Documenti e studi 13

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liturgia che la Chiesa vive il Venerdì Santo: «Ecce lignum crucis in quo salus mundi pependit... Venite adoremus». Con queste parole la Chiesa esprime il significato profondo del mistero della passione del Signore. Quanto Gesù aveva espresso nell’ultima cena, donando ai suoi discepoli il suo corpo: «Questo è il mio corpo dato per voi!», si realizza sul Golgota, sulla croce. Lì sulla croce, infatti, si mostra il corpo di Cristo. È un mistero della fede che l’uomo non poteva immaginare con la sua sola ragione; una realtà che sfugge alla sua sola comprensione razionale. È un mistero, la morte in croce del Figlio di Dio, il dono del suo corpo, che poteva rivelare Dio soltanto. Solamente Dio poteva rivelare il significato di quella morte sulla croce, di quel corpo donato e offerto sul Golgota. L’uomo, infatti, non ha la possibilità di donare la vita dopo la morte, cioè la morte della morte, poiché nell’ordine umano la morte è l’ultima parola. La parola che viene dopo, la parola che squarcia il silenzio e il vuoto della morte, è la parola della risurrezione, è parola solamente di Dio182. E la parola di Dio invita la Chiesa a fissare lo sguardo attonito verso il mistero del Venerdì Santo che è un appello a rivolgere l’attenzione a Cristo deposto dalla croce e sepolto, un sepolcro che viene sigillato e che sembra precludere ogni possibile via d’uscita all’uomo che anela alla vita e spera. Il legno della croce è legno di morte; il legno che ha portato alla morte il Figlio di Dio, ma che apre anche la strada verso il giorno dopo, la Pasqua di risurrezione in cui la Chiesa esplode nell’esclamazione: «Surrexit de sepulchro... qui pro nobis pependit in ligno». Proprio questo epilogo che supera quanto l’uomo poteva pensare e immaginare, è la ragione ultima (la ragione prima), cioè la causa della gioia del cristiano che pur considerando la serietà della morte nondimeno confida soprattutto nella potenza della risurrezione di Cristo. «…Per sanctam Crucem tuam redemisti mundum». Con la tua croce! Questa invocazione esprime il mistero stesso della salvezza, poiché con la sua croce Gesù ha strappato l’uomo al potere della morte e del peccato; con la croce lo ha redento e gli ha riaperto le porte della vita eterna; la croce è perciò il varco da lui aperto verso la pienezza della vita senza fine, la vita della risurrezione183.

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Cfr Via crucis al Colosseo del 18 aprile 2003, cit., 7. L. c.


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