Archeo Monografie n. 2, Aprile 2013

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LUOGHI DI SVAGO

triangolare. In età imperiale l’edificio fu probabilmente sconsacrato e messo fuori uso, visto il completo abbandono in cui versava al momento dell’eruzione del Vesuvio. Del tempio si conserva quasi unicamente il basamento, ma è certo che all’origine un peristilio di 7 x 11 colonne circondava il naos su tutti e quattro i lati. L’edificio seguiva lo schema greco del peripteros, anche se in lunghezza molto compresso e aveva il basamento che livellava il terreno scosceso con un numero diseguale di gradini sui lati, soluzioni che nel mondo greco erano impensabili. Grazie a un’iscrizione in lingua osca, databile negli anni 80-70 a.C., sappiamo che, in epoca romana, il tempio Dorico era dedicato a Minerva e forse anche a Ercole. Non lontano dal Tempio Dorico si trovano le rovine di una tholos, un edificio rotondo del quale restano in piedi quattro colonne doriche e un frammento di architrave. Un’iscrizione in lingua osca ci informa che la tholos venne realizzata dal magistrato sannitico Numerius Trebius. Questa struttura, forse, rivestiva un semplice pozzo scavato nella lava, ma Planimetria della zona dei teatri. 25. Il grande quadriportico che, dopo il sisma del 62 d.C., ospitò la scuola dei gladiatori. 24. Il teatro grande. 26. Il teatro piccolo (Odeion). 21. La palestra sannitica. 22. Il tempio di Iside. 23. Il tempio di Esculapio.

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potrebbe trattarsi anche di una fossa sacrificale monumentalizzata in connessione con la nascita della città. Quest’ultima interpretazione si basa sull’eventuale rapporto con i resti del recinto rettangolare davanti al tempio Dorico, che potrebbe delimitare la tomba simbolica di Eracle, il mitico fondatore di Pompei. La zona del Foro triangolare nacque come area sacra agli albori della città. Nel II secolo a.C. era in stato di rovina e allora si decise di rivitalizzarla restaurando il tempio Dorico e costruendo il grande portico con il monumentale ingresso. Cosí si delimitò chiaramente l’area sacra, mentre con lo stesso progetto urbanistico, si trasformò la zona adiacente in un centro culturale e ricreativo, con la palestra e il teatro grande.


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