L'abuso della videofonia e bullismo a scuola

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ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE “GIOVANNI CENA” VIA DORA BALTEA 3 – L0015 IVREA (TORINO)

Mentre questo concetto io ora lo esprimo in termini razionali, l'istintuale, quindi l'adolescente, lo percepisce con enfasi ma non riesce a comprenderlo cerebralmente, intanto, spesso, dall'esterno la società e soprattutto le mode lo portano ad enfatizzare l'immagine corporea a discapito della ricerca sottile dell'essenza della Vita.

5.

capitolo

Siamo in un universo duale, binario, ogni causa relativa ha una concausa di equilibrio potenziale, l'effetto dipende dalla scelta individuale es. causa: ho fame, concausa di equilibrio: sono a digiuno; scelta personale: cerco nutrimento, sopporto e non cerco nutrimento. Perché di fronte ad uno stimolo potente ed istintuale come la fame posso evitare di cercare nutrimento? Non per ragioni fisiche, perché il fisico ha già deciso di invogliarmi a cercare nutrimento tramite lo stimolo sensoriale della fame. A nessuno piace soffrire (il masochista trova piacere in alcuni dolori, questo non significa che gli piaccia soffrire ma che trova gioia dalla sofferenza), se si sceglie attivamente una via di sofferenza è perché si spera di riequilibrarne il dolore, ottenendo un piacere maggiore. Tante persone si lamentano di sofferenze che mai si impegnano veramente ad affrontare con intelligenza, volontà e costanza perché in realtà grazie alla palese manifestazione di disagio, ottengono in cambio dei benefici occulti più elevati. L'inconscio è fuori dal tempo-materia in cui è consapevole la mente conscia, ogni volta che sentiamo un profumo o un suono udito in occasioni particolarmente significative, l'inconscio rivive quell'esperienza così come fu vissuta magari molti anni prima; nei cassetti dell'inconscio siamo in un altro universo, senza tempo, senza limiti di spazio. Così alle prime potentissime richieste fisiologiche di certezze sulla nostra stessa nascita, si sono incarnati degli psichismi, degli archetipi, che sono il nostro potenziale per tutta questa vita relativa. Ad un certo punto, il bisogno di certezze si fa impellente, il mio universo mi va stretto, proietto fuori da me il disagio (specchio=spettacolo), lo faccio nel momento e con il mezzo che meglio lo rappresenti, ma quello che esce dalla mia rappresentazione adolescenziale non è il disagio, ma la mia risposta al disagio che, essendo a specchio, quindi riflessa, è ribaltata! "perché voglio osservare e fare partecipe tutto il mondo di quello che valgo veramente?" "perché, secondo me, nessuno vuole osservarmi e farsi partecipe di chi sono realmente, a parte quei pochi coetanei che condividono con me la stessa esperienza" Questo è un punto di vista relativo, infatti si sa che l'adulto stima l'adolescente, ma spesso pretende da lui dei comportamenti che sono a loro volta delle proiezioni delle problematiche dell'adulto e non delle vere prerogative del ragazzo. Però l'adolescente è troppo istintuale e in preda agli effetti per poterlo capire se non gli si va incontro con molta pazienza ed ecco spiegato perché nella risposta ho inserito le parole "secondo me". Una sillaba chiave che ho inserito è poi "farsi partecipe", infatti si è spesso alla ricerca di qualcuno che dall'esterno ci venga incontro, comprendendoci senza una richiesta esplicita, ma solo per il fatto che noi ci siamo. Purtroppo invece, se non adottano comportamenti pragmatici o esuberanti, in questa società è difficile farsi notare. Ho poi cambiato la parola "veramente" della domanda con "realmente" nella risposta, per dare un tono più materico, terreno al vero bisogno primario dell'adolescente.

L'ABUSO DELLA VIDEOFONIA E PROBLEMI ATTINENTI

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