the progress time
EDITORIALE
In questa estate molto calda, con le statistiche dei media che parlano di esodi vacanzieri ricordandoci che è giunto finalmente il momento per rilassarsi, quali notizie cercheremo nei nostri inseparabili smartphone?
Negli ultimi anni, gli studiosi hanno sottolineato il rischio di “cyber-balcanizzazione”,termine relativo all’utilizzo sbagliato dei new media.
Con questa accezione si indica la tendenza a fruire e a prestare attenzione solo a ciò che già in partenza l’utente condivide e considera valido. In rete, ad esempio, la tendenza globale è quella di consultare esclusivamente informazioni sulle quali si è già concordi, evitando invece il confronto, il dibattito e anche il conflitto, tratti intrinseci dalla realtà concreta al di là del display. In questa pubblicazione vogliamo analizzare il tema dell’Intelligenza Artificiale di cui si parla molto, ma di cui sappiamo veramente poco e, dei cambiamenti culturali a livello globale ai quali dobbiamo prepararci. Inoltre, vogliamo approfondire la Lomografia, corrente culturale che reinterpreta la fotografia di oggi, prevalentemente digitale, utilizzando apparecchi analogici. Si segnala ad i lettori la gentile concessione ad una nostra intervista di S.E. il Console Generale Aggiunto presso il Consolato Generale del Giappone a Milano, Dr.ssa Nabeshima, che ci parlerà degli attuali rapporti amichevoli e di cooperazione tra Giappone e Italia. Inoltre rivolgiamo un ringraziamento particolare al Prof. Ernesto Damiani, Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Milano, e Presidente del Consorzio Inter-Universitario Nazionale per l’Informatica (CINI) e, il Prof. Carlo Sansone, Professore Ordinario di Sistemi di Elaborazione dell’Informazione presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione (DIETI) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, per la loro amichevole cooperazione nell’informarci su molti aspetti dei sistemi di I.A., gli studi di ricerca e il suo impiego atto al miglioramento della qualità di vita del genere umano e, per una nuova concezione di impresa globalizzata, il suo utilizzo nell’arte e nelle nuove frontiere del turismo.
THE PROGRESS TIME keeps distinguish itself, with its multicultural information devoted to the global culture, using eminent and reliable sources, it enhances the readers an increased knowledge of the treated countries, overcoming the stereotypes often imposed by miscommunication, and today, in some frequent cases, the complete lack of information from Italian companies that address their services and products to international markets.
What THE PROGRESS TIME offers is a visibility of highest international ranks, via an on-line tool directed to insiders of the economic and cultural segment, and It is supported by special quarterly contents and publishings that are realized with the cooperation of the international diplomatic world, global Chambers of Commerce, multinational enterprises, research and cultural institutes, aiming to encourage the development of new interconnections, as
well as a larger geo-environmental, cultural and economic knowledge of the treated Countries in terms of placement and impact on the market in Italy, Europe and Worldwide.
The reference target of Tabloid : Global Chambers of Commerce, Banks, Financial Companies, Multinationals, SMEs, Joint Ventures, Airlines Companies, Tour Operators, Law and Consulting Firms, Doctors,
Engineers, Architects.Cultural Institutes, Music Conservatories, Academies, Museums,Press Offices. University, Research Foundations and Institutes, Scientific Istitutes, Aerospace, Robotic, High-Technologies, Pharmaceutical, Engineering.
CONTATTI : WWW.THEPROGRESSTIME.ITredazione@theprogresstime.com ENGLISH VERSION INSIDE • AUTORIZZAZIONE TRIBUNALE DI AREZZO N. 4/13RS del 23.07.2013 • ANNO X - TRIMESTRE AGOSTO 2023 •
Di Barbara Ganetti
Associazione culturale
profit • Tabloid di informazione culturale •
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Foto di Elisa Bonafè: Irlanda, Galway, scattata con Lomography Diana Mini , su rullino Color Negative 400 Iso di Lomography
LOMOGRAFIA? Di cosa
In questa pubblicazione abbiamo avuto il piacere di intervistare Elisa Bonafè, la modella che diventa fotografa professionista, della Lomografia. Ad oggi la Lomografia rappresenta una vera e propria corrente artistica praticata ed apprezzata a livello
Da professionista della fotografia, ci può spiegare che cos’è la Lomografia?
Con il termine “Lomografia” si intende qualcosa di più ampio rispetto ad una corrente artistica relegata all’ambito fotografico: è un termine che si riferisce ad una corrente di pensiero e ad un modus vivendi molto lontano da quello a cui siamo abituati nel 2023. Ci si riferisce infatti ad un’attitudine tesa al carpe diem, al vivere ed al fermare (fotograficamente parlando) il momento presente, senza arrovellarcisi troppo.
Per un tecnico della fotografia intesa nel senso scientifico del temine, è un concetto difficile da far coesistere con il naturale bagaglio di conoscenza che c’è dietro alla tecnica di scatto. Proprio per questo motivo con il termine “Lomografia” si intendono macchine fotografiche solitamente di semplice utilizzo, diciamo quasi delle “punta e scatta”, che non dispongono di tutte le regolazioni fini di tempi e diaframmi delle macchina professionali. Quindi ci stiamo riferendo a un modo molto istintivo di concepire la fotografia. Ovviamente però, soprattutto quando si parla di fotografia su pellicola, è fondamentale avere delle conoscenze quantomeno di base, per poter effettivamente ottenere uno scatto che possa definirsi tale. Quando si è approcciata alla Lomografia e perchè?
Ho iniziato come fotografa professionista partendo dal digitale, cosa
che penso sia pressochè la prassi per chi è nato negli anni ‘90, con la nascita effettiva della fotografia digitale proprio in quel periodo. Lo sviluppo, rapidissimo, che ne è conseguito, è attualmente giunto, dal mio punto di vista, ad una fase di plateau: bene o male al giorno d’oggi, da un anno all’altro, non ci sono più gli enormi balzi che hanno contraddistinto le ultime due decadi. Spinta dalla curiosità ho deciso, circa un anno e mezzo fa, di riprendere in mano una macchina del mio papà, a pellicola, per vedere se e come utilizzare le mie competenze tecniche anche nell’ambito analogico. Dopo tanta ricerca di lavori “perfetti” in ambito digitale, mi sono fatta catturare dall’imperfezione che spesso si cela dietro agli scatti su pellicola, e al forzato “rallentare” che la pellicola detta. Un cambio di ritmo e di approccio.
Grazie a questa mia ricerca ho iniziato quindi a sperimentare vari corpi macchina e vari tipi di rullini, in parte anche grazie alla collaborazione con Lomography, che fa di questa corrente artistica la propria bandiera, proponendo corpi macchina in alcuni casi molto semplici ed adatti a tutti, non solo ai professionisti.
Su quali nuovi progetti di fotografia analogica sta lavorando? Quali macchine analogiche e rullini preferisce per i suoi lavori?
