Io e Leo - Anteprima

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Un giorno Leo non c’era più.


Iniziò già di mattina.


Quel mercoledì mattina NON c’era un piatto in tavola. Non c’era un biglietto. Buongiorno. Buon appetito. Bacio. Mamma.

E la mamma NON gli aveva preparato la colazione. Come se si fosse dimenticata di avere un figlio. 8


«Ciao Ramses!».

Ramses era il cane di Bob, il vicino, e non girò la testa. Come se non sapesse più chi era Leo.

«Ehi, Ramses!». Il cane non si ricordò di abbaiare tre volte, come al solito.


Anche a scuola Leo non c’era. «Tu chi sei, bambino?», chiese la maestra Marien sorpresa. «Leo», disse Leo. «Non sai chi sono?».

La maestra scosse la testa. «Io non ti ho mai visto prima». Leo si guardò intorno nella classe. Tutti i bambini ricambiarono il suo sguardo. Alcuni avevano la fronte aggrottata, altri erano molto incuriositi o sorridevano. Tutti lo guardavano come se non l’avessero mai visto prima. 10


Leo arrossì. «Quello è il mio banco», disse indicando la terza fila. «Io mi siedo sempre lì, accanto a Tamara». La maestra sorrise. «Ma no, bambino. Quel posto è vuoto. Mi sa che ti sbagli», disse.


“Davvero?”, pensò Leo. “Mi sto sbagliando?”. Era davanti al cancello della scuola. Riconosceva tutto ciò che vedeva. Erano cose che vedeva tutti i giorni. Il portone di legno, le righe azzurre sulle piastrelle, la tettoia, la porta verde dei gabinetti. La stanza del signor Wezel.

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«No! Non voglio». Si stava avvicinando una signora con un bambino sulla spalla. Il bambino si chiamava Rammon, Leo lo conosceva. E la signora era la mamma di Rammon. Rammon non voleva mai, ma doveva tutti i giorni. Leo lo salutò con la mano.

Ciao.

Non successe nulla. Rammon e la sua mamma non reagirono. Per sicurezza Leo si guardò la mano, le dita, il polso. Era forse diventato trasparente? 13


Ma no, no. Riusciva a vedersi benissimo. “Non riesco a capire”, pensò. E diventò parecchio triste. (Parecchio. Era una parola di suo padre. Stava bene con bene e anche con male. Papà la diceva sempre quando era parecchio soddisfatto. O parecchio stufo.)


Possibile. Forse. Che lui. Avesse dimenticato. Se stesso? Che per sbaglio fosse rimasto a letto o magari seduto sul water? In giro, a volte si sentivano storie di bambini dimenticati in cantina o cose simili.

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