Centrale idroelettrica Val Taleggio

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VAL TALEGGIO

centrale idroelettrica


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Centrale Idroelettrica


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centrale idroelettrica di Val Taleggio 6

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UNA CENTRALE SULL’ORRIDO

LA REALIZZAZIONE L’affidabilità di imprese specializzate

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IL PROGETTO Un piccolo grande impianto idroelettrico

I NUMERI

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L’ITER AUTORIZZATIVO Un esempio di interazione tra pubblico e privato

I PROTAGONISTI

Centrale Idroelettrica


una centrale sull’orrido

Comune di Taleggio Centrale di Val Taleggio

La val Taleggio è una valle bergamasca che si diparte a occidente della val Brembana, in corrispondenza del borgo di San Giovanni Bianco, e si estende sino alla provincia di Lecco lungo il corso del torrente Enna. Questo, nel suo tratto tra Taleggio e San Giovanni Bianco, forma la spettacolare forra chiamata Orrido di val Taleggio. Provenendo dalla val Brembana e costeggiando l’orrido lungo la strada

provinciale 25, si giunge all’imbocco della valle della Madonna, da cui discende il torrente Salzana. Seguitando a percorrere la strada in direzione del borgo di Sottochiesa, poco dopo la confluenza tra i torrenti Salzana ed Enna, in corrispondenza del sedime di una vecchia cava dismessa, sorge la centrale del nuovo impianto idroelettrico di Taleggio.

[+] A sinistra, inquadramento dell’intervento all’interno della Provincia di Bergamo; a destra, inquadramento dell’intervento su fotopiano 6


il progetto

Opera di presa

Fiume Salzana

Pizzino

LocalitĂ convento

con

San Bartolomeo

Sottochiesa

dot

ta f orz

ata SR 25

Fiume Salzana

Centrale di Val Taleggio

SR 25 eggio al Tal V i d o Orrid

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01 il progetto un piccolo grande impianto idroelettrico La centrale idroelettrica di Taleggio sfrutta un salto di quota di 273 metri – da 861 a 588 m sul livello del mare – percorso dalle acque del torrente Salzana. Queste sono convogliate su condotta forzata tramite un’opera di presa realizzata a nord di Pizzino, e restituite al corso del Salzana poco a valle della centrale idroelettrica vera e propria. Poiché l’impianto garantisce una potenza elettrica di poco inferiore al megawatt, è classificato formalmente come ‘mini’. Tuttavia, a uno sguardo che voglia approfondire gli aspetti ingegneristici e costruttivi dell’intervento, tale definizione non sembrerà render merito all’impegno progettuale e costruttivo profuso. Infatti, il salto di quota sfruttato è realizzato tramite una condotta forzata in acciaio che si sviluppa su un percorso prevalentemente interrato di ben 2700 metri, il cui tratto

finale è ammorsato al versante che sovrasta l’edificio della centrale. Inoltre, l’imponenza dell’intervento è tutta descritta dai 5 metri di diametro e i 40 di profondità del pozzo verticale che, scavato nella roccia, collega l’edificio della centrale alla grotta artificiale che accoglie le turbine. Questa presenta una volta alta 12 metri, e a essa è collegata una galleria ipogea per lo scarico delle acque che ha richiesto la perforazione della montagna per 40 metri. Non va infine dimenticato come oltre alla costruzione della centrale idroelettrica e della condotta forzata, delle opere di presa e di rilascio delle acque, l’iniziativa abbia comportato la connessione dell’impianto alla rete di distribuzione nazionale dell’energia, con opere realizzate su uno sviluppo lineare complessivo di ben cinque chilometri.

[+] Schema planimetrico delle opere realizzate 8


il progetto

Opera di presa quota 861 m

Nuova viabilità carrabile di accesso all’opera di presa Condotta forzata interrata al di sotto della strada di accesso all’opera di presa

Viabilità esistente di accesso all’opera di presa Condotta forzata ø 700

torrente Salzana Nuova centrale idroelettrica quota 588 m

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Come s’è detto, la centrale di Taleggio, avendo una potenza media di concessione inferiore a 1 megawatt, rientra nella classificazione delle cosiddette centrali mini idroelettriche. L’articolarsi dell’impianto può essere osservato seguendo il percorso che conduce a valle le acque del Salzana attraverso l’opera di presa, la condotta forzata e la centrale vera e propria. L’opera di presa Di norma l’opera di presa per un impianto idroelettrico è costituita da una griglia subalveo disposta trasversalmente al corso d’acqua. Nel caso di Taleggio, essa si trova circa 30 metri a valle della confluenza del torrente Zucco sul Salzana. L’opera di captazione garantisce