La parte di me che conosce i limiti e i punti di forza delle macchine fotografiche professionali mi spinge, di base, a preferire corpi macchina
CULTURA 2
Foto di Elisa Bonafè: Deserto del Wadi Rum, Giordania, realizzata con Fujica St705 su rullino Kodak Gold 200 Iso
parliamo?
che mi permettano di adeguarmi in maniera efficace alle varie situazioni. Principalmente per non rimanere “a bocca asciutta” quando ho in mente una cosa che richiede certi parametri tecnici, e non trovarmi a non poterla realizzare. Ciò non toglie che in molti casi mi piaccia affiancare questa fotografia più “tecnica” ad una fotografia molto più istintiva. Proprio per questo motivo nel mio prossimo viaggio in Giappone porterò con me sia una camera Lomography (la Lomo Apparat), sia il mio corpo macchina analogico Nikon FM. Si tratta di un corpo macchina non di fascia alta ma comunque in grado di rispondere alle principali necessità tecniche, garantendo un risultato ottimale se usato a dovere. In questo caso il mio dorso digitale, una Nikon mirrorless Z6II, verrà lasciato a casa: soprattutto quando viaggio trovo che la fotografia analogica sia un modo perfetto per fermare pochi momenti veramente significativi e preziosi, ed è il motivo per cui la utilizzo come scelta d’elezione per i frammenti di vita che considero più importanti.
phy. Obviously, however, especially when it comes to film photography, it is essential to have at least basic knowledge, in order to actually get a shot that can be defined a decent one.
When did you approach Lomography and why?
I started as a professional photographer from digital cameras, which I think is almost the standard for those born in the 90s, with the actual birth of digital photography right in that period. The very rapid development has actually reached, from my point of view, a plateau phase: nowadays, from one year to the next, there are no longer the enormous leaps that have characterized the last two decades.
main technical needs, guaranteeing an optimal result if used properly. In this case my digital camera, a mirrorless Nikon Z6II, will be left at home: especially when I travel I find analogue photography to be a perfect way to capture a few really meaningful and precious moments, which is why I use it as a choice of election for the fragments of life that I consider most important.
THE PROGRESS TIME
Associazione Culturale no profit
As a professional photographer, could you explain what Lomography is?
The term “Lomography” means something broader than an artistic current only related to the photographic field: it is a term that refers to a current of thought and a modus vivendi which is very far from what we are used to in 2023.
In fact, it refers to an attitude about “carpe diem” state of mind, about living and stopping (photographically speaking) the present moment, without racking our brains too much. For a photography technician (in the scientific sense of the term “photography”), it is a difficult concept to make coexist with the natural baggage of knowledge behind the shooting technique.
Precisely for this reason, the term “Lomography” refers to cameras that are usually simple to use, let’s almost say “point and shoot” ones, which do not have all the fine adjustments of shutter speeds and apertures of professional cameras. So we are referring to a very instinctive way of conceiving photogra-
Driven by curiosity, about a year and a half ago, I decided to take back one of my dad’s film cameras to see if and how I could use my technical skills in the analog field as well. After a long search for “perfect” shot in the digital field, I let myself be captured by the imperfection that often hides behind shots on film, and by the forced “slow down” that film dictates. A change of pace and approach. Thanks to this research, I therefore began to experiment with various camera bodies and various types of rolls, partly also thanks to the collaboration with Lomography, which makes this artistic current its banner, proposing camera bodies in some cases very simple and suitable for everyone, not just for professionals.
What new analog photography projects are you working on?
Which analogue cameras and rolls do you prefer for your work?
The part of me that knows the limits and strengths of professional cameras pushes me, basically, to prefer camera bodies that allow me to adapt effectively to extremely different situations, so as not to remain “dry-mouthed” when I have something in mind that requires certain technical parameters, and not find myself unable to achieve it. Nonetheless, in many cases I like to combine this more “technical” photography with a much more instinctive one. Precisely for this reason, on my next trip to Japan I will bring with me both a Lomography camera (the Lomo Apparat) and my Nikon FM. It is not a high-end camera body, but still able to respond to the
Tabloid trimestrale di informazione culturale.
AUT. TRIBUALE AREZZO N. 4/13RS DEL 23/07/2013
ANNO X Trimestre Agosto2023
Editore
Ivan De Stefano
Direttore Responsabile
Barbara Ganetti
Collaboratori:
Cosetta Chiti
Mattia Padella
Beatrice Garza
Stamperia:
Centro Stampa
Quotidiani S.P.A. Via dell’Industria, 52 25030 - Erbusco (BS)
La pubblicazione e’ stata finita di stampare il 20.07.2023
Contatti: Tel. +39 0384276094 info.associazione@theprogresstime.it
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professionista, che ci farà entrare in questo fantastico mondo livello mondiale. Di Mattia Padella
English translation page 2/3
In foto : Elisa Bonafè
Foto di Elisa Bonafè : Panorama di Stoccolma, realizzata con Fujica St705 su rullino Metropolis 100-400 Iso by Lomography
Si intensificano i rapporti tra Italia e Giappone
imprenditoriali italiane e giapponesi. Poiché la maggior parte delle aziende giapponesi ha sede nel Nord Italia, le relazioni economiche tra il Giappone e il Nord Italia non potranno che trarre un beneficio dall’ulteriore sviluppo della portata di questa iniziativa.
2. In che modo il Consolato rafforza la partnership con l’Italia, in particolare con Milano?
S.E. Tsovinar Hambardzumyan Come si è evoluto il rapporto tra Giappone e Nord Italia dal 2019? Quali comparti o settori industriali sono interessati da questa relazione dinamica?
Nel Nord Italia hanno sede numerose aziende giapponesi. Attualmente sono presenti in Italia 400 aziende
Il Consolato Generale del Giappone a Milano ha istituito un Japanese Business Support Desk per sostenere l’attività delle aziende giapponesi aventi sede nelle otto regioni del Nord Italia. Il principale compito istituzionale del Consolato Generale consiste nella fornitura di servizi consolari, ma assistiamo le aziende giapponesi anche nelle procedure per l’ottenimento di permessi di soggiorno per il loro personale e di altri
to Milano e, nella stessa occasione, il Consolato Generale del Giappone e i rappresentanti delle due amministrazioni cittadine hanno organizzato congiuntamente una mostra fotografica del Castello di Osaka, ospitata dal Castello Sforzesco di Milano. L’Italia e la Regione Lombardia stanno già lavorando per allestire un padiglione all’Expo di Osaka Kansai del 2025, e anche il Comune di Milano e molti importanti esponenti della comunità imprenditoriale milanese, attivi in settori come la moda, l’architettura e l’industria culturale, hanno manifestato il proprio interesse a prendervi parte. Come Consolato Generale del Giappone, vorremmo sostenere queste iniziative, sviluppando ulteriormente gli scambi economici e culturali tra il Nord Italia, inclusa Milano, e la regione di Osaka, per infondere ancor più vigore al rapporto di amicizia tra i due Paesi.
English traslation: Interview to Mrs. Nabeshima, H.E.General Consul added of Japan in Milan.
Relations between Italy and Japan become more intense.
By Ivan De Stefano
How has the relationship between Japan and Northern Italy evolved since 2019? Which areas or industrial sectors are affected by this dynamic relationship?
There are currently 400 Japanese companies in Italy, 321 of which are in the eight northern regions; of these, 167 are based in Milan (in October 2022).
Japanese companies in Italy aremainly active in the manufacturing sector (147 companies, of which 112 in Northern Italy) and in wholesale or retail trade (113 companies, of which 105 in Northern Italy).
The Japanese Chamber of Commerce and Industry in Italy and JETRO are also based in Milan and carry out various support activities to help Japanese companies manage and promote their business.
The Chamber currently has 182 member companies (in April 2023).
