Cultura del Diritto

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perché ciò è funzionale alle loro strategie, tanto che non hanno nessuna esitazione a sacrificare i legami di sangue per rafforzare quelli della “famiglia” in quanto organizzazione. La mafia come organizzazione non è altro che un contesto d’azione in cui si intrecciano e si gestiscono rapporti di cooperazione, di scambio e di conflitto tra attori aventi interessi divergenti. In questo modo si riconosce che all’interno di essa i partecipanti possono avere interessi personali e che questi, spesso, non solo sono diversi ma anche in conflitto tra loro. Ciò non impedisce la possibilità di solidarietà collettive e di identificazione degli individui nell’organizzazione. All’interno di un’organizzazione gli attori competono dunque tra loro perseguendo scopi diversi. Tale competizione non conduce alla dissoluzione dell’organizzazione poiché gli scopi dei singoli sono comunque interdipendenti e tra loro si instaura una qualche forma di cooperazione. Inoltre, tutti gli attori hanno interesse alla sopravvivenza dell’organizza-zione, condizione minima affinché essi possano continuare a percorrere la loro “strada”. Tale prospettiva evita di sopravvalutare la coesione e la coerenza dell’organizzazione mafiosa, il cui funzionamento si presenta all’osservatore attento come fortemente sconnesso e disordinato, piuttosto che organicamente strutturato. Cosa Nostra assegna agli scopi ufficiali una funzione di ordine pubblico. Tale funzione è rivolta sia all’interno che all’esterno dell’organizzazione: nel primo caso assicura la lealtà dei membri e la loro identificazione con i suoi fini manifesti; nei confronti dell’ambiente esterno gli scopi ufficiali permettono invece di rivendicare il controllo su un territorio o spazio vitale esterno, a fronte di altre organizzazioni, potenziali rivali o concorrenti. Se per qualsiasi tipo di organizzazione il controllo del territorio è fondamentale, esso lo è in modo peculiare per un tipo di organizzazione come quella mafiosa che ha assolutamente bisogno, per la sua stessa sopravvivenza, di instaurare forme di controllo più o meno pervasive dello spazio vitale esterno. Le organizzazioni seguono strategie che mirano a ridurre la loro dipendenza dall’ambiente attraverso la costituzione di alleanze e di accordi che valicano i loro confini; il successo del modello organizzativo dei gruppi mafiosi non dipende solo dalla sua capacità di adattarsi all’ambiente in cui opera e alle variazioni che intervengono in esso, ma anche dalla sua straordinaria capacità di plasmare e modificare l’ambiente stesso. Da un punto di vista organizzativo Cosa Nostra è nel suo complesso potente e ha a disposizione risorse ampie, ma è frazionata al proprio interno; più precisamente, il potere è più diffuso in Cosa Nostra rispetto, per esempio, alla ‘ndrangheta, o più precisamente il tentativo di costituire una struttura verticistica e centralizzata ha impedito la formazione di una coalizione


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