Printlovers, n. 86, 2021

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P A C K A G I N G

Dan Hill nel suo “Emotionomics”, è vero che più si fanno pensare le persone, meno provano emozioni e meno donano, la comunicazione per il no-profit ha più che mai il compito di trasformare i numeri, le statistiche, in qualcosa che riguarda il pubblico da vicino, esattamente come quando in quella statistica rientra qualcuno che si conosce personalmente, come ha sottolineato ancora Paracchini. Ma quello delle organizzazioni umanitarie è, per usare le parole di Sergio Spaccavento, Chief Creative Officer di Conversion E3, «un mare magnum di alternative in cui ci si ritrova, ogni volta, a decidere chi aiutare. Nella comunicazione di

questi marchi ci troviamo a battagliare come per qualsiasi altro tipo di brand, utilizzando le stesse leve e lo stesso tipo di pensiero strategico e creativo. In passato – ha detto Spaccavento – il modo di fare comunicazione per il fundraising era più semplice, non attivava la componente esperienziale, quel customer journey tipico degli altri brand; ora il nostro approccio è quello di capire innanzitutto come valorizzare il messaggio e generare conversioni: di fatto, il fundraising fa esattamente questo. Creare un ingaggio vero, che possa cambiare lo stato delle cose senza fare leva sul senso di colpa o sull’urgenza». Che ruolo assume, allora, il packa-

Quello delle organizzazioni umanitarie è un mare magnum di alternative in cui ci si ritrova, ogni volta, a decidere chi aiutare. Nella comunicazione di questi marchi ci troviamo a battagliare come per qualsiasi altro tipo di brand, utilizzando le stesse leve e lo stesso tipo di pensiero strategico e creativo.

ging? Creare un punto di contatto iniziale, per prendere per mano le persone e condurle dentro un’esperienza, ascoltare una storia e, al di là della leva emozionale iniziale, creare una community di sostenitori. Questo vale per il pack di uno degli oggetti “Utilissimi” realizzato da Conversion E3 per la piattaforma di soccorso umanitario Mediterranea, ma anche per “Astrobuzzi”, il progetto realizzato da Coo’ee Italia per l’Ospedale dei Bambini di Milano “Vittore Buzzi”. Un’eccellenza nazionale per quanto concerne la degenza pediatrica, che, come hanno raccontato Nicolò Gatto ed Edoardo Castagna, rispettivamente copywriter e designer di Coo’ee Italia, è in fase di espansione con la costruzione di un nuovo hub dotato delle migliori tecnologie, per sostenere la quale la Fondazione Buzzi ha avviato una campagna di raccolta fondi sul tema dei viaggi nello spazio intitolata “Missione: essere un grande” di cui il pack da gioco “Astrobuzzi” fa parte come strumento per «alleggerire la degenza e vivere in un mondo senza gravità».

M Ma vediamo nel dettaglio, dal concept alla stampa e cartotecnica, i due progetti che sono stati sviluppati grazie alla collaborazione di filiera di Brand Revolution LAB 2020. Entrambi, come pure gli altri 11 progetti dell’edizione 2020, si possono approfondire anche sul sito www.brandrevolutionlab.it.

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