Tempo n°4

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03.02.2012 n° 04

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Maroniani o bossiani? E’ una faida interna quella scoppiata all’interno del Carroccio. E a Carpi, cosa succede? Lo abbiamo chiesto al segretario cittadino Andrea Taschini e al segretario di circoscrizione, Argio Alboresi

Bobo contro Bossi: 1 a 0 I

l dito medio di Umberto Bossi non fa più ridere. O per lo meno, così pare. La Lega Nord è infatti sempre più fratturata e mentre una nuova leadership scalcia, cercando di scalzare il Senatur, il Carroccio arranca tra due diverse fazioni. Nonostante gli abbracci. Gli aficionados della prima ora, sono infatti schierati contro la new generation leghista, quella che tifa per Roberto Bobo Maroni. L’ex ministro è sulla breccia dell’onda; ospite dei salotti “sinistroidi” di Fazio, della Bignardi... sembra voler - e dover - redimere l’immagine della Lega agli occhi del mondo. Della serie “noi padani, bianchi e cristiani” non siamo mica tutti come Minonzio... E a Carpi la “nascente” star del Carroccio convince? I leghisti di casa nostra per che squadra giocano: quella di Bossi e il suo cerchio magico (Reguzzoni e Rosi Mauro su tutti) o quella dell’ala movimentista vicina all’ex ministro dell’Interno (a partire dagli emergenti Cota e Tosi)? Lo abbiamo chiesto al segretario cittadino Andrea Taschini e al segretario di circoscrizione dell’Unione delle Terre d’Argine, Argio Alboresi che, all’unisono, sgombrano il campo da equivoci: “a Carpi non esistono fratture interne, nessuno vuole tagliare la testa a Bossi. Non stiamo assistendo a nessun colpo di stato, Bossi può continuare a essere una figura leader ma deve dare dare spazio ad altri”. L’egemonia del Senatur è quindi finita? “Noi optiamo per il rinnovamento

la lega nord di carpi vuole più democrazia Leggi la notizia su: www.temponews.it

- spiega Alboresi - perchè all’interno della Lega c’è bisogno di più democrazia. Al momento si è messo in moto un meccanismo inarrestabile: occorre gestire i cambiamenti con intelligenza per farsi meno male possibile”. Meno morbido Taschini che ribadisce la centralità dei congressi e il raccoglimento delle istanze della base della lega, l’elettorato. “A Milano - commenta - la piazza ha parlato, ha espresso il suo parere, gridando il nome di Maroni”. Ma la vecchia Lega, quella che usa la pancia, esiste ancora? “La Lega non è cambiata nei contenuti continua Alboresi, tra i fondatori, alla fine degli Anni ‘80, del Carroccio a Carpi, insieme a Roberto Terzi - continua a essere vicina alla gente, ad ascoltarla. Si fa portatrice dei bisogni e delle esi-

Andrea Taschini e Argio Alboresi

genze dei cittadini”. A cambiare sono però i toni, più “miti”, meno gridati e ampiamente adottati da tanti sindaci leghisti, “i veri eroi della Lega”, sottolinea Taschini, come “Flavio Tosi, sindaco di Verona che ha ridato slancio alla città e Alan Fabbri, ad esempio, primo cittadino della piccola Bondeno. Uomini che fanno del loro meglio per il bene comune, radicati al territorio, che conquistano la fiducia dei propri cittadini a prescindere dal loro colore politico”. Le divisioni intestine però restano evidenti: “è il vertice del partito che non ha ancora fatto chiarezza, la base è molto meno confusa. Occorre dar spazio alla democrazia, a partire dai congressi. Non ci sono due linee interne al partito, bensì discussione”, commenta Alboresi. Ma la Lega

