Documenti e studi 21

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vita in Dio. Tutto ciò è mistero di Dio, è sua azione, perché è lui che ha creato l’uomo con questa tendenza per cui la conversione è mistero. La conversione prende forma quando si attua questo processo di finalisticità e tendenzialità naturale dell’uomo; alla luce di esso emerge, come esigenza spontanea, la verifica del proprio stato di vita; di conseguenza abbiamo la detestazione del disordine spirituale, cioè dello stato di peccato che è di opposizione a Dio e che va superato con il pentimento e con la confessione. Quindi questo processo umano tende all’unione con Dio ed esige il rifiuto netto di tutto ciò che intralcia tale cammino: innanzitutto comporta la detestazione del peccato e la vittoria su di esso grazie a quei momenti importanti, quali il pentimento e la confessione sacramentale, che costituiscono le tappe portanti della conversione. La processualità e il finalismo conducono il cristiano ad individuare i fattori che gli impediscono di sprigionare le sue potenzialità soprannaturali che sono mortificate dal peccato. Il fenomeno delle conversioni è questo dinamismo spirituale storicizzato che è teologico, psicologico, filosofico, ascetico22. Il Vangelo, in Lc 15,17, indica l’inizio della conversione del figliol prodigo con le parole: in se reversus; come mezzo di conversione insegna ai peccatori il ritorno in sé, perché Dio lo troviamo nelle profondità più riposte di noi stessi. Affinché si vada dalla conversione verso la santità, bisogna a mano a mano scendere nelle ultime profondità dove abita Dio23. La conversione consiste in questo cammino di discesa verso le profondità del proprio essere; in quest’opera siamo guidati da Dio: ecco perché parliamo di mistero della conversione, perché in essa è presente l’azione di Dio, dato che il fondo dell’anima nostra è chiuso per noi se Dio non ce lo dischiude.

22 Cfr. S.G. ZAVATTIERI, Filosofia e sapienza cristiana nella riflessione di Mario Sturzo, cit., 74-75. 23 Cfr. Per la vita interiore, Prefazione, X. È interessante ciò che mons. Sturzo afferma quando descrive l’azione salvifica di Dio sui singoli uomini. La conversione, come anche il cammino verso la santità, sono opera esclusiva di Dio, perché se Lui non si manifesta e non prende l’uomo per mano, accompagnandolo fin nelle sue più riposte profondità e non gli insegna la via per arrivare alla piena comunione con Lui, le sue industrie saranno limitate e sempre inadeguate. Ecco perché parla di mistero della conversione; l’intervento di Dio richiede la collaborazione dell’uomo, che non è nello stato di pura passività, in quanto è lui che deve scendere dentro di sé, però accompagnato e guidato dallo stesso Dio.

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