Lenci

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ficazione volumetrica e cromatica, mentre le linee e i movimenti appaiono più fluidi e meno sincopati. Nel bozzetto, la ciotola è decorata con colori scuri che trapassano da un viola intenso al nero. Anche nella ceramica riprodotta nelle immagini del Fondo Lenci dell’Archivio Storico della Città di Torino (PANZETTA 1992, p. 139, n. 158) i colori risultano essere più scuri rispetto a quelli dell’opera esposta. Di questo modello si conoscono alcune varianti conservate in collezioni private che si differenziano principalmente per la diversa distribuzione del giallo, del nero e del marrone. La coppia di ballerini è stata anche utilizzata per ornare un portacenere (modello 302; PANZETTA 1992, p. 163, n. 320) e la scatola cubica 337 (PANZETTA 1992, p. 169, n. 368). Si tratta di un interessante esempio di come la manifattura, nel tentativo di variare e diversificare il più possibile la produzione, ricorresse a un motivo decorativo o a un particolare elemento plastico già utilizzato in precedenza, modificandolo e adattandolo a nuovi oggetti. BIBLIOGRAFIA: Catalogo B, n. 162; Catalogo D2, n. 162; 3 ceramiche di Lenci 1930, p. 50; Mario Sturani 1978; Mario Sturani 1990, p. 125, n. 162; PANZETTA 1992, p. 139, n. 158; PROVERBIO 2001, p. 318, n. 47. ESPOSIZIONI: «Mario Sturani: opere dal 1923 al 1936», Torino 1978. [S.C.]

97. (TAV. 119) Ciotola Maestra e alunni o Gruppo familiare, 1930. Modello 180. Terraglia formata a colaggio e decorata a smalti policromi sottovetrina. 32 x Ø 29,5 cm Iscrizione a pennello in nero sottovetrina al di sotto della base: «Lenci / MADE IN ITALY / 26-8-930» e simbolo grafico del decoratore Alberto Nobili; segno (?) inciso in pasta. Collezione privata. La ciotola ha una forma più schiacciata rispetto alle precedenti scodelle emisferiche (catt. 9596) e il corpo è innestato su un piede circolare. L’idea di base resta però sempre quella di un contenitore emisferico con un raccordo a ponte disposto diametralmente, sul quale sono inseri-

te le piccole figure in movimento. La parte esterna del recipiente è dipinta con una raffinata tonalità di blu; l’interno, il piede e il ponte sono invece smaltati con un nero brillante. Al centro della passerella è collocata una figura femminile, una mamma o forse una maestra, insieme a un gruppo di bambini indisciplinati, due maschi e due femmine. Chiudono il gruppo due cagnolini neri. La disposizione delle figure, attentamente simmetrica secondo i modelli déco, dà vita a una struttura triangolare che ha il suo vertice nella testa della donna. La modellazione plastica presenta le stesse caratteristiche stilistiche delle figure realizzate per le altre ciotole, mentre i volti sono dipinti con due puntini per gli occhi, una macchia rossa per la bocca e una linea continua che definisce le sopracciglia e il naso. Gli abiti sono resi in blu e nero, facendo così risaltare maggiormente l’incarnato pallido delle figure. Nonostante alcune figure presentino una parziale caduta di smalto, probabilmente dovuta a un difetto di cottura, la ceramica mantiene intatta la sua qualità estetica e l’originalità del suo insieme. BIBLIOGRAFIA: Catalogo B, n. 180; Catalogo D1, n. 180; Catalogo D2, n. 180; Mario Sturani 1978; Mario Sturani 1990, p. 233, n. 321; PANZETTA 1992, p. 147, n. 209; Ceramica italiana d’autore 2007, pp. 111, 179, n. 213. ESPOSIZIONI: «Mario Sturani: opere dal 1923 al 1936», Torino 1978. [S.C.]

98. (TAV. 116) Ciotola Acrobati, 1930. Modello 175. Terraglia formata a colaggio e decorata a smalti policromi sottovetrina e aerografo. 35 x Ø 17 cm Iscrizione a pennello in nero sottovetrina al di sotto della base: «Lenci / MADE IN ITALY / 17-5-30-» e simbolo grafico del decoratore (ponte); «86» (o «98») e «X» incisi in pasta. Collezione privata. La Ciotola Acrobati rappresenta una diversa interpretazione del modello delle scodelle con figure plastiche. I personaggi, non più inseriti su un raccordo a ponte, sono ora disposti a formare una struttura scenografica che si sviluppa in altezza. Due piccoli acrobati in bilico sul bordo della scodella sostengono sulle proprie spalle altrettan-