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il funzionamento dell’impianto nelle diverse situazioni di regime idraulico, specie nei casi di piena in cui il materiale trasportato a valle può intasare o addirittura danneggiare l’opera. La griglia realizzata è larga 10 metri e lunga 1,5, ed è posizionata a un metro e mezzo dalla superficie di scorrimento del torrente, ad una quota di presa pari a 860,5 metri sul livello del mare. Essa è immorsata sui versanti laterali della valle mediante ali in calcestruzzo armato, ed è dotata di una bocca tarata per il rilascio di un deflusso minimo pari a 63 litri al secondo. Questo valore, definito DMV (Deflusso Minimo Vitale), rappresenta la quantità d’acqua che deve scorrere in un corso d’acqua naturale a valle delle captazioni idriche, al fine di mantenere

vitali le condizioni di funzionalità e di qualità degli ecosistemi che vi dipendono. Le acque raccolte attraverso la griglia sono recapitate all’interno di una vasca di primo sghiaio, per poi transitare in una vasca disabbiatrice e in una vasca di carico, da cui si diparte la condotta forzata che conduce le acque a valle. Sia la vasca di primo sghiaio sia la disabbiatrice sono dotate di uno stramazzo per la limitazione della massima portata, dotato di una paratoia di intercettazione e regolazione e di uno scarico di fondo. Per minimizzare l’impatto dell’intervento, le superfici a vista dell’opera di presa sono rivestite con pietra locale.


il progetto

[+] sezione dell’opera di presa: 1 pendenza con calcestruzzo aggiunto - 2 scarico con paratoia - 3 chiusino di ispezione - 4 griglia di protezione - 5 condotta DN 700 - 6 tubo DN 100 per aeroforo verso il torrente -7 accesso mezzi

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[+] a sinistra: veduta dell´opera di presa a destra: pianta dell’opera di presa: 1 scivolo per rilascio - 2 griglia - 3 chiusino in ghisa - 4 paratoia per pulizia della vasca di captazione - 5 paratoia per primo sghiaio - 6 paratoia per pulizia vasca sghiaiatrice - 7 paratoia per pulizia vasca dissabbiatrice - 8 scivolo per troppopieno - 9 foro per tubo DN 100

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La condotta forzata La condotta forzata che convoglia le acque del Salzana presenta un diametro di 700 mm, è interrata per una lunghezza totale di circa 2700 metri, e affiora soltanto nel tratto di percorso più a valle, sul versante roccioso che sovrasta la centrale. Essa è realizzata tramite tubazioni in acciaio (tipo Fe 52-2) di 70 cm di diametro e spessore costante (pari a 8 millimetri). Nei punti concavi di minimo sono predisposti degli scarichi per il completo vuotamento della condotta, mentre nei punti convessi di massimo sono posizionati sfiati automatici per lo sfogo dell’aria. In ogni cambio di direzione con angolo superiore ai 10 gradi, sono realizzati blocchi tirantati di ancoraggio. La condotta forzata è verificata per sovrasollecitazioni (colpi di ariete) dovuti a un eventuale improvviso collasso della valvola di chiusura “a palmola”. Nel valutare le sollecitazioni dei carichi sulla condotta è stato considerato un carico stradale di I categoria, poiché questa su alcuni tratti giace al di sotto di strade o prati su cui transitano mezzi agricoli.

[+] a sinistra: veduta della condotta forzata prima dell’interramento a destra: planimetria generale del percorso della condotta forzata 12


il progetto

Opera di presa ta condot forzata

Fiume Salzana

Pizzino

LocalitĂ Convento

San Bartolomeo

con

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ta

for z

ata

Sottochiesa

SR 25

Centrale di Val Taleggio

Centrale Idroelettrica


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Strada Provinciale 25

La centrale La centrale idroelettrica sorge sul sedime di una cava dismessa, lungo la strada provinciale 25 che porta nell’abitato di Taleggio. Essa si compone di tre corpi funzionali: l’edificio di alloggio dei comandi, un pozzo cieco scavato nella roccia, il locale turbine, la galleria di scarico. Il locale comandi L’edificio, che alloggia i quadri di comando e la linea di media tensione, è parzialmente incassato nella montagna. Tale posizione è dettata dalla necessità di garantire integrità strutturale all’ammasso roccioso che incombe 14

sulla centrale, sia durante l’esecuzione delle opere sia in fase di esercizio, fornendo appoggio alle superfici di scorrimento che ne caratterizzano la geometria. Dalle analisi geotecniche svolte dallo studio ERA di Bergamo, infatti, emerge come il versante superiore, dove peraltro è ammorsata la condotta forzata, presenti una struttura rocciosa che non ammette interventi invasivi tali da generare il distacco di fronti di roccia fratturata. Di fronte all’edificio è ricavato uno spazio per il posteggio degli automezzi. Per il resto il sedime è occupato da un’area verde su cui è realizzata, a parziale mascheramento dell’intervento, una banca in terra su cui sono piantate essenze

arboree. Tanto i muri di contenimento che cingono il sedime quanto le superfici a vista della centrale sono rivestiti in pietra locale, quasi a mimetizzare l’intervento sul versante roccioso che lo accoglie. All’interno dell’edificio, la sala comandi è composta da un androne dotato di carroponte, da una cabina dedicata al servizio di distribuzione e da un locale che dà alloggio ai trasformatori. Questo androne è collegato alla quota inferiore della sala turbine attraverso un pozzo scavato all’interno del monte.