Since 1989, the Italy-Japan Business Group (IJBG), has been organising annual meetings in order to support economic exchanges and facilitate investments and to strengthen relationships between Japanese and Italian business communities.
consular services, but we also help Japanese companies obtain residence permits for their staff and other documents, supporting them whenever possible infulfilling the necessary administrative activities. The Consulate General participates in monthly meetings of the Council of the Japanese Chamber of Commerce in Italy to exchange information and discuss matters of interest to members. I believe that the constant collaboration with JETRO and with the Japanese Chamber of Commerce in Italy constitutes a fundamental element of the support system for economic relations between Japan and Northern Italy.
Anche la Camera di Commercio e In-
Giapponese in Italia costituisca un
Since the majority of Japanese companies are based in Northern Italy, the economic relationship between Japan and Northern Italy will only benefit from this initiative.
How does the Consulate strengthen the partnership with Italy, especially with Milan?
Since Osaka and Milan signed a twinning agreement in 1981, relations between the two cities have evolved in the cultural and artistic field as well as in the commercial and economic one. 2021 marked the 40th anniversary of the agreement. Last October, a large delegation from the City of Osaka visited Milan and, on the same occasion, the Consulate General of Japan and representatives of the two city administrations organized a photographic exhibition of Osaka Castle, hosted by Castello Sforzesco in Milan. Italy and the Lombardy Region are already working to set up a pavilion at the 2025 Osaka Kansai Expo, in which the Municipality of Milan and many important members of the Milanese business community, active in sectors such as fashion, architecture and the cultural industry are interested in taking part.
allo scopo di sostenere gli scambi
economico. Nel 2021 si è celebrato
The Consulate General of Japan in Milan has set up a Japanese Business Support Desk to support the activity of Japanese companies in Northern Italy. The main institutional task consists in providing
As Consulate General of Japan, we would like to support these initiatives, by developing further the economic and cultural exchanges between Northern Italy, including Milan, and the Osaka region, to strengthen even more the friendship between the two countries.
4 ON WORLD
Di Ivan De Stefano
Console Generale aggiunta, Dr.ssa Nabeshima
Etihad airways collega il Giappone con Roma e Milano via Abu Dhabi, con voli giornalieri e comodi transiti in Abu Dhabi.
Dal 5 Ottobre 2023 Etihad arricchisce l’offerta con l’aggiunta del volo su Osaka, ogni martedi, giovedi, venerdi, sabato e domenica.
Intervista al Console Generale Aggiunto presso il Consolato Generale del Giappone a Milano, Dr.ssa Nabeshima
DAL MONDO
LOMOGRAFIA: La storia, cos’è Lomography, la lomografia nel mondo.
In questo articolo cercheremo di approfondire insieme all’azienda multinazionale Lomography tutte le informazioni per coloro che non conoscono la storia della Lomografia e, tutti gli attuali strumenti per svilupparla. Fonte ufficiale sede centrale di Lomography Society International, Kaiserstrasse 34/12, A-1070 Vienna Austria,
Quando è iniziato tutto?
Nel 1992 nacque una rivoluzione creativa che cambiò per sempre il mondo della fotografia. Il suo nome? Lomographic Society International.
Durante una visita a Praga, un gruppo di giovani studenti viennesi si è imbattuto nella LOMO LC-A in un piccolo negozio di macchine fotografiche usate. Una volta tornati a Vienna, hanno fatto sviluppare i rullini scattati durante quel viaggio, notando come le fotografie ottenute fossero incredibilmente belle. Ben presto cominciarono ad arrivare domande da amici, parenti e sconosciuti: ognuno di loro voleva la propria fotocamera LC-A!
Questa idea si tramutò in un originale movimento globale diventando presto il lato ribelle della fotografia analogica che conosciamo oggi.
Per supportare la creatività della nostra Community, forniamo ai Lomografi di tutto il mondo una gamma in continua espansione di prodotti analogici sperimentali attraverso il nostro negozio online e rivenditori in tutto il mondo.
Ti invitiamo a dimenticare le regole, a fare tesoro delle tante sorprese della vita e a gettare la prudenza al vento per catturare la vita in tutta la sua gloria.
Chi sono i Lomografi?
I Lomografi sono tutti coloro con una macchina fotografica analogica tra le mani e tanta voglia di sperimentare. Arrivano dai quattro angoli del mondo, e condividono la loro passione per la fotografia su pellicola con un gruppo altrettanto entusiasta di persone che la pensano allo stesso modo. Non è difficile individuare i Lomografi.
Non hanno assolutamente paura di rompere gli schemi, li troverete su un albero, al parco sdraiati sotto una panchina, probabilmente agendo in modo apparentemente confuso, ma non preoccupatevi! Si stanno solo divertendo: stanno cercando una nuova prospettiva e stanno facendo semplicemente quello che vo-
gliono! Attualmente oltre 1 milione di persone fa parte di questa Community creativa e segue lo stile di vita Lomography. Sul nostro sito puoi trovare oltre 15 milioni di foto caricate dai membri della Community - il più grande archivio online di fotografia analogica e sperimentale del mondo - e continuano a tenerci sulle spine con le loro infinite avventure analogiche!
Le 10 Regole d’Oro di Lomography?
Le 10 Regole d’Oro (https://www. lomography.it/about/the-ten-golden-rules) sono la vera essenza del nostro motto “Non pensare, scatta”! Dopotutto, per Lomography è importante divertirsi nello scattare, puoi imparare queste regole a memoria o infrangerle; in entrambi i casi, liberati da tutte le inibizioni della fotografia!
Quali sono i valori di Lomography?
Lomography è lasciarsi andare. Lomography è un invito a dar voce alla propria creatività. Lomography è una piattaforma per catapultare i tuoi scatti nel mondo. Che tu sia un
istantaneo al mondo per fotocamere 4×5; i kit di Scansione DigitaLIZA+ e Max. Inoltre, produciamo costantemente anche nuove e affascinanti pellicole con le quali poter sperimentare. Abbiamo un’ampia gamma di pellicole nei formati 35mm, 120 e 110 che includono pellicole negative a colori, colorshifting ma anche bianco e nero. Attualmente siamo gli unici produttori di pellicole in formato 110 e continuiamo a produrne sia a colori che in bianco e nero, per poter soddisfare così i gusti di tutti! La nostra ultima arrivata è la nuovissima e versatile LomoChrome Color ‘92 400 ISO, pellicola dal fascino retrò e analogico.
Il nostro impegno verso l’analogico, la creativitá e la sperimentazione fotografica ha raggiunto livelli davvero elevati con l’introduzione della famiglia di Obiettivi Artistici di Lomography, come il Daguerreotype Achromat e il Petzval 80.5, quest’ultimo reinvenzione dell’originale obiettivo da ritratto di Joseph Petzval del 19° secolo, per le moderne fotocamere SLR analogiche e digitali, ottimizzato per i video e dotato di una ghiera migliorata per il controllo degli effetti Bokeh,
per una sperimentazione ancora maggiore. Ogni obiettivo artistico presenta caratteristiche molto particolari e uniche, ma tutti condividono l’alta attenzione al dettaglio, un’eccezionale qualità ottica e una resa dell’immagine assolutamente vibrante. Lomo School
Al fine di rendere la fotografia su pellicola accessibile a tutti, abbiamo anche creato di recente una nuova sezione sul nostro sito: la Lomo School (https://www.lomography. it/school). Si tratta di uno spazio di apprendimento online dedicato dove si possono imparare tutte le nozioni di base della fotografia analogica, fino alle tecniche sperimentali avanzate, in guide di facile comprensione: è la scuola più entusiasmante che abbiate mai frequentato!
