Riflettori su... MAGAZINE DI CULTURA E SPETTACOLO DIRETTO DA SILVIA AROSIO
Anno I - N. 03 Dicembre 2019 Seguici sui social Riflettori su...
INTERVISTA A
o r p e n i G n a i t s i r h C
CAFÈ VINCENT
La commedia musicale sulla vita di Van Gogh
WE WILL ROCK YOU
Scaramouche e Galileo tornano a ritmo di rock
A CHRISTMAS CAROL Lo spirito del Natale
BENVENUTI NEL MONDO DI WILLY WONKA E DELLA FABBRICA DI CIOCCOLATO!
INTERVISTE●ANTICIPAZIONI●CASTING●PERSONAGGI●TOURNÉE●LIBRI
SOMMARIO WE WILL ROCK YOU
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CHARLIE E LA FABBRICA DI CIOCCOLATO
GREASE
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MARY POPPINS
Riflettori su...
MAGAZINE DI CULTURA E SPETTACOLO Anno 1 - Numero 3 - Dicembre 2019 • Supplemento alla testata www.silviaarosio.com (Reg. al Tribunale di Milano n°249 del 21/11/2019) • Direttore Responsabile: Silvia Arosio • Art Director, Grafica & Impaginazione: Daniele Colzani • Hanno collaborato: Barbara Delponte - Paola Neri - Antonello Risati Accademia Ucraina di Balletto - Barley Arts - BGC Presse - Compagnia dell'alba - Compagnia della Rancia - Ouverture Produzioni - Parole & Dintorni - PeepArrow Entertainment - Rocchina Ceglia Ufficio stampa Comunicazione e Promozione - Ufficio Stampa Signorelli - Verba Volant - Walters produzioni - Wec.group • Contatti: silvia.arosio@gmail.com
Edizione Digitale: www.issuu.com/riflettorisu
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LA PICCOLA BOTTEGA DEGLI ORRORI
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Facebook Riflettorisu
A CHRISTMAS CAROL
Il magazine Riflettori su... è stampato su prodotti certificati FSC e PEFC
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SOMMARIO BERNADETTE DI LOURDES
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CAFÈ VINCENT
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BAZ
I MITI DEL ROCK IL BARBIERE DI SIVIGLIA
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A CAPODANNO TUTTI DA ME
SCHOOL OF ROCK 4
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ACCADEMIA UCRAINA DI BALLETTO e ancora...
42 - IL DOPPIATORE 44 - VOCAL COACH 46 - LA LIBRERIA 48 - ARTIST COACH 52 - LO SCENOGRAFO 60 - EVENTI 62 - SERIE TV 64 - MUSICA 70 - ANDAR PER MUSEI
LA VOCE DEL DIRETTORE
L a ' lbero di Natale come metafora del musical
OGNI ELEMENTO CHE LO ARRICCHISCE HA UN PROPRIO SIGNIFICATO CHE VALE LA PENA DI SCOPRIRE INSIEME...
I
l Natale quando arriva, arriva - recitava una famosa pubblicità. Così come Capodanno, Pasqua, o il compleanno. Non importa se abbiamo trascorso un anno bello o brutto, se siamo felici o tristi, se abbiamo disponibilità finanziarie o no. Se gongoliamo nel vedere i parenti o no. La classica alternativa per bypassare lo spleen natalizio, per chi ne soffre, o per aprire il cuore e la mente, lasciandoci stupire al di fuori delle mura domestiche, è il cinema. O il teatro. Perché, si sa: regalare la classica “poltrona” a teatro, fa bene a tutti, a chi riceve il regalo, in primis, ma anche a chi nel teatro ci lavora, magari per le feste. Avete mai pensato che
uno spettacolo, un musical ad esempio, può essere rappresentato da un albero di Natale? Immaginate con me. Alla base, i rami più numerosi, frondosi e verdi, sono l’ensemble: senza il corpo di ballo, che spesso funge anche da chorus greco, senza il quale l’albero risulterebbe monco. Risalendo sul cono, troviamo rami via vi più piccoli, con i ruoli, i comprimari e in cima, il protagonista assoluto. Ma può bastare un albero composto solo di rami verdi per Natale? Ed allora aggiungiamo le palline, tutto ciò che lo arricchisce, dai creativi, alla regia, allo staff tecnico, i costumisti, gli scenografi: ninnoli preziosi, di vetro o ceramica, che quando scuoti l’albero, tintinnano tra loro, creando la colona sonora. Ma cosa sarebbe un albero natalizio senza le luci? Ed allora illuminiamolo al meglio e la prossima volta, a teatro, notiamo anche quei “riflettori su” che spesso il pubblico non nota, ma che sono parte integrante di uno spettacolo, sottolineandolo e valorizzandolo. Infine, avvolgiamo tutto con delle ghirlande dorate o argentate, che tengono insieme tutto, magari non strettamente necessarie per alcuni, ma fondamentali per definire il lavoro artistico, cioè coloro che fanno da tramite con l’esterno e che, occupandosi di comunicazione, rendono ancora più
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visibile tutto quello che ci sta dentro. Cosa manca? Cosa può completare il nostro albero teatral-natalizio? Chiaramente, i pacchettini sotto: tutti diversi, colorati, che si affollano alla base del tronco e che rappresentano il pubblico, senza il quale l’albero sarebbe un bell’oggetto decorativo, ma inutile. E solo quando tutte queste parti saranno in armonia, la stella in cima si accenderà, portando gioia intorno, come uno spettacolo a teatro può fare per la sua città. E quindi, festeggiate il Natale a teatro. E festeggiamolo insieme per tutto l’anno. Tutta la redazione di Riflettori su vi augura splendide feste luminose ed un anno nuovo spettacolare, tanto bello che nessuna critica potrebbe scalfirlo. Auguri! • RS
Silvia Arosio
INTERVISTA
Willy Wonka e il regno dell i ' mmaginazione
CHRISTIAN GINEPRO RACCONTA LA NASCITA DEL MUSICAL PIÙ ATTESO (E GOLOSO) DELL'ANNO...
H
a ufficialmente aperto a Milano Charlie e la fabbrica di cioccolato, il musical basato sul romanzo di Roald Dahl. Il capoluogo lombardo come Londra: sarà infatti l’unica città italiana a ospitare lo spettacolo che resterà alla Cattedrale della Fabbrica del Vapore almeno fino ad aprile. Oltre due ore di spettacolo, con musica dal vivo eseguita da 18 musicisti diretti dal Maestro Giovan-
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ni Maria Lori, coreografie curate da Gillian Bruce, effetti speciali e costumi di scena accattivanti, oltre a scenografie sontuose. Nel ruolo principale di Willy Wonka ci sarà Christian Ginepro, attore poliedrico e trasversale, capace di dividersi tra cinema, televisione e teatro, con alle spalle più di vent’anni di carriera. LA NOSTRA INTERVISTA Christian, che grande soddisfazione! Io mi ricordo di te tanti anni fa in Sette Spose per sette fratelli, con il meraviglioso Manuel Frattini, ma in realtà la tua carriera è cominciata qualche mese prima con A Chorus Line... In effetti, il mio desiderio era quello di partecipare al casting di Sette spose, ma non avevo mai fatto un provino in vita mia: decisi quindi di fare prima l’audizione di A Chorus Line... e mi presero! Da allora sono passati 21 anni…Che tipo di performer eri e come sei diventato, attraverso tutti gli spettacoli che hai fatto nel tempo? Per me, sono state due le chiavi di volta. Innanzitutto, il passaggio da Sette spose a l l a
prosa, con Proietti o Gianluca Guidi, solo per citarne un paio... E lì ho capito che prima di quel momento non stavo facendo l’attore, ma stavo “recitando”. E poi, il punto di svolta vero è stato nel 2010. Sai, il cast di un musical è una piramide che ha per base l’ensemble fino ad arrivare ai pochi protagonisti in cima. Mi resi conto in quel periodo che non mi bastava accontentarmi di ruoli minori: in tal modo ho avuto meno possibilità di andare in scena. Decisi così, di tentare la macchina di stare davanti ad una macchina da presa e mi dedicai allo studio del metodo Stanislavskij - Strasberg: sono dieci anni, infatti, che studio con Francesca de Sapio (attrice ad esempio de Il Padrino), alla Duse International, cosa che mi ha portato ad una maturazione incredibile. In più, sono passati 21 anni e sono cambiato tanto, grazie alla mia volontà di studiare tanto, sebbene lavorassi. In effetti, forse ho fatto più fiction che musical: siamo a una ventina tra cinema e fiction e una dozzina di musical. Oggi, sono in Rocco Schiavone, molto amato dal pubblico, come agente D’Intino, il classico ruolo dove ti fermano per strada. Ma ho fatto anche Don Matteo, Che Dio ci aiuti, L’Isola, Sirene ecc. In televisione devi essere natu-
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il teaser di Charlie e la fabbrica di cioccolato
rale al 100%, altrimenti non sei credibile. Portare questa esperienza in teatro mi è servito tanto. Arriviamo a Willy Wonka. Quanti provini hai fatto per arrivare a questo ruolo? Ho fatto un solo provino, su due giorni, e mi comunicarono il giorno stesso che mi avevano preso. Sapevo che Federico Bellone era molto intenzionato ad avermi, ma voleva che passassi per un provino, perché anche gli americani volevano vedermi. Quando ho saputo che c’erano questo casting, ho voluto fortemente farlo, per i temi che il personaggio si porta dietro; inoltre, avevo già lavorato con Federico per A qualcuno piace caldo e West Side Story e mi fidavo del suo lavoro. Anche se, in realtà, mi ha spinto molto mia moglie Viola, perché io stando a Roma, con un bimbo di 4 anni, avevo qualche perplessità sul fare 6 mesi a Milano! Come ho detto lo scorso mese, parlando con Giuseppe Verzicco, mai fare i paragoni con i nomi importanti che han-
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no dato lustro ai musical cult… ma hai preso qualcosa da i due Willy Wonka del cinema? Ma certo… Assolutamente Gene Wilder! Il secondo film è stata una bellissima operazione commerciale, con grandi effetti speciali, ma molto lontano sia dal libro che dalla prima versione. Anche vedendo gli schizzi di Ronald Dahl di Willy Wonka non è assolutamente simile a quell’idolo che è Johnny Deep. Quindi, se vuoi sapere a chi mi sono ispirato ti dico: Il prete di campagna quando fa Messa dice le stesse parole del Papa, però pensa a Dio e non al Papa… E quindi come hai costruito il tuo Willy? Mi sono subito chiesto come mai il personaggio si fosse chiuso per 40 anni in una Fabbrica perché si è sentito tradito? Mi sembra una reazione esagerata, una over reaction! Di solito, si reagisce in questo modo quando ci sono delle ferite nell’infanzia e la ferità secondo me più grossa è proprio quella del tradimento della fanciullezza: noi veniamo traditi co-
© PhotoJù Giulia Marangoni
di Silvia Arosio
© PhotoJù Giulia Marangoni
Da sin.: Nick Lloyd Webber e James D. Reid
stantemente ed è normale. Può avvenire in maniera oggettiva – la morte di un genitore o una separazione - oppure anche in maniera soggettiva, quando ci siamo creati in un mondo che poi si scontra con la diversità della realtà. Da qui nasce il dolore e se non siamo capaci di esprimerlo, diventiamo gli adulti chiusi e bloccati nella creatività. Inoltre, ho pensato subito all’adolescenza, che per me può essere paragonata ad una casa in fiamme: un adulto piò IL VIDEO riuscire a prendere le scale ed andarsene, ma un bambino rischia di lasciarci le penne. Ma se un adulto, riesce a prendere il bambino in braccio, si salvano tutti e due. Ecco, io credo che Willy Wonka sia riuscito a portarsi in braccio, nonostante le ferite delle fiamme dell’adolescenza, il bambino che era in sé e portarlo nell’età adulta. Tu conoscevi già Federico Bellone: che cosa ti ha chiesto qui, in particolare?
Innanzitutto, di collaborare alla scrittura del copione, cosa che in effetti era già avvenuta in precedenti spettacoli: se posso vantarmi, alcune mie battute di A qualcuno piace caldo, in questo momento sono in Inghilterra, nella versione inglese. Quindi, d’accordo con Franco Travaglio, sono stato chiamato a collaborare al testo, anche a parti degli altri attori. E, soprattutto, mi ha chiesto di espormi tanto dal punto di vista del dolore e non soltanto dello show; per me, lì davvero il Regista… Federico, poi, qui è anche scenografo ed ha tante cose da fare. Addirittura, mi ha chiesto in alcune canzoni di cantarle il meno possibile, perché voleva che uscisse la parte più vulnerabile e fragile di quest’uomo, per fare arrivare al pubblico la giostra non solo esteriore ma anche interiore. Tuo figlio ha visto lo show? Per ora, ha visto solo qualche prova. Tieni conto che per lui, che ha 4 anni, tutti i papà sono
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attori, cantanti e ballerini. Mi vede fare questo da quando è nato Il bambino è nella magia. Quando lui mi vede volare in un ascensore di cristallo, per lui è normale... Forse ora, vorrebbe però che quell’ascensore volasse fino a Roma. Perché Charlie e la fabbrica
I PROTAGONISTI • CHRISTIAN GINEPRO Willy Wonka
• GREGORIO JEESEE CATTANEO / ALESSANDRO NOTARI ALBERTO SALVE Charlie Bucket • GIPETO Nonno Joe • SIMONA SAMARELLI Mrs. Bucket • LISA ANGELILLO Mrs. Tivù • RUSSELL RUSSELL Mr. Beauregarde • FABRIZIO CORUCCI Mr. Disalev • STELLA PECOLLO Mrs. Glup • DAVIDE MARCHESE Augustus Glup • MARTA MELCHIORRE Veruca Disalev • MICHELLE PERERA Violetta Beauregarde • SIMONE RAGOZZINO Mike Tivù
© PhotoJù Giulia Marangoni
di cioccolato va visto non solo dai bambini, ma da ogni categoria di pubblico? È uno spettacolo per quelle persone che hanno portato il bambino con sé nelle fiamme dell’adolescenza, ma anche per quelle persone che lo vogliano ritrovare. D’altronde, chiunque apra un libro, vada a teatro o in un museo, sta usando quella parte infantile, quella che si vuole fare stupire. Io voglio proprio ringraziare non solo Federico, ma anche Moira Piazza, Andrea Agostini e la Wizard per avere puntato su di me e per avere messo in piedi uno spettacolo così’ grosso, da 2 milioni e settecentomila euro, fermo a Milano per 6 mesi, con orchestra dal vivo. Il pubblico verrà appagato molto dal punto di vista dell’occhio ma
anche del cuore. C’è una frase che ho scritto per il copione che dice: “Stringi i denti, sembrerà un sorriso” e mi fa piacere sentire i genitori che mi dicono: “Sai, stamattina mio figlio non voleva andare a scuola e io gli ho detto quella frase”. Quando il pubblico esce e si porta via una parte dello spettacolo, abbiamo vinto. In conclusione? Lasciamo dire che io sono molto felice di fare questo spettacolo, perché io sono protagonista tra protagonisti. Voglio citare tutto il cast: Jeesee (Gregorio Cattaneo) /Alberto Salve / Alessandro Notari (Charlie Bucket), gipeto (nonno Joe), Simona Samarelli (Mrs. Bucket), Lisa Angelillo (Sig. ra Tv), Russell Russell (Sig. Eugene Beauregarde), Fabrizio Corucci (Sig. Oleg Disalev), Stella Pecollo (Sig.ra Glup), Annamaria Schiattarella (nonna Georgina e regista residente), Roberto Colombo (nonno George), Marta Melchiorre (Veruca Disalev), Davide Marchese (Augustus Glup), Michelle Perera (Violetta Beauregarde), Simone Ragozzino (Mike Tv), Donato Altomare (Jerry), Rossella Contu (Cherry),
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Robert Ediogu (Sig. ra Green), oltre ai membri dell’ensemble Andrea Spata (capoballetto), Federica Laganà, Mary La Targia, Pietro Mattarelli, Antonio Orler, Manuel Primerano e Monica Ruggeri e agli swing Emanuela Fiore, Nicolina Iandico, Davide Tagliento e Roberto Torri. Qui ci sono persone che altrove sarebbero protagoniste. Ed io ne sono davvero onorato. LA TRAMA Il musical La Fabbrica di Cioccolato (tratto dal romanzo di Roald Dahl, che ha ispirato le versioni cinematografiche del 1971 con Gene Wilder e del 2005 di Tim Burton con Johnny Depp), racconta la storia di
LO SAPEVATE CHE...
Charlie Bucket, bambino dalle scarse possibilità economiche che vive con la propria famiglia, composta dalla madre, la Signora Bucket e i quattro nonni (nonno Joe, nonna Josephina, nonna Georgina e nonno George) in una piccola roulotte vicino alla famosa fabbrica di Willy Wonka, il più grande imprenditore di cioccolato e dolci che da anni ha chiuso le porte al mondo continuando a produrre dolci in modo misterioso. Charlie percorre ogni giorno la stessa strada da quando un negozio di dolciumi con rivendite Wonka piomba magicamente in città, dove si intrattiene spesso a parlare con il proprietario, tipo stravagante e stralunato. Lungo la strada incontra più volte la Signora Green da cui acquista la verdura per la famiglia, unica cena che possono permettersi.
