Carapelle Calvisio

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Carapelle Calvisio

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sub titulo S. Pancratii, sottoposta alla giurisdizione valvense. Essa sorgeva a Raiano e precisamente sul colle di San Pancrazio. La funzione principale di molte bolle papali era quella di ribadire l’appartenenza di tali chiese alla giurisdizione ecclesiastica dei vescovi e di difenderle in tal modo dai costanti tentativi degli ordini monastici, soprattutto Benedettini, diretti ad usurparne il possesso ed a renderle nullius dioecesis. Questo ci spiega come dell’antica chiesa dedicata a San Pancrazio in Carapelle, nessuna menzione vien fatta nelle bolle corografiche in precedenza ricordate. Essa, infatti, apparteneva al monastero di S. Pietro in Tritas, non lontano da Capestrano, posto alle dirette dipendenze di San Vincenzo al Volturno. Della plagia Sancti Pancratis, toponimo che presuppone necessariamente l’esistenza in loco di una chiesa sotto tale titolo, si parla infatti nel Chronicon Vulturnense (anni 779 e 782) a proposito di quidam homines Carapellenses che avevano occupato alcune terre e boschi appartenenti a S. Pietro in Trite. Si tratta dunque di una chiesa sottoposta alla giurisdizione dell’abate di San Vincenzo al Volturno e per tal motivo non compare nelle bolle corografiche valvensi. Secondo le fonti agiografiche, San Pancrazio subì il martirio il 12 maggio del 304 durante una feroce persecuzione di Diocleziano. Sembra che egli avesse appena compiuto i 14 anni, anche se al riguardo è stato osservato che la passio di S. Pancrazio fu probabilmente scritta nel VI-VII secolo da qualcuno degli addetti alla basilica del martire. Sul luogo dove fu decapitato, cioè


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