Cult MOVIE
Tra maledizioni
E REGISTI NASCOSTI di SEVERINO FORINI
Un irriconoscibile Tobe Hooper e un riconoscibile Steven Spielberg dietro la macchina da presa di un ‘horror’ diventato a suo modo un piccolo classico.
C
OSA FARESTE se scopriste che la casa dove abitate è stata costruita su un terreno un tempo destinato a cimitero? E cosa fareste se vi dicessero che, quando ne gettarono le fondamenta, nessuno si preoccupò di trasferire i resti di coloro che vi erano seppelliti? Dormireste ancora sonni tranquilli? Non credo, visto che, come sosteneva un certo Jorge Grau a metà degli anni Settanta, “non si deve profanare il sonno dei morti”. Come dite? Sembra la trama, trita e ritrita, di un film dell’orrore? Avete ragione. È infatti la
storia che quella vecchia volpe di Steven Spielberg usò come base quando scrisse la sceneggiatura di Poltergeist - Demoniache Presenze. Il film porta la firma di Tobe Hooper, leggendario filmaker del cinema horror (un tantino sopravvalutato, a mio parere) e padre del fondamentale Non aprite quella porta (1974). Spielberg lo troviamo accreditato come sceneggiatore e produttore, ma, vedremo tra poco, più di un indizio fa ritenere che ci sia il suo zampino anche dietro la
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