Questo nuovo punto di riferimento per l’apprendimento della fotografia analogica, si rivolge a chiunque abbia la passione per la fotografia su pellicola, dagli amatori che magari non hanno mai preso una fotocamera tra le mani, ai fotografi professionisti che desiderano provare alcune delle tecniche sperimentali tipiche di Lomography, ma che non sanno da dove iniziare.
principiante, o un esperto fotografo, crediamo fermamente che tu abbia il potere di creare l’incredibile. Dalle pellicole agli obiettivi artistici, dall’analogico alla fotografia istantanea, desideriamo offrire tutti gli strumenti fotografici per esprimere tutta la tua creatività.
Dopo il leggendario inizio con la Lomo LC-A, abbiamo specificatamente creato altre fotocamere ed accessori per espandere la creativitá analogica: la Diana F+, Sprocket Rocket, LC-Wide, La Sardina, LomoKino, Fisheye e la nuovissima fotocamera 35 mm LomoApparat solo per citarne alcune; fotocamere istantanee super creative; il Lomograflok - ovvero il primo dorso
“Le 10 Regole d’Oro sono la vera essenza del nostro motto
“Non pensare, scatta”!
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DAL MONDO
Di Mattia Padella
Luca Cairati in “Odissea il mare di nessuno”
© Moka Wong, LomoApparat - Color Negative 400 ISO 35 mm
© Lomography, Lomo LC-A - Color Negative 100 ISO 35 mm
© Lomography, Sprocket Rocket - LomoChrome Turquoise 100-400 ISO 35 mm
© Rafael Hernandez, LomoChrome Color ‘92 400 ISO 35mm
Intelligenza artificiale e multiculturalità.
Attualmente gli studi di ricerca e l’impiego dell’intelligenza artificiale diventano sempre piu’ importanti per il miglioramento della qualità di vita del genere umano e, per una nuova concezione di impresa globalizzata, il suo utilizzo si intravede anche nell’arte e nelle nuove frontiere del turismo. La tecnologia dell’Intelligenza Artificiale può avvicinare culture diverse e definire obbiettivi comuni; occorre però una visione internazionale sul tema del trattamento e della generazione dei dati relativi alle persone, nei singoli stati e nelle imprese di oggi e di domani. In questa intervista gentilmente concessa dal Prof. Ernesto Damiani, proveremo ad approfondire i concetti tecnici e sociologici sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e, su i progressi della ricerca nella sua applicazione.
Il Dr. Ernesto Damiani è Professore Ordinario presso l’Università degli Studi di Milano (Italia), e Presidente del Consorzio Inter-Universitario Nazionale per l’Informatica (CINI). Ha ricoperto l’incarico di Senior Director del Robotics and Intelligent Systems Institute, e Direttore del Center for Cyber Physical Systems (C2PS) all’interno della Khalifa University (UAE). Fa parte del gruppo di lavoro ad hoc dell’European Network Information Security Agency (ENISA) sulla sicurezza informatica dell’intelligenza artificiale. Le sue aree di ricerca includono sistemi cyber-fisici, Big Data Analytics, sicurezza e prestazioni dei sistemi Edge/Cloud, Intelligenza Artificiale e Machine Learning. Ernesto Damiani è autore di oltre 700 pubblicazioni indicizzate su Scopus e diversi brevetti. Ha ricevuto il premio per la ricerca e l’innovazione dall’IEEE Technical Committee on Homeland Security, lo Stephen Yau Award dalla Service Society, il premio per contributi eccezionali dall’IFIP TC2, il premio Chester-Sall Award dall’IEEE IES, e il IEEE TCHS Research and Innovation Award. Ha ricevuto un dottorato honoris causa dall’INSA di Lione (Francia) per il suo contributo all’insegnamento e alla ricerca sui Big Data.
dovuta alla rivelazione del contenuto delle query. Tutti utilizzano - o dovrebbero utilizzare – l’Intelligenza Artificiale cum grano salis.
Su quali progetti e, con quali Paesi sta cooperando?
Prof. Damiani puo’ spiegarci in che direzione sta andando la ricerca nel merito dell’Intelligenza Artificiale e dove si paventa il suo impiego in un futuro prossimo?
La seconda trasformazione digitale, in corso in tutto il mondo, si basa sulla messa in opera pervasiva di sistemi basati sull’Intelligenza Artificiale, e in particolare sull’apprendimento computazionale, che devono affiancare o sostituire il lavoro umano. Il grande successo di questi sistemi intelligenti in un settore finora saldamente presidiato dall’uomo, quello della creazione di contenuti testuali in linguaggio naturale, ha fatto nascere molte preoccupazioni nel mondo delle professioni e nel mondo dell’educazione, che si domandano se e come regolare l’uso di questi sistemi per coglierne le opportunità senza che il loro uso eccessivo danneggi il capitale intellettuale delle aziende o, peggio, le capacità cognitive degli studenti.
Personalmente penso che l’utilizzo di questi strumenti, che sono prodotti dell’ingegno umano, possa e
Rispondo a questa domanda, in primo luogo, come docente dell’Università degli Studi di Milano. La “Statale” ha una tradizione di collaborazioni internazionali in tutti i settori del sapere. il mio laboratorio di ricerca collabora a molti progetti in ambito europeo. Mi piace ricordare un progetto europeo appena concluso, CONCORDIA, uno dei quattro progetti strategici attivati dalla Commissione Europea per aumentare le competenze e la condivisione di informazione nel settore della cybersecurity. Per quanto riguarda i progetti multilaterali, quest’anno cade il decimo anniversario di IRIXYS, una collaborazione permanente di ricerca “without walls” che abbiamo fondato insieme a colleghi dell’Università di Passau e dall’Institut de Sciences Appliquees di Lione.
Ultima, ma non meno importante, la collaborazione intensa con il Medio Oriente e in particolare con i Paesi del Golfo, attraverso la partnership tra l’Università di Milano e la Khalifa University di Abu Dhabi, dove ho ricoperto l’incarico di Senior Director dell’Institute for Robotics and Intelligent Systems. Lo scambio di idee ed esperienze nella regione del Golfo ha coinvolto colleghi di altre istituzioni, come la Artificial Intelligence Society del Bahrain e la Naif Arab University for Security Sciences di Riyad, in Arabia Saudita.
La sua visione sulla cooperazione in tal senso di culture diverse tra loro?
li che sono stati progettati per regolare la raccolta e la condivisione di dati primari, come i testi scritti da esseri umani.
Quanto possono influire la cooperazione di Stati e culture diverse rispetto al trattamento dati? Quali nuove norme, secondo Lei possono essere attuate?
debba migliorare la qualità della conoscenza prodotta dai singoli e delle organizzazioni.Preoccupazioni erano nate anche ai tempi della prima trasformazione digitale, quella di Internet e del Web: ma nessuno ha smesso di interrogare Google per il rischio (che pure è reale) di inesattezze contenute nelle risposte o per la perdita di privacy
La disponibilità su larga scala di dati sull’interazione tra umani e sistemi intelligenti sta rivoluzionando le scienze sociali, consentendo l’uso dell’Intelligenza Artificiale per la previsione del comportamento umano individuale e collettivo. Personalmente parto dall’idea che il grande potere che deriva dall’analisi dei dati scambiati tra uomo e macchina deve essere accompagnato da una responsabilità ancora maggiore nella rappresentazione e condivisione dei dati stessi, in modo che queste attività avvengano nel rispetto di culture e sensibilità diverse. I modelli generativi di cui parlavo prima pongono un problema importante, che stanno aumentando la presenza in Rete di dati secondari, ad esempio testi o immagini generati automaticamente, che sfuggono ai quadri normativi attua-
Sottolineo nuovamente la distinzione tra dati primari e secondari: i primi sono informazioni sul comportamento delle persone (compresi testi e immagini) raccolte direttamente sul campo attraverso i social network, mentre i secondi sono dati nuovi, derivati dai dati primari applicando inferenze e trasformazioni dei modelli di Intelligenza Artificiale. È noto che quando i modelli di Intelligenza Artificiale si esercitano su dati primari presi senza filtri dal mondo reale, possono comportarsi in un modo che la società considera razzista, sessista o non etico in altri modi. Oggi scopriamo che la generazione di dati secondari pone un problema: garantire qualche forma di controllo alla comunità che ha fornito le informazioni originali usati per generarli. Un esempio che fa riflettere è la generazione automatica di testi da parte di un modello addestrato su scritti nati in un una certa cultura. Il testo risultante è nuovo, ma conserva un legame con gli scritti originali, e quindi occorre porsi il problema di rispettare la cultura che li ha espressi nel generarlo.