Un giorno, inaspettatamente, il signor Wonka indice un concorso: cinque bambini avranno la possibilità di entrare a visitare la sua fabbrica insieme a lui e ad un accompagnatore se riusciranno a trovare i cinque biglietti d’oro nascosti in normali confezioni di cioccolato distribuiti in tutto il mondo. Uno solo di loro avrà poi la possibilità di vincere una scorta di dolci a vita! I primi vincitori annunciati sono: Augustus Glup, un bambino tedesco ingordo e ghiotto che sarà accompagnato dalla frizzante mamma, la signora Glup; Veruca Disalev, una
LA RECENSIONE
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• Le tavolette di cioccolato Wonka esistono davvero. La The Willy Wonka Candy Company è infatti un vero marchio di dolciumi avviato in seguito all'uscita del film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato del 1971. Attualmente è di proprietà della multinazionale Ferrero. • Nelle prime versioni del libro di Roald Dahl i biglietti d'oro avrebbero dovuto essere sette, non cinque. Un bambino che Dahl tagliò dal libro si chiamava Marvin Prugna molto vanitoso. Un'altra bambina tagliata invece faceva sempre i suoi comodi e si chiamava Miranda Mary Spinosa. • Inizialmente la storia sarebbe dovuta finire con Charlie che diventava il proprietario di un gigantesco negozio di cioccolato fuori città. ricca e viziata bambina russa, accompagnata dal padre-imprenditore Oleg Disalev; Violetta Beauregarde, una bambina americana, vanitosa ed eccentrica, accompagnata dal padre-manager Eugene Beauregarde e Mike Tivù, ragazzino americano tele-dipendente, accompagnato dall’apprensiva madre, la signora Tivù. Charlie nutre la speranza di poter vincere un biglietto grazie alla tavoletta di cioccolato Wonka che riceve ogni anno per il suo compleanno, ma le sue aspettative falliscono miseramente. Inaspettatamente, però, con dei soldi trovati per “pura fortuna” decide di acquistare un’altra tavoletta in cui trova il tanto desiderato biglietto. Durante la visita alla fabbrica quattro ragazzini su cinque perderanno la competizione cedendo ai loro vizi e solo uno di loro arriverà alla fine del percorso vincendo un premio molto più grande e misterioso di quello promesso da Wonka... • RS
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D OCENTI SIMON LEE CHRISTINE GRIMANDI 14 - 22 DICEMBRE BERTINORO (FC) DATE IN VIA DI DEFINIZIONE
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MUSICAL
We Will Rock You
nel segno di
Martha Rossi
BARLEY ARTS RIPORTA SUL PALCO LE VICENDE DI GALILEO E SCARAMOUCHE
N
ell’aprile 2019, dopo un tour di grande successo di pubblico e critica, che ha registrato circa 65.000 spettatori paganti nelle 56 repliche che hanno toccato da nord a sud le principali città italiane, si è conclusa la prima stagione teatrale di We Will Rock You, lo spettacolo con le canzoni dei Queen. Le vicende di Galileo e Scaramouche hanno appassionato a ritmo di rock platee animate da giovani e meno giovani che hanno condiviso con i protagonisti, tra emozioni e risate, il racconto di una speranza, del potere salvifico del rock and roll, della condivisione e del diritto di poter esprimere se stessi. Per questa nuova stagione del musical (che Barley Arts prolungherà per tutto il 2020), il cast, composto da talentuosi cantanti-attori, ha due nuovi protagonisti. Scaramouche sarà Martha Rossi che nel 2009 in occasione della prima edizione italiana di We Will Rock You, venne scelta e voluta, per questo ruolo da Brian May in persona. Brian May non è stato l’unico a notare le strepitose doti canore di Martha: anche Edoardo Bennato la volle per interpretare il ruolo di Wendy in Peter Pan il Musical, ruolo che ha mantenuto per ben 10 anni, riscuotendo grandissimo successo ottenendo numerosi riconoscimenti, tra cui, nell’estate 2019, il Premio Persefone come “Miglior Attrice di Musical” proprio per “Pe-
ter Pan”. Galileo avrà il volto e la voce di Luca Marconi. Performer a tutto tondo, cantante, songwriter, musicista e attore. Tra i numerosi progetti, Notre Dame de Pari” di Riccardo Cocciante (è nel cast dal 2011 al 2017 per tour nazionali e internazionali), nello show rock sinfonico Queen at the Opera, in Mimì è una civetta, (riadattamento in chiave moderna
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della Bohème), dove interpreta Rodolfo e in Otello - l’ultimo bacio. Del cast dello scorso anno si vanta la conferma di Valentina Ferrari nel ruolo di Killer Queen, di Paolo Barillari nel ruolo del comandante Khashoggi, di Claudio Zanelli nei panni di Brit, di Loredana Fadda nelle vesti di Oz e di Massimiliano Colonna interprete di Pop.
Pubbliredazionale
LA VOCE DEI PROTAGONISTI Abbiamo intervistato Martha Rossi e alcuni dei protagonisti (anche dietrole quinte) di We will rock you. MARTHA ROSSI (SCARAMOUCHE): Scaramouche è di nuovo Martha Rossi che nel 2009, in occasione della prima edizione italiana di We Will Rock You, venne scelta e voluta per questo ruolo da Brian May in persona. Martha, dopo diversi anni come Wendy in Peter Pan, torni a questo spettacolo. Com’è stato il ritorno? Mi ha chiamato direttamente Claudio Trotta per rivedermi e per fortuna, non sono invecchiata. Per me è stata una grande gioia, perché questo è uno degli spettacoli che amo di più e vederlo “cresciuto” mi inorgoglisce particolarmente: quest’anno, rispetto al 2009, il messaggio che lanciamo arriva ancora più forte. Per un’artista e una cantante come me, è gratificante poter difendere la musica ed alcuni valori che stanno scomparendo. We will rock you non è uno spettacolo sui Queen, ma un musical di denuncia, chiaramen-
te con una musica rock di grande impatto… In effetti, già ho visto l’anno scorso che è stata maggiormente curata la parte di prosa dello spettacolo… Sì, ed ancora di più quest’anno, perché la regista, Michaela Berlini, è molto puntigliosa ed esigente. Quindi, ricordiamo il messaggio veicolato dallo show… E’ un messaggio chiaro. Rispetto al 2009, ancora di più oggi, affermiamo fortemente che il futuro si può cambiare, perché il futuro siamo noi. Parliamo spesso nello spettacolo parliamo di musica di “m…a”, che è quella musica spazzatura che sentiamo oggi alla tv o alla radio, musica senz’anima, e che in realtà può essere soppiantata di nuovo da quella di un tempo, il rock vero. Ci accorgiamo dal pubblico che si alza in piedi sulle sedie, presa dall’entusiasmo. Com’è cambiata la tua Scaramouche? E’ totalmente diversa. Quella del 2009, era un po’ Sbrirulino della Mondaini. Questa volta, è più riflessivo ed introspettivo. Ci sono addirittura dei dia-
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I PROTAGONISTI SCARAMOUCHE: Martha Rossi GALILEO: Luca Marconi KILLER QUEEN: Valentina Ferrari KHASHOGGI: Paolo Barillari BRIT: Claudio Zanelli OZ: Loredana Fadda POP: Massimiliano Colonna ENEMBLE: Giovanni Abbracciavento, Beatrice Berdini, Paolo Ciferri, Anna Foria, Alessandra Gregori, Martina Pezzoli, Gianluca Pilla e Marco Stella.
LA BAND RICCARDO DI PAOLA: prima tastiera ANTONIO TORELLA: seconda tastiera ROBERTA RASCHELLÀ: chitarra FEDERICA PELLEGRINELLI: chitarra ALESSANDRO CASSANI: basso MARCO PARENTI: batteria
loghi con Khashoggi, in cui Scaramouche denuncia alcune situazioni, riprendendo addirittura dei dialoghi di Greta Thunberg: abbiamo proprio inserito delle citazioni. Il mio ruolo è comunque sempre comico, ma rappresenta una persona che non vuole standardizzarsi e che vuole, con la sua personalità, rendere speciale tutto quello che la circonda, non uniformandosi, ma anzi, ragio-
nano con la propria testa. Martha, sei trasversale. Hai incontrato diversi Peter Pan, ma anche diversi Galileo. Com’è Luca Marconi? E’ un ragazzo con una splendida voce ed ha cercato di rendere il suo Galileo più personale, grazie anche al lavoro con la regista. Lo scoprirete in teatro. Alcuni attori erano già nel primo cast, come Valentina Ferrari, Paolo Barillari (anche se con un altro ruolo), Loredana Fadda e Massimiliano Colonna, ma alcuni, come Claudio Zanelli, sono nuovi. Come ti stai trovando? In generale, il mood di questo spettacolo è molto corale: insieme stiamo lavorando tutti molto bene. Sono una sostenitrice del fatto che uno spettacolo funziona solo se il gruppo funziona. Ho visto spettacoli essere meno accattivanti proprio per la poca coesione del gruppo: quest’anno con We will rock you c’è un bellissimo clima. Ricordiamo che anche quest’anno c’è la band dal vivo. Come no! Non potremmo farci mancare i grandi musicisti! Il messaggio è proprio quello di portare alla gente la musica dal vivo. Come dico a Galileo sul finale, quando sta cercando le parole per la canzone e per riportare in vita il rock: sei un ragazzo! Suona per la strada e nei
garage, come i faceva un tempo! La gavetta è suonare insieme nei garage e provare la musica insieme. Questo è il rock e questo è We will rock You! ROBERTA RASCHELLÀ (CHITARRISTA): Roberta Raschellà è la chitarra principale di We Will Rock You. Roberta, tu davvero in scena sembri l’alter ego al femminile di Brian May: in scena suoni anche l’assolo di Bohemian Rapsody. Questo è il tuo primo musical? No, in realtà, vengo da American Idiot, il musical dei Green Day: quindi, il rock è dentro di me da tempo. Chiaramente, a parte la somiglianza dei capelli con Brian, per prepararmi a We Will Rock You, ho studiato a fondo sia la sua musica che la sua postura, e come lui suono una Red Special: ho cercato di avvicinarmi il più possibile al suo suono per rispettare in pieno i brani dei Queen. Cosa vuol dire fare parte di una band rock che accompagna dei performer che cantano sul palco di un musical? È un’emozione differente rispetto ad un concerto live, dovesi instaura da subito il contatto con il pubblico e da lui si prende energia per suonare. Qui, invece, siamo coperti fino alla seconda metà del secondo atto e non vediamo nulla, né la platea né i
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ragazzi sul palco: non sappiamo quanta gente ci sia in teatro, se c’è sold out oppure meno persone. Ci affidiamo solo a quello che sentiamo dell’esibizione dei performer, ma non vediamo quello che succede sul palco. Quindi, ogni volta che iniziamo a suonare un brano è come ripartire dall’inizio. In effetti, è come un’epifania: quando si apre la scenografia, noi vediamo voi e voi vedete il pubblico… Credo che davvero sia la stessa emozione da entrambe le parti! Chi c’è nella band con te? Il primo pianista e anche direttore musicale è Riccardo Di Paola, il secondo pianista e direttore vocale è Antonio Torella. Poi le due chitarriste Federica Pellegrinelli ed io, al basso Alessandro Cassani e chiudiamo con il batterista Marco Parenti. Siamo sempre noi dall’anno scorso: siamo ormai davvero affiatatati. La parte musicale non è stata modificata. Il messaggio dello spettacolo, come abbiamo detto con Martha, riguarda la bellezza della musica dal vivo. Tu che sei musicista, dacci, second te, la differenza tra la musica live e digitale. Viva sempre la musica “suonata”! Le note sono emozioni ed ogni volta che si suona un brano, l0e-
mozine lo arricchisce in maniera differente. L’impatto è sempre differente: la musica digitale perde la parte emotiva. Quale brano ami maggiormente suonare in questo show? Ce ne sono tanti: Killer Queen, Fat Bottomed Girls, A Kind of Magic, e, naturalmente, Bohemian Rapsody. RICCARDO DI PAOLA (PRIMO PIANISTA): Riccardo Di Paola, Direttore Musicale e primo pianista, è al sui quindicesimo musical, tra Italia e Francia. Citiamo, tra gli altri Haispray, Footloose, Grease, Cabaret, Frankestein Jr, Cercasi Cenerentola, Next to normal, American Idiot,.. Dal tuo punto di vista, che differenza c’è nell’essere direttore musicale e suonare in un musical come quelli che hai fatto ed uno rock come quello con i brani dei Queen? E’ tutto molto diverso, rispetto al musical “classico”: qui non abbiamo un’orchestra ma una band e i miei musicisti suonano davvero in maniera sanguigna, soprattutto alcuni pezzi che sono molto sentiti da noi. Qui, il suono è davvero fondamentale. Quando ho fatto la selezione, ho cercato proprio questo: non volevo il turnista o l’orchestrale, ma piuttosto il musicista che avesse il fuoco sacro del rock, che non tutti hanno. Sono molto contento del risultato e penso che si senta, visto il riscontro di pubblico. La band è comunque nascosta sul palco, però presente. La scelta di essere non in buca o nelle quinte è una decisione mia: non per protagonismo, ma perché in un periodo in cui tanti spettacoli sono con le basi, il fatto di far capire alle persone che c’è qualcuno che suona è un bel
segnale. Una scelta produttiva da premiare. Anche nell’ultima versione di Grease, che ho seguito io, l’orchestra era sul praticabile. Ancora di più in We will rock you, dove in un mondo in cui gli strumenti sono banditi, c’è qualcuno che suona. E suona davvero. Sono comunque felice del fatto che, in questa stagione, diversi spettacoli abbiamo l’orchestra dal vivo. I costumi dello spettacolo sono di Nunzia Aceto. Se l’an-
no scorso, soprattutto Killer Queen, aveva delle vere architetture in testa, quest’anno i costumi sono stati modificati. Cosa vedremo di nuovo? In questa ultima versione, siamo stati più liberi di scegliere i costumi che volevamo: quelli
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dell’anno scorso erano quelli standard a livello mondiale, forniti dalla produzione originale o comunque presi dai loro bozzetti. Ora, abbiamo potuto cambiare, perché la storia è cambiata, si è attualizzata e abbiamo voluto facilitare anche il compito di Valentina Ferrari, per permetterle di muoversi con più agilità e scioltezza. I cambiamenti non riguardano solo lei: i costumi differenti sono ad esempio all’ingresso, quando l’ensemble è vestito di arancione, perché forse Orange Is the New Black, proprio per rappresentare i condannati, i forzati dell’omologazione, quasi fosse una divisa. La più grande variazione, come abbiamo detto, riguarda Killer Queen: abituati a vederla in maculato o borchie, ora la vedremo più come una samurai, molto meno eccentrica, rispetto a prima, ma con linee più definite: le braccia del kimono verranno usati come arma, per come sono stati fatti. Nel secondo pezzo, ha una sorta di armatura, realizzata con materiali molto attuali e moderni. D’altronde, Valentina non ha bisogno di costumi di impatto, perché “spacca” di suo! Come avete scelto queste nuove idee? Il bello di questo spettacolo è che lavoriamo molto in gruppo: ci chiediamo sempre cosa
si voglia trasmettere a livello registico e coreografico. Se l’elaborazione è la ricerca dei tessuti è mia, l’idea nasce sempre da confronti corali. Ovviamente, personalmente, mi interfaccio soprattutto con Maurizio Roveroni, che è truccatore e si occupa delle parrucche. Visto che lei hai citate, che tipo di parrucche usate? Sono tutte di alte qualità e fatte di capelli veri. Le parrucche si possono così trattare senza difficoltà: sono state completamente smontate e rifatte. C’è dietro una manutenzione non indifferente. Ogni aspetto, anche la parte costumistica, è davvero molto curato in questo spettacolo. LOREDANA FADDA (OZ): Loredana Fadda: Oz dal 2009. Quanto è cambiata? Quando si ha la possibilità di interpretare lo stesso ruolo dopo una decina di anni, è sempre davvero una bella sfida: Oz è cresciuta, come sono cresciuta io. E’ diventata più riflessiva, come Loredana. Inoltre, è cambiato il mio partner in scena e con Claudio Zanelli chiaramente è cambiato anche il personaggio: Oz è molto romantica, coc-
colona, ma anche capricciosa, perché vuole molte attenzioni dal suo Brit. Resta sempre battagliera e determinata a trovare “l’uomo dei sogni” che riporterà in vita la musica. Come sono le due Scaramouche che hai conosciuto, Alessandra Ferrari, l’anno scorso, e Martha Rossi quest’anno, che ritorna dopo 10 anni? Due artiste e due donne splendide e molto diverse tra loro. Martha è una Scaramouche più bacchettona, tra le nuvole e distratta, mentre Alessandra era più “tosta”. Cosa vuol dire per te cantare con una band rock dal vivo? Io nasco come cantante live: fino ai 16 anni, in Sardegna, cantavo con una band. Con i musical, avevo un po’ abbandonato questa parte. L’ho ripresa recentemente, perché a Milano comunque lavoro di nuovo con una band, e nella tournée con Pucci abbiamo la musica dal vivo. Per me, è come tornare a casa.
Loredana, tu apri uno dei brani più commoventi dello spettacolo, No-One But You: avete aggiunto qualche nome all’elenco delle persone che non ci sono più? È un brano molto bello ed è difficile per me non piangere ogni sera, perché le emozioni di tutti quanti mi investono in maniera prepotente. Sono stati effettivamente aggiunti alcuni nomi, ma li scoprirete solamente venendo a vedere lo spettacolo! • RS
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Con il sostegno di C.L.A.P.Spettacolodalvivo e del MiBACT
Diretta da Caterina CALVINO PRINA
Lo Schiaccianoci Musiche: P.I. Tchaikovsky - Coreografie: E. Scepaciov
20 e 21 dicembre 2019 - ore 20:45 22 e 26 dicembre 2019 - ore 16:00
ECOTEATRO Via Fezzan 11 - 20146 Milano
Info Line: 02 82773651 - www.ecoteatro.it Con il contributo di
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www.toomuchgroup.com
presenta
MUSICAL
A Mary Poppins basta un poco di zucchero...
C
hi non ha sognato almeno una volta di incontrare Mary Poppins in carne ed ossa e chiederle di cantare insieme Un poco di zucchero o Supercalifragilistichespiralidoso, di camminare con lei sui tetti della città, di vederla volare in alto, davanti ai nostri occhi, con il suo buffo ombrellino in mano? Chi non ha mai provato a riordinare la propria stanza con uno schiocco di dita? E sulle note di una canzone intonata da uno spazzacamino o vedendo entrare in scena la vecchietta dei piccioni, sarà facile riuscire a immedesimarsi nei personaggi e rivivere le scene del film nella magia del palcoscenico.
