Cultura del Diritto

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spirito di mafia, ossia su un comune sentire del siciliano e su una specifica mentalità; l’altra invece che considera la mafia prevalentemente come organizzazione, in particolare come organizzazione segreta. Non si tratta di contrapporre dimensione culturale e dimensione organizzativa, ma di riconoscere il carattere associativo del fenomeno mafioso. D’altra parte, in tutte le organizzazioni gli elementi culturali assumono grande rilevanza. Gli orientamenti di valore non valgono per l’intera società, ma possono essere profondamente differenziati al suo interno. La conformità degli attori al modello culturale prevalente in una società può dipendere non da un sistema di valori condivisi, ma da meccanismi, quali il ritualismo, l’imposizione, la manipolazione, etc.…, che nulla hanno a che fare con il consenso. La mafia non può essere intesa come diretta espressione della cultura popolare siciliana o meridionale, nonostante la sua grande capacità di uso e di manipolazione dei codici culturali tradizionali. Questa prospettiva di analisi permette di soddisfare l’esigenza di distinguere il fenomeno dai suoi contesti, cogliendo soprattutto le dinamiche che si sviluppano dalla loro reciproca interazione. La specificità della mafia va rintracciata nella presenza di un uso diffuso della violenza extra-legale che storicamente assume forme organizzate specifiche, e in quanto tale contribuisce a determinare la dislocazione dei gruppi sociali in relazione all’accesso alle risorse, comprese quelle politiche. Ciò che rende l’uso della violenza non mera espressione di delinquenza comune, ma tratto distintivo della mafia, è il collegamento di quest’ultima con i pubblici poteri. Caratteristica peculiare della mafia è infatti il suo rapporto continuativo con il sistema politico. Il punto centrale è dato allora dal rapporto che si stabilisce tra mafia e Stato, che può essere sia di conflitto che di cooperazione, ma che comunque non si riduce solo alla funzione di mediazione, bensì diventa un rapporto simbiotico tra le logiche dell’ordine extra-legale e quelle dell’ordine pubblico e/o del controllo politico. La mafia ha rivelato una grande capacità di adattamento ai processi di modernizzazione, anche in contesti temporali e spaziali diversi da quelli di origine. Nei territori in cui è radicata la mafia si caratterizza come una sorta di istituzione totale, imponendo il dominio esasperato di una razionalità strumentale, dittatoriale e totalizzante, perché cerca di annientare la personalità individuale e tende a condizionare e a modellare a sua immagine la sfera affettiva dei propri aderenti. Poiché la forza della mafia consiste soprattutto nella capacità di controllare il territorio,


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