il progetto

[+] a sinistra: pianta della centrale: 1 locale trasformatori - 2 pozzo di collegamento alla sala turbine - 3 condotta forzata in parete - 4 locale quadri - 5 cabina di consegna a destra: il prospetto principale della centrale; veduta della sala quadri; il pozzo di collegamento alla sala turbine

Il pozzo Il pozzo presenta un diametro di 4,66 e una profondità di 38 metri. Al suo interno è collocata una scala di servizio in acciaio che permette l’accesso alla sala turbine. Dal punto di vista costruttivo, il pozzo è stato completamente rivestito da uno strato di spritz-beton chiodato e una parete strutturale in calcestruzzo armato; tra i due strati è stato interposto un sistema di captazione delle acque di fuoriuscita costituito da guaine e tubi micro fessurati.

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La sala turbine La sala che accoglie i generatori di energia è un ambiente che si sviluppa su un quadrato dal lato di 13,7 metri e presenta una sezione a volta con altezza di 8,8 metri. Similmente alla sala comandi è dotata di un carroponte, e come il pozzo di collegamento è rivestita da uno strato in spritz-beton e una parete strutturale in calcestruzzo armato.

Le macchine All’interno della centrale alloggiano i due gruppi di produzione. Si tratta di due turbine Pelton ad asse verticale, dotate di ruota calettata a sbalzo sull’estremità dell’albero dell’alternatore. Esse sono alimentate rispettivamente da due e tre getti di acqua, in grado di garantire un buon rendimento con diverse portate - tra i 50 e gli 800 litri al secondo - e il salto costante di circa 273 m garantito dall’impianto. Alle due turbine sono accoppiati dei generatori sincroni di potenza 1400kVA e 750kVA, con tensione 6000 V e 3600 V. Dai terminali dei generatori si staccano due linee in cavo che risalgono entro un cavedio parallelo alla condotta forzata fino alla sala quadri, dove si attestano alla sezione delle apparecchiature di protezione. Qui due trasformatori innalzano e uniformano i livelli di

Turbina Pelton

Turbina Pelton

asse verticale 2 getti

asse verticale 3 getti

Portata massima

270l/sec

500l/sec

Portata minima

30l/sec

30l/sec

Salto netto

271m

271m

Diametro del getto

49mm

54mm

Diametro primitivo ruota

660mm

660mm

D/d

12,1

12,1

Giri di regime

1.000rpm

1.000 rpm

Giri di fuga

1.800rpm

1800 rpm

Larghezza pale (interno)

160mm

175mm

N° pale

21

21

Diametro curva di entrata

DN 250

DN 250

Diametro inizio collettore

DN 400

DN 500

Diametro interno cassa

1.800mm

2.000mm

Potenza turbina

631kW (rend. 0,89)

1.168kW (rend. 0,89)

Potenza utile ai morsetti

628kW (rend. 0,95)

1.110kW (rend. 0,95)

[+] veduta di una delle due turbine

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tensione generati sino alla media tensione di rete (15kV). Questi apparecchi sono installati all’esterno dell’edificio, su appositi stalli. Nel locale macchine sono invece installati i quadri di bassa tensione per la regolazione, l’automazione e il controllo dei gruppi di generazione. Quando l’impianto è in funzione, il naturale effetto camino che si genera tra l’esterno e la sala macchine garantisce che tutte le apparecchiature installate lavorino a temperatura appropriata. Di fatto in sala macchine, a fronte di un calore prodotto pari a circa 86 kW, anche nei mesi più caldi il naturale effetto camino che si innesca tra esterno e interno determina un ricambio d’aria in grado di smaltire fino a quasi 200 kW, mantenendo la temperatura dell’ambiente al di sotto dei 35°C.


L’opera di restituzione Essa è costituta da una galleria in cemento armato interamente scavata all’interno del versante, che permette la restituzione delle acque al Salzana. Si tratta di un cunicolo voltato a botte, in lieve pendenza (3%), largo e alto 2,5 m, lungo circa 40 m. Al suo interno è realizzata una canaletta prefabbricata in calcestruzzo a sezione semicircolare, per il convogliamento delle acque. Tale canale di scarico diparte dal locale turbine alla quota di 589,70 metri e scarica sul torrente Salzana circa 40 metri più a valle. In prossimità della sezione di scarico sono installate una griglia per evitare l’intrusione di personale non autorizzato e una paratoia per la chiusura del canale in occasione di eventi di piena eccezionale.