“La tecnologia dell’Intelligenza
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Artificiale può avvicinare culture diverse e definire obbiettivi comuni”
SCIENZA
Prof. Ernesto Damiani
“l’Intelligenza Artificiale come fenomeno di globalizzazione sostenibile”. Di Ivan De stefano
University in Abu Dhabi.
Dipartimento di informatica Università Statale di Milano Khalifa
Naif university of security KSA.
Etihad Airways e’ la compagnia aerea di bandiera degli Emirati Arabi Uniti. Da Abu Dhabi verso 60 destinazioni: Asia, Australia, Medio Oriente, Nord America e Europa.
Da Roma e Milano verso Abu Dhabi. Da Roma per Abu Dhabi le frequenze aumenteranno da 7 a 11 fornendo cosi’ ancora piu’ capacita’ per raggiungere la capitale degli Emirati.
When did everything started?
In 1992 a creative revolution burst into life, changing the photographic world forever. Its name? The Lomographic Society International.
While touring Prague, a group of young Viennese students stumbled upon the LOMO LC-A in a quirky, old-school camera shop, and started shooting from the hip. Upon returning to Vienna, they had their film rolls developed, resulting in strangely beautiful images. Soon the questions started coming from friends, family and strangers – they wanted their own LC-A cameras!
This simple idea exploded into an eccentric global movement and became the wild child of analogue photography we know today. To support the creative endeavors of our community, we supply Lomographers all over the world with an ever-expanding range of experimental analogue goodies through our Online Shop and global network of retail partners.
As a Lomographer, we invite you to forget the rulebook, treasure life’s many surprises and throw caution to the wind to capture life in all its bizarre, bewildering glory.
Who are Lomographers?
Lomographers are anyone and everyone with an analogue camera in their hands and a hunger for experimentation. They come in all shapes and sizes, from all four corners of the world to share their passion for film photography with an equally enthusiastic group of like-minded Lomographers. If you’re looking for a Lomographer, they’re not hard to spot. Not afraid to break the mould, you’ll find them up a tree, lying under a park bench, probably acting in a seemingly confusing manner but don’t worry – they’re just having fun, getting a new perspective and doing whatever the hell they feel like! There are currently over 1 million creative community members committed to the Lomography way of life. They’ve uploaded over 15 million photos to our Community Site – the largest online archive of analogue and experimental photography in the world and continue to keep us on our toes with their endless analogue adventures!
Lomography 10 Golden Rules?
Our 10 Golden Rules (https://www. lomography.com/about/the-tengolden-rules) - are the very essence of our “Don’t Think, Just Shoot” motto! After all, Lomography is all about having fun while taking good pictures, so memorize them by heart or break all the rules; either way, be ready to throw your photography inhibitions away!
What are the values of Lomography?
Lomography is a state of mind – and it’s lurking within us all! Whether you’re a complete novice or a seasoned pro, we believe that you have the power to create something incredible. From films to artistic lenses, from analogue to instant photography, we want to offer you all the photographic tools to express your creativity.
After the legendary start with the Lomo LC-A, we specifically created
other cameras and accessories to expand analogue creativity: Diana F+, Sprocket Rocket, LC-Wide, La Sardina, LomoKino, Fisheye and the brand new 35mm camera LomoApparat, just to name a few; super creative instant cameras; the Lomograflok - the world’s first instant back for 4×5 cameras; the DigitaLIZA+ and Max Scanning Kits and more!
We are also constantly producing new and fascinating films: we have a wide range of films in 35mm, 120 and 110 formats, including colour negative films, colour shifting and black and white. We are currently the only producer of 110-format films and we continue to produce both colour and black and white films to satisfy everyone’s tastes!
Our latest film is the brand new and versatile LomoChrome Color ‘92 400 ISO film, bursting with retro analogue appeal.
Our commitment to analogue, creativity and photographic experimentation has reached new heights with the introduction of Lomography’s family of Art Lenses, such as the Daguerreotype Achromat and the Petzval 80.5 - the latter a reinvention of Joseph Petzval’s original 19th-century portrait lens for modern analogue and digital SLR cameras, optimised for video and featuring an improved Bokeh effect control ring for even greater experimentation. Each artistic lens has very special and unique characteristics, but they all share a high attention to detail, exceptional optical quality and absolutely vibrant image rendition.
Lomo School
In order to make film photography easily accessible to all and to help our mission, we’ve created a new section on our website – The Lomography School (https://www. lomography.com/school). The most exciting school you’ve ever been to, this is a dedicated online learning space teaching all about analogue photography basics through to advanced experimental techniques in easy-to-understand guides. The leading space on the internet for analogue education, The Lomography School is aimed at anyone and everyone with a passion for analogue whether they’ve never seen a film camera before or are an experienced film photographer looking to try some of Lomography’s signature experimental techniques but can’t quite figure out where to start.
Today artificial intelligence is increasingly important to improve mankind’s quality of life and for a new vision of globalized enterprise, its use can also be seen in art and new frontiers of tourism. However, we need an international vision on personal data processing and generation. In this interview to Mr. Ernesto Damiani will deepen the technical and sociological concepts on the use of artificial intelligence and on the progress of research in its application.
Mr. Ernesto Damiani is full professor at Università degli Studi di Milano (Italy), and President of National Inter-University Consortium for Computer Science (CINI). He served as Senior Director of Robotics and Intelligent Systems Institute, Director of Center for Cyber Physical Systems (C2PS) within Khalifa University (UAE). He is part of the ad hoc workgroup of the European Network Information Security Agency (ENISA)on cybersecurity of artificial intelligence. His research areas include cyber-physical systems, Big Data Analytics, Edge/Cloud systems security and performance, Artificial Intelligence and Machine Learning.
Ernesto Damiani is the author of over 700 indexed publications on Scopus and several patents. He received the Research and Innovation Award from the IEEE Technical Committee on Homeland Security, the Stephen Yau Award from Service Society, the Outstanding Contribution Award from IFIP TC2, the Chester-Sall Award from the IEEE IES, and the IEEE TCHS Research and Innovation Award. He received an honorary doctorate from INSA Lyon (France) for his contribution to teaching and research on Big Data.
Professor Damiani, can you explain to us in which direction research on Artificial Intelligence is going and where its use is expected in the near future?
