare, o al presente, per valutarne tempi, costi e disagi. Eppure c’è un altro aspetto, incredibile e affascinante al tempo stesso, legato al passato, ma di cui si sente parlare molto meno. Quello dei ritrovamenti di antichi reperti che affiorano durante gli scavi legati alla costruzione della nuova arteria, come è avvenuto per Bre.Be.Mi.: monete, monili, suppellettili, sarcofagi e perfino insediamenti ed intere necropoli (come quella longobarda, con oltre cento tombe, rinvenuta a Fara Olivana, uno dei più grandi cantieri di Bre.Be.Mi. in provincia di Bergamo), reperti di età preistorica, romana e medievale, pronti a raccontare, o a riscrivere, la storia dei territori interessati. Con il coordinamento della soprintendenza per i Beni archeologici della Lombardia sono state condotte indagini archeologiche preventive su quasi due milioni di metri quadri e sono stati aperti 55 cantieri di scavo (per la maggior parte già conclusi) che hanno restituito un inedito quadro storico-archeologico di questa parte del territorio lombardo. “Stiamo valutando la possibilità di costruire un museo autostradale con l’obiettivo di dare degna ubicazione ai ritrovamenti archeologici lungo il tracciato e di costruire un percorso storico multimediale”, ha affermato Bettoni durante l’evento dello scorso luglio.

gran voce dal governatore regionale Roberto Formigoni, dall’assessore alle Infrastrutture Raffaele Cattaneo e da Bettoni in occasione dell’evento del 25 luglio scorso. Il prezzo del consenso Bre.Be.Mi. dunque cresce. E a crescere, va detto, non sono solo i chilometri di autostrada realizzati rispettando la tabella di marcia, ma anche i costi, letteralmente lievitati rispetto a quelli previsti in origine (800 milioni di Euro), fatto che ha naturalmente scatenato accese polemiche. Ad argomentare la difesa il presidente di Brebemi S.p.a., che ha imputato il raddoppio dei costi esclusivamente al fatto di avere voluto compiere un percorso di condivisione con il territorio, che si è tradotto in una serie di migliorie, opere compensative e interventi di mitigazione ambientale necessari a rispondere alle esigenze dei 43 Comuni coinvolti e a ricercarne il consenso. Una procedura, questa, che ha permesso alla Conferenza dei Servizi di avere il 96% del totale dei consensi e di ottenere la maggior parte degli espropri per l’acquisizione dei terreni con accordi bonari (o amichevoli). “L’accordo di programma promosso da Regione Lombardia si è rivelato un ottimo strumento di condivisione delle scelte”, ha aggiunto Bettoni. Oltre ai 62 chilometri di nuova autostrada, sono infatti previsti ulteriori 40 chilometri di viabilità secondaria e compensativa, tra cui la completa riqualificazione a livello di autostrade urbane delle provinciali Cassanese e Rivoltana oggi letteralmente assediate da un traffico caotico e altamente inquinante. Tra le opere di mitigazione ambientale sono anche previsti, quale parte integrante del progetto, tutte le barriere antirumore, le dune di mascheramento dell’autostrada dai centri abitati più vicini, la realizzazione di piste ciclabili e di aree verdi (5,6 milioni di metri quadri, pari a 900 campi di calcio) e interventi di sistemazione vegetazionale lungo tutta l’autostrada. ■ TRASPORTARE OGGI novembre/dicembre 2011 57


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