[+] sezione della centrale: 1 condotta forzata in parete - 2 edificio della centrale - 3 strada provinciale 25 “degli Orridi”- 4 locale quadri - 5 pozzo di collegamento alla sala turbine - 6 sala turbine - 7 tunnel di restituzione delle acque

il progetto

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[+] da sinistra a destra: veduta interna del tunnel dell’opera di restituzione; sezione strutturale del tunnel; veduta interna della paratoia motorizzata di chiusura dello scarico in caso di piena

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02 l’iter autorizzativo un esempio di interazione tra pubblico e privato

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l’iter autorizzativo

Nella realizzazione di un impianto quale questo di Val Taleggio, le difficoltà di ordine burocratico talvolta sopravanzano quelle che riguardano i soli aspetti costruttivi e ingegneristici, arrivando spesso a condizionare l’andamento dei lavori. Nel caso specifico della centrale di Taleggio, la committenza e i progettisti di Sinergo Spa hanno dovuto far fronte ai progressivi aggiornamenti intervenuti nella normativa sulle fonti rinnovabili nell’arco di tempo intercorso dall’avvio dell’iniziativa all’inaugurazione dell’impianto. L’impianto, infatti, è realizzato grazie ad una concessione alla derivazione delle acque ottenuta nel maggio 2008 dalla società Gaia srl. Tale concessione è acquistata nel dicembre 2009 su iniziativa di Enrico Katsulis, presidente della società Katena srl. L’iniziativa, in questa fase, gode degli incentivi introdotti dal

[+] attività di perforazione preparatoria all’inserimento di microcariche per lo scavo del pozzo

Decreto dello Sviluppo Economico circa un anno prima, nel dicembre 2008. Tuttavia, i lavori di costruzione possono avviarsi soltanto nel maggio 2011, dopo che a marzo –dunque a più di un anno dalla richiesta avanzata alla provincia di Bergamo- è rilasciata l’autorizzazione unica per la realizzazione dell’opera. Ma nel settembre 2012, con i lavori di costruzione in pieno svolgimento, un decreto del Ministero introduce una decurtazione del 30% degli incentivi per tutti gli impianti a energia rinnovabile che entrino in esercizio dopo la fine del 2012. Per questa ragione, da questo momento in poi, a causa della prevista decurtazione intervenuta in corso d’opera, inizia una vera e propria corsa contro il tempo per far sì che l’impianto entri in funzione prima del 31 dicembre 2012 e ottenga perciò il massimo degli incentivi. Alle difficoltà che riguardano l’ottenimento

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[+] a sinistra: lavori di disgaggio effettuati da rocciatori specializzati; tracciamento della sezione caratteristica dell’opera di restituzione e del posizionamento delle microcariche per lo scavo; la galleria con finitura al grezzo in spritz-beton a destra: attività di sbancamento generale per la costruzione dell’edicio della centrale

degli incentivi entro la fine del 2012, si affiancano peraltro quelle legate al collegamento alla rete, che deve essere realizzato entro la medesima scadenza dall’ente di distribuzione nazionale – in questo caso Enel. La cosiddetta ‘soluzione tecnica minima garantita’ (STMG) dal servizio di distribuzione per la connessione dell’impianto, prevede un collegamento dall’estensione complessiva di 5 chilometri, il cui tracciato attraversa i comuni di Taleggio, Camerata Cornello e San Giovanni Bianco, e intercetta il tracciato di 3 strade provinciali. Data la complessità della soluzione di connessione prospettata da Enel, e le possibili difficoltà che può incontrare la sua approvazione, la committenza sceglie di scorporare l’iter autorizzativo da quello della 20

centrale. Slegato dal difficile percorso di approvazione del cavidotto, l’iter burocratico per la costruzione della centrale può così procedere più speditamente, permettendo un anticipo sull’avvio dei lavori. Per contro, la committenza si fa carico di tutti i problemi amministrativi e legali legati alla costruzioni del cavidotto, per certi versi più complessi di quelli relativi all’impianto stesso. Essa deve infatti ottenere tutte le autorizzazioni necessarie alla posa del cavidotto, e trasferirle all’ente di distribuzione che è costruttore e proprietario dell’opera. Basti pensare come per giungere all’autorizzazione sia necessaria un’autorizzazione alla posa da parte dei comuni di Taleggio, Giovanni Bianco e Camerata Cornello, del settore per la viabilità della provincia di Bergamo, del Genio Civile, e

tutti gli enti gestori dei sottoservizi, del parco delle Orobie Bergamasche, dei ministeri dei Beni Culturali e dello Sviluppo Economico, dell’Agenzia del Demanio, della Comunità Montana Valle Brembana. Ma non basta: per realizzare il cavidotto è necessario risolvere tutti i passaggi del cavidotto sui terreni di proprietà privata. Infine, ottenuta l’approvazione del progetto di connessione, parallelamente alla costruzione della centrale vera e propria, per rispettare la scadenza tassativa del 31 dicembre 2012 è necessario attuare un continuo controllo dell’operato dell’ente distributore, affinché questi realizzi il collegamento entro la data fissata.