di Carpi che conta una trentina di sostenitori, una ventina di militanti e tre consiglieri comunali (Alboresi, Euro Cattini ed Enrico Gasparini Casari) e che alle scorse elezioni amministrative aveva conquistato quasi il 10% dei voti, come si sta preparando all’appuntamento elettorale del 2014? “Il 2014 è ancora lontano - continuano Taschini e Alboresi - noi comunque continueremo a fare del nostro meglio, senza grilli per la testa, all’insegna del dialogo e del confronto interno, come sempre abbiamo fatto. La gente ci giudicherà di conseguenza”. E i fronti su cui la sezione carpigiana del Carroccio si sta muovendo, quali sono? “Insieme al PdL e a Loris Vincenzi ci stiamo battendo per confermare l’illegittimità del comportamento

dell’Amministrazione Comunale sul fronte del mancato rispetto delle fasce cimiteriali. In tal senso ci siamo già rivolti al Procuratore Capo della Repubblica di Modena e siamo in attesa di risposte. Ci siamo schierati dalla parte dei residenti e dei negozianti di via Remesina, affinché venga al più presto ripristinato il doppio senso di marcia. Sosteniamo il consigliere Paluan che si sta battendo per la tutela dei pozzi di Aimag a Modena e vigileremo affinchè Aimag non venga venduta a Hera in modo tale che il Comune di Carpi possa continuare a esercitare un controllo reale sui prezzi e sui servizi erogati ai cittadini. Inoltre rivendichiamo la necessità che la nostra città cresca in modo sostenibile, dicendo no all’inarrestabile cementificazione del territorio. Questa amministrazione è miope, non ha una visione della Carpi del futuro e sta dando priorità a progetti costosi e fuori dal tempo. Pare vivano avulsi dalla realtà. La realtà però è un’altra ed è quella che ci raccontato tanti uomini e donne, giovani e meno giovani, che si rivolgono anche a noi in cerca di lavoro e che non arrivano a fine mese. La situazione è drammatica: non è tempo di pensare a progetti da 11 milioni di euro (ndr piscina comunale), è il momento di restare vicino alle famiglie. Le nostre famiglie”. Come sarà la Lega del futuro? Bossi si riconfermerà leader maximo o i seguaci del barbaro sognante, alias Bobo Maroni, scalzeranno quelli del padre fondatore? Chi vivrà, vedrà... Jessica Bianchi

Primo discorso pubblico da candidata alla segreteria dei Giovani Democratici di Carpi per la ventenne Jessica Vellani

Giovani e politica: un binomio possibile L a spessa montatura nera degli occhiali ‘da intellettuale’ non riesce a nascondere un fatto palese: è davvero emozionata. Lei è Jessica Vellani, 20enne carpigiana diplomata in Ragioneria, frequenta il secondo anno di Giurisprudenza all’Università di Modena. Il momento è davvero di quelli capaci di far tremare i polsi, soprattutto per chi non è abituato a parlare davanti a tante persone: il suo primo discorso pubblico da candidata alla segreteria dei Giovani Democratici di Carpi – la giovanile del PD – tenutasi domenica scorsa al Circolo Kalinka. Prima di lei hanno preso la parola due ‘veterani’ della politica: il sindaco Enrico Campedelli e l’onorevole Manuela Ghizzoni. Subito dopo le ha espresso il suo in bocca al lupo il segretario del Pd Davide Dalle Ave, segretario della Sinistra giovanile prima di Jessica, dal 2001 al 2004. A ricoprire l’incarico c’era, prima ancora, l’assessore Alberto Bellelli, che ora siede tra il pubblico. In un’epoca nella quale tanti imbonitori sono quasi riusciti a ridurre la politica da più alto dei doveri a indecoroso spettacolo, scoprire che una giovane ragazza ha ancora voglia di impegnarsi volontariamente e gratuitamente, spinta solo dalla pas-

Jessica Vellani

litica perché c’è un mondo di valori da difendere. Tutti dicono che sono ormai acquisiti, grazie alla guerra di

liberazione e alle lotte sindacali, ma oggi ci stiamo scontrando con altri tipi di difficoltà, quindi farci sentire è importante. Occorre prendere in mano il nostro futuro, altrimenti per noi che siamo giovani oggi, un futuro è proprio quello che ci mancherà”. Ma come mai scegliere di impegnarsi in politica quando questa è così screditata a livello nazionale?