LA STORIA DI UN SUCCESSO La versione teatrale di Mary Poppins è un riadattamento dei meravigliosi racconti di P.L. Travers e dell'amato film di Walt Disney con Julie Andrews del 1964 che vinse ben 5 Oscar e che ha avuto un suo sequel nel 2018. Il musical è stato co-creato da Cameron Mackintosh con un libretto firmato da Julian Fellowes (Oscar® per Gosford
ws e r d n A Julie ATA... LA TATA PIÙ AM
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© Alessandro Pinna
IMPOSSIBILE NON LASCIARSI AFFASCINARE DALLA STORIA DELLA TATA PIÙ CELEBRE DEL MONDO
a cura di Silvia Arosio Dick Van Dyke sul set con Julie Andrews
Park e creatore di Downton Abbey). Mary Poppins ha un’indimenticabile colonna sonora di Richard M. Sherman e Robert B. Sherman con nuovi brani e testi aggiunti per la trasposizione teatrale dai compositori George Stiles e Anthony Drewe (entrambi vincitori dell’Olivier Award). La produzione italiana dello spettacolo è curata da un consolidato team di creativi, riconosciuto e apprezzato anche nel West End, fra i quali il regista Federico Bellone
Giulia Fabbri in compagnia di Davide Sammartano
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(Newsies della Disney, Dirty Dancing in Inghilterra, A Qualcuno Piace Caldo) e la coreografa Gillian Bruce (Newsies della Disney, Frankestein Jr., La Vedova Allegra” per il Teatro alla Scala). La produzione italiana dello show è di WEC - World Entertainment Company, nota società di spettacolo italiana che ha già prodotto le versioni in lingua italiana di Newsies della Disney, American in Paris e West Side Story, e presentato in Italia show internazionali come Cats, Parsons Dance, Il Lago dei Cigni on Ice, Matthew Bourne’s Sleeping Beauty. La versione italiana dello show ha un cast di 32 attori e ballerini selezionati con un’audizione nazionale, una grande orchestra dal vivo diretta da Andrea Calandrini e composta di 13 elementi, straordinarie coreografie, spettacolari cambi scena, costumi suntuosi e incredibili effetti speciali. LA TRAMA Mary Poppins racconta la storia della famiglia Banks che vive in una casetta a Londra in Cherry Tree Lane. Il signore e la signora Banks attraversano un momento difficile perché i figli, Jane e Michael, sono incontrollabili e hanno bisogno una nuova tata. Jane e Michael
dalla sua presenza. Anche gli adulti possono imparare una lezione o due dalla tata che ti ricorda che... TUTTO PUO’ ACCADERE SE CI CREDI!
hanno le idee chiare su quella che dovrebbe diventare la loro bambinaia ideale, mentre i genitori e, in particolare, il signor Banks esigono una persona molto rigorosa e severa. Quando una giovane donna misteriosa di nome Mary Poppins appare alla porta di casa, la famiglia scopre rapidamente che è la risposta a tutte le loro preghiere, anche se nel modo più originale. Mary Poppins accompagna i bambini in tante avventure magiche e indimenticabili, ma Jane e Michael non sono gli unici a trarre beneficio
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il teaser di Mary Poppins il musical 20
DIECI DOMANDE AI PROTAGONISTI 200 repliche e 200.000 spettatori nella sola città di Milano, “Mary Poppins” ora è a Roma. Come sta rispondendo il pubblico romano? Differenze con quello milanese? Giulia Fabbri: il pubblico romano sta rispondendo molto bene e sono davvero tanto contenta! Onestamente non saprei dire se ci sono differenze tra Roma e Milano, il pubblico è diverso ogni sera, in qualsiasi città ci si trovi, ogni sera si crea un'atmosfera nuova, posso dire che grazie a questo spettacolo, che è uno spettacolo amatissimo, l'atmosfera è sempre gioiosa e bella. Davide Sammartano: Siamo ancora all'inizio, ma sembra che il pubblico risponda e anche molto bene. Ci avevano detto che quello romano è un pubblico difficile, ma devo dire che si sta rivelando non meno caloroso di quello di Milano.
Cosa significa stare al Sistina, tempio della commedia musicale italiana? Giulia: recitare al Teatro Sistina è un grande onore, la mia prima volta è stata nel 2017 con Grease, ma arrivare davanti al teatro e vedere una mia foto grande quanto la porta di ingresso mi fa sentire veramente tanto tanto fortunata... la mia prima volta a Roma in gita col liceo mi feci una foto davanti a questo teatro..mai avrei pensato di arrivarci con uno spettacolo del genere e col ruolo del titolo! Davide: Io sono piuttosto giovane e non ho vissuto l'epoca d'oro del teatro musicale italiano firmato Garinei e Giovannini: quello che so mi è stato raccontato da colleghi che hanno vissuto e lavorato durante quel periodo. Ciononostante c'è qualcosa di atavico, quasi ancestrale: l'aria che si respira lì dentro è più densa, il rosso di quelle poltrone pare più vivido di qualsiasi altro mai visto e poi c'è la platea con la sua galleria, che ti avvolge e ti abbraccia. C'è un'inversione di ruoli: visto dal palco sembra tutto più bello e più magico, mettiamola così. Vi ricordate come siete stati scelti lo scorso anno?
Giulia: La prima audizione per Mary Poppins l'ho fatta l'8 aprile del 2016, la seconda il 24 giugno del 2016, poi il 24 novembre del 2016 mi hanno telefonato per dirmi che ero stata scelta tra la rosa di candidate viste fino a quel momento ma che avrebbero aperto il bando su scala nazionale quindi nulla era deciso, ho fatto altre due audizioni, il 15 marzo del 2017 e il 25 aprile del 2017, ad ogni audizione mi è stato chiesto di cantare Practically Perfect e di recitare la scena dell'arrivo di Mary Poppins, indossavo una gonna blu, degli stivaletti e una camicia col bavero che era di mia nonna, mi ero portata un metro da sarta e un bel po'di ansia, ogni singola volta... il 4
I PROTAGONISTI • GIULIA FABBRI Mary Poppins • DAVIDE SAMMARTANO Bert • ALESSANDRO PARISE George Banks
• ALICE MISTRONI / FLORIANA MONICI Winifred Banks
• CLAUDIA PIGNOTTI / GIULIETTA REBEGGIANI / MARGHERITA REBEGGIANI Jane Banks • RICCARDO ANTONACI / FEDERICO COCCIA / STEFANO DE LUCA / Michael Banks • ANTONELLA MOREA Mrs. Brill
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agosto 2017 ho saputo che avevano scelto me.. Ricordo TUTTO di come sono stata scelta, e penso lo ricorderò per sempre! Davide: E chi se lo dimentica. Sono stato chiamato da Federico Bellone, il regista. Mi ha detto: "Vieni a fare l'audizione, ma non sono io che decido. Qualora non dovesse andare bene almeno hai avuto una chance!". Poi il nulla, per diversi giorni. Poi un'altra chiamata e un'altra audizione. E poi il messaggio, due giorni prima di Natale. Un bel regalo direi! Una domanda che faccio sempre, tenendo conto che mai bisogna fare paragoni con i predecessori illustri… Vi siete ispirati a qualcuno? Giulia: Beh, se si pensa a Mary Poppins si va subito all'immagine di Julie Andrews, un'interpretazione talmente magistrale da dare un volto eterno a Mary Poppins, non si può non pensare al lavoro fatto da lei nell'approccio di questo personaggio. Poi c'è Laura Michelle Kelly, la prima Mary Poppins di Londra, che è di un'eleganza, di una grazia, di una precisione inarrivabili. Queste sono le due Mary Poppins a cui ho fatto riferimento, per poi dimenticare tutto e concentrarmi sulla mia, che è stata costruita giorno per giorno assieme a tutti i miei colleghi e ai creativi durante l'allestimento. Davide: È vero, non ha senso fare paragoni, ma quei predecessori hanno creato i personaggi che portiamo in scena, quindi non si può prescindere dal loro lavoro. Dick Van Dyke si è inspirato molto a Stanlio e Ollio, almeno per quanto riguarda le movenze del personaggio. Quel genere su di me non funziona, perché sono più robusto e meno longilineo. Quindi ho cercato di trovare il personaggio dentro di me, non fuori.
Siete entrambe cantanti e ballerini? Giulia: Sono una cantante/attrice che riesce a spacciarsi per ballerina grazie a grandi sorrisi e belle braccia! Davide è un cantante/attore eccellente ed è un ballerino più forte di me, ma non ditegli che vel'ho detto. Davide: Questa è una domanda difficile. Canto e ballo, ma non mi sento né un cantante né un ballerino. Non mi sentirei di fare un concerto e non sarei in grado di reggere uno spettacolo di danza. Sono un attore, un "performer", se vogliamo dirlo in inglese, tralasciando però eventuali connotazioni negative proprie solo del nostro Paese. Mary e Bert... un coppia molto affiatata in scena. Da cosa nasce questa alchimia? Giulia: L'alchimia tra due partner in scena nasce ovviamente dalle persone, io e Davide abbiamo tante differenze ma anche forti somiglianze nell'approccio al lavoro, abbiamo subito fatto squadra capendo che avremmo avuto l'uno il bisogno dell'altra per uscirne al meglio, e abbiamo condiviso l'esperienza più incredibile delle nostre vite! Mary Poppins senza Bert non sarebbe Mary Poppins, e io senza Davide farei tanta più fatica di quella che faccio, re-
citare con lui è facile, è un attore generoso e questa è una qualità importantissima! Davide: Io e Giulia ci siamo conosciuti durante Sunset Boulevard, un altro spettacolo con la regia di Federico Bellone, in scena al festival di Todi qualche anno fa. Finito quello, ci siamo rivisti anni dopo nella sala prove di Mary Poppins. Dal primo giorno abbiamo sentito un'alchimia molto forte. C'è tanta stima, ci troviamo bene a recitare insieme: una recitazione minuziosa, fatta anche di sguardi, sorrisi e piccole reazioni, difficili da cogliere in teatro. Siamo sempre "dentro" insieme. Non so se ho risposto alla domanda. Comunque questo lavoro mi ha insegnato a non chiedere il perché delle cose belle: le prendo come vengono e basta! Come avete accolto e chi sono le new entry di quest’anno? Giulia: Le new entry sono Donatella Pandimiglio, nuova vecchietta dei piccioni, Andrea Spina, Ammiraglio Boom e Presidente della Banca, nonché regista residente, e poi Federica Niccolò, Jessica Falceri e Ales-
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sandro Lanzillotti nell'ensamble, tutti ottimi acquisti e grandi professionisti! E poi abbiamo quattro nuovi Jane e Michael, che sono Federico, Claudia, Riccardo e Giulietta e sono veramente incredibili! Ognuno di loro porta il proprio valore aggiunto allo spettacolo! Davide: Ci sono diversi volti nuovi. Nell'ensemble ci sono: Christian Catto, Ivana Mannone, Luca Marchetti e Matilde Pellegri, che erano con noi già dalla seconda parte dell'anno scorso, poi Alessandro Lanzillotti, Jessica Falceri e Federica Nicolò, che sono "i nuovi" veri e propri. Tra i ruoli abbiamo: Donatella Pandimiglio (vecchietta dei piccioni), Andrea Spina (Ammiraglio Boom e Presidente della banca). E poi ci sono le due nuove coppie di bambini Banks: Federico Coccia e Claudia Pignotti insieme a Giulietta Rebeggiani e Riccardo Antonaci. Tanta gente nuova si, ma devo dire che Mary Poppins, già dall'anno scorso, si è dimostrato uno spettacolo piuttosto fortunato riguardo l'amalgama delle persone al suo interno. C'è sempre stata una bellissima atmosfera, leggera e professionale al tempo stesso e questa atmosfera si è mantenuta anche quest'anno.
Lo spettacolo ricalca lo spettacolo teatrale e meno il film... Ricordiamo quali sono le differenze tra lo show e la pellicola. Giulia: una grande differenza è il personaggio di Mrs Banks, non una suffragetta come nel film, quindi troppo impegnata per occuparsi dei figli, ma una ex attrice che ha lasciato il teatro per la famiglia e si sente costantemente in difetto e non all'altezza, una chiave di lettura che da al personaggio tante sfaccettature in più, per quanto la canzone delle suffragette fosse stupenda ed è un peccato non cantarla! Poi nello spettacolo non troviamo lo Zio Albert, ma in compenso abbiamo il personaggio di Miss Andrew, magistralmente interpretato dalla nostra Lucrezia Zoroddu, in uno scontro tra tate che noi chiamiamo "momento Star Wars", e poi c'è Supercalifragilistichespiralidoso, nel film Mary Poppibs vince una corsa col suo cavallo da giostra e nel rispondere ai giornalisti se ne esce con questa parola, a teatro invece porta i bambini al negozio di parole di Mrs Corry, coloratissimo personaggio interpretato dalla grande Simona Patitucci.
LO SAPEVATE CHE...
• Le riprese del film sono state
girate interamente presso gli Walt Disney Studios di Burbank, California. Ogni scenario venne ricostruito dentro gli studi, comprese le viste di Londra dall'alto. Alcuni di questi disegni scartati, realizzati a mano, sono stati utilizzati per la ouverture del sequel del film. • I pinguini che servono il tè a Mary Poppins e Bert sono stati doppiati, nella versione originale, da James MacDonald che cura anche gli effetti sonori del film. • David Tomlinson (George Banks) recitò con un paio di baffi finti per volontà di Walt Disney.
Davide: Nello spettacolo ci sono canzoni e numeri assenti nel film (la scena dei giocattoli che prendono vita ad esempio) e anche personaggi tratti dai libri e inseriti in numeri prima contestualizzati in modo differente (come la scoppiettante Mrs. Corry di Simona Patitucci e il numero Supercalifragilistichespiralidoso); manca la scena del tè con Mr. Wigg, insomma: ci sono tante differenze, ma il cuore dei personaggi e della storia rimane immutato. Cosa vuol dire cantate con un’orchestra dal vivo? Giulia: cantare con l'orchestra dal vivo è un grande privilegio, è un enorme valore aggiunto per uno spettacolo, la musica di Mary Poppins poi è ricchissima, e ci sono tantissime underscore durante le scene recitate, non sarebbe minimamente la stessa cosa con le basi musicali, penso sia molto emozionante per il pubblico e che a noi dia una grande carica! Davide: Vuol dire che se perdi un attacco fai una figuraccia. Scherzo. È più complesso, ovviamente, perché l'orchestra è fatta di persone, non di macchine e tracce audio. Lo spettacolo può suonare in modo leggermente diverso da una sera all'altra. Per non parlare dei recitati con sottofondi e "vamp" musi-
cali (frasi musicali che si ripetono fino a quando il Maestro non decide di proseguire): lì devi beccare l'attacco, altrimenti rimani indietro. Lo so, detto così, sembra solo un insieme di cose brutte, ma la verità è che senza l'orchestra lo spettacolo non sarebbe così magico come appare agli occhi di tutti i nostri spettatori (e ai nostri). E poi è bello sentire le persone: quelle che recitano con te sul palco e quelle che si nascondono dietro la nota di un arco o di un ottone, quelle persone che ogni sera sentono lo spettacolo e la musica in maniera diversa. Un bellissimo gioco di stimoli. Dopo Roma, tornerete a Milano. Pensate di bissare il successo? Giulia: Milano ha visto questo spettacolo nascere, ci ha accolti per ben due stagioni, sono molto contenta di tornare per altre sei settimane, e credo che il successo si confermerà perché questo spettacolo ha già dimostrato di essere fuori da ogni regola! Davide: Spero di si. Ci sono tante cose nuove, partendo dalla scenografia per arrivare a diversi trucchi di magia. Consiglio a tutti, anche a coloro che hanno già visto lo spettacolo, di tornare: non rimarrete delusi, parola di spazzacamino! • RS
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EVERGREEN
Lasciatevi travolgere
dalla Grease - mania! IL GRANDE RITORNO DEL MUSICAL CHE DA OLTRE VENT'ANNI INFIAMMA LE PLATEE ITALIANE
© GARAGE26
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Simone Sassudelli è Danny Zuko
n Italia, il musical di Jim Jacobs e Warren Casey, prodotto da Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi, in più di 20 anni sui palcoscenici di ogni Regione, è un fenomeno che si conferma ogni sera, con più di 1.800 repliche per oltre 1.870.000 spettatori a teatro e torna in tour nei principali teatri italiani nella stagione 2019/2020: Grease - Il Musical è una festa travolgente che dal 1997 accende le platee italiane, e ha dato il via alla musical-mania trasformandosi in un vero e proprio fenomeno di costume “pop”, un cult intergenerazionale che non è mai stato così attuale ed è amatissimo anche dalle nuove generazioni. In oltre 20 anni di successi strabilianti in Italia, Grease - Il Musical si è trasformato in una macchina da applausi, cambiando il modo di vivere l’esperienza di andare a teatro. Oggi è una magia coloratissima e luminosa che si ripete ogni sera, una festa da condividere con amici e famiglie, senza riuscire a restare fermi sulle poltrone ma scatenarsi a ballare: un inno all'amicizia, agli amori indimenticabili e assoluti dell'adolescenza, ol-
I PROTAGONISTI
• SIMONE SASSUDELLI Danny Zuko • FRANCESCA CIAVAGLIA Sandy • GIORGIO CAMANDONA Kenickie • ELEONORA LOMBARDO Rizzo • NICK CASCIARO Vince Fontaine - Teen Angel
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di Silvia Arosio
tre che a un'epoca - gli anni '50 – che oggi come allora rappresentano il simbolo di un mondo spensierato e di una fiducia incrollabile nel futuro. Si vedono tra il pubblico scatenarsi insieme almeno tre generazioni, ognuna innamorata di Grease per un motivo differente: la nostalgia del mondo perfetto degli anni Cinquanta, i ricordi legati al film campione di incassi del 1978 con John Travolta e Olivia NewtonJohn e alle indimenticabili canzoni, l’immedesimazione in una storia d’amore senza tempo, tra ciuffi ribelli modellati con la brillantina, giubbotti di pelle e sbarazzine gonne a ruota. LE NOVITÀ 2019 - 2020 Nella stagione 2019-2020 Grease - Il Musical porta sul palcoscenico due nuovi protagonisti, giovani e talentuosi interpreti. Danny Zuko ha il volto di Simone Sassudelli; classe 1995, formatosi alla SDM – Scuola del Musical di Milano. Si perfeziona negli Stati Uniti, dove frequenta alcune tra le migliori accademie teatrali e lavora in importanti produzioni come West Side Story, Victor Victoria, The Producers e Oliver. Al suo fianco, nel ruolo di Sandy, Francesca Ciavaglia, 23
anni diplomata alla Bernstein School of Musical Theatre di Bologna di Shawna Farrell, al suo primo ruolo da protagonista. Grease, con la sua colonna sonora elettrizzante da Summer Nights a You're the One That I Want e le coreografie irresistibili, piene di ritmo ed energia, ha fatto innamorare (e ballare) intere generazioni, ed è stato capace di divenire fenomeno pop, sempre più vivo nella nostra estetica quotidiana, con personaggi diventati vere e proprie icone generazionali: un gruppo coinvolgente, capitanato da Danny Zuko, il leader dei T-Birds, innamorato di Sandy, la ragazza acqua e sapone come
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© GiuliaMarangoni
Olvia Newton John e John Travolta
Francesca Ciavaglia è Sandy