l’iter autorizzativo

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[+] veduta dall’alto del cantiere della sala quadri, in primo piano l’androne principale dotato di carroponte

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l’iter autorizzativo

Le tappe fondamentali dell’iter autorizzativo 2 maggio 2008 Ottenimento della concessione alla derivazione da parte della Società Gaia srl 2 dicembre 2009 Richiesta a ENEL Distribuzione Spa di connessione alla rete con Solutione Tecnica Minima Generale (STMG) 28 dicembre 2009 Voltura della concessione a Katena Srl 18 gennaio 2010 Richiesta di Autorizzazione Unica alla Provincia di Bergamo 23 febbraio 2010 Ricezione della STMG proposta da ENEL Distribuzione Spa 15 aprile 2010 Conferenza di servizi preliminare con richiesta di integrazioni 23 aprile 2010 Richiesta di esclusione dal procedimento della linea di connessione alla rete

10 maggio 2010 Comunicazione a ENEL della scelta del committente di procedere autonomamente ad autorizzazione alla connessione 11 maggio 2010 Consegna delle integrazioni al progetto 31 maggio 2010 Consegna ulteriori integrazioni al progetto 14 settembre 2010 Seconda conferenza di servizi con richiesta di integrazioni 4 febbraio 2011 Consegna integrazioni al progetto 21 marzo 2011 Rilascio del Decreto di Autorizzazione Unica con disposizione del vincolo preordinato di esproprio 17 gennaio 2012 Autorizzazione da parte del Comune di San Giovanni in Bianco alla posa di cavidotti su strade comunali

26 gennaio 2012 Autorizzazione del Comune di Taleggio alla posa di cavidotti su strade comunali 6 febbraio 2012 Richiesta di apposizione di vincolo preordinato di esproprio su cavidotto di connessione 15 febbraio 2012 Autorizzazione del Comune di Camerata Cornello alla posa di cavidotti su strade comunali 14 marzo 2012 Autorizzazione della Provincia di Bergamo alla posa di cavidotti su strade provinciali 5 luglio 2012 Approvazione da parte della Provincia di Bergamo del progetto di connessione 8 ottobre 2012 Ottenimento dell’ultima autorizzazione necessaria costituita dalla servitù per il passaggio del cavidotto su suoli privati 6 dicembre 2012 Entrata in esercizio della centrale.

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03 la realizzazione L’affidabilità di imprese specializzate


la realizzazione

[+] a sinistra: il tunnel di restituzione delle acque in fase di scavo dopo l’esplosione delle microcariche; a destra: il torrente Salzana nel suo alveo naturale prima della realizzazione dell’opera di presa

I lavori per la costruzione dell’impianto idroelettrico di Taleggio iniziano il 2 maggio del 2011. L’obiettivo sin da subito è quello di entrare in produzione entro il 31 dicembre dell’anno successivo. Progettisti e committente decidono di suddividere l’appalto per la realizzazione dell’impianto in due grandi stralci funzionali, il primo riguardante l’opera di presa e la condotta forzata, il secondo inerente l’edificio della centrale. Dopo una trattativa privata avviata con diverse imprese specializzate, i lavori per l’opera di presa e la condotta sono assegnati alle ditte bergamasche Lizzardi e Regazzoni, mentre la realizzazione della centrale è affidata

all’impresa sondriese Edilmuntic. Le opere elettromeccaniche sono invece assegnate all’impresa trentina Tamanini. I lavori iniziano con lo sterro delle aree di intervento. Soprattutto lungo il tracciato della condotta forzata, questa operazione permette alla cittadinanza di osservare sul luogo l’ingombro delle opere, e di concordare talvolta con la committenza un aggiustamento del tracciato. Il contatto con i privati interessati dai lavori accompagna l’intera durata dei lavori, e con la collaborazione del’amministrazione comunale di Taleggio è attuata un’ampia condivisione delle scelte. Dopo gli sterri e la pulizia delle aree interessate

