Gerachia del Lavoro 2012

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La famiglia: luogo educativo per eccellenza Sbagliano quei genitori se pensano che il loro dovere essenziale consista nel mandare i figli alla scuola cristiana. È lodevole ma non sufficiente. L’esperienza ci mostra che la “scuola cristiana” non può sostituire la “famiglia cristiana”. Esiste solo un ambiente in cui l‘educazione religiosa è possibile: la famiglia. Anche il povero è padrone in casa sua. Ciò che non possono la propaganda, la politica, il potere, le lezioni di catechismo, la predica, l‘ora di religione... la famiglia lo fa semplicemente, vivendo la vita con amore. Nessuno ha, come un padre o una madre, il potere di rivelare Dio ai piccoli e di creare un ambiente in cui si respira il sacro. I genitori insegnano al bambino a camminare, a parlare, a nutrirsi… ma non mettono lo stesso impegno nell’educazione al sacro. I genitori si affidano alla chiesa, la chiesa alla scuola, la scuola allo Stato, che per definizione è laico, cioè non può e non deve privilegiare una religione. Concedere un privilegio alla sola religione cattolica è un privilegio, che necessariamente fomenterà guerre di religione. Gli unici segni/simboli che dovrebbero essere esposti nelle strutture statali sono, appunto, quelle dello Stato. Tutti gli italiani si riconoscono nel Tricolore e nella Costituzione, ma non tutti accettano i simboli cristiani, per quanto nobili e venerabili essi siano. II Papa, quando entra in una sinagoga o in una moschea, indossa la kippàh o toglie le scarpe. Questo è rispetto! La realtà è che noi cristiani abbiamo paura di diventare minoranza, per questo chiediamo privilegi allo Stato. Ma, per la logica del do ut des, naturalmente quei privilegi vengono poi pagati dalla Chiesa a caro prezzo. Dal connubio di trono e altare sono derivati scandali nella chiesa e nei suoi rappresentanti. Al di là degli effimeri vantaggi economici! Cosa significa tutta quella sacra e dorata mercanzia che riempie le sue chiese e i suoi musei? Se dovessimo amministrarli battesimo ai maggiorenni (18 anni), sono sicuro che ben pochi lo farebbero e avremmo un crollo verticale del Cristianesimo. Alle origini della Chiesa non era così. Clemente Alessandrino, Giustino, Tertulliano, Minucio Felice, Lattanzio, Ilario di Poitiers, Paolino da NoIa… si convertirono in 36


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