Sandra Dee e Doris Day, che arriva a Rydell e, per riconquistare Danny dopo un flirt estivo, si trasforma diventando sexy e irresistibile. Insieme a loro, l’esplosivo Kenickie, la ribelle e spigolosa Rizzo, i T-Birds, le Pink Ladies, gli studenti dell’high school più celebre e un particolarissimo “angelo”. LA VOCE DEI PROTAGONISTI Abbiamo intervistato i 4 protagonisti principali di Grease Il Musical per farci raccontare le loro impressioni, le loro emozioni e i dietro le quinte. Ecco le loro risposte... SIMONE SASSUDELLI (ZUKO) Simone Sassudelli; classe 1995, formatosi alla SDM – Scuola del Musical di Milano. Si perfeziona negli Stati Uniti, dove frequenta alcune tra le migliori accademie teatrali e lavora in importanti produzioni come West Side Story, Victor Victoria, The Producers, Oliver. Ci eravamo già sentiti a gennaio per le tue esperienze all’estero. Come sarà il tuo Danny? Senz’altro il mio Zuko sarà fresco, spiritoso e si mostrerà per chi è davvero. La difficoltà è stata quella di non giudicare le sue scelte, bensì di accoglierle con tutta onestà e Credo che onestà sia la parola chiave in tut-
Le Pink Ladies
to il percorso di Danny. Si mostrerà nel ruolo di leader che indossa una giacca di pelle come una corazza, ma che nasconde dentro di se un cuore buono di un adolescente innamorato, e che Sandy saprà vedere ed amare. Com’è visto e rappresentato Grease all’estero? Grease è un evergreen, non ha tempo e non c’è luogo o persona che non lo conoscano. Ho visto qualche produzione scolastica negli States e vedere questi ragazzi molto più giovani di me mi ha riempito il cuore, perchè mi ha fatto capire che non passerà mai di moda proprio perchè è così vero e vicino a ognuno
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di noi. Tutti abbiamo conosciuto un Danny, una Sandy, o una Rizzo,Oppure lo siamo stati noi per primi. Quindi il compito che svolge Grease è quello di farci sentire tutti parte di una storia senza tempo, una storia che si ripete in tutte le generazioni. Ci ricorda che davvero siamo tutti parte di un unico mondo, e non c’è sensazione migliore. Come sei arrivato ad interpretare Zuko? Questo Grease è capitato in un momento inaspettato, lo stesso casting è partito quando ero ancora in California, e la vita ancora una volta mi ha sbalordito, perchè così come Grease arriva al pubblico così è arrivato a me: un’improvvisa bomba travolgente. La sorpresa più bella è stata quando ho scoperto che avrei condiviso il palco con i miei amici che mi fanno sempre sentire a casa. Perché bisogna andare a teatro per Grease? Ragazzi, Grease è da vedere, rivedere, e rivedere ancora. Magari con uno o due amici. La Compagnia della Rancia propone una versione meravigliosa con nuovissimi spunti e, sebbene il canovaccio sia quello che conosciamo tutti, il nostro cast è particolarmente fresco e spu-
I T-Birds
meggiante e vi farà alzare dalle poltrone! T-Birds e Pink Ladies vi aspettano a Rydell! Non potete perdervelo! FRANCESCA CIAVAGLIA (SANDY) Francesca Ciavaglia, la nuova Sandy. 23 anni diplomata alla Bernstein School of Musical Theatre di Bologna di Shawna Farrell, al suo primo ruolo da protagonista. Come sei arrivata ad interpretare questo ruolo? Sandy è arrivata un po' all'improvviso... Tutto ciò è stato possibile grazie alla Bsmt, che mi ha dato l'opportunità e la fortuna di conoscere uno dei più grandi nomi del musical italiano, Saverio Marconi, con cui ho avuto l'onore di lavorare in prima persona l'anno scorso, con Big Fish-il musical, spettacolo firmato "Compagnia della Rancia". Sin da subito ha creduto in me dandomi gli strumenti e i consigli necessari per affrontare al meglio il personaggio di Sandy, insieme a Mauro Simone, mio insegnante nonché regista associato di Grease. Non sono in grado di raccontare a parole la mia felicità quando sono stata chiamata e quella
che mi accompagna ogni volta che entro in teatro! Mai avrei immaginato di poter vestire gli abiti di un personaggio splendido come Sandy, nonostante sia sempre stato il mio primo sogno nel cassetto! Devo tutto a Saverio, così come ai miei insegnanti Mauro Simo- ne, regista as-
sociato, come già citato, Gillian Bruce, coreografa e Gianluca Sticotti, direttore musicale. Francesca, avevi già visto Grease in teatro? A quale Sandy senti di esserti ispirata? L'unica versione di Grease italiana che ho visto è stata nel 2016, con Beatrice Baldaccini nei panni di Sandy e Giuseppe Verzicco in quelli di Danny ed essendo un'inguaribile romanti-
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cona, mi sono subito fatta trascinare dalla storia d'amore, di amicizia e dall'energia travolgente dei ragazzi. Come "Sandy di riferimento" non posso non citare la meravigliosa Olivia Newton John, che ha portato la sua figura rendendola iconica in tutte le case degli italiani! In più ho cercato di metterci del mio, perché ognuno di noi è diverso e credo che ciascuno abbia un qualcosa di speciale da raccontare e donare al pubblico ed è bello che ci sia sempre una sfumatura diversa a secondo di chi interpreta. Ci racconti un aneddoto del dietro le quinte? Allora, è successa una cosa molto simpatica una volta, durante le prove della canzone finale You're the one that I want....Ho lavorato tanto per calarmi nei panni della Sandy più "trasgressiva" e sexy e quel giorno, nel momento in cui sono entrata in scena, con tanto di tacco e sottofondo musicale, il mio compagno di scena Simone, esordisce con "Danny, sei uno schianto!" Puoi immaginare le risate che ci siamo fatti tutti!! Vi aspettiamo numerosissimi a teatro con Grease, uno spettacolo così brillante, romantico e divertente che alla fine non potrete fare a meno di alzarvi in piedi e ballare insieme a noi! ELEONORA LOMBARDO (RIZZO) Eleonora Lombardo, è l’antagonista. Rizzo è un ruolo molto complesso esfaccettato. Com’è la tua leader delle Pink Ladies? Rizzo è un ruolo meraviglioso proprio perché pieno di sfumature che rendono il viaggio all’interno del personaggio davvero unico... La “mia” Rizzo? Una ragazza 2.0. Eleonora Lombardo, perché amiamo cosi tanto Rizzo,
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visto Grease?! Chiedere a chi è tornato a trovarci più di una volta... e colgo l’occasione per ringraziare tutto il pubblico che in questi anni ci ha donato il suo affetto e, con le loro urla di entusiasmo, le corde vocali!!
Eleonora Lombardo è Rizzo
GIORGIO CAMANDONA (KENICKIE) Giorgio Camandona, tu sei un veterano di Grease, ma ora passi ad uno dei ruoli più amati, quello di Kenickie… Un bel passaggio! Sono molto onorato di interpretare uno dei ruoli iconici di Grease e cerco di farlo ogni sera con impegno e rispetto. Grease può sembrare uno spettacolo leggero, semplice... ma credo che abbia in realtà uni scopo molto più profondo del puro intrattenimento, ossia quello di camGiorgio biare l’umore Camandona al pubblico. La è Kenickie musica, i personaggi, i colori che portiamo in scena concedono agli adulti di ricordarsi la bellezza dell’adolescenza, il bello delle relazioni, tra amici, tra amanti, tra compagni... ecco quindi che Kenickie non è soltanto un duro, spigoloso, ma
rappresenta anche la fatica di sapersi relazionare, con il sesso opposto, a volte con gli amici... considero questa un’occasione, oltre che artistica , per “ripassare” la lezione sull’onestà ...relazionarmi con onestà è la chiave vincente e Kenickie durante lo spettacolo lo impara, spero lo impari anche il Pubblico!” Visto che già hai partecipato allo spettacolo, come sarà questa versione? Questa versione offre tantissima energia sbocciante, giovanissimi alla prima esperienza ma preparatissimi nelle migliori accademie professionali italiane... è molto bello vedere nei loro occhi la curiosità è la voglia di fare. Come vi siete preparati? Abbiamo provato prima a Milano con Mauro Simone , il regista associato, che ci ha aiutato molto con i personaggi e con le scene, poi a Tolentino abbiamo assemblato il tutto, unendo scene, costumi e tutto il resto. Rancia è come direbbe Kenickie "...un marchio di garanzia"! • RS
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© GiuliaMarangoni
nonostante il carattere spigoloso? Semplicemente perché Rizzo è un personaggio autentico: ha il coraggio diessere se stessa, di vivere fuori dagli schemi lontana da ogni clichè, ha il coraggio di dire e fare esattamente ciò che sente e non le interessa mostrarsi per ciò che non è... La sintesi perfetta di questo personaggio? Il brano “Sbaglierei molto di più”. Mi racconti qualche aneddoto delle prove o dei casting? Se dovessi raccontare tutti gli aneddoti di “Grease” starei ore... ogni sera su quel palco accade qualcosa di divertente ed emozionante... anche quando, ad esempio, il tacco di Rizzo si incastra nel vestito rosso della festa e, zompettando su un piede senza perdere dignità, si aggrappa alla spalla di Kenickie buttandolo giù. Un invito corale al pubblico per venire o tornare a vedere Grease? Il teatro è magico e Grease ha il potere di far sognare, cantare, ballare e divertire grandi e piccini da più di vent’anni... è energia pura. Il miglior modo per invitare chi non ha ancora
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INTERVISTA
Giampiero Ingrassia
è ancora Seymur...
L'ATTORE SARÀ AFFIANCATO SUL PALCO DA FABIO CANINO E DA UN CAST CON TANTE NOVITÀ
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opo 30 anni esatti Giampiero Ingrassia torna ad interpretare il ruolo di Seymur ne La piccola bottega degli orrori - il primo musical italiano prodotto dalla Compagnia della Rancia con la regia di Saverio Marconi che ha segnato nel 1989 il suo primo debutto in un genere che negli anni lo ha visto con successo protagonista di grandi titoli internazionali. Lo spettacolo ora vede la produzione di Alessandro Longobardi Viola Produzioni in coproduzione con OTI - Officine Del Teatro Italiano e con Bottega Teatro Marche e sarà in scena fino al 22 dicembre alla Sala Umberto
di Roma, per poi tornare la prossima stagione in tour. LA NOSTRA INTERVISTA Giampiero, quali sono le differenze tra la versione della Rancia che hai interpretato 30 anni fa e questa nuova messa in scena? La versione della Compagnia della Rancia era quella classica. L’adattamento e la traduzione di questa produzione, invece, sono stati riveduti e corretti, sia nel libretto che nei testi delle canzoni, ma una delle maggiori novità è che, come nelle versioni di Broadway, la pianta è una drag queen (interpretata da Velma K) e non sarà più il pupazzo delle precedenti versioni italiane. Si tratta quindi Il cast del musical
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una persona in carne ed ossa che emerge dal vaso, a partire dalla testa per poi comparire fino ai tacchi. Le vittime sono “mangiate” dalla pianta, grazie ai costumi di Francesca Grossi, tramite dei denti inseriti sulle gambe dell’attore, che diventano una grossa bocca. Chiaramente, interagire con una persona e non con un pupazzo dalla voce registrata cambia il tipo di approccio tra me e lei in scena. Audrey, poi, non è più una bianca bionda ma sarà una nera mora, interpretata da Belia Martin, ed anche caratterialmente sarà più “tosta” e meno fragile: certamente una vittima del fidanzato, ma che non si arrende alla vita. Al contrario, le tre coriste, non sono più nere, ma sono bianche (Giovanna D’Angi, Stefania Fratepietro e Claudia Portale). Una grande novità di questa versione è che abbiamo l’ensemble, che nell’altra versione non c’era e che dà una botta di energia e di movimenti, quattro ragazzi molto bravi, coreografati da Luca Peluso, che servono sia per i cambi scena che per sottolineare dei momenti di passaggio. Forse, anche lo spettacolo è molto più glamour, molto meno cupo, ma
Š Massimilano Fusco
di Silvia Arosio
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il teaser de La piccola bottega degli orrori 31
parecchio più colorato. Le musiche, su basi, sono dirette da Dino Scuderi e le musiche sono fatte da Riccardo Di Paola, con cui ho già lavorato per Frankestein Jr e Cabaret. E la regia è di Piero Di Blasio, che ha fatto davvero un bel lavoro. E poi c’è il tuo Seymur, che torna dopo 30 anni… In effetti, quando ne parlammo con Alessandro Longobardi e con il regista Piero Di Blasio, fu io stesso a proporre questa cosa, un po’ per festeggiare l’anniversario e un po’ perché non sta scritto da nessuna parte che Seymur deve essere un ragazzino. E’ uno “sfigato” e uno può essere tale a venti come a più di 50 anni. Allora, avevo 28 anni ed il personaggio cambia, sia fisicamente che psicologicamente. Lo affronto quindi in maniera diversa: probabilmente il mio ruolo risulta più maturo, perché sono più maturo io, rispetto a 30 anni fa…La cosa mi ha divertito molto. La Piccola Bottega degli Orrori è nata come film, nel 1960 diretto da Roger Corman, ispirato dal racconto del 1932 Green Thoughts di John Collier. Dopo il film, è stato arrivato un musical teatrale off-Broadway nel 1982, fino ad arrivare alla del 1986 di Frank Oz, questa volta ispi-
Velma K
rato all’omonimo musical di Alan Menken e Howard Ashman. Qual è la modernità di questo testo? Lo spettacolo non ha una connotazione temporale e la città potrebbe essere qualsiasi città, assolutamente non collocabile. E’ un po’ quasi la stori di Faust: vendersi l’anima per ottenere il successo. Tema attualissimo, quello dell’esserci ad ogni costo, sia in politica che nello spettacolo, ma anche nella vita privata. C’è gente che non mangia per avere l’ultimo smartphone o che fa cambiali per avere un determinato tipo di macchina. E’ uno spettacolo che diverte, ma fa riflettere: il mondo viene mangiato da questa pianta… La Piccola Bottega degli Orrori ha avuto tre Seymur: il primo fu Michele Renzullo, poi Ingrassia e poi Manuel Frattini...
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E a tale proposito voglio svelarti un segreto: dentro la bottega, in scena, teniamo un piccolo Pinocchio di Legno, proprio per omaggiare il nostro grande Manuel… LA TRAMA New York, anni ‘60. Seymour Krelborn lavora nel negozio di fiori del signor Mushnick insieme ad Audrey, la sua giovane collega. Quando Mushnik decide di chiudere il negozio per la poca clientela Audrey gli consiglia di esporre la strana piantina che possiede Seymour, presa in un negozio cinese durante un’eclissi. In effetti la pianta, soprannominata da Seymur “Audrey 2”, esposta in vetrina attira nuovi clienti, ma inizia a morire proprio quando gli affari del negozio migliorano, preoccupando Seymur che prova di tutto per farla star meglio. Nulla funziona, finché tagliandosi accidentalmente un dito scopre che Audrey 2 si nutre esclusivamente di sangue umano per vivere e crescere. Diventato una celebrità, Seymour prova a chiedere
ad Audrey di uscire con lui, ma lei rifiuta l’invito per via del suo fidanzato, il dottor Orin Scrivello, un sadico e violento dentista. In realtà Audrey segretamente ricambia l’amore che Seymour prova per lei. Una notte, non appena Seymour chiude il negozio, Audrey 2, sempre più grande, inizia a parlare chiedendogli di ricevere più sangue, ma Seymour non è più in grado darle il proprio. Allora la pianta gli propone di uccidere la gente per nutrirla, promettendogli che in cambio lo farà diventare ricco e famoso. Inizialmente Seymour rifiuta l’orribile proposta, ma quando vede Audrey che viene maltrattata da Scrivello, cambia idea. Da lì in poi gli eventi sfuggono di mano al povero Seymour in un susseguirsi di omicidi e risate, fino ad arrivare ad un finale inaspettato e “diverso”.
Administration Theatre di New York, per poi spostarsi nel luglio dello stesso anno all’Orpheum Theater, uno dei più importanti teatri Off-Broadway. La produzione, diretta dallo stesso Ashman, riceve critiche molto positive, vincendo diversi premi sia a New York che a Londra. Dopo
LA STORIA Little Shop of Horrors, il musical basato sull’omonimo film del 1960 diretto da Roger Corman, debutta nel maggio del 1982 al Works Progress
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2.209 repliche, è il terzo musical più a lungo rappresentato nella storia dei teatri Off-Broadway. Nel 2003 il musical fa il salto di qualità e debutta in un teatro di Broadway, il Virginia Theater, dove rimane in scena per quasi un anno. Nel 1986 la trasposizione cinematografica diretta da Frank Oz ottiene due candidature agli Oscar: miglior canzone originale (Mean Green Mother from Outer Space, che insieme al brano che dà il titolo al musical e a Skid Row, Somewhere That’s Green, Suddenly Seymour diventa una hit) e migliori effetti speciali. In Italia il musical è stato prodotto per la prima volta dalla Compagnia della Rancia nel 1988 per la regia di Saverio Marconi e poi ripreso in diverse edizioni successive. Dopo 12 anni torna nei teatri italiani grazie a Viola Produzioni (in coproduzione con OTI - Officine del Teatro Italiano e con Bottega Teatro Marche) che ne ha riacquistato i diritti ed è pronta a presentarlo nella sua versione 2.0. • RS
TOURNÉE
Arriva in Italia la musica
che ha incantato
ROBERTO CIUFOLI VESTIRÀ I PANNI DELL'AVARO EBENEZER SCROOGE
D
ricco uomo d’affari dall’indole meschina e avara, anche quest’anno sarà Roberto Ciufoli attore e regista teatrale italiano. LA TRAMA È la vigilia di Natale nella Londra del 1843, e tutti si accingono a festeggiare la ricorrenza. Solo il vecchio usuraio Ebenezer Scrooge mal sopporta questa festività, e chiusa la sua bottega si reca solitario verso la propria dimora. Durante la notte riceve la visita di tre spiriti: quello del Natale Passato, quello del Natale Presente e quello del Natale Futuro, i quali tra flashback e premonizioni riusciranno a mutare la sua indole meschina ed egoista. Scrooge si risveglierà la mattina di Natale con la consapevolez-
© Vincenzo Fedecostante
opo il successo ottenuto lo scorso anno, la Compagnia dell’Alba, diretta da Fabrizio Angelini e da Gabriele de Guglielmo, porta di nuovo il tour il musical A Christmas Carol in co-produzione con il TSA - Teatro Stabile d’Abruzzo e con la collaborazione della Scuola d’Arte New Step di Americo Di Francesco e di Paola Lancioni. Il racconto di Charles Dickens viene proposto nella sua versione teatrale, per la prima volta in Italia con le musiche e le canzoni di Alan Menken (autore de La Bella e la Bestia, La Sirenetta, Aladdin,, ecc.), con la regia e le coreografie di Fabrizio Angelini e la direzione musicale di Gabriele de Guglielmo. Ad interpretare il ruolo di Ebenezer Scrooge,
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Broadway
Pubbliredazionale
© Vincenzo Fedecostante
ti noi, verso un atteggiamento che guardi maggiormente agli altri. Se tutto questo è poi accompagnato dalle meravigliose musiche di Alan Menken, per la prima volta presentate in Italia, allora un messaggio così forte non può che divenire vincente e positivo per farci riflettere, sia pure all’interno di una cornice divertente e di intrattenimento, su quanto una maggiore disponibilità verso il prossimo potrebbe cambiare e migliorare le nostre vite.
