Tekneco #12

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Energia alternativa

Biomasse, gli incentivi spingono la piccola taglia Il Decreto rinnovabili ha profondamente cambiato il mercato per la produzione elettrica, ma nei prossimi anni i numeri del mercato saranno ridotti rispetto al recente passato

di Gianluigi Torchiani

L

o sviluppo delle energie rinnovabili è strettamente influenzato dai sistemi di incentivazione e dalle normative vigenti. La riprova di questo teorema è offerta da quanto sta succedendo al comparto delle biomasse italiane (per quanto riguarda la produzione di energia elettrica), che è stato profondamente trasformato dal decreto sulle rinnovabili entrato in vigore il 1° gennaio 2013. Le biomasse, come riconosciuto dalla normativa nazionale, sono “la parte biodegradabile dei prodotti, rifiuti e residui provenienti dall’agricoltura (comprendente sostanze vegetali e animali) e dalla silvicoltura e dalle industrie connesse, compresa la pesca e l’acquacoltura, gli sfalci e le potature provenienti dal verde urbano, nonché la parte biodegradabile dei rifiuti industriali e urbani”. Per effetto del cambiamento dei regimi di sostegno, gli operatori e gli investitori di questo variegato settore stanno necessariamente cambiando strada: se negli anni scorsi era stato favorito soprattutto lo sviluppo di impianti di grandi dimensioni che basavano parte del loro approvvigionamento sull’import di biomassa, con l’attuale sistema incentivante, invece, si dovrà puntare su impianti piccoli e integrati in una filiera locale. Secondo quanto evidenzia il report sulle rinnovabili

non fotovoltaiche dell’Energy & Strategy si può notare come una delle voci più imGroup del Politecnico di Milano, il decreto portanti sia quella legata all’individuaziodel 6 Luglio 2012 ha previsto un taglio de- ne delle diverse tipologie di biomasse. gli incentivi che, sebbene differenziato per Il decreto ne distingue 4 tipi a seconda tipologia di biomassa, è andato a colpire in della loro provenienza: innanzitutto quelle particolare le taglie più grandi e in genera- di origine biologica, ossia i prodotti agricole il biogas, con una riduzione mediamente li destinati o destinabili al consumo umadel 30%, solo in parte mitigano (finiti sotto accusa perché ta dalla presenza di “premi” e Il nostro Paese, secondo accusati di conseguenze neda un allungamento del pe- gli ultimi dati del Gse, ha gative sulla catena agroenerriodo di incentivazione, da 15 praticamente centrato gia, vedi articolo pagina…), gli obiettivi europei a 20 anni. ma anche i prodotti derivanper quanto riguarda la Gli impianti di piccola ta- produzione elettrica, ti dalla gestione del bosco e glia, però, godono complessi- con una generazione della silvicoltura e non clasvamente di tariffe più gene- complessiva delle sificati come sottoprodotti. rose e facilitazioni di accesso bioenergie che nel 2012 In questa tipologia rientrano agli incentivi, soprattutto se è ammontata a 12.250 perciò mais, triticale, barbaassociati alla valorizzazione GWh, su circa 92.000 GWh bietole, segale, grano e colza, prodotti dalle fonti pulite dei sottoprodotti e al riutiliz- nel suo complesso per i quali le tariffe risultano zo degli scarti dei processi di ridotte anche drasticamenproduzione di energia. I bonus te. Il decreto riconosce poi i combinati permettono, in alcuni casi, di rag- sottoprodotti di origine biologica (effluenti giungere livelli di incentivazione quasi pros- zootecnici, paglia, pula, fieni), i rifiuti per i simi a quelli della Tariffa Omnicomprensiva quali è riconosciuta la frazione biodegradain vigore fino al dicembre 2012, sostengono bile e i rifiuti non provenienti da raccolta le analisi dell’Energy & Strategy Group. differenziata. In generale, sino ai 200 kW gli impianti possono godere dell’accesso diretto alla tariffa incentivante, dai 100/200 kW IL NUOVO SISTEMA D’INCENTIVAZIONE Osservando più nel dettaglio le novità nor- ai 5 MW devono passare per la complicata mative introdotte dal Decreto rinnovabili procedura del registro e sopra i 5 MW per


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