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ti circensi che, abbracciandosi, chiudono la coreografia umana. I quattro personaggi, identici nella modellazione e nella cromia, indossano pantaloni gialli e una casacca verde con maniche bianche a pois verdi. L’abbigliamento è completato da un piccolo berretto a punta. Le tinte pastello dei verdi e dei gialli ritornano anche nella ciotola, dipinta con la tecnica all’aerografo. La definizione dei volti e dei corpi delle singole figure ricorda il piccolo bevitore della prova pubblicitaria Bacicia realizzata dall’artista nel 1930 (Mario Sturani 1990, p. 58, n. 66). BIBLIOGRAFIA: Catalogo B, n. 175; Catalogo D2, n. 175; CERUTTI 1985, p. 35; Mario Sturani 1990, p. 233, n. 320; PANZETTA 1992, p. 146, n. 204. [S.C.]

99. (TAV. 59) Vaso Uccello, 1930. Modello 75. Terraglia formata a colaggio e decorata a smalti policromi sottovetrina. 27 x Ø 22,5 cm Iscrizione a pennello in nero sottovetrina al di sotto della base: «Lenci / MADE IN ITALY / 14/10/30» e simbolo della decoratrice Graziella Arozza («A» cerchiata); sotto il coperchio, «19» e «o» incussi in pasta. Firma incussa sulla scatola e dipinta in marrone: «STURANI». Collezione privata. Sebbene il titolo con cui questa ceramica è comunemente citata nelle fonti bibliografiche la identifichi come un vaso, l’opera fa in realtà parte della nutrita serie di scatole accompagnate da un coperchio ornato da elaborati gruppi plastici che fungono da impugnatura e raddoppiano l’altezza totale dell’oggetto. Il basso recipiente circolare presenta la stessa forma della prima variante della Scatola Pupazzo di Sturani (PANZETTA 1992, p. 131, n. 95; cat. 91) ed è dipinto con un motivo a pallini blu e gialli alternati e disposti su due registri ad altezze differenti. La zona centrale del coperchio è occupata da un ramo fiorito e da un uccello dal corpo allungato, sinuoso e curvilineo. La forte stilizzazione della modellazione viene mantenuta anche nella decorazione pittorica: il piumaggio variopinto del volatile è reso attraverso brillanti smalti blu, gialli e marrone; le campanule che

pendono dal tralcio sono dipinte con un motivo geometrico a rete romboidale verde o arancione contenente singoli puntini, mentre negli altri fiori il colore si limita a sottolineare l’attaccatura dei petali e il loro profilo esterno. Nel pieghevole della Galleria Pesaro che riporta l’elenco completo delle opere esposte nel 1929 compare un Vaso Uccelli che, nonostante la diversa titolazione, è stato associato da Alfonso Panzetta al modello presentato in mostra (PANZETTA 1992, p. 35 nota 38). Se si ritiene valida questa interpretazione, si può collocare l’ideazione della scatola al 1929, ipotesi che troverebbe conferma anche dal basso numero di inventario. La variante esposta è dunque un esemplare più tardo, ultimato nel mese di ottobre 1930. È nota anche una versione successiva, datata «18/4/931» e appartenente a una diversa collezione privata, caratterizzata da una singolare decorazione pittorica: la scatola è dipinta uniformemente con uno smalto metallico color bronzo, mentre il coperchio è rivestito da smalti metallici dai riflessi verde/azzurro. BIBLIOGRAFIA: Ceramiche di Lenci 1929; Mario Sturani 1990, p. 229, n. 293; PANZETTA 1992, p. 127, n. 74; PROVERBIO 2001, p. 310, n. 28. ESPOSIZIONI: «Mostra delle ceramiche di Lenci», Milano 1929. [S.C.]

100. (TAV. 58) Scatola, 1930-1931. Terraglia formata a stampo e decorata a smalti policromi sottovetrina. 23,5 x 13,2 x 13,2 cm Iscrizione a pennello in nero al di sotto della base: «L. MADE IN ITALY» e simbolo grafico del decoratore (una «Y» con due trattini sul gambo). Collezione privata. All’interno dell’archivio storico Lenci è possibile individuare varie scatole (modelli 332-337, 346, 348; PANZETTA 1992, pp. 169, 171-172) contraddistinte da misure analoghe, ma diversificate tra loro per la decorazione del corpo principale e le forme plastiche conferite alla presa. La scatola in esame costituisce un’ulteriore variante di tale modello, finora non documentata. La bambina seduta che abbraccia una gallina e reca sulle gambe distese un pulcino deriva da un’idea di Mario Sturani, come attesta