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[+] da sinistra a destra: attività di ispezione di un canale di scarico delle turbine; la griglia dell’opera di presa; estradosso finito dell’opera di presa

dai lavori, le imprese iniziano a lavorare su tre diversi fronti: l’opera di presa, la condotta forzata, l’edificio. La difficoltà principale per la costruzione dell’opera di presa è data dalla necessità di lavorare in alveo a circa 3 metri di profondità dalla linea di thalweg (la linea di profondità massima dell’alveo di un fiume, tracciata interpolando i punti di quota minima nelle sezioni fluviali) per realizzare la vasca disabbiatrice e la vasca di carico. Una difficoltà ulteriore è data dalla circostanza di trovarsi a costruire l’opera di presa al piede di un versante che presenta segni di instabilità superficiale. Tuttavia, essendo il problema noto in fase di progettazione, si sono potute adottare tutte le misure di precauzione necessarie. Le imprese Lizzardi e Regazzoni realizzano un’arginatura provvisionale con il materiale escavato; inoltre il substrato roccioso del torrente è costituito da spessi banchi di limo e argilla compattati, che costituiscono un naturale tappo di fondo, 26

che preserva il cantiere dall’utilizzo di sistemi di impermeabilizzazione e aggottamento dello scavo. Parallelamente, il versante soprastante l’opera di presa è sostenuto mediante uno spesso muro di sostegno, che serve anche da muro perimetrale all’opera di presa. La condotta forzata Per la posa della condotta forzata si è dovuto procedere ad attività di scavo che hanno incontrato talvolta fasi critiche, in cui la presenza di roccia e l’acclività dei versanti hanno complicato le lavorazioni. Lo scavo è stato realizzato con escavatori di grande taglia (400 quintali) ricorrendo a un esteso utilizzo del martello demolitore. È interessante notare come la logistica del cantiere abbia tenuto conto della necessità di procedere parallelamente allo scavo e al trasporto delle 200 verghe di tubazioni in acciaio per la condotta, lasciando al contempo la possibilità di transito ai frontisti lungo il percorso dei lavori.

La condotta forzata è costituita da una tubazione in acciaio Fe 52-2 dello spessore di 8 mm, saldata a filo continuo con catramatura finale del giunto; a seconda della pressione di esercizio sono state eseguire 2 o 3 “passate” di saldatura. Lungo tutto il tracciato della condotta sono stati posizionati 4 sfiati automatici e 4 valvole di scarico, oltre a ben 60 blocchi di ancoraggio di diverse dimensioni. La posa dell’ultimo tratto di 30 metri della condotta forzata è stata particolarmente impegnativa. Infatti, dovendo essere ammorsata al versante, essa è stata montata a terra e varata con un’autogru di grandi dimensioni, e rocciatori specializzati che ne hanno curato la posa sulle selle di appoggio predisposte sul sedime. In questo ultimo tratto la condotta è dotata di un giunto di dilatazione che la seziona: trovandosi a cielo aperto, infatti, essa è sottoposta a forti dilatazioni termiche (FOTO).


la realizzazione

[+] attività di scavo, trasporto e posa in opera delle tubazioni

Lo scavo del pozzo e della galleria di scarico in corrispondenza del fabbricato centrale sono stati eseguiti mediante l’utilizzo di micro cariche, che hanno permesso la rimozione di strati successivi dello spessore di circa 2 m l’uno; tale metodologia è sembrata la più idonea, anche considerata la conformazione a facies di roccia tenera di cui è costituito il versante. Con questo metodo, ciascuno strato è disgregato tramite il posizionamento e l’esplosione di una serie di microcariche. A seguito dell’esplosione il concio è rimosso con le cosiddette operazioni di smarino, eseguite

con un piccolo escavatore calato all’interno del pozzo e della galleria. Per lo smarino dei detriti della galleria di scarico, è stata realizzata una teleferica ad hoc che è servita anche per il trasporto del calcestruzzo da fondo valle. Per realizzare i pilastri di questa teleferica provvisionale, si è reso necessario l’utilizzo di un elicottero le cui operazioni di manovra sono risultate piuttosto delicate data la vicinanza della parete alla zona di lavoro e dato il punto particolarmente stretto della valle. Il pozzo è stato rinforzato mediante chiodatura e rivestimento in spritz-beton, e

impermeabilizzato con un foglio in polietilene che scarica nel fondo del pozzo su apposite tubazioni drenanti. Per eseguire lo scavo della galleria in piene condizioni di sicurezza si è stabilito in corso d’opera l’utilizzo di centine poste ad interasse di un metro e mezzo. La fase dei getti in calcestruzzo del locale macchine in caverna è stata particolarmente difficile dato lo scarso spazio a disposizione e le difficoltà di approvvigionamento del calcestruzzo stesso: per evitare i rischi derivanti dal pompaggio del materiale con un dislivello negativo di 40 metri, si è deciso di procedere da fondo valle con il

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trasporto del calcestruzzo su teleferica e il suo successivo pompaggio con dislivello positivo. Particolari attenzioni si sono prestate al ripristino finale delle aree interessate dai lavori, mediante l’esecuzione di palificate in legno a semplice parete, scogliere in massi, sistemazioni a prato e piantumazioni di essenze vegetali autoctone.