The second digital transformation is based on the widespread creation
of systems based on ArtificialIntelligence, and in particular on computational learning, which must support or replace human work. The great success of these smart systems in the creation of texts in natural language has raised concerns among the professional and education world, who wonder if and how to regulate the use of these systems so that their excessive use won’t damage the intellectual capital of companies or the cognitive skills of students. Personally I think that the use of these tools, products of human intellect, can and must improve the quality of knowledge produced by individuals and organizations. Everyone uses - or should use - Artificial Intelligence with discretion.
On which projects and with which countries are you collaborating?
I answer this question, first of all, as a professor at Università degli Studi di Milano. The “Statale” has a tradition of international collaborations in all sectors of knowledge. My research lab collaborates on many projects in Europe.
I like to recall a recently concluded European project, CONCORDIA, one of the four strategic projects activated by the European Commission to increase skills and information sharing in the cybersecurity sector. This year marks the 10th anniversary of IRIXYS, a permanent research collaboration without walls that we founded with colleagues from University of Passau and Institut de Sciences Appliquees in Lyon.
Last but not least, the intense collaboration with the Middle East, in particular with the Gulf Countries, through the partnership between the University of Milan and the Khalifa University of Abu Dhabi, where I held the position of Senior Director of Institute for Robotics and Intelligent Systems. The exchange of ideas and experiences involved colleagues from other institutions, such as the Artificial Intelligence Society of Bahrain and the Naif Arab Univer-
sity for Security Sciences in Riyadh, Saudi Arabia.
What is your view on cooperation in Artificial Intelligence between different cultures?
The large-scale availability of data on the interaction between humans and intelligent systems is enabling the use of Artificial Intelligence to predict human behavior. I think that the great power that comes from the analysis of the data exchanged between humans and machines must be accompanied by an even greater responsibility in the representation and sharing of the data itself, in order to respect different cultures and sensitivities. The generative models I mentioned earlier raise an important problem: the presence of secondary data is increasing on the web, such as automatically generated texts or images, which escape the current regulatory frameworks, designed to regulate the collection and sharing of primary data.
4) How much the cooperation of different states and cultures can influence data processing? What new regulations can be implemented?
Primary data is information on people’s behavior collected through social networks, while secondary data is new data, derived from primary data by applying inferences and transformations of Artificial Intelligence models. It is known that when AI models practice on primary data, taken without filters from the real world, they can behave in a way that society considers racist, sexist, or otherwise unethical. Today the generation of secondary data poses a problem: some form of control to the community that provided the original information must be guaranteed. An example is the automatic generation of texts by a model trained on writings created in a certain culture. The resulting text is new, but preserve a link with the original writings, so we need to respect the culture that expressed them.
CULTURE 7
Artificial
English translation page 6 : “
intelligence and multiculturalism”
English traslation page 5 : “The story of Lomography”
© Melissa Peritore, Lomo’Instant Wide
SCIENCE
© Stephen Diamond, Diana F+ & LomoChrome Purple 120
Intelligenza
“In questo articolo analizzeremo i progressi ai quali è soggetto il genere umano nel medio termine e, di cui ancora conosciamo davvero poco. Grazie a Carlo Sansone, Professore ordinario presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione (DIETI) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, che ci aiuterà a conoscere meglio cosa si cela dietro il concetto di I.A.”
Di Barbara Ganetti
Carlo Sansone è Professore Ordinario di Sistemi di Elaborazione dell’Informazione presso il Dipartimento di Ingegneria Elettrica e delle Tecnologie dell’Informazione (DIETI) dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, dove coordina il Master in Human-Centred Artificial Intelligence e presiede il Centro di Ateneo per i Servizi Informativi (CSI). Dal 2013 al 2019 è stato coordinatore della Commissione di Coordinamento Didattica dei corsi di Laurea e Laurea Magistrale in Ingegneria Informatica.
È membro del Comitato di Gestione del Laboratorio Nazionale di Artificial Intelligence and Intelligent Systems (AIIS) del CINI e vicepresidente della Fondazione FAIR (Future Artificial Intelligence Research). Dal 2012 al 2016 è stato vicepresidente dell’GIRPR (Gruppo Italiano di Ricercatori in Pattern Recognition, ora CVPL).
E’ autore di 250 pubblicazioni su riviste internazionali e atti di convegni. I suoi interessi di ricerca coprono le aree dell’analisi e del riconoscimento delle immagini, del machine learning e del deep learning. Da un punto di vista applicativo, i suoi principali contributi sono stati nell’ambito dell’analisi delle immagini biomediche, della biometria e dell’image forensics. Ha coordinato diversi progetti nei settori dell’interpretazione di immagini biomediche, del rilevamento di intrusioni e di atti di cyberbullismo utilizzando tecniche di intelligenza artificiale.
È co-fondatore dello spin-off Data Jam. È stato co-editor di tre special issue su riviste internazionali e di cinque libri. È Senior Member dell’IEEE e Fellow dello IAPR (International Association for Pattern Recognition) e dell’AAIA (Asia-Pacific Artificial Intelligence Association). Dirige il PICUS (Pattern Analysis and Intelligence Computation for mUltimedia System) Lab del DIETI (https://picuslab.dieti. unina.it), fondato in memoria del Prof. Antonio Picariello (per tutti ‘’Picus”), scomparso prematuramente nel 2020.
Intelligenza artificiale: cosa ne sappiamo veramente e, in quali ambiti sociali e di utilizzo si prevede un impiego rilevante?
In questo periodo si parla davve-
ro tanto di Intelligenza Artificiale (IA), spesso anche in maniera non corretta. Quando sentiamo parlare, o leggiamo, di una “intelligenza artificiale” (ma bisognerebbe parlare di un sistema basato sull’IA), nella maggior parte dei casi ci troviamo di fronte ad un sistema che fa uso del paradigma del deep learning, che è oggi alla base di quasi tutti i sistemi basati sull’IA. È bene quindi cercare di capire cosa si cela dietro algoritmi di questo tipo e perché sono ora così utilizzati. Una prima considerazione è che sono algoritmi basati sull’apprendimento, per cui fondano la loro capacità sulla disponibilità di significative moli di dati che sono utilizzati per condurre il loro addestramento.
Ma in cosa si differenziano gli approcci cosiddetti “deep” dagli approcci precedenti, che alcuni definiscono “classici”, di machine learning? Anche gli algoritmi che afferiscono al machine learning classico sono basati sull’addestramento, ma in questo caso i dati utilizzati del sistema sono tipicamente pre-elaborati da un esperto del dominio, che cerca in qualche modo di sintetizzarli, cioè di trovare una rappresentazione che sia adeguata alla macchina ma anche adatta a svolgere il ruolo per il quale l’algoritmo è stato pensato.
Un esempio è quello di un algoritmo di classificazione, in cui ho una serie di immagini e devo riconoscere se all’interno dell’immagine è presente un cane o un gatto (devo appunto classificare l’immagine come appartenente alla categoria “cane” o “gatto”). Probabilmente nessuno di noi avrebbe difficoltà nel portare a termine questo compito, ma potremmo avere invece qualche difficoltà a estrarre quelle che sono le caratteristiche, le feature, come vengono chiamate in gergo, che devono essere fornite alla macchina per poter effettuare opportunamente l’addestramento. Il grande salto che gli algoritmi di deep learning hanno permesso di fare è stato quello di creare un meccanismo in base al quale queste caratteristiche distintive sono state derivate automaticamente dall’algoritmo sulla base dei dati. Questo aspetto è molto importante perché significa che in alcuni contesti si potrebbe - uso il condizionale deliberatamente - fare a meno dell’esperto di dominio.