NOTE DI REGIA Il personaggio di Ebenezer Scrooge, al di là del semplice racconto e del significato intrinseco della novella dickensiana, potrebbe essere facilmente ricondotto ad una certa tendenza del mondo di
oggi: quella dell’indifferenza, dell’intolleranza, dell’essere asociali, pur nell’epoca dei social. Tra un’umanità che va sempre più in fretta, oggi si tende spesso a rinchiudersi nel proprio guscio, nel proprio mondo, con il proprio cellulare e i propri auricolari, per isolarsi da tutto e da tutti. Ecco dunque che il monito del defunto amico Marley, che appare a Scrooge nelle vesti di uno spettro proprio per suggerirgli un cambiamento nella sua vita e nel suo carattere, dovrebbe essere un’esortazione per tut-
LA TOURNÉE Il musical, con un cast in parte rinnovato, ha ripreso la sua tournée con una doppia data, il 2 e il 3 novembre, dal Teatro Tosti di Ortona (CH). Alle tappe di Ortona, che hanno registrato il sold out, seguirà un tour nazionale di 25 date. La Compagnia dell’Alba toccherà le città di Pescara, Montalto di Castro (VT), Bolzano, Bergamo, La Spezia, L’Aquila, Firenze, Sacile (PN), Monfalcone (GO), Tolmezzo (UD), Thiene (VI), Casarsa della Delizia (PN), San Donà di Piave (VE), Saint Vincent (AO), Varese, Assisi (PG) e Gorizia. • RS
© Vincenzo Fedecostante
za che l’avidità del denaro e l'attaccamento alle sole cose materiali sono sbagliati: finalmente la carità e la fratellanza si faranno largo nel cuore del vecchio usuraio,che per la prima volta trascorrerà il Natale con il nipote Fred e la sua famiglia.
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NOVITÀ
La vita di Van Gogh è
una commedia musicale UNA PRODUZIONE "IMMERSIVA" DOVE LE PROIEZIONI 3D RICOSTRUISCONO DEI PAESAGGI VIVENTI
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a debuttato al Teatro Savoia di Campobasso il 5, 6, 7, 8 Dicembre e proseguirà all’Auditorium Unità d’Italia di Isernia il 14 e 15 Dicembre prossimi, (con prevendita Ciaotickets), Cafè Vincent i colori di un’epoca scritto e diretto da Andrea Ortis, firma eclettica di assoluto livello nel panorama nazionale del teatro e del musical: una nuova produzione di Ouverture promossa grazie al supporto del bando Turismo è Cultura 2019 e all'assessorato alla cultura della regione Molise. Cafè Vincent i colori di un’epoca, è una commedia
musicale dedicata alla vita del pittore Olandese Vincent Van Gogh raccontata attraverso l’intensa corrispondenza epistolare con il fratello Theo. L’opera, in due atti,
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si svolge all’interno di un Cafè Chantant nella Parigi di metà ‘800, nel quale un gruppo di artisti - formato da cantanti, ballerine e musicisti - vive il tempo delle prove che precede il debutto serale del Cafè. L’atmosfera francese, raffinata ed elegante, porta con sé il fermento di una Parigi come centro dell’arte moderna del tempo, nella quale i Cafè venivano frequentati dai padri dell’Impressionismo francese e da una moltitudine di giovani artisti, tra i quali anche Vincent Van Gogh. Il racconto si muove incalzante e leggero tra brani
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cantati dal vivo da Monsieur Louis Philippe (Andrea Ortis), Madame Odile (Sabrina Marciano) e Mademoiselle Aline (Roberta Miolla), la narrazione di Luc (Giulio Maroncelli) ed una serie di coreografie energiche ed emozionanti nelle quali il corpo di ballo (Veronica Lepri, Federica Scaramella, Lavinia
Scott, Erika Poletto) spazia dal Walzer al Flamenco, da interventi di Tip Tap ad un modernissimo Can Can. La musica francese, suonata dal vivo, da musicisti polistrumentisti (Antonello Capuano, Angelo Miele, Matteo Iannaccio, Marco Molino, Lorenzo Mastrogiuseppe) accompagna l’intero racconto
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assicurando allo stesso un’energia ed un ascolto a tutto tondo con il pregio, appunto, della musica live Lo spettatore si trova così coinvolto completamente nella produzione pittorica di Van Gogh, grazie anche all’utilizzo di proiezioni animate 3D che fanno diventare i teatri di replica veri e propri paesaggi viventi nei quali il pubblico si sente completamente immerso nei Girasoli o nella Casa Gialla, nei Campi di Grano o nella meravigliosa Notte Stellata. Prodotto da Ouverture Produzioni, diretto dal produttore esecutivo Lara Carissimi, Cafè Vincent i colori di un’epoca” vanta un Team Creativo d’eccezione e di fama internazionale: regia di Andrea Ortis, composizioni ed arrangiamenti del maestro Antonello Capuano, scene di Lele Moreschi, coreografie di Marco Bebbu, proiezioni Animate 3D studio VAS Milano, progetto luci di Virginio Levrio e costumi di Marisa Vecchiarelli. • RS
ANTEPRIME
Il messaggio universale di
Bernadette de Lourdes
PARTENDO DAI RESOCONTI UFFICIALI È STATO POSSIBILE RICOSTITUIRE L’AVVENTURA DELLA RELIGIOSA FRANCESE
È
di fronte alla grotta di Lourdes che è nato questo progetto musicale, così ci raccontano gli ideatori e produttori Roberto Ciurleo e Eleonore de Galard. Bernadette di Lourdes è la storia di una delle più affascinanti e stimolanti apparizioni mariane alla giovane Bernadette Soubirous. È con le sue parole che è stato ricostruito il filo della sua storia, con la sua calma e umile lotta per difendere la verità con adulti scettici. La storia di un adolescente come tante altre che vivrà un'esperienza unica e inquietante, i 5 protagonisti del musical sono riusciti a far rivivere l’avventura di Bernadette ed a realizzare uno
spettacolo commovente, dal messaggio universale. Sulla musica di Gregoire e diretto da Serge Denoncourt, Lionel Florence e Patrice Guirao si offrirà un viaggio nell’anima che abita i vari protagonisti: il commissario Jacomet, l'avvocato Dutour, padre Peyramale, Louise e François Soubirous. Questo bellissimo spettacolo, toccante e affascinante, a Lourdes viene sottotitolato in diverse lingue durante la stagione dei pellegrinaggi. Il lancio della prima stagione nel 2019 è stato spettacolare, con oltre 70.000 presenze in tre mesi e con recensioni incredibili da parte della stampa entusiasta! Bernadette di Lourdes sarà
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di nuovo a Lourdes per 7 mesi nel 2020 a partire da aprile. Quindi verrà portato in Canada, Brasile, Argentina, Libano, Belgio e anche in Italia.
IL VIDEO
Inquadra il QRcode della presentazione del musical
di Silvia Arosio
I produttori, i compositori e i principali artisti della troupe francese saranno a Roma per presentare il progetto a Papa Francesco, nel corso dell’udienza del 27 novembre e alla stampa italiana. Gli inizi per un prossimo tour italiano... • RS
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il brano Pourquoi moi ?
CHI È EYMA... • Eyma ha 16 anni e canta
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fin dalla sua più tenera età. Il suo mondo musicale: Pop Rock. Adèle, Rihanna, Bruno Mars e Sam Smith sono i suoi riferimenti. Dall’età di dieci anni, calca le scene associative e le scene aperte. Nel 2015 vince la finale del trampolino di lancio musicale Plus 2 Talents nella categoria junior. È già apparsa su qualche scena parigina come Le Caveau des Artistes, Le Connétable o Le Sentier des Halles. • Selezionata per partecipare alla trasmissione The Voice Kids 2, Patrick Fiori girerà la sua poltrona sulla sua prestazione e la condurrà fino agli spareggi. Nel 2016, in occasione di un festival, rappresenta la Francia all’Opera House di Sydney, quindi lo stesso anno si esibirà al Casino di Parigi. Nel 2017 partecipa a una data della tournée The Voice al teatro Antico di Orange. • In Bernadette de Lourdes, Eyma è una giovane adolescente come tante altre che vivrà un’esperienza unica e sconvolgente.
MUSICA SUL PALCO
Un viaggio nel rock in
compagnia di Elvis e Jimi DOPPIO EVENTO IN SCENA AL TEATRO NUOVO DI MILANO JOE ONTARIO SINGS ELVIS E THE JIMI HENDRIX REVOLUTION
Joe Ontario, uno dei più grandi impersonator di Elvis Prelsey
I
MITI DEL ROCK: gli indimenticabili talenti di Jimi Hendrix, con The Jimi Hendrix Revolution, e di Elvis Presley, con Joe Ontario, dal musical Elvis the musical, in scena con un doppio evento al Teatro Nuovo di Milano il 14 e 15 gennaio 2020. Due personalità e due generi diversi ma accomunati da una grande abilità, quella di aver
cambiato il corso della musica, lasciando un’eredità stilistica incredibile che ha influenzato tutta la successiva scena artistica. I miti del rock è il progetto attraverso il quale We4show riporta sul palco, per un doveroso omaggio, alcuni dei grandi personaggi che hanno segnato la storia della
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di Silvia Arosio
musica. A renderlo possibile, esperti e talentuosi musicisti professionisti che sapranno dare il giusto valore a un repertorio importante. «Da amanti delle icone della musica - spiega l’organizzatore - con I miti del rock, abbiamo voluto creare un’esperienza musicale con l’obiettivo di raccontare i grandi miti che hanno fatto la storia del rock mondiale sia alle nuove che alle vecchie generazioni» Apriranno la serie, per questa prima edizione, due spettacoli dedicati rispettivamente alla chitarra per eccellenza, quella di Jimi Hendrix e alla leggenda del rock’n’roll Elvis Presley. Due show unici per ripercorrere le intramontabili note che hanno davvero fatto la storia del rock. JOE ONTARIO CANTA ELVIS PRESLEY Il primo giorno, va in scena l’indimenticabile leggenda di Elvis con Joe Ontario Sings Elvis. L’artista italo-canadese, che è uno dei più grandi impersonator di Elvis Presley, è il protagonista del celebre musical Elvis the Musical e con i suoi concerti ha già calcato i più grandi palchi italiani ed internazionali. Nel suo show, celebre proprio per la sua fe-
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il trailer
Il chitarrista Andrea Cervetto e Giancarlo Berardi (nel tondo)
deltà al Re del rock, ripropone i più grandi successi come Love Me Tender, My Way, Always on my Mind, Suspicious Mind e molti altri ancora. L'INCONFONDIBILE SOUND DI JIMI HENDRIX The Jimi Hendrix Revolution, torna a Milano dopo il fantastico debutto di un anno fa al Teatro della Luna. Sul palco la voce e la chitarra di Andrea Cervetto, accompagnate dalla batteria di Alex Polifrone e il basso di Fausto Ciapica, per rivivere brani
come Foxy Lady, Purple Haze e Hey Joe. Completano lo spettacolo la voce narrante del grande sceneggiatore e fumettista Giancarlo Berardi - che, oltre a curare la regìa, ripercorrerà con i suoi preziosi interventi alcune tappe della vita di Jimi Hendrix - e il live painting dell’artista visionario Franco Ori. Due show che saranno caratterizzati dalle emozioni, un viaggio nel tempo nel quale immagini e musica si intrecciano, riportando in vita le figure immortali di questi due grandi miti del rock! • RS
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DOPPIATORI
Federico Zanandrea, passione per la voce
IL DIRETTORE ARTISTICO DEL TEATRO DELFINO E LA SUA VITA DAVANTI (E DIETRO) AL MICROFONO
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ederico Zanandrea è un attore, doppiatore e regista teatrale italiano, oltre ad occuparsi del cartellone del Teatro Delfino di Milano. Per la rubrica dedicata al doppiaggio, ci racconta la sua esperienza e offre i suoi consigli per le giovani leve. Quando ha capito che avrebbe voluto diventare un doppiatore? Il doppiatore è una categoria inesistente, ci sono gli attori che fanno doppiaggio, magari fanno solo quello, ma nascono come attori. Quindi ho iniziato la mia carriera come attore e, mentre stavo girando una serie televisiva, ho conosciuto il direttore di doppiaggio che mi ha chiesto se volevo provare a farlo. All’inizio ho detto di no, ma a distanza di un anno ci siamo rivisti e mi sono detto: “proviamo” e da lì ho cominciato. All’inizio mi sembrava solo una opportunità in più, ma più tardi si è trasformato in una passione. Quale preparazione è richiesta? Per fare il doppiatore serve innanzitutto una preparazione attoriale e anche una preparazione tecnica, perché si stratta di un lavoro anche tecnico ma fondamentale rimane la preparazione come attore e conoscere la dizione, nel mio caso avevo studiato recitazione e avevo anche fatto molto teatro. Come ci si rapporta con gli altri attori in sala di registrazione? Il Direttore del doppiaggio è
un po’ il regista della parte audio di un film, di un telefilm o un cartone o quello che si sta doppiando. Il Direttore ha visto il prodotto, lo conosce nei dettagli e dovrebbe essere in grado di guidare il doppiatore per far tirare fuori il meglio della sua capacità. È il Direttore che scegli i doppiatori insieme al cliente; il rapporto che si crea in sala è più o meno quello che un regista ha con i suoi attori. I doppiatori sono anche in primis attori? Si, i doppiatori sono degli attori!
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A quali personaggi ha dato voce? Ho prestato la mia voce a tantissimi personaggi dei cartoni animati, in Dragonball ad esempio ho doppiato Freezer, il cattivo, ho doppiato anche molti telefilm come ad esempio Knightfall e sono la voce ufficiale del canale TV8. I lavori più importanti li ho fatti come Direttore del doppiaggio: fra i tanti lavori, ho diretto le prime due stagioni di The Crown, la serie tv Tredici, Thirteen reasons why e la serie di Spike Lee She’s gotta have
di Silvia Arosio
it. Ho diretto anche alcuni film importanti e proprio in questi giorni ho terminato di dirigere The Loudest Voice per Sky, la serie Tv con Russell Crowe. C’è differenza nel doppiare cinema, fiction o pubblicità? C’è differenza fra le tre cose e la differenza è dettata dal tempo: il cinema ti dà più tempo perché ancora ci sono più soldi per fare cose con una certa qualità, nella fiction si va un po’ più veloci, nel cartone si va ancora più veloci e nella soap opera ancora più veloci. La pubblicità la considero a parte: premetto che a me piace molto e io ho anche avuto modo di farne di importanti, lì è diverso perché c’è un aspetto più creativo, sei guidato dagli autori e tu puoi proporre qualcosa di tuo non devi andare a emulare qualcosa di già fatto tendenzialmente. Si lavora molto di fino perché c’è più tempo che è legato a una questione economica Come mai ancora molti doppiatori hanno una cadenza dialettale? No io non conosco doppiatori che abbiano cadenze dialettali, può essere che venga richiesta per una parte, però è proprio una delle cose che viene sempre molto rimproverata dai registi italiani, il fatto che il doppiatore parli un italiano che si dice l’italiano perfetto loro dicono “l’italiano dei doppiatori” proprio perché tendenzialmente non dovrebbero avere accenti. Poi ci sono del-
le persone che possono avere una voce più sporca però sono doppiatori famosissimi, non conosco nessun doppiatore che abbia cadenze dialettali sinceramente. Ha mai incontrato qualcuno degli attori che ha doppiato? Sì, ho incontrato l’attore che doppiavo in Tempesta d’amore, una soap opera che ho doppiato per cinque anni, ed è stato stranissimo perché sembrava di aver incontrato uno che conoscevo da cinque anni, tipo un fratello, con cui avevo come un rapporto di simbiosi. Ma la cosa strana è che, mentre io lo conoscevo, lui non sapeva chi diavolo fossi. Mi guardava incuriosito perché conosceva la mia voce, ma non mi aveva mai visto in faccia. È utile iscriversi a qualche agenzia? Per il doppiaggio non serve iscriversi a nessuna agenzia. Quale doppiaggio le ha dato maggiore soddisfazione? Un lavoro che mi ha dato soddisfazione è stato quando ho doppiato Gary Oldman in Sid & Nancy che era un ri-doppiaggio perché erano state aggiunte delle scene, un film bellissimo che mi aveva divertito molto fare. Le soddisfazioni più grandi nel doppiaggio le ho avute come direttore. È vero che ho fatto cose molto belle e anche divertenti
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come doppiatore, soprattutto in ruoli da “cattivo” - ne ho fatti tanti - ma come direttore ho lavorato su prodotti davvero importanti e quella è stata la più grande sfida anche perché curare ogni dettaglio è sempre difficile e intrigante. Cosa consiglia a chi vuole intraprendere la Sua carriera? Se uno vuole diventare doppiatore deve sapere che è un percorso molto in salita, anche perché oggi è molto difficile poter iniziare in quanto una volta l’iter era fare una scuola di recitazione e poi andare nelle sale e assistere, vedere gli altri, quelli che sapevano farlo, così imparavi. Adesso non si può più assistere, perché con le nuove norme di sicurezza sulla privacy negli studi non fanno entrare se non chi ha il turno, per cui la gente non può più andare ad assistere nelle sale. L’iter adesso è fare una scuola di recitazione, una di doppiaggio e poi aspettare che ci sia un provino e da lì si può iniziare a fare questa carriera, però è un percorso davvero in salita e difficile. Soprattutto viene richiesta molta velocità da subito, i prodotti si devono fare velocemente, anche perché difficilmente s’inizia facendo del cinema. • RS
LA POSTA DI PAOLA
a cura della Redazione
Come affrontare
al meglio un provino
I CONSIGLI DELLA VOCAL COACH PAOLA NERI
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cco le prime lettere arrivate in redazione, nelle quali i lettori chiedono consigli a Paola Neri (casting director delle opere musicali come Notre Dame de Paris, Tosca, Dracula, Romeo e Giulietta Ama e cambia il mondo, vocal coach e cantante di successo degli anni '60 e ' 70). LE DIFFICOLTÀ DI PROVINI E CASTING • Gentile Signora Neri, tempo fa ho fatto un provino per lei ma, purtroppo, non andò bene. Ne ho fatti tanti altri...mancava sempre qualcosa. Può darmi qualche suggerimento su come preparare e affrontare al meglio un provino? Un affettuoso saluto, Patrizia • Buonasera, mi chiamo Alessio e scrivo da Prato, ho 29 anni e volevo chiederle un consiglio su come affrontare un casting
Paola Neri (al centro) con il cast di Romeo e Giulietta - Ama e cambia il mondo
visto la sua grande esperienza nel campo. Premetto che provo da un paio di anni a fare provini, ma senza grossi successi. Quello che ho notato è che non mi sento mai perfettamente a mio agio, un pò per l'emozione, un pò perchè, a volte non trovo pezzi adatti al tipo di musical per cui faccio il provino. Volevo chiedere se poteva darmi dei consigli sia su come affrontare i provini a livello emotivo, sia come scegliere al meglio un brano. Grazie Alessio
IL PASSAGGIO DAL POP- ROCK AL MUSICAL Buongiorno, mi chiamo Chiara Monaco, scrivo da Frosinone e ho 18 anni. Ho letto della vs rubrica curata dalla sig.ra Neri (un vero mito) e ho pensato di chiederle dei consigli. Sono una fan di NDP e Romeo e Giulietta e volevo chiedere come le voci vengono educate per questo tipo di opere, cioè, come passare dal canto pop a quello del musical. Lo chiedo perché io canto da quando ho 7 anni e più che altro pop e rock, ma vorrei approcciarmi al mondo del musical ed iniziare a fare qualche provino. Grazie per tutti i consigli che mi darà e volevo anche chiederle se c'è possibilità di fare lezione con lei. Chiara Cara Chiara, le opere delle quali mi sono occupata, avevano voci pop. Gli interpreti sono stati scelti perchè la vocalita' era giusta e il colore della voce interessante. Le opere, che hai citato hanno tutte un canto moderno, ma di grande estensione come richiesto dalla scrittura musicale. Ascolta tutti i generi musicali e cogli da ognuno di loro tutto Ciò che può farti crescere artisticamente. Mi dispiace, ma in questo periodo,non insegno per problemi di salute Contatti: silvia.arosio@gmail.com
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Cari Patrizia e Alessio, le cose principali da fare, per prepararsi ad un casting, sono le seguenti: 1) con molta umilta' valutare se la propria voce ha le caratteristiche richieste; 2) se, fisicamente, corrispondete alle caratteristiche richieste; 3) se il brano è su parte siate certi di interpretarlo senza sforzo, perché con l'emozione del momento, potreste incappare in una stecca terrificante ! La risposta è sempre la stessa per tutti... “A casa mi veniva benissimo”! A questo punto buona musica! • RS La vocal coach Paola Neri
NOVITÀ
a cura della Redazione
La verita rende single, parola di
Baz...
