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Società
L’esercito romano
La riforma repubblicana divise la popolazione in classi sociali in base alle ricchezze possedute e ogni gruppo offriva quanto poteva per garantire la difesa dello Stato. I cittadini più ricchi formavano i reparti di cavalleria, le classi più povere formavano i reparti di fanteria. corazza I fanti erano il gruppo più numeroso dell’esercito, erano inquadrati in legioni di circa seimila soldati e comandati da ufficiali professionisti, i centurioni. Il punto di forza delle legioni romane era la capacità di spostarsi a piedi con grande velocità; infatti, i legionari percorrevano anche trenta chilometri al giorno con tutto l’equipaggiamento necessario. L’esercito romano diventò stabile con soldati di professione soltanto alla fine del II secolo a.C. Prestavano servizio per venti anni, attratti da una buona paga e dalla possibilità di ricevere premi in occasione delle vittorie. scudo
Le armi di un soldato romano.
I La flotta romana Per affrontare le guerre contro i Cartaginesi, abili navigatori, i Romani costruirono una grande flotta. Le vecchie e fragili trireme, navi con tre file di remi, furono abbandonate quando i Romani catturarono una nave cartaginese che aveva ben cinque rematori per ogni remo: la copiarono per costruire navi più resistenti agli urti. I legionari però erano in difficoltà nel combattimento sulle navi, così gli ingegneri dotarono le nuove navi di ponti mobili, lunghi circa 11 metri, detti “corvi”: una volta agganciata la nave del nemico, i legionari potevano combattere come se fossero stati sulla terraferma. A bordo imbarcavano anche armi da assedio e torri da cui gli arcieri lanciavano frecce verso il ponte delle navi avversarie.
corvo torre
Una nave trireme romana. atlante pagina 24
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Osserva il disegno e descrivi l’equipaggiamento di un legionario. Perché i Romani chiamavano “corvo” il ponte mobile? Perché imbarcavano anche armi da assedio?