Si può quindi superare il problema che ha in qualche modo frenato gli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale verificatisi intorno agli anni ‘80, quando erano in auge i cosiddetti sistemi esperti, perché in certi contesti è difficile avere un esperto di dominio e in altri casi è difficile formalizzare la sua conoscenza. Vi possono essere anche casi in cui l’esperto potrebbe essere “geloso” della sua conoscenza e non intende formalizzarla a vantaggio della macchina.
Ne deriva che avere un algoritmo che automaticamente estrae questo tipo di conoscenza è ovviamente un grosso passo in avanti. Il deep lear-
In foto : Gruppo di ricerca PICUS Lab dell’Università Federico II di Napoli
ning è utilizzato anche dai modelli linguistici, che sono in grado di apprendere da grandi quantità di dati testuali. Questi modelli scompongono le frasi in unità più piccole, come parole o caratteri, e analizzano le relazioni tra di esse; dopodiché utilizzano questa conoscenza per prevedere la probabilità che una parola o una frase si verifichi in un determinato contesto. GPT-3 (Generative Pre-trained Transformer 3) è un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM – Large Language Model) sviluppato da OpenAI e basato su di una architettura nota come Transformer, il cui addestramento ha richiesto la messa a punto di centinaia di miliardi di parametri. GPT-3 è in grado di generare testo simile a quello umano, di completare richieste e di rispondere a domande.
Il ben noto ChatGPT è una versione di GPT-3 che è stata messa a punto specificamente per le interazioni conversazionali. È stato addestrato su una grande quantità di dati conversazionali e può generare risposte più naturali e contestuali.
È possibile quindi interrogare ChatGPT stesso, chiedendogli di indicare le tipologie di lavori che saranno rimpiazzate da ChatGPT, specificando anche una percentuale di rimpiazzo. La risposta è che i lavori con una probabilità di rimpiazzo pari o superiore al 95% sono: Avvocato/a, Psicologo/a, Musicista, Fotografo/a, Chef, Giornalista, Traduttore/a, Artista visivo, Attore/
attrice. Fortunatamente, però, ChatGPT stesso ci avverte che: “… queste percentuali sono solo stime approssimative e soggettive, basate sulle capacità attuali di ChatGPT. Mentre il modello di lingua può supportare e automatizzare alcune funzioni di questi lavori, è improbabile che sostituisca completamente l’intera occupazione. Tuttavia, potrebbe influire sul modo in cui vengono svolte determinate attività all’interno di tali ruoli.”
L’Università di Napoli risulta un’eccellenza su molti ambiti di ricerca, attualmente quali partenariati ci sono per la ricerca e lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale?
L’Università di Napoli Federico II è membro fondatore della Fondazione FAIR (Future Artificial Intelligence Research - https://future-ai-research.it/), che gestirà fino alla fine del 2025 il finanziamento di 114,5 ME dell’omonimo progetto, nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), ed in particolare dell’Azione 1.3, “Creazione di “Partenariati estesi alle università, ai centri di ricerca, alle aziende per il finanziamento di progetti di ricerca di base”, di cui al bando MUR del 15 marzo 2022.
FAIR si pone l’obiettivo di contribuire ad affrontare le domande di ricerca, le metodologie, i modelli, le tecnologie ed anche le regole etiche e legali per costruire sistemi di IA capaci di interagire e collaborare con gli umani, di percepire ad agire
all’interno di contesti in continua evoluzione, di essere coscienti dei propri limiti e capaci di adattarsi a nuove situazioni e di essere consapevoli di perimetri di sicurezza e fiducia, nonché progettati in modo attento all’impatto ambientale e sociale che la loro realizzazione ed esecuzione può comportare. Le attività di ricerca sono svolte nell’ambito di 10 Spoke, che coinvolgeranno oltre 350 ricercatori. Ciascuno Spoke è caratterizzato da una specifica area tematica e da un proprio insieme di temi di ricerca con l’obiettivo di affrontare le sfide di FAIR da diversi punti di osservazione. La Federico II coordina lo Spoke 3 del progetto, che si occupa di “Resilient AI”: le sfide poste ai sistemi di IA condividono infatti un aspetto cruciale: l’utilizzo di algoritmi di apprendimento automatico addestrati con dati del mondo reale non strutturati, rumorosi, spesso incompleti/limitati nel numero e parzialmente incoerenti. Il raggiungimento di prestazioni adeguate dei sistemi ottenuti in questi campi non può quindi prescindere dallo studio di specifiche metodologie di base dell’IA che mirano a elaborare i dati nel mondo reale, rendendo le prestazioni dell’IA resilienti e robuste in questi contesti difficili. Il coordinatore dello Spoke e membro del Comitato Tecnico Scientifico è il prof. Sergio Di Martino, mentre io rappresento la Federico II nel CdA, e copro anche il ruolo di Vicepresidente della Fondazione.
Ad oggi la multidisciplina vede contesti come la scienza, la cultura e le nuove tecnologie sempre più in relazione: come prevede lo scenario rispetto alla tecnologia e l’impresa di domani?
A mio avviso, come dichiarato recentemente in una intervista rilasciata durante ForumPA a Roma: “Chi si occupa di Intelligenza Artificiale non può più essere solo un tecnologo. Deve saper gestire le ricadute etiche e sociali dell’utilizzo degli algoritmi.” In modo analogo, chi, a livello nazionale o sovranazionale, deve regolare l’uso dell’IA non può prescindere dalla conoscenza delle metodologie e delle tecnologie che sono alla base dell’IA stessa. Per coniugare questi aspetti, alla Federico II, già dallo scorso anno accademico, abbiamo lanciato un Master in Human-Centred Artificial Intelligence, progettato congiuntamente nell’ambito di un consorzio con altre 3 Università europee, 3 Centri di Ricerca e 3 aziende. Il consorzio HCAIM (Human-Centred AI Masters - https://humancentered-ai.eu/), costituito per gestire il finanziamento di un progetto europeo che coinvolge tutte le realtà di cui sopra, ha infatti creato un programma di Master, erogato a Budapest, Dublino, Napoli e Utrecht, che offre un curriculum integrato con contenuti etici, tecnici e pratici per comprendere come sia possibile costruire modelli di IA, cosa comporta la loro realizzazione su scala industriale e come effettuare la valutazione del loro impatto a lungo termine sulla società. La mission del consorzio è però più ampia: l’ambizione è non solo quella di creare un programma di Master, ma anche una community a livello europeo, intorno alla convinzione che l’utilizzo dell’IA debba essere etico, migliorando la nostra umanità e garantendo l’adesione a principi e valori etici, ma anche robusto - sia dal punto di vista tecnico che sociale - e legale, in conformità con tutte le leggi e i regolamenti applicabili.
8 SCIENZA
artificiale : “padroneggiare le nuove tecnologie tenendo conto delle loro ricadute etiche e sociali”.
In
Foto : Il Team del progetto europeo HCAIM a Napoli
In foto : Prof. Carlo Sansone
By Barbara Ganetti
In this article we will analyze the progress to which mankind is subject in the medium term and of which we still know very little.
Thanks to Carlo Sansone, Full Professor at the Department of Electrical Engineering and Information Technologies (DIETI) of the University of Naples Federico II, who will help us to better understand what lies behind the concept of A.I.
Carlo Sansone is Full Professor of Computer Engineering at the Department of Electrical Engineering and Information Technologies (DIETI) of the University of Naples Federico II, where he coordinates the Master in Human-Centred Artificial Intelligence and chairs the University Centre for Information Services (CSI). From 2013 to 2019 he was coordinator of the Didactic Commission of Degree and Master’s Degree courses in Computer Engineering”.