L'ARTISTA SARDO INTERPRETA SE STESSO DALL'INIZIO ALLA FINE
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ivenuto celebre per i suoi personaggi di BAZ il lettore multimediale ed il cantante autoriferito Gianni Cyano l’artista sardo si cimenta in uno spettacolo dove “si toglie la maschera” e interpreta se stesso dall’inizio alla fine dello show. Marco Bazzoni si mette “a nudo” non solo per mostrarsi autentico e vero ma soprattutto per svelare con tanta ironia le ipocrisie di un mondo sempre più artefatto e sempre più ambiguo. Perché siamo falsi quando
dobbiamo conquistare una donna? Perché sui social vogliamo apparire diversi da quello che siamo? Perché non sappiamo più distinguere tra realtà e finzione? Si ride, si canta, ci si commuove e si riflette: uno spettacolo con un ritmo incalzante per sorridere delle nostre piccole miserie e delle nostre grandi bugie. Una significativa svolta alla carriera dell’artista che arriva dopo un’intensa attività di live e dopo i suoi ultimi studi sulla standup comedy fatti a Los Angeles, dove si è esibito in diver-
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si comedy club fino ad arrivare all’esordio nel tempio mondiale della comicità, l’Hollywood Comedy Store. Il tour prevede le seguenti tappe: 6 e 7 dicembre al Teatro Garbatella (Roma), il 20 gennaio al Teatro Elfo Puccini (Milano), il 4 febbraio al Teatro Dehon (Bologna) e il 6 febbraio al Teatro Puccini (Firenze) - • RS
LA LIBRERIA LE NOVITÀ DELLE CASE EDITRICI E I NOSTRI CONSIGLI PER SCEGLIERE IL TITOLO GIUSTO PER VOI Anna Todd SPRING GIRLS
Donato Carrisi LA CASA DELLEVOCI Pietro Gerber non è uno psicologo come gli altri. La sua specializzazione è l'ipnosi e i suoi pazienti hanno una cosa in comune: sono bambini. Spesso traumatizzati, segnati da eventi drammatici o in possesso di informazioni importanti sepolte nella loro fragile memoria, di cui polizia e magistrati si servono per le indagini. Ma quando riceve una telefonata di una collega australiana che gli raccomanda una paziente, Pietro reagisce con perplessità e diffidenza. (Longanesi - 400 pg - € 22,00)
Meg, Jo, Beth e Amy Spring sono sorelle. Diversissime tra loro, eppure unite da un legame più forte di ogni contrasto. Vivono con la madre in una base militare nei pressi di New Orleans, mentre il padre, ufficiale dell’esercito americano, è in missione in Iraq. In un anno cruciale per il destino della famiglia Spring, le quattro sorelle affronteranno sfide impreviste, paure, cambiamenti. Alla ricerca di un destino da costruire con le proprie mani, di una vita di cui andare fiere. (Sperling - 371 pg - € 17,90)
Marie Benedict LA DIVA GENIALE Questa storia inizia aVienna, negli anni Trenta, nella casa di un’agiata famiglia ebrea. Ma prosegue per vie straordinarie almeno quanto la bellezza della sua protagonista, che il mondo avrebbe conosciuto come Hedy Lamarr, una delle più famose attrici della Hollywood anni Quaranta. Appassionata di ingegneria ha n’idea che sarà la sua lotta e la sua missione, un sistema di trasmissione radio che, incredibilmente, si sarebbe rivelato la base per la tecnologia wireless. (Piemme - 320 pg - € 18,50)
IL VOLUME SOTTO I RIFLETTORI... MUSICA SOLIDA. STORIA DELL'INDUSTRIA DEL VINILE IN ITALIA Un' opera completa sulla storia del vinile e della discografia italiana. Curiosità sulle famiglie Ricordi e Sugar ,Teddy Reno, Carlo A. Rossi e Adriano Celentano per citarne alcuni... La musica raccontata attraverso la storia di chi in Italia l’ha fabbricata, cioè le case discografiche. Dai 78 giri in gommalacca al primo vinile artigianale, fino al boom dei 45 giri, gli sviluppi del secondo dopoguerra, i decenni successivi del Compact Disc e le crisi dovute alle trasformazioni dell’evoluzione tecnologica, fino ad arrivare alla quasi totale eliminazione di essi per lasciare posto allo streaming digitale. Musica Solida porta in luce le radici culturali di questo mondo musicale che è stato arte ma anche scienza al servizio dell’arte. (Vito Vita - Miraggi Edizioni - 316 pg - € 23,00)
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di Daniele Colzani
L'IDEA REGALO PER NATALE 24 CLASSICI DA LEGGERE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA La casa editrice Newton Compton ha messo insieme per la prima volta 24 classici da leggere almeno una volta nella vita e lo ha fatto raggruppandoli in una comoda e simpatica valigetta già pronta per essere messa sotto l’albero insieme agli altri regali. Ecco gli autori e le loro opere presenti nel cofanetto: D’Annunzio, Il piacere - Flaubert, Madame Bovary - Melville, Moby Dick - Pirandello, Il fu Mattia Pascal - Bulgakov, Il maestro e Margherita - Poe, Tutti i racconti del mistero, dell’incubo e del terrore - Svevo, La coscienza di Zeno - Verga, I Malavoglia - Wilde, Il ritratto di Dorian Gray - Austen, Orgoglio e pregiudizio - Brontë E., Cime tempestose - Manzoni, I promessi sposi - Lawrence, L’amante di Lady Chatterley Baudelaire, I fiori del male e tutte le poesie - Dostoevskij, Delitto e castigo - Fitzgerald, Il grande Gatsby - Stoker, Dracula - Brontë C., Jane Eyre - De Amicis, Cuore - Pirandello, Uno, nessuno e centomila, Quaderni di Serafino Gubbio operatore - Barrie, Le avventure di Peter Pan - Kafka, La metamorfosi e tutti i racconti - Carroll - Alice nel paese delle meraviglie, Attraverso lo specchio - Dante, La Divina commedia. (Newton Compton Editori - 8627 pg - € 49,90)
Giorgia Martone LA GRAMMATICA DEI PROFUMI
Tiziana Triana LE CITTÀ PERDUTE. LUNA NERA. VOL. 1 Italia, Diciassettesimo secolo. Adelaide (Ade), sedici anni, corre e tiene per mano Valente, suo fratello, che è ancora un bambino. Deve scappare da Torre Rossa e dalla casa in cui è cresciuta, perché l'accusa che le pende sulla testa porta dritta al rogo: stregoneria. Troverà rifugio nella campagna laziale , in una comunità femminile in odore di stregoneria sempre braccate da una spietata congrega di uomini forti spietata: i benandanti. (Sonzogno - 504 pg - € 19,00)
Un cammino lungo le strade delle essenze, attraverso legni ricchi e vibranti come foreste, fiori preziosi ed eleganti, frutti che restituiscono le fragranze del Mediterraneo. Esistono profumi familiari e floreali come la violetta, altri più intensi, resinosi e sconosciuti come l’oud, essenza tratta dall’albero che cresce nell’India nordorientale. Ogni essenza riporta una presentazione, e poi aneddoti, citazioni, curiosità legate alla sua storia o al suo utilizzo. (Gribaudo 224 pg - €19,90)
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Federico Santaiiti FATTI I GATTI TUOI Attraverso i 7 capitoli che compongono il libro, sette proprio come le vite dei gatti, l'opera dopo aver raccontato la personale storia di Federico Santaiti, webstar da milioni di visualizzazioni nonché il Pet influencer più seguito d’Italia, il suo singolare percorso, l’amore irresistibile per i gatti e l'incontro con l'inseparabile gatta Blacky, entra nel vivo mostrandoci scorci di vita quotidiana senza dimenticare le tematiche che la webstar affronta nei suoi video come la convivenza con il gatto illustrata in modo ironico e leggero sino ai racconti e le leggende legate ai propri felini, tra storia, superstizione, cultura e luoghi comuni da sfatare. (BUR Biblioteca Univ. Rizzoli - 160 pg - € 12,90)
INTERVISTA
Volevo essere una star e
invece sono una
Artist Coach
SEI UN ASPIRANTE ARTISTA? I CONSIGLI PER TUTTI COLORO CHE SOGNANO DI STARE... SOTTO I RIFLETTORI
I
o ho sempre voluto fare cinema, quando ero piccola, così, ero certa, sarei diventata una grandissima star... Avevo un sacco di sogni!” (Tratto dal monologo di Charlize Theron nel film Monster) Ciao, io sono Barbara e da grande voglio fare la persona felice...e cosa c’è di più divertente che essere su un palcoscenico a cantare, ballare e recitare? Volevo essere una ballerina, una cantante, un’attrice. A 14 anni nella settimana a Londra con la scuola andai a teatro ad assistere ad un Musical: Cats e fu amore a prima vista, a primo suono, a prima sensazione... Nulla prima di allora e dopo allora mi ha mai trasmesso così tante emozioni (a parte la nascita di mio figlio, ma è un’altra storia...). Il musical, il teatro, il canto e la recitazione sono diventati una vera passione tanto da fondare una Compagnia Teatrale specializzata in musical, tanto da voler gestire un teatro per quattro anni, tanto da voler frequentare a ben cinquant’anni un’accademia per la recitazione cinematografica. Tanti sogni e tante cose realizzate e nel 2014 un imprevisto lavorativo, ti farò capire come mai l’ho chiamato così e quanto le parole sono importanti per farci agire, mi ha portato a conoscere quella che è diventata la mia seconda grande passione: la crescita personale. Mi sono iscritta al Master in Coaching, ho studiato, praticato
Barbara Delponte
sessioni individuali e di gruppo e ottenuto certificazioni internazionali di Programmazione Neuro Linguistica. Mi sono resa conto che queste due mie grandi passioni si potevano amalgamare: come la panna nel caffè, come la farina con l’acqua e il risultato è stato straordinario. La vita mi ha tolto e la vita mi ha dato e anche se
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non sono diventata l’artista che credevo, ho potuto e saputo e voluto stare nell’ambiente che più mi fa sentire viva. Ora sono una Artist Coach! Cosa fa un Coach? Un Coach utilizza strumenti pratici per portare le persone a perfomare in modo eccellente! Mi dicono spesso: “Ah, ho capito, fai il motivatore!”
di Barbara Delponte
Beh, ora immagina che io ti debba stare alle calcagna tutto il giorno per spronarti e farti fare le cose per raggiungere i tuoi obiettivi...Sbang! Siamo svenuti in due...hihihihihihi Primo mi odieresti e secondo ti costerei troppo. Un coach fa qualcosa di più speciale: fa trovare alla persona stessa il proprio “motivo all’azione” per far sì che da sola poi riesca a raggiungere ciò che desidera. Un coach utilizza strumenti, processi e strategie che nessuno mai ci ha insegnato e che sarebbero stati tanto utili per superare le sfighe (o sfide) della nostra vita. Due frasi sono state importanti durante la mia crescita come coach e come professionista e persona. La prima di R. Bandler: “Quando cambi come pensi, cambi come ti senti e cambi di conseguenza ciò che riesci a fare!” La seconda non so di chi sia ma è la mia preferita: “Non vediamo le cose per come sono, vediamo le cose per come siamo!” Utilizziamo la prima per fare degli esempi nel nostro campo artistico. Amo cantare, sono una mezzo-soprano e cantavo nei cori...ecco nei cori e fino a che
stavo in mezzo agli altri o dietro le quinte tutto era ok. Il problema è iniziato quando mi dissero: “sei brava, fai un pezzo da solista?” Ecco...il terrore! Ero sempre stata in mezzo agli altri, eppure stare sul palco era la cosa che desideravo di più al mondo: ma cosa diavolo succedeva per bloccarmi e non riuscire a far uscire aria dalla bocca tanto da andare in apnea? Nella mia mente pensieri poco utili (chiamiamoli così): e se poi stono? e se poi mi dimentico le parole? e se la mia voce non piace al pubblico? e se...? e se...? e se...? Le immagini che ne seguivano ovviamente non erano delle più rosee e quindi l’azione non portava al risultato che avrei de-
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siderato. Il punto è che la mente si crea tanti film e nella maggior parte dei casi catastrofici. Ricordo una mia amica bravissima nel ballo. Un vero talento mi dicevano... peccato che ai provini, per entrare nella scuola che voleva frequentare, si scordò la coreografia (ripetuta centinaia di volte) con le conseguenze che potete immaginare. Altro esempio: durante un monologo in un musical un attore ha cancellato totalmente dalla sua testa mezzo copione e sapete il perché? Perché è stato lui stesso a dare l’ordine di dimenticare. Senza renderci conto di ciò che il pensiero produce in termini di sensazioni e quindi di azioni, continuiamo a ripetere e ad agire negli stessi modi oppure anche “provandone” altri, ma senza avere i risultati che aneliamo. Ho messo tra virgolette la parola “provare” perché è molto pericolosa nel modo in cui la utilizziamo di solito.
Una linguistica adeguata riesce a far cambiare le sensazioni e di conseguenza le azioni. Facciamo un giochino: chiudi gli occhi e ripeti ad alta voce per dieci volte la parola “problema”... Aprendo gli occhi com’è la sensazione? Di pesantezza, come portare un macigno sulle spalle e di non trovare una via d’uscita? Ok ora richiudi gli occhi e ripeti per dieci volte la parola “rompicapo”... Aprendo gli occhi la sensazione è diversa? Leggerezza e voglia di trovare la soluzione. Un rompicapo ha
sempre una soluzione! Quindi pensiero - sensazione - azione! La gestione dello stato d’animo è una delle componenti fondamentali per un’artista: importante quanto se non di più della parte tecnica. Passiamo alla seconda frase: “non vediamo le cose per come sono, vediamo le cose per come siamo!” Potrebbe sembrare uno scioglilingua o addirittura un gioco di parole senza senso. Invece “porca paletta” di senso ne ha eccome. Analizziamo la frase insieme: le cose, come le persone, come le situazioni, come le esperienze... SONO! Hanno una loro essenza, analizzale come se guardassi un dipinto: che colori sono stati usati, quale tecnica, su che tipo di tela, la grandezza...tutti dati oggettivi. Ok ora guarda il dipinto per COME SEI! Non mi piace, oppure è meraviglioso, le sensazioni che ti dà, lo compreresti, vuoi dare dei
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suggerimenti all’artista... Vedi il dipinto è sempre lì ed è sempre lui, ma ognuno di noi lo vede in modo diverso. Questo è uno dei principi che regolano i nostri processi mentali: la mappa non è il territorio. Peccato che nella maggior parte dei casi ce ne dimentichiamo o non ne avevamo consapevolezza e questo porta a fare scelte e prendere decisioni non utili per noi stessi. Pensa al Coaching... Non ne ho mai sentito parlare, non penso mi sia utile, ho già le risorse per arrivare dove voglio. Eppure, il Coaching ha un ROI del trecento percento in termini di risultati e i migliori attori e performers del mondo hanno il loro Coach personale che li guida e li prepara ad eccellere. Ciao, sono Barbara Delponte e sono una Artist Coach e spero di vederti un giorno su un palcoscenico...avrai realizzato il tuo sogno così come io ho realizzato il mio. ...Tu sarai sotto i riflettori e io sarò dietro le quinte, ti assicuro che sarebbe per me la soddisfazione più grande aiutarti ad eccellere! A presto... Per info: barbaradelponte.coaching@gmail.com • RS
RITORNI
Il
Pubbliredazionale
Barbiere di Siviglia
come non lo avete mai visto... UN CONTE DI ALMAVIVA ESILARANTE, POETICO, PASSIONALE, LIBERO!
