MotoSprint#29

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250 GERMANIA di Marco Masetti - foto Milagro

Sic non molla l’osso, batte tutti e torna in lotta per il titolo mondiale

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DI NUOVO PRIMO, FINALMENTE

che fanno ben sperare per il campionato. Simoncelli è tornato a vincere e la 250 trema per l’arrivo del suo padrone. Sei contento di questa vittoria così sofferta ma anche voluta? «Finalmente riesco a vincere di nuovo, era dal GP di Francia a Le Mans che non ci riuscivo. La gara è stata strana, per colpa dell’interruzione data per la pioggia. All’inizio ero partito davanti, poi è arrivata la bandiera rossa a stoppare la mia fuga. Peccato, ero partito benissimo e andavo davvero forte. Con la seconda partenza ho dovuto rifare tutto da capo. Come non bastasse, al secondo via Debon è scappato e per poco non riuscivo a riprenderlo. Poi sono riuscito a passarlo e ho cercato di gestire la gara anche perché le gomme sono calate e la mia moto ha iniziato a muoversi molto, avevo davvero paura di non riuscire a tenere dietro tutti. Questa vittoria ci voleva davvero, è stata sofferta e mi ha dato una grande soddisfazione». Decima vittoria, significa qualcosa? «Si, ha il suo perché: ora il mio record personale di successi è a due cifre. Metto questa tra le mie vittorie preferite, insieme a quelle di Giappone e Australia dello scorso anno. Tra una settimana saremo in Inghilterra, quella è una pista che mi piace. Ci sarà una bella gara anche a Donington». Da un po’ si parla solo di te come di un pilota Honda, di uno della Moto GP. Eppure c’è ancora un campionato da vincere, impresa dura ma non impossibile? «Vero, l’obiettivo è solo questo. Io sono un pilota Gilera e voglio lottare per il campionato 2009».

O N I T S A M o l o n g a rom

BAGGIO ALL’ARREM E, UNA GARA (58) DOVEVA VINCER IO, I IZ LL E ’IN C LL N A IN D SIMO TACCATO S ESISTENZA COSÌ HA AT NCHE LA TENACE R A STATO O PIEGAND ANDO È IN (8), CHE QU BRUTTO CLIENTE. N O B E D I D N DIVENTA U DI GRAZIA

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MarcoSimoncelli

SACHSENRING - Vittoria numero dieci in carriera e tanti segnali

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ACHSENRING - La raccontano come una barzelletta, ma è un fatto assolutamente vero: quando Hiroshi Aoyama (che resta il leader della classifica della 250) ha vinto ad Assen, c’era qualcuno della HRC che era persino arrabbiato. Di sicuro in pochi tra i giapponesi rappresentanti in pista della più grande Casa del mondo sono andati a fare i complimenti al pilota loro connazionale e agli uomini del team Scot. Certo, la Honda è quella che di fatto ha ucciso la 250 per poter far nascere la Moto2 (“casualmente” tutte le moto di questa classe monteranno propulsori derivati da quelli della CBR 600 RR), la grande nemica del due tempi da corsa. Però, un po’ di gratitudine nel team di Hiroshi se l’aspettavano. In casa Aprilia, invece, è stato deciso di stoppare definitivamente le evoluzioni delle RSA, per dedicarsi al meglio allo sviluppo della ciclistica per la Moto 2 e alle Superbike di Biaggi e Nakano. Come non bastasse, ecco una delle solite, bizzarre decisioni della Direzione Gara che, dopo aver esposto la bandiera rossa a causa della pioggia, quando i piloti avevano percorso solo un giro, ha deciso di far ripartire la gara da zero, ma con una distanza ridotta: 19 tornate al posto delle 29 previste. Naturalmente il motivo è sempre lo stesso: succeda quel che succeda, caschi il mondo, alle ore 14 parte la MotoGP, quindi facciamo in fretta, cari ragazzi della

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I L L E C N O M ] SI GP L A D A V E C NON VIN ER MARCO P . A I C N A R IA DI F R O T T I V A È LA DECIM RIERA IN CAR

AlvaroBautista QUESTA VOLTA VA BENE COSÌ SACHSENRING - Ha guadagnato tre punti su Aoyama

ma ne ha persi nove da Simoncelli. Per come era iniziata la gara, un risultato positivo. Cosa ti era accaduto all’inizio? «A inizio corsa avevo pochissimo feeling con la moto, colpa della gomma scelta. Però, da metà gara, le cose hanno iniziato ad andare per il verso giusto e ho iniziato a spingere». Poi cosa è successo? «Ho iniziato a spingere, però non è stato facile avvicinarsi ai primi perché la lotta con gli altri piloti come Barbera, Faubel e Aoyama è stata molto dura». Un secondo posto era chiedere troppo? «Alla fine ero davvero vicinissimo a Debon, ma c’era poco spazio per tentare l’attacco. Il terzo posto non è niente male, soprattutto perché ho fatto meglio di Aoyama».

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