un’ulteriore ceramica intitolata Gallinella (modello 377; PANZETTA 1992, p. 177, n. 420; PROVERBIO 2001, p. 339). L’attribuzione del soggetto è confermata anche da un foglio, riferito sempre a Sturani, raffigurante quattro bozzetti per coperchi (PETTENATI 1990, p. 220): in uno di questi compaiono, intorno alla bambina, quattro pulcini disposti su un prato, come variante per un coperchio di un contenitore circolare, forse un portatalco. Si tratta di un modello che, similmente ad altri di piccolo formato, venne impiegato in vario modo all’interno della manifattura per produrre piccoli soprammobili destinati probabilmente a decorare stanze da letto per bimbi. La stessa figura femminile si ritrova inoltre su una piccola base circolare (PANZETTA 1992, p. 177, n. 420) oppure su una calotta più ampia (PETTENATI 1990, p. 221, n. 269), da considerare come la parte superiore di una scatola a forma di uovo, della quale si è rinvenuto un esemplare in collezione privata («Lenci / MADE IN ITALY / 201-30»). La datazione di quest’ultima consente di ritenere abbastanza precoce la messa in produzione del soggetto ideato da Sturani. La vivace contrapposizione della gamma cromatica e la sovrapposizione dei riquadri all’intreccio creato dalla linee blu, verdi e nere rivela, per quanto riguarda il decoro del contenitore, un gusto di lontana eco futurista, individuabile, con altre soluzioni cromatiche, anche in altri simili manufatti, tra cui la Scatola con coppia di danzatori (modello 337; PANZETTA 1992, p. 169, n. 368), per la quale venne riutilizzato l’elemento figurativo che costituiva la Ciotola Danza sul ponte (cat. 96), sempre di Sturani. Per meglio armonizzare il contrasto tra la geometrica decorazione della scatola e la più giocosa raffigurazione del coperchio, il decoratore ha raccordato i due elementi attraverso la stesura di un semplice prato, riproponendo per la veste della bambina gli stessi lucenti colori sottostanti. Individuabile in altre composizioni di Sturani è la medesima esuberante policromia che impreziosisce la gallina, molto simile a quella che si ritrova in un acquarello su carta raffigurante un Galletto reso noto da Pettenati (1990, p. 221, n. 271). Di difficile interpretazione risulta la presenza della firma «Grande», incisa nella pasta appena visibile sotto la base, e quasi totalmente ricoperta dalla scritta a pennello con la marca della manifattura: sicuramente nulla nel manufatto

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giustifica un possibile intervento ideativo di Giovanni Grande, la cui ricerca espressiva risulta molto distante dalla spensieratezza creativa del mondo sturaniano. [D.S. - G.Z.]

101. (TAV. 12) Portapenna Fumatore, 1930-1931. Modello 209. Gesso. 19 x 19,5 x 9,5 cm Collezione privata.

102. (TAV. 13) Portapenna Fumatore, 1930-1931. Matita e acquarello su cartoncino. 214 x 204 mm Iscrizioni: in basso a destra firma autografa a matita «Mario Sturani»; timbro a secco in basso a destra «COLLEZIONE / B. GARELLA / N º / DISEGNI LENCI» all’interno del quale a china nera «P319»; sul retro schizzo parziale di un vaso. Collezione privata. Il gesso e il disegno presentati in questa occasione documentano un modello ideato da Mario Sturani durante la sua articolata attività svolta presso Lenci. Si tratta in particolare di un portapenna in ceramica (modello 209; PANZETTA 1992, p. 151, n. 236) che, insieme al Calamaio con due figure intente a scrivere (cat. 89) e a un set di tre pezzi da scrivania (modello 210; PANZETTA 1992, p. 151, n. 237), sempre scaturiti dalla sua fervida creatività, furono verosimilmente prodotti dal 1930 per essere destinati a impreziosire uno spazio appartenente a una casa borghese. A riguardo appare interessante la presenza del portapenna in esame posto sopra un essenziale scrittoio collocato in uno studio moderno - definito «pratico ed elegante» - nell’ambito di un cottage situato nel Canavese e illustrato nel numero di settembre 1931 della rivista «La casa bella» (Un cottage 1931, p. 25). Non corretta risulta pertanto la datazione del modello al 1932 avanzata da Proverbio (2001, p. 338, cat. 104) a corredo della stessa immagine desunta all’archivio storico della manifattura. L’individuazione del disegno correlato a questo soggetto consente di meglio comprendere le dinamiche produttive all’interno della ditta degli


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