T
orna in scena, dopo le anteprime della scorsa stagione, Il Barbiere di Siviglia, Commedia Pop, con l’adattamento e la regia di Sandro Querci, Quest’anno, lo spettacolo debutterà il 29 dicembre al teatro Persio Flacco di Volterra, per poi approdare a Milano, al Teatro San Babila il 3/4/5 gennaio 2020. In seguito sarà il 1° febbraio, al Teatro Tosti di Ortona. Si tratta di uno spettacolo nuovo, inedito nella sua forma e allestimento, pur rimanendo intatti, intonsi i contenuti della vicenda narrata in prosa da Beaumarchais. Infatti, l'autore francese ci racconta delle vicende del Conte Almaviva in una splendida trilogia: Il barbiere di Siviglia, Le nozze di Figaro, La madre colpevole; in maniera esilarante. La commedia nasce nel 1772, Gioacchino Rossini nel 1816 ne racconterà le gesta in chiave lirica. In questo fresco e nuovo spettacolo si trovano spunti e personaggi anche dai due episodi successivi suddetti, a rendere ancora più accattivante e curiosa la vicenda dell'amore anelato tra Rosina e Almaviva. Una scenografia sorprendente, tutta in "verticale"
fatta di tele colorate e giochi di luce. I brani più belli della musica internazionale pop latina, sudamericana e spagnola, come ad esempio: Malaguena, Pensami, Por debajo de la mesa, Somos novios, Espana cani, Besame mucho, Bamboleo ed altri. Le liriche e le traduzioni sono di Elena Talenti e Sandro Querci, un lavoro certosino, curato nei dettagli con brani tradotti dallo spagnolo in italiano, dall' italiano in spagnolo, misti e spagnoli ma ritradotti nella lingua stessa senza se ne perdesse significato e suono. Operazione, idea, che nasce nel 2000 con uno dei più grandi attori italiano di prosa, Giampiero Becherelli, Maestro di Sandro Querci e che avrebbe dovuto interpretare il possessivo Bartolo. Ma la dipartita di Becherelli fece tramontare il progetto, sino ad un anno fa, anni in cui Walters produzioni decide di riaprire la lavorazione. Querci decide di lavorare sul format a lui tanto caro
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e che tanta fortuna gli ha portato con Il cappello di paglia e La pulce nell'orecchio, ne consegue una "commedia musicale pop". Tuttavia, contrariamente a quanto creduto dai più, la genesi del testo è proprio quella di commedia musicale, quindi non vi è uno snaturare ma un ripristinare l'idea iniziale di Beaumarchais. Pochi sanno, infatti, che l'autore nel 1772 ne fece una commedia musicale con musiche da lui composte e lo spettacolo ottiene anche consensi, nondimeno egli non era compositore nella sua attività precipua, dunque fu criticato e osteggiato dalla critica e musicisti che non gradivano l'intromissione "nella musica da parte di uno scrittore"; fu quindi accantonata momentaneamente la versione musicale. Versione musicale vieppiù che 44 anni dopo Rossini da leggera o operettistica, farà diventare lirica e come lui tanti altri compositori; sia nel testo in questione, sia nei due sequel. Mascherate, equivoci, lazzi ubriacanti a rappresentare l'amore in versione romantica e comica, senza tempo, universale. • RS
LO SCENOGRAFO
Il bozzetto teatrale
e le macchine sceniche
IL PRODUCTION DESIGNER E "ARCHITETTO DELL'EFFIMERO" RACCONTA IL SUO LAVORO
C
ome promesso il mese scorso parliamo di come si costruisce un bozzetto teatrale... questo tipo di lavoro ci aiuta a capire come andare a riempire lo spazio scenico. Partiamo molto semplicemente dalla dimensione del nostro boccascena teatrale per poi cominciare a creare la nostra scenografia. Le tecniche pittoriche per creare questa visione dello spazio teatrale sono molteplici a partire dall’acquarello, con colori acrilici o semplicemente con un carboncino! In fin dei conti non esiste una maniera precisa e definita per abbattere quel muro nero iniziale da parte dello scenografo. Per cominciare a definire la scena entrano in gioco molte teorie a partire dal mettere per poi togliere o fare esattamente il contrario, nel mio caso alcune volte vado creando masse che man mano si snelliscono per poi arrivare alla mia conclusione grafica. Ogni scenografo cerca la sua originalità ed ispirazione in maniera diversa, nel corso degli anni per quanto mi riguarda ho cercato di capire quale fosse la migliore e devo dire la verità... effettivamente non esiste un sistema matematico per arrivare al bozzetto per-
Antonello Risati
fetto, sicuramente il buttare giù molte idee e quindi molti bozzetti aiuta ad arrivare alla conclusione che più convince e che sia in sintonia ovviamente con il testo e la regia. Come dicevamo i bozzetti sono stati realizzati dagli scenografi con molteplici tecniche pittoriche però negli ultimi anni un po’ tutti gli scenografi si avvalgono di straordinari mezzi informatici che aiutano a creare sempre di più atmosfere magiche.Personalmente uso programmi di grafica tra cui Photoshop o applicazioni su tablet come Procreate che spesso mi aiutano a realizzare l’idea che avevo in mente, grazie anche a tavolette grafiche e penne per disegnare su tablet studiate appositamente.
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Passiamo alle macchine sceniche che sono di supporto alla scenografia teatrale e servono per creare la magia dei cambi scena come ad esempio pas-
TRA I SUOI LAVORI
• Assistente Scenografo: 2000 teatro Buonanotte Mamma regia L. Salveti; 2001 teatro Otello regia G. Del Monaco; 2002 teatro Tancredi regia M. Gasparon; 2003 teatro Proserpine regia M. Gasparon; 2003 teatro Orfeo regia M. Gasparon; 2015 teatro Una coppia in provetta regia G. Corsi; • Scenografo: 2006 Premiere del film animato The Wild (Disney), 2017 Design Area Kids Family Hotels, 2018 teatro Romeo e Giulietta regia M. Iacopini. 2019 teatro La leggenda di Thor regia A. Ronga
di Antonello Risati Bozzetti per Il flauto magico di Mozart eseguito con la tecnica del carboncino
sare da una scena che rappresenta un interno e trasformarla velocemente in un esterno, in questi casi carri su ruote che viaggiano dietro le quinte o scenari motorizzati che finiscono in graticcia quindi a ridosso del soffitto del teatro aiutano molto noi scenografi in questo tipo di cambio scena. Ultimamente si sta facendo largo anche l’uso di PVC motorizzati montati a ridosso del proscenio dove poi si andrà a proiettare immagini o video
di sicuro effetto. Questa soluzione si usa in molteplici spettacoli e anche la presenza di ledwall che simulano fondali statici o in movimento viene molto usata sostituendo i fondali dipinti di un tempo. Quindi attualmente lo scenografo che era partito dal bozzetto semplicemente con un carboncino nella sua mano si troverà a dover poi mitigare nuove tecnologie con le vecchie ma non deve dimenticare le utili macchine sceniche te-
Procreate, applicazione per IPad:
atrali della tradizione che gli serviranno per poi arrivare alla giusta interpretazione della sua scenografia. Nuove tecnologie che si fondono con la tradizione scenografica è la partita da giocare per gli scenografi del XXI secolo ma tutto ciò non deve snaturare quel fantastico spazio che noi tutti amiamo che si chiama teatro! A gennaio approfondiremo alcuni aspetti della costruzione scenica e del lavoro dello scenotecnico in laboratorio. Alla prossima... • RS
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda i suoi lavori 53
SCUOLE E ACCADEMIE
Balletto e sostenibilità
sul palco dell 'Ecoteatro APPUNTAMENTO CON DUE RAPPRESENTAZIONI DELL'ACCADEMIA UCRAINA DI BALLETTO
L
a compagnia, sensibile agli aspetti legati alla ecosostenibilità, ha trovato in EcoTeatro di Milano un valido alleato per portare avanti insieme questa vocazione: nasce così una collaborazione che porterà in cartellone, nella sala di via Fezzan, primo teatro ecosostenibile in Italia, alcune repliche de Lo Schiaccianoci e di Biancaneve e i Sette Nani, riallestite con la supervisione del teatro adottando criteri per
ridurre l’impatto ambientale. Gli spettacoli sono prodotti in co-realizzazione tra A.U.B. Compagnia Italiana di Balletto e Cooperativa Muse Solidali (ente gestore EcoTeatro). I balletti vedono il sostegno di C.L.A.P.Spettacolodalvivo e del MiBACT. La prima proposta è davvero un classico: i giorni 20, 21 dicembre (ore 21.00) e 22, 26 dicembre (ore 16.00) sarà in scena Lo Schiaccianoci, uno dei più grandi classici del repertorio, il più amato dai bambini torna come ogni anno con grande successo sui
LO SCHIACCIANOCI • 20 e 21 Dicembre ore 21 • 22 e 26 Dicembre ore 16
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palcoscenici italiani, che farà sognare grandi e piccoli. LO SCHIACCIANOCI Durante la vigilia di Natale, agli inizi del XIX secolo, il signor Stahlbaum, in Germania, indice una festa per i suoi amici e per i loro piccoli figli. Questi, in attesa dei regali e pieni di entusiasmo, stanno danzando quando arriva il signor Drosselmeyer, lo zio di Clara e Fritz, che porta regali a tutti i bambini, intrattenendoli con giochi di prestigio, nonostante all’inizio incuta paura ai bambini. Alla sua nipote prediletta, Clara, regala uno schiaccianoci a forma di soldatino che Fritz, il fratello della bambina, rompe per dispetto. Ma Drosselmeyer lo ripara per la gioia della bambina. Arrivano alla festa anche gli altri parenti e amici, che si uniscono alla festa ballando con gioia. Clara, stanca per le danze della serata, dopo che gli invitati si ritirano, si addormenta sul letto e inizia a sognare. È mezzanotte, e tutto intorno a lei inizia a cresce-
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re: la sala, l’albero di Natale, i giocattoli..e soprattutto una miriade di topi che cercano di rubarle lo schiaccianoci. Clara tenta di cacciarli, quando lo Schiaccianoci si anima e partecipa alla battaglia con i soldatini di Fritz: alla fine, rimangono lui e il Re Topo, che lo mette in difficoltà. Clara, per salvare il suo Schiaccianoci, prende la sua scarpetta e la lancia addosso al Re Topo, distraendolo; lo Schiaccianoci lo colpisce uccidendolo. Ed ecco che lo Schiaccianoci si trasforma in un Principe, e Clara lo segue, entrando in una foresta innevata. L’Atto si chiude con uno splendido Valzer dei fiocchi di neve. I due giovani entrano nel Regno dei Dolci, dove al Palazzo Reale li riceve la Fata Confetto, che si fa raccontare dallo Schiaccianoci tutte le sue avventure, e di come ha vinto la battaglia col Re Topo. Subito dopo, tutto il Palazzo si esibisce in una serie di famose danze culminando nel conosciutissimo Valzer dei fiori. Il balletto si conclude con un ultimo Valzer, e il sogno finisce: una volta risvegliata, mentre si fa giorno, Clara ripensa al proprio magico sogno abbracciando il suo Schiaccianoci.
BIANCANEVE E I SETTE NANI Invece, subito dopo Capodanno, nei giorni 4 gennai (ore 21.00) e 5, 6 gennaio (ore 16.00) sarà in scena Biancaneve e i sette nani Il balletto Biancaneve e i sette nani dell’AUB Compagnia Italiana di Ballett , l’unica in Italia a detenerne i diritti originali, è una produzione per bambini e adulti. Un modo per avvicinare i più piccini al mondo del teatro e della danza, attraverso la famosissima favola dei Fratelli Grimm. Gli animali del bo-
sco, i fiori e le piante prenderanno vita immergendoci nel magico mondo di Biancaneve, mentre i sette buffi nani saranno protagonisti di momenti di divertimento e risate. Il tutto su note musicali appassionanti e con vivaci e colorati costumi. I biglietti sono già in vendita su ticketone e potrebbero essere un ottimo regalo di Natale, anche per spiegare ai bambini non solo l’arte ed incantarli con la favola, ma per indirizzarli al tema dell’ecosostenibilità.
BIANCANEVE E I SETTE NANI
• 4 Gennaio ore 21 • 5, 6 Gennaio ore 16
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L'ECOTEATRO DI MILANO “Da tempo - afferma Marco Daverio, Direttore di EcoTeatro - i teatri cercano strade per svecchiare le sale e intercettare nuovo pubblico, soprattutto giovani, così da garantire il ricambio generazionale. L’innovazione sostenibile è l’opportunità che può generare il cambiamento e rilanciare in una chiave più moderna e innovativa le sale teatrali. EcoTeatro è la prima sala nazionale che raccoglie il problema della crisi climatico ambientale e adotta criteri gestionali ecosostenibli per abbattere l’impatto dei concerti e degli spettacoli ospitati. La collaborazione con A.u.b.
Compagnia italiana di balletto è nata grazie a CLAPS Spettacolo dal vivo, il Circuito Lombardo di programmazione teatrale riconosciuto dalla Direzione Spettacolo del Ministero dei Beni Culturali con cui collaboriamo che ha inserito due spettacoli dell’AUB Compagnia Italiana di Balletto nel cartellone di EcoTeatro: Schiaccianoci e Biancaneve e i sette nani. Gli allestimenti hanno già debuttato ottenendo uno strepitoso successo agli Arcimboldi e verranno rivisti e rimontati nella nostra sala con criteri ecosostenibili. È la prima volta che una compagnia di danza professionale adotta criteri eco e la
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cosa ci fa molto piacere. La partnership di questo sicuro ed ambizioso connubio avrà sicuramente un’evoluzione sempre più stretta con numerosi nuovi programmi. L’attività della Compagnia, legata indissolubilmente all’Accademia Ucraina, fautrice già di molti successi e promotrice di nuove collaborazioni anche con personaggi illustri del mondo della danza, avrà in serbo numerose novità nell’arco della prossima stagione. A partire da un programma realmente innovativo come quello di presentare allestimenti rivisitati di balletti fulcro del repertorio classico, seguendo il concept dell’EcoTeatro sulla falsa riga di un concetto in chiave Ecologica che sicuramente, in molte occasioni, sposeremo al 100%, al fine di dare, primi nel mondo degli spettacoli di Danza, un forte messaggio all’insegna della promozione di sviluppo eco sostenibile, e cercare di porre il tema ambientale al centro dell’azione artistica culturale”. • RS
e
AMeRiCo Di fRAnCesCo pAolA lAnCioni
presentano
RobeRto Ciufoli nel ruolo di Ebenezer Scrooge in
musiche di
liriche di
libretto di
AlAn Menken lynn AhRens Mike oCkRent e lynn AhRens ispirato al racconto di ChARles DiCkens coreografie originali di susAn stRoMAn regia originale di Mike oCkRent presentato in prima assoluta da radio city entertainment presso il teatro del madison square garden
n MobyDick - Ortona
foto Federico Ferrantini
a c i s u m a l a i l a t I finalmente in tato Broadway che ha incan veRsione itAliAnA DiRezione MusiCAle ReGiA e CoReoGRAfie
GiAnfRAnCo veRGoni GAbRiele De GuGlielMo
fAbRizio AnGelini
Aiuto ReGiA
AlessiA De GuGlielMo
GAbRiele MoResChi DiseGno luCi fRAnCesCo beRnAbeo sCene
DiRezione MusiCAle AssoCiAtA
MonjA MARRone
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MARCellA zAppAtoRe DiseGno foniCo MARCo D’eRAMo CostuMi
CostuMistA AssoCiAtA
fRAnCesCA MARiA D’Antonio
TOURNÉE
L i ' rrefrenabile energia di School of Rock
L
a musica come ragione di vita, un adulto un po’ stravagante e visionario che trascina una classe di ragazzi a diventare una rock-band di successo; il rock che diventa strumento per liberarsi e conquistare insieme il proprio ruo-
lo: torna nei teatri italiani il nuovo tour di School of Rock il celebre musical che Andrew Lloyd Webber ha tratto dal film di Richard Linklater del 2003, in Italia grazie a Massimo Romeo Piparo che ne ha curato la Regia e l’adattamento. (Liriche di Glenn Slater, Testo di Julian Fellowes). Versatile protagonista, e vincitore quest’anno del Premio Internazionale Flaiano proprio per questa sua interpretazione, è Lillo, alias Pasquale Petrolo, nel ruolo di Dewey Finn (nel film aveva il volto di
Jack Black), il chitarrista irriverente che trasforma i suoi allievi in una energica e scatenata rock band. “Sono felice di interpretare questo Musical, School of Rock fa parte di quei pochissimi film che rivedo ciclicamente. E’ una commedia meravigliosa, superdivertente, ricca di buona musica e di messaggi importanti. E poi Jack Black è esattamente il tipo di attore comico che tento di essere, molto fisico e con quella dose di infantilismo che io stesso amo tirar fuori tutte le volte che vado in scena”, afferma l’attore.
I PROTAGONISTI
• LILLO PETROLO / Dewey Finn • VERA DRAGONE Preside Rosalie Mullins
© Marco Rossi
• MATTEO GUMA
Ned Schneebly
• SELENE DEMARIA Patty Di Marco
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© Antonio Agostini
ATTRAVERSO IL LINGUAGGIO DELLA MUSICA VIENE RACCONTATA UNA STORIA DI TALENTO E PASSIONE
© Antonio Agostini
“Massimo Romeo Piparo mi ha portato a Londra a vedere il musical di Andrew Lloyd Webber tratto dal film e sono rimasto folgorato dall’allestimento e dall’energia che i bambini sprigionano per tutto lo spettacolo con Dewey, il protagonista, bambino tra i bambini” racconta ancora Lillo - “spesso mi dicono ‘tu sei il Jack Black italiano’, probabilmente si riferiscono alla stazza da ‘cicciottello’, ma a me piace pensare che sia per il modo che ho di affrontare i personaggi che interpreto. Con quella dose di ‘immaturità’ di cui vado molto fiero”. Accanto a Lillo, in un allestimento che si pregia della direzione musicale di Emanuele Friello con la sua Orchestra dal vivo, delle scene di Teresa Caruso, delle coreografie di Roberto Croce e di un ricco cast: di oltre 30 performer, tra i più talentuosi del Musical italiano, e tre postazioni di band dal vivo, con i 12 giovanissimi talenti under 14 – tra loro anche baby musicisti. Il ruolo della Preside Rosalie Mullins sarà interpretato dalla sorprendente Vera Dragone, attrice di comprovata esperienza in Teatro e nelle fiction, con un ruolo che vocalmente spazia da atmosfere alla Patty Smith alla “Regina della Notte” di
Mozart; Patty Di Marco e Ned Schneebly, il vero Prof. amico da sempre del povero Dewey, saranno interpretati rispettivamente da Selene Demaria e Matteo Guma. Attraverso il linguaggio universale e dirompente della musica, School of Rock racconta una storia di talento e passione, che diverte e invita a credere in se stessi ma che soprattutto celebra il coraggio di trasgredire anche qualche regola pur di inseguire e realizzare un sogno. Lo spettacolo, ha già ottenuto un notevole successo in tutta Italia con il primo tour nella stagione 2018-2019 segnando con il 65% della capienza, il record di presenze del pubblico under 14: merito di una storia coinvolgente, veicolo efficace non solo per divertirsi ma anche per trasmettere valori importanti e positivi.