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la realizzazione

[+] a sinistra: fuochino all’opera nell’inserimento di micromine all’intero della sala turbine a destra: veduta d’insieme della centrale

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OPERA DI PRESA

il fiume Salzana

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la realizzazione

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IL FABBRICATO CENTRALE

il grande pozzo

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la realizzazione

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la realizzazione

IL FABBRICATO CENTRALE

le due turbine

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la realizzazione

la galleria di scarico Centrale Idroelettrica


04 i numeri 860,50 m slm

63 l/s

588,00 m slm

995.22 Kw

Quota di presa

Quota di restituzione

589,70 m slm Quota turbina

272,6 m

Salto DH (860,60 – 588,00)

270,9 m

Salto Reale DH (860,60 – 589,70)

375 l/s

Portata media di concessione

690 l/s

Portata massima di concessione

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DMV

Potenza media di concessione


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05 i protagonisti Il committente

Katena srl Katena è una società di recente fondazione, nata con l’obbiettivo di investire nelle energie rinnovabili, in particolare nell’idroelettrico. La centrale “Madonna di Salzana” - così l’abbiamo chiamata tra noi sin dall’inizio - è stato il nostro primo traguardo in questo settore. L’iniziativa è partita nel 2008 con l’acquisizione della concessione di derivazione, da lì è partita la costituzione della squadra di lavoro, che ha condotto in 4 anni all’avviamento delle turbine. Lo staff della società, composta da me e Alberto Santolin, ha fin da subito cercato le collaborazioni più qualificate presenti sul mercato, poiché il lavoro da eseguire era impegnativo sia dal punto di vista amministrativoburocratico sia da quello tecnico. La collaborazione tra una squadra giovane e società di grande esperienza ha condotto a questo eccellente risultato. Dal punto di vista del rapporto con i soggetti pubblici, il fattivo dialogo instaurato da Katena con le amministrazioni provinciale e comunale, con la comunità montana e con la cittadinanza di Taleggio, dimostra come sia possibile costruire qualcosa di importante, con ricadute positive per tutti anche in un contesto dove le risorse sono limitate. In particolare, la collaborazione col Comune di Taleggio ha portato molti benefici alla comunità, con la realizzazione di mitigazioni ambientali importanti e donazioni concrete a sostengo della comunità. Ci auguriamo che iniziative come queste siano di esempio per future collaborazioni tra soggetti pubblici e privati. Il presidente dott. Enrico Katsulis

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Enrico, un pomeriggio di primavera del 2008, mi chiamò per chiedermi una valutazione sulla centrale idroelettrica di Taleggio. Fin da subito rimasi colpito dalla complessità dell’impianto. Condotta molto lunga, opera di presa inaccessibile, scavo della centrale profondo e con enormi dubbi sulla fattibilità, galleria di scarico lunga e molto costosa. L’impianto non era sicuramente tra i più appetibili sul mercato. Dopo aver studiato la documentazione, scoprimmo che diversi imprenditori avevano analizzato e scartato l’idea di costruirlo. Temevano infatti le evidenti difficoltà tecniche della costruzione e i connessi rischi economici, anche a fronte della scarsa esperienza che si ha di centrali come questa. Dopo una attenta analisi, e qualche notte insonne, Enrico decise di acquisire l’iniziativa. Ricordo quando al telefono dopo la decisione finale gli chiesi: “Enrico, siamo pronti ad affrontare uno dei lavori più complessi che ci siano mai capitati? Ci vorranno 4 anni per arrivare in fondo, e le difficoltà saranno incredibili, potremmo addirittura pentircene! Anche se confidiamo di farcela, siamo davvero pronti?”. Enrico mi rispose “Si!”. Avevamo entrambi meno di 30 anni. L’obbiettivo era costruire un’opera che durasse nel tempo e producesse energia pulita nel rispetto della comunità locale, delle norme e delle mille leggi che soffocano iniziative come questa. Dopo un anno di funzionamento continuo delle turbine, direi che l’obbiettivo è raggiunto. La centrale è aperta a chi voglia vedere con i propri occhi e toccare con le proprie mani, come si costruisce una piccola grande opera di ingegneria. ing. Alberto Santolin


i protagonisti

Il progettista

Sinergo SpA

Le imprese appaltatrici Opera di presa e posa della condotta forzata

Fabbricato centrale

Lizzardi Vittorio Srl

Edilmuntic Srl

via Ca’ Bembo 152 - 30030 - Martellago (VE)

via S.Bortolomeo 25 - 24020 - Boario al Gromo(BG)

Sinergo è una società attiva in tutti i campi dell’ingegneria per le costruzioni. I servizi offerti interessano tanto il campo dell’edilizia civile quanto quello delle infrastrutture, delle costruzioni industriali e delle tecnologie per la produzione di energia. L’organizzazione raggiunta, la dimensione dell’organico e l’esperienza maturata nei decenni, fanno di Sinergo un partner ideale per la gestione di progetti complessi. La nostra azienda è in grado di concentrare in un unico momento progettuale l’analisi delle strutture e delle finiture architettoniche, degli impianti elettrici e termotecnici, della gestione del cantiere.

