La vecchia fonte di Sant'angelo in Lizzola

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Pesarelli Sindico Cois Peñs, et pro ipso Commune Castellare, et terrena domus, et ædificia quæ, et quas sunt in d. Castro, e primo lat. ejus via versus fontem S: Angeli a 2: heredes Blasij, a 3: via, a 4: Coradutius Guidotti cum Frateibus pro pretio, et nomine pretij 500: librar. Raven. et Ancon. quod pretium d. Guido confessus fuit habuisse, et recepisse de quo rogatus fuit Ser Dentaides Bartholi Not. Pub: Pisaurensis.» 3 Pertanto nell’anno 1280 il Castello di Sant’Angelo diventa Comune e “sul primo suo lato confina con la via che porta alla Fonte”! Questo chiaro riferimento alla nostra Fonte, in un documento storico di così rilevante importanza, è una dimostrazione di come fosse significativa, per gli abitanti di quell’epoca, l’esistenza della fonte e quindi di quanto fosse radicata nella conoscenza comune l’importanza della sua strada. E che questa strada sia stata ritenuta per secoli importante lo si può anche dedurre da un’opera pittorica, molto più vicina a noi. Quest’opera è stata realizzata ben quattrocento anni dopo la notizia riportata nel trattato del Diplovatazio, e possiamo considerarla come la prima “immagine” del Castello di Sant’Angelo e il suo borgo.

- Testo tratto dal Vol. II “Manoscritto Mamiani” - Archivio Stroppa Nobili. 3

Si tratta di una tempera di Francesco Mingucci da Pesaro, realizzata nel 1626. Questo grande artista quando iniziò in quegli anni a creare le sue bellissime opere che rappresentano i borghi, i castelli e le campagne del Ducato di Urbino, non poteva certo immaginare che sarebbero state riprodotte persino

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