IL VIDEO
Inquadra il QRcode e guarda il trailer di School of Rock LA TRAMA La trama: Dewey Finn, un bravissimo chitarrista rock, è troppo scalmanato e la sua band decide di cacciarlo. Perennemente senza soldi, sempre scansafatiche a meno che non si tratti di suonare, Dewey si spaccia per il supplente di una prestigiosa scuola. Ma, invece di insegnare materie di cui non sa nulla, il chitarrista inizia a tenere lezioni particolari ai suoi studenti, interamente incentrate sulla musica. Con grande sorpresa, scoprirà in loro un innato talento rock… i giovani allievi sotto la sua guida formeranno una band esplosiva, pronta a battersi in un famoso concorso di musica. C’è un problema però: Dewey riuscirà a far gareggiare i suoi ragazzi senza farsi scoprire dalla preside della scuola e dai genitori? • RS
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© Antonio Agostini
di Silvia Arosio
EVENTI
a cura della Redazione
Torna a suonare l o ' rgano della chiesa di San
Marco
LO STRUMENTO È STATO INAUGURATO IL 16 NOVEMBRE SCORSO DAL M° RICCARDO DI SANSEVERINO
Somigliana, mentre, a fine Ottocento, fu il compositore cremonese Amilcare Ponchielli, allora professore al Conservatorio di Milano, a collaudare lo strumento, dopo il rifacimento di Natale Balbiani. Non ultimo, Giuseppe Verdi in occasione della prima esecuzione della Messa da Requiem, tenuta proprio a San Marco nel 1875, composta per celebrare Alessandro Manzoni, morto l’anno precedente, che, come lo stesso compositore si era impegnato per l'Unità di Italia e condivideva i valori del Risorgimento. È il momento storico in cui le arti, musica inclu-
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sa, si fanno interpreti dei nuovi ideali che, in nome di razionalità e libertà derivanti dal retroterra risorgimentale, cercano nuova materia e forma per le proprie soluzioni. Il Requiem di Verdi era approdato nella basilica marciana non senza l’apporto di Arrigo Boito, uno dei fondatori della Società del Quartetto (1864) e del parroco don Michele Mongeri che era riuscito a ottenere il permesso vescovile per concedere alle donne velate di cantare durante l’esecuzione nelle parti corali. Per info: sanmarco@chiesadimiliano.it • RS
In collaborazione con CLPonline
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opo un restauro integrale torna a suonare l’organo della chiesa di San Marco. Lo strumento, commissionato nel 1507 a Leonardo da Salisburgo per essere il più grande della città, venne suonato da Wolfgang Amadeus Mozart durante il suo soggiorno milanese del 1770 e da Giuseppe Verdi, nel 1875, in occasione della prima esecuzione della Messa da Requiem. L’intervento, seguito dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, ha riguardato sia la parte fonica che gli elementi di contenimento e corredo, cassa e cantoria, secondo le più avanzate tecniche di conservazione e restauro. I lavori, durati più di un anno e finanziati per oltre trecentomila euro dai contributi della C.E.I., della Fondazione Cariplo, di donatori privati e di molti parrocchiani, sono stati eseguiti per quanto attiene il comparto strettamente strumentale, dall’organaro restauratore Daniele di Corte de’ Frati, in provincia di Cremona, e hanno interessato le circa 2500 canne che compongono questo gioiello d’arte e tecnologia, oltre che il complesso apparato di trasmissione meccanica e manticeria. La cinquecentenaria storia dell’organo di San Marco racconta di illustri musicisti e compositori che hanno posato le mani sulle sue tastiere. Nel 1770, fu Wolfgang Amadeus Mozart, ospite del convento agostiniano, a esercitarsi sull’organo, da poco restaurato dall’organaro comasco Antonio
Diretta da Caterina CALVINO PRINA
www.toomuchgroup.com
presenta
Biancaneve e i 7 nani Musiche: B. Pavlovsky - Coreografie: G. Maiorov
4 gennaio 2020 - ore 20:45 5 e 6 gennaio 2020 - ore 16:00
ECOTEATRO Via Fezzan 11 - 20146 Milano
Info Line: 02 82773651 - www.ecoteatro.it Con il contributo di
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SERIE TV
a cura di Daniele Colzani
Dolly Parton è tornata e
tocca le "corde del cuore"
L'ICONA DELLA MUSICA COUNTRY È SU NETFLIX CON HEARTSTRINGS
O
perazione nostalgia per i fans della musica country da parte di Netflix con la serie Dolly Parton’s Heartstrings che si basa su alcuni grandi successi della cantante americana, considerata una pioniera in campo musicale del genere country. Il bello del formato antologico è che la serie potrebbe continuare, potenzialmente, per innumerevoli stagioni. Dal suo album di debutto Hello, I’m Dolly del 1967 ad oggi, la Parton ha superato i 50 album registrati in studio e pubblicato oltre 150 singoli: quindi il materiale non manca... “Come cantautrice, mi è sempre piaciuto raccontare storie attraverso la mia musica. Sono entusiasta di portare in vita alcune delle mie canzoni preferite con Netflix” aveva dichiarato la super-star della musica country in una nota stampa che accompagnava l’annuncio della serie nel giugno 2018.
GLI EPISODI Ciascun episodio di Dolly Parton’s Heartstrings si rifà ad un successo della cantante country raccontando storie d’amore o commedie western e di vendetta. Ogni episodio viene introdotto dalla stessa Dolly Parton chedescrive a parole o in musica il tema della canzone selezionata. Ecco in breve la trama degli 8 episodi che compongono la mini-serie: possono essere anche visti in ordine sparso, trattando ognuno una propria storia... 1) Jolene: Jolene è tornata ed è più audace che mai. Rivivete la sotira della donna dai capelli ramati in questa storia che reinterpreta in chiave moderna la sua seducente figura. 2) Two doors down: il sacro matrimonio incontra la tradizoone più tenace quando una famiglia si prepara per celebrare delle nozze in grande stile. 3) If i had wings: il dolore del L'icona country Dolly Parton
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passato e la promessa del futuro si scontrano nella storia di una famiglia divisa dalle differenze e riunita dal caso. 4) Cracker Jack: quattro donne si riuniscono per un fine settimana di ricordi e cercano di riconciliarsi con segreti ostinati. 5) Down from Dover: l'amore giovane si scontra con le avversità della guerra del Vietnam quando la figlia di un revederendo e un soldato in erba sfidano l'incertezza a colpi di atti di fede. 6) Sugar Hill: una storia d'amore lunga decenni ritorna alle sue origini nella storia di due fidanzatini diventati anime gemelle e dell'umile cittadina che un tempo era casa loro. 7) J. J. Sneed: il vecchio West torna in auge nella storia ricca d'azione della tiratrice scelta Maddle Hawkins, del fuorilegge J. J. Sneed e del loro complesso legame che sifda il caos. 8) These old bones: una misteriosa donna di montagna si trova sotto i riflettori mentre un'avvocatessa fatica a trovare la propria voce in questa storia di visioni e fede... Buona visione a tutti! • RS
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MUSICA
Il
Natale nel segno
di George e Robbie IL LEADER DEGLI WHAM! ISPIRA MUSICHE DA FILM, PER L'EX TAKE THAT È IL PRIMO DISCO DI NATALE
In collaborazione con Daniele Mignardi Promopressagency
S
IL TRAILER
Inquadra il QRcode e guarda Last Christmas
George Michael
© James Dimmock
ony Music è lieta di presentare l'album della colonna sonora che accompagna l'attesissimo film natalizio della Universal Pictures Last Christmas, ispirato alla musica di George Michael e degli Wham!, diretto da Paul Feig, scritto insieme all’attrice vincitrice dell’Oscar Emma Thompson, con la partecipazione di Emilia Clarke (Game of Thrones), Henry Golding (Crazy Rich Asians), Michelle Yeoh e la stessa Emma Thompson. L'album della colonna sonora di Last Christmas include 3 favolosi brani degli Wham!, tra cui Last Christmas ed Everything She Wants, e 12 dei brani più amati di George Michael dei suoi anni da solista. Parlando del suo incontro con George Michael, momento importante che aveva porta-
to alla realizzazione del film, Emma Thompson ha detto: "La saggezza e la portata emotiva dei testi di George mi hanno sempre colpita. Tanti hanno pensato che le sue canzoni fossero state scritte appositamente per il film". "Dopo aver incontrato George ed aver vissuto da vicino la sua compassione e la sua capacità di comprensione, mi sono resa conto che in realtà il film era stato scritto proprio sulla base di quei testi". Tutte le canzoni sono state scritte arrangiate e prodotte da George Michael, tranne “This Is How (We Want You To Get High)” - scritta e co-prodotta da George Michael e James Jackman, e faranno commuo-
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vere tutti i fan che sono cresciuti con la sua musica ma, soprattutto, conoscere alle nuove generazioni il suo stra-
a cura della Redazione
ordinario virtuosismo e la sua ampia gamma musicale. Il film è stato ideato proprio quando l'acclamato produttore cinematografico britannico David Livingstone ha incontrato l'attrice, produttrice e sceneggiatrice già premio Oscar, Emma Thompson, ed entrambi hanno condiviso la passione di David per l'iconico successo degli Wham! (George Michael e Andrew Ridgeley) Last Christmas. Quella conversazione gettò il seme per un'idea vincente, ossia realizzare un film ispirato a Last Christmas, e così durante la primavera del 2013 Emma Thompson andò a parlarne con George nella sua casa di Londra e lui le diede la sua benedizione.
Londra, Stoke-on-Trent, Los Angeles e Vancouver, questo album vede Robbie lavorare ancora una volta con il suo collaboratore di vecchia data Guy Chambers, che ha prodotto la maggior parte del progetto insieme a Richard Flack. Robbie è uno degli artisti più premiati
al mondo con sei album nella classifica TOP 100 degli album più venduti nella storia britannica, oltre 80 milioni di album venduti in tutto il mondo, 14 singoli numero 1 e un record di 18 BRIT Awards - più di qualsiasi altro artista nella storia della musica. The Christmas Present segna un altro enorme traguardo per Robbie. Questa icona della musica ha dato il via al suo 2019 in modo spettacolare con il suo primo spettacolo resident a Las Vegas, che ha registrato il tutto esaurito, mentre a luglio si è esibito in un incredibile spettacolo sold out al “Barclaycard presents British Summer Time ad Hyde Park”. • RS Robbie Williams
GRANDI CLASSICI NATALIZI PER ROBBIE WILLIAMS Uscirà il 22 novembre The Christmas Present (Columbia Records / Sony Music UK), il primo album di Natale di dell'ex leader dei Take That. L'album disponibile in digitale, in CD (standard e deluxe) e in vinile: un doppio album composto da Christmas Past e Christmas Future, con al’interno sia brani inediti che grandi classici della tradizione natalizia, eseguiti con alcune speciali guest star come Rod Stewart, Bryan Adams, Jamie Cullum e Tyson Fury. Robbie ha dichiarato: “Sono davvero felice di annunciare il mio primo album di Natale. Ne ho fatti tanti nella mia carriera e realizzare questo disco è un altro sogno che si avvera. È stato davvero divertente registrarlo e non vedo l’ora di farvelo ascoltare.” The Christmas Present è il 13esimo album in studio di Robbie Williams e aggiunge un nuovo importante traguardo nella già strabiliante carriera di uno degli artisti più amati del mondo. Scritto e registrato in diverse location tra cui
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DEBUTTI
A Capodanno, tutti
da me: il cast si racconta...
I PROTAGONISTI DELLO SPETTACOLO RACCONTANO IL NOSTRO PAESE PARTENDO DALLA POLITICA
U
na cena di gala tra Politici, si trasforma in una cena tra vecchi amici. Un colpo di scena mette al sicuro Edoardo (Simone Montedoro), diventato Ministro a sei mesi dalla sua elezione e la sua Assistente Elisa (Emanuela Fresi). Cosa succederà? Il gioco “Obbligo o verità” scatenerà il putiferio. Qualcuno sceglierà la verità anche se scomoda e se fa male. Tra una risata e l’altra c’è l’amaro dei giorni passati, la paura di non essere all’altezza e il rimpianto di aver dimenticato le proprie origini. Simone Montedoro, Toni Fornari, Giancarlo Ratti, Emanuela Fresi, Roberta Mastromichele in A Capodanno tutti da me di Toni Fornari, Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli. Regia di Toni Fornari. (dal 3 al 15 dicembre al Teatro Nino Manfredi di Ostia). Elisa è un’assistente “malefica” ma preparatissima ed efficiente… Fresi: E’ vero, sono molto efficiente e sono poco incline ad accogliere i due cialtroni (Ciro e Danilo); invece prendo a cuore la situazione di Patrizia. Li abbiamo incontrati al Teatro Golden Montedoro (Edoardo): Però con uno dei due… Fresi (Elisa): Che c’entra? Succede tutto dopo e non bisogna sottovalutare il fascino del Ratti (Ciro). Montedoro: La sera di Capodanno aspetti i colleghi, il
Presidente della Repubblica e si presentano tre cialtroni. Roberta Mastromichele (Patrizia): Ma come ti permetti, noi abbiamo fatto parte della tua vita da sempre! Montedoro: Sì è vero, in realtà loro sono due miei vecchi amici e lei è la mia ex fidanzata che ho rinnegato ma di cui sono ancora innamorato. Nella tua vita hai sempre a che fare con una Patrizia… Già, si chiamava Patrizia la figlia del Maresciallo Cecchini, che poi è diventata mia moglie e anche mia sorella si chiama Patrizia.
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Interviene Ratti (Ciro) “Lo spettacolo non è assolutamente volgare, è come se fosse un Film di Stefano Sollima, interpretato dal Quartetto Cetra e diretto da Pierfrancesco Pingitore. Elisa perché li definisci cialtroni se sono dei vecchi amici del padrone di casa? Fresi: Sì lo so ma sono Laureata alla Normale di Pisa, faccio l’assistente da tre Repubbliche, sono passati davanti a me, tantissimi Ministri. Montedoro: Ha organizzato il Cenone di Capodanno!
di Elisabetta Ruffolo
Fresi: Arrivano questi con i filetti di Baccalà! A giudicare dal Menu che avevi scelto, meglio i filetti di baccalà! Montedoro: Non le avevo mai parlato del mio passato e de miei amici. Vedete ancora gli amici d’infanzia, i compagni di scuola? Ratti: Gli amici veri sono quelli che si scambiano reciprocamente fiducia, sogni, pensieri, gioie e dolori. Liberi di separarsi senza separarsi. Montedoro: E’ più facile accogliere un amico che un amore finito. Obbligo o verità, cosa succede? Fornari: E’ il gioco che scatena il putiferio. Alcuni di noi scelgono di dire la verità. Dalle domande fatte scaturiscono gli altarini nascosti, gli scheletri nell’armadio e che vanno ad intaccare l’equilibrio di ognuno. Montedoro: Io sceglierei obbligo. Fornari: Chi vedrà questo spettacolo, se dovesse giocare ad obbligo o verità, sicuramente sceglierà obbligo, qualsiasi esso sia ma la verità non la dirà mai.
Quanto è vero che la menzogna fa parte della sopravvivenza quotidiana? Fornari: E’ verissimo, purtroppo molto spesso la menzogna si dice per non ferire. Le “bugie bianche” sono molto presenti. E’ brutto dirlo ma quasi mai si dice la verità. Io la dico sempre la verità! Anch’io e come te spesso ci faccio i conti. Il Ministro dice “la stampa sta sempre con il fucile puntato addosso!”
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Montedoro: Succede perché ricopri una carica importante e hai i tuoi detrattori. Qualcuno durante lo spettacolo, ti ha paragonato a Di Maio. Toni Fornari precisa “Non è una satira politica è più che altro di costume. Accadono delle cose e quindi scatta il paragone quando lui dice “Sono stato eletto in Parlamento e dopo sei mesi sono stato eletto Ministro”. Fornari quando hai scritto il testo, pensavi già a loro o li hai scelti dopo? Fornari: Avevo già in mente gli attori. Fresi: Vogliamo dire quando hai finito di scriverlo? Fornari: Domenica e poi lunedì abbiamo iniziato le prove! Ratti: Ognuno di noi è capace di citare un attore nel quale vede il proprio personaggio? Fornari: Il mio è sicuramente Carlo Verdone e anche Cristian De Sica in Compagni di Scuola. Simone potrebbe essere Massimo Ghini nello stesso film. Simone Montedoro: Beh veramente pensavo a Gregory Peck. Ratti: Alberto Sordi quando
fa l’Avvocato in Troppo Forte di Verdone. Emanuela Fresi: Ave Ninchi Fornari: No Athina Cenci sempre in Compagni di Scuola. Roberta Mastromichele: Micaela Ramazzotti in La prima cosa bella con Valerio Mastandrea e Stefania Sandrelli. Hai iniziato con la danza, come sei arrivata al Teatro? Roberta Mastromichele: Studiavo già recitazione ma procedeva meglio con la danza e ho scelto quella. Dopo aver smesso di ballare ho ricominciato a fare recitazione e sono arrivata a fare questo spettacolo. Fornari: Anche io e la Fresi abbiamo iniziato da lì, il nostro primo Maestro è stato Don Lurio. Emanuela, come ti sei calata nei panni di Elisa? Bene perché effettivamente ho comunque frequentato un Liceo Classico a Tor Pignattara, quindi la parte di Tor Pigna ce l’ho dentro di background e poi quando si svela questo passato, si scoprono gli scheletri nell’armadio. Ratti: Il vero protagonista di questo spettacolo, si svela alla fine ed è il Pandorotiramisu di Pompi.
Cosa hai portato di tuo nel personaggio? Ratti: Non lo so! L’inefficienza! Ringrazio i fratelli Fornari che mi danno la possibilità di lasciarmi andare. Augusto non è parte di questo progetto ma è sempre qui con noi! Il Golden è uno spazio che non ha eguali. Non solo a Roma ma credo in tutta Italia. Molti all’inizio fanno fatica perché c’è un rapporto intimo con il pubblico. Ieri sera guardavo Edoardo che a causa di un diverbio con Patrizia, camminava da solo e il pubblico riesce a percepire le sue emozioni. Devo ringraziare Andrea Maia, Vincenzo Sinopoli e i fratelli Fornari. Ogni volta che loro mettono in scena o ho avuto modo di partecipare a un loro spettacolo sento una tale miscellanea di divertimento, verità e sentimenti che ho chiamato “Fornari Touch”. La verità che
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scrive Toni nella drammaturgia è merce rara. Fornari: ammortizzata anche dalla Commedia. Fresi: C’è un buon equilibrio perché quando sta per arrivare la lacrimuccia, c’è la battuta che ti strappa una risata. Siete una Premiata Ditta un po’ allargata. Roberta: Io sono nuova ma mi hanno accolto benissimo. L’idea del video di Giucas Casella com’è nata? Fornari: Ogni tanto viene a vedere qualche spettacolo, gli abbiamo proposto l’idea che avevamo ed ha subito accettato. Con il video volevamo dare un piccolo colpo di scena. Direi che ci siete riusciti benissimo. Dopo il Golden, dove andrete? Fornari: Ostia e Latina e poi se ne parlerà l’anno prossimo. Progetti futuri? Montedoro: Per me la Fiction Rai Angela con Vanessa Incontrada. Fornari: Con Simone saremo di nuovo in tournée a partire da Febbraio con La casa di Famiglia. A grande richiesta saremo nel Nord Italia anch con la tournée di L’Uomo ideale. • RS
di Marina Gianarda
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ANDAR PER MUSEI
di Daniele Colzani
ECCO LE MOSTRE DEL MOMENTO. LE ABBIAMO VISITATE PER VOI... Stephen King L'ISTITUTO
FIDA KