Manuale per un lavoro sicuro in agricoltura 2013

Page 101

Un’indagine svolta nelle aziende vinicole francesi ha evidenziato, in un decennio, ben 26 gravi incidenti con 42 vittime e 31 decessi; il 25% delle vittime erano soccorritori. Il 90% di questi incidenti erano avvenuti a causa dell’entrata in serbatoi per operazioni di svinatura, travaso, pulizia. In enologia la CO2 è usata deliberatamente come gas protettivo contro l’ossidazione del vino e come gassificante nella produzione di vini frizzanti artificiali. Il più delle volte è stoccata allo stato liquido in serbatoi criogenici; questo comporta che il gas utilizzato abbia temperatura alquanto più bassa rispetto a quella ambiente, accentuando in tal modo la tendenza alla stratificazione verso il basso e al non mescolamento con l’aria circostante. I tini di fermentazione devono essere installati in zona fuori terra. Gli ambienti con pericolo di accumulo di CO2 devono essere dotati di rilevatori di CO2 posizionati nelle zone a rischio. Deve essere garantito un ricambio d’aria con impianto di ventilazione correttamente progettato. Gli operatori che lavorano in zone a rischio devono essere muniti di ossimetri portatili, per rilevare la carenza di ossigeno, che potrebbe essere determinata non solo da CO2 ma anche da inquinamento di azoto (vedi punto 5.9.2). Questi strumenti devono essere anche in grado di testare l’aria all’interno di un ambiente confinato, prima dell’entrata della persona. Questo è possibile se sono dotati di pompa di aspirazione e tubo di campionamento di sufficiente lunghezza. I dispositivi di salvataggio devono comprendere apparecchi respiratori isolanti (autorespiratori o con adduzione forzata d’aria dall’esterno; i respiratori con filtro/i non sono adeguati al rischio) e attrezzatura per l’imbracatura e sollevamento/estrazione dell’infortunato. E’ fondamentale la presenza di un addetto in grado di effettuare adeguatamente il soccorso della persona esposta ad atmosfera sotto ossigenata. 5.8.2 Rischi da Azoto Nelle attività di cantina viene utilizzato sempre più l’azoto (N2); è un gas presente normalmente nell’atmosfera con una concentrazione del 79% ca. E’ incolore, inodore, inerte che, come la CO2, provoca anossia anossica. Anche in questo caso la persona colpita non percepisce il pericolo, provocando il gas una sensazione assimilabile a quella percepita all’inizio di un’anestesia. Per questo motivo e per l’uso molto diffuso in tutti gli ambiti produttivi e commerciali la maggior parte degli incidenti che accadono in ambienti confinati riguardano questo gas. In enologia si usa come gas protettivo contro l’ossidazione del vino; nel settore degli spumanti come gas protettivo e nello stesso tempo per compensare la pressione della CO2 naturalmente prodotta. L’azoto ha la stessa densità dell’aria, ma poiché viene prelevato normalmente da serbatoi criogenici, può facilmente stratificarsi in basso per la bassa temperatura. Gli operatori che lavorano in zone a rischio devono essere muniti di ossimetri portatili, per rilevare la carenza di ossigeno, che potrebbe essere determinata anche da un altro gas, come la CO2 (vedi punto 5.9.1). Questi strumenti devono essere anche in grado di testare l’aria all’interno di un ambiente confinato, prima dell’entrata della persona. I dispositivi di salvataggio devono comprendere apparecchi respiratori isolanti (autorespiratori o con adduzione forzata d’aria dall’esterno; i respiratori con filtro/i non sono adeguati al rischio) e attrezzatura per l’imbracatura e sollevamento/estrazione dell’infortunato. E’ fondamentale la presenza di un addetto in grado di effettuare adeguatamente il soccorso della persona esposta ad atmosfera sotto ossigenata. 5.8.3 Rischi da Anidride solforosa (SO2) L’anidride solforosa è un gas con una densità circa doppia rispetto all’aria, quindi si stratifica facilmente in basso. E’ irritante, anche a concentrazioni basse, per la pelle e per le mucose; può provocare danni polmonari acuti, in particolare edema polmonare, cioè il riempimento degli alveoli polmonari di liquido, per cui il soggetto colpito muore per asfissia. Ad alte concentrazioni è ustionante. E’ corrosiva nei confronti dei metalli. Viene conservata in bombole e lo stoccaggio e l’uso sono regolamentati. La detenzione, il deposito, l’uso e l’impiego della anidride solforosa liquefatta sono regolati dal R.D. 09.01.1927 n°147(Gas tossici); Circolari Ministeriali e Decreti Regionali hanno successivamente permesso di semplificare l’utilizzo enologico. L’uso e la manipolazione dell’anidride solforosa è possibile esclusivamente a persone provviste di patente di abilitazione all’impiego dei Gas Tossici ai sensi del R.D.147/27 e della Legge Reg.15/79. Nella pratica enologica la detenzione dell’anidride solforosa liquefatta si ha in due situazioni operative:

99


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.