Chi di burocrazia ferisce...

C

sione e dal desiderio di partecipare, è un dato da non sottovalutare. Ad ascoltarla poi, oltre alle ‘personalità’, più giovani di quanti, francamente, ci si aspetterebbe di trovarne oggi a un incontro politico. “Ho scoperto i GD tramite Facebook circa un anno e mezzo fa – racconta Jessica - ho mandato una mail e sono stata accolta subito con grande entusiasmo. E’ importante che i giovani facciano po-

ongresso o convention? Questo il dilemma che, per qualche giorno, ha attanagliato i giovani del Pd di Carpi che, domenica scorsa, desideravano riunirsi per discutere di politica ed eleggere il loro segretario. Ma queste non erano, evidentemente, motivazioni sufficienti per poter derogare alle procedure del Regolamento nazionale, che ha costretto i Giovani Democratici a mutare la dizione della loro assemblea, appunto, da Congresso a Convention. Questioni di lana caprina, direte voi, del tutto ininfluenti se non per qualche burocrate, con la passione per il sudoku, che nel tempo libero voglia sfogare il suo lato masochistico passando al setaccio commi e codicilli. Se non fosse che, a causa di una variazione del suddetto Regolamento, l’elezione del segretario è stata rimandata di due settimane – sino ad allora Jessica Vellani rimarrà formalmente soltanto la candidata. Questa tanto intricata quanto superflua vicenda fa sorgere due riflessioni. La prima: maggior onore a quel gruppo di ragazzi che ha deciso di andare avanti e presentarsi alla città, invece di mandare al diavolo chi, con i suoi bizantinismi, ha impedito loro di tenere l’elezione. Seconda: di formalismo si può vivere, ma anche morire. Ed è bene che il Pd lo capisca in fretta. Certo, le procedure sono importanti, soprattutto dopo anni di ‘Ghe pensi mì’ e politica in cui, in nome della spontaneità, si sono combinati i disastri che sono sotto gli occhi di tutti. Allora, un po’ di formalismo in più e qualche barzelletta in meno avrebbero giovato al Paese. Allo stesso tempo, però, fare delle procedure l’idolo cui immolare il desiderio di partecipazione dei pochi giovani che vogliono ancora credere nella politica sarebbe davvero insensato. Le regole servono a facilitare la vita democratica all’interno di un’organizzazione. I tecnicismi autoreferenziali ottengono invece, sugli elettori, lo stesso effetto di una puzzola in mezzo a un gruppo di campeggiatori: li fanno scappare a gambe levate.

“Credo si debba partire dal basso per cambiare le cose che in alto non vanno bene. Noi ci troviamo ogni lunedì sera, perché abbiamo capito che essere dentro le cose è meglio che esserne fuori. Non mi piace che i politici siano visti come coloro che pensano unicamente all’interesse personale. Generalizzare è sbagliato”. Sui tagli ai costi della politica Jessica è d’accordo, affinché torni a essere missione e vocazione – piuttosto che professione: “è possibile farla anche con un po’meno denaro”. Per Carpi, concretamente, vorrebbe che un numero crescente di giovani partecipasse di più, informandosi su cosa avviene nella propria città. “Mi piacerebbe anche veder scomparire la mentalità secondo la quale il Liceo è la scuola per antonomasia, mentre le altre sarebbero tutte di Serie B. Un ragazzo deve sentirsi libero di scegliere l’istituto superiore che crede, senza per questo essere giudicato, e va sottolineata con forza l’importanza che professionali e tecnici hanno avuto nello sviluppo dell’economia del nostro territorio”. E’ presto per dire se, a Carpi, stia tornando voglia di partecipazione tra le nuove generazioni. Alcuni segnali, però, qualche speranza la destano. Marcello Marchesini


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