L’impresa opera dal 1972 e ha sede a Gromo (BG). Lavora su committenza sia pubblica sia privata, occupandosi di edilizia, costruzione di strade, opere di scavo, realizzazione di acquedotti, opere di irrigazione ed evacuazione, opere di regimazione idraulica e bonifica, impianti per la produzione di energia elettrica, opere strutturali speciali.

Direttore tecnico e fochino - Dino Gusmeroli

Regazzoni Antonio Costruzioni Srl

Direzione dei lavori - ing. Alessandro Checchin

Via Roma 101- 24010 - Olmo al Brembo (BG)

Direzione operativa - ing. Antonio Vecchiato

L’impresa Regazzoni Antonio Costruzioni Srl opera dal 1956, e fa capo all’omonima famiglia assieme alla più piccola società Strade Scavi Nord Srl. Le sedi legale e operativa delle due società si trovano in provincia di Bergamo, rispettivamente a Piazza Brembana e Olmo al Brembo. Nel corso della sua attività decennale, l’impresa ha potuto lavorare su committenza sia privata sia pubblica, in particolare per la Regione Lombardia (Struttura Sviluppo del Territorio), per il Magistrato per il Po di Parma, della Provincia di Bergamo, della Comunità Montana di Valle Brembana. A Olmo al Brembo si trovano gli uffici amministrativi, gli impianti di frantumazione e produzione di inerti, l’impianto di confezionamento del calcestruzzo. L’attività cantieristica è svolta principalmente nel nord Italia, in ambito provinciale, regionale e interregionale.

Indagini geotecniche Studio ERA via Promessi Sposi 24b - 24127 - Bergamo dott. Umberto Locati - umberto.locati@era.it ERA fornisce un’ampia gamma di servizi basati sulle continue innovazioni che interessano la geologia applicata, l’assistenza alla progettazione, e tutte le attività per lo sfruttamento delle fonti rinnovabili (redazione di studi di impatto ambientale, studi di incidenza e monitoraggi ambientali pre- e post-realizzazione). I servizi forniti accompagnano sia le iniziali fasi di concezione di un impianto - in presenza dunque di molteplici vincoli antropici, normativi, naturali, a fronte di una sempre minore disponibilità di aree idonee - sia la progettazione e il conseguimento di concessioni o autorizzazioni, sia infine le attività di realizzazione ed esercizio dell’opera.

L’impresa Edilmuntic Srl ha sede a Cosio Valtellino, in provincia di Sondrio, ed è stata costituita nel 1994 grazie al subentro ad un’omonima impresa già esistente dal 1977. Si occupa tanto di edifici civili e industriali quanto di strade e ponti, opere idrauliche e di difesa del suolo, gallerie e pozzi. Negli anni ha potuto operare su committenza sia pubblica sia privata, principalmente nell’Italia settentrionale. Legale rappresentante e ufficio acquisti - Anna Bulanti

Progetto definitivo ed esecutivo - ing. Luigi Muffato ing. Antonio Vecchiato - geom. Marco Fardin - geom. Enrico Cossalter

Coordinamento per la sicurezza - ing. Stefano Muffato

Via Quadrobbio 37 - 23013 Regoledo di Cosio Valtellino (SO)

Direttore Tecnico di cantiere - Giorgio Gusmeroli Operai specializzati - Gelmino Bulanti, Sandro Bulanti, Fausto Bulanti, Marco Bulanti, Dong Guangmin, Li Shengguo

Opere elettromeccaniche

Tamanini Hydro Srl Salita ai Dossi 5 - 38123 Mattarello - Trento - Italy Tamanini Hydro è una società che si occupa della progettazione, produzione e installazione di turbine idrauliche e impianti idroelettrici. Le macchine e le apparecchiature sono interamente progettate e costruite nello stabilimento di Trento, in funzione delle caratteristiche idrauliche dell’impianto cui sono destinate. Fondata più di 100 anni fa come azienda metalmeccanica, alla fine degli anni cinquanta Tamanini approda nel mercato delle centrali idroelettriche attraverso lo studio di prototipi di piccole turbine idrauliche. A partire dal 1965 ha inizio un processo produttivo che porta alla realizzazione e installazione di oltre 200 impianti idroelettrici in Italia e all’estero.

Centrale Idroelettrica


centrale idroelettrica di Val Taleggio Ideazione e concept grafico Andrea Frattin - Sinergo SpA Fabio Dante Testi Alberto Muffato - Sinergo SpA Antonio Vecchiato - Sinergo SpA


Centrale Idroelettrica


elettrostudio group

il presente volume è stato realizzato e stampato a cura di Sinergo SpA in occasione dell’inaugurazione della centrale idroelettrica di Val Taleggio


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