He is a member of the Management Committee of the National Laboratory of Artificial Intelligence and Intelligent Systems (AIIS) of CINI and vice president of the FAIR Foundation (Future Artificial Intelligence Research). From 2012 to 2016 he was vice president of GIRPR (Italian Group of Researchers in Pattern Recognition, now CVPL). He is the author of 250 publications in international journals and conference proceedings. His research interests cover the areas of image analysis and recognition, machine learning and deep learning.
From an application point of view, his main contributions have been in the field of biomedical image analysis, biometrics and image forensics. He has coordinated several projects in the fields of biomedical image interpretation, intrusion detection and cyberbullying using artificial intelligence techniques. He is co-founder of the spin-off Data Jam.
He has been co-editor of three special issues in international journals and five books. He is Senior Member of IEEE and Fellow of IAPR (International Association for Pattern Recognition) and of AAIA (Asia-Pacific Artificial Intelligence Association). He directs the PICUS (Pattern Analysis and Intelligence Computation for mUltimedia System) Lab of DIETI (https:// picuslab.dieti.unina.it), founded in memory of Prof. Antonio Picariello (widely known as ‘’Picus”), who
died prematurely in 2020.
Artificial Intelligence: what do we really know about it and, in which social and application areas does it require a relevant use?
In this period we hear a lot about Artificial Intelligence (AI), often even incorrectly. When we hear or read about an “Artificial Intelligence” (but we should talk about an AI-based system), in most cases it is a system that uses the deep learning paradigm, which is today the basis of almost all AI-based systems. We should, therefore, try to understand what lies behind these algorithms and why they are now so used. They are learning-based algorithms, so they base their ability on the availability of significant amounts of data used to conduct their training.
But how do the so-called “deep” approaches differ from the “classic” machine learning approaches? Even the algorithms that belong to classic machine learning are based on training, but in this case the data used by the system are typically pre-processed by a domain expert, who tries in some way to synthesize them, i.e. to find a representation that is suitable for the machine but also suitable to perform the role the algorithm was designed for.
An example is a classification algorithm, in which I have a series of images and I have to classify whether the image belongs to the “dog” or “cat” category. Probably we wouldn’t have difficulty fulfilling this task, but we could instead have some difficulty in extracting the features that must be provided to the machine in order to carry out
the training properly. Deep learning algorithms made it possible to create a mechanism whereby these distinctive features were automatically derived by the algorithm based on data. This aspect is very important because it means that in some contexts it could - I use the conditional deliberately - be done without the domain expert.
It is therefore possible to overcome the problem that slowed down the development of Artificial Intelligence around the 1980s, when the so-called expert systems were widely used, because in certain contexts it’s difficult to have a domain expert and in other cases it’s difficult to formalize his knowledge. It could also happen that the expert is “jealous” of his knowledge and doesn’t want o formalize it for the benefit of the machine. It follows that having an algorithm that automatically extracts this type of knowledge is obviously a big step forward.
Deep learning is also used by language models that are capable of learning from large amounts of textual data. These models break sentences down into smaller units, such as words or characters, and analyze relations between them; then they use this knowledge to predict the probability a word or phrase appears in a given context.
GPT-3 (Generative Pre-trained Transformer 3) is a large language model (LLM - Large Language Model) developed by OpenAI and based on an architecture known as Transformer, whose training required the improvement of hundreds of thousands of parameters. GPT-3 can generate a human-like text, complete requests and answer questions.
The well-known ChatGPT is a version of GPT-3 created specifically for conversational interactions. It has been trained on a large amount of conversational data and it can generate more natural and contextual responses. You can then ask ChatGPT to indicate which types of jobs will be replaced by ChatGPT itself, also specifying a rate of replacement.
The answer is that jobs with a replacement probability of 95% or greater are: Lawyer, Psychologist, Musician, Photographer, Chef, Journalist, Translator, Visual Artist, Actor/Actress. Fortunately, however,
ChatGPT itself warns us that: “… these percentages are only rough and subjective estimates, based on ChatGPT’s current abilities. While the language model may support and automate some functions of these jobs, it is unlikely to completely replace the entire occupation. However, it could impact how certain activities are performed within those roles.”
University of Naples is an excellence in many research areas, currently what partnerships exist for research and development of Artificial Intelligence?
The University of Naples Federico II is a founding member of the FAIR (Future Artificial Intelligence Research - https://future-ai-research. it/) Foundation, which will manage the funding of 114.5 ME of the homonymous project until the end of 2025, as part of the National Recovery and Resilience Plan (PNRR), in particular of Action 1.3, “Creation of “Partnerships extended to universities, research centres and companies to fund basic research projects” referred to the MUR call of 15th March 2022.
FAIR aims to help deal with research questions, methodologies, models, technologies and also ethical and legal rules to build AI systems able to interact and cooperate with humans, to perceive and act within constantly evolving contexts, to be aware of their limits and able to adapt to new situations and to be aware of safety and trust boundaries, as well as designed with attention to the environmental and social impact that their creation and execution may entail.
The research activities are conducted under 10 Spokes that will involve over 350 researchers. Each Spoke is characterized by a specific thematic area and its own set of research topics in order to face the challenges of FAIR from different points of view. Federico II coordinates the Spoke 3 of the project, which deals with “Resilient AI”: the challenges posed to AI systems share a crucial aspect: the use of machine learning algorithms trained with unstructured, noisy, real-world data, often incomplete/limited in number and partially inconsistent. Achieving
adequate performances of the systems obtained in these fields cannot therefore disregard the study of specific basic methodologies of AI that aim to process data in the real world, making AI performance resilient and robust in these difficult contexts. The coordinator of the Spoke and member of the Technical Scientific Committee is professor Sergio Di Martino, while I represent Federico II on the BoD, and I also cover the role of Vice-President of the Foundation.
Today science, culture and new technology are increasingly related: how do you predict the scenario of tomorrow’s technology and business?
As I recently said in an interview during ForumPA in Rome: “Those who deal with Artificial Intelligence can no longer be just a technologist. They must be able to manage the ethical and social implications of using algorithms.” Similarly, those who, at a national or supranational level, have to regulate the use of AI must know the methodologies and technologies that underlie AI itself. To combine these aspects, at Federico II, since last academic year, we have launched a Master in Human-Centred Artificial Intelligence, jointly designed in the context of a consortium with 3 other European Universities, 3 Research Centres and 3 companies. The HCAIM (Human-Centred AI Masters - https:// humancentered-ai.eu/) consortium, set up to manage the financing of a European project involving all the above realities, has in fact created a Master’s programme, provided to Budapest, Dublin, Naples and Utrecht, which offers an integrated curriculum with ethical, technical and practical contents to understand how it is possible to build AI models, what their construction on an industrial scale entails and how to evaluate their long-term impact on the society. However, the mission of the consortium is not only to create a Master’s program, but also a community at European level, around the belief that the use of AI should happen improving our humanity and guaranteeing the observance of ethical principles and values, but also robust - both technically and socially - and legal, according to all applicable laws and regulations.
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SCIENCE
Artificial Intelligence: “to master new technologies taking account of their ethical and social impact”
The Federico II team during the HCAIM meeting in Budapest
FAIR project presentation of Prof. Sansone at the Federico II University
KNIME Data Connect event at DIETI
English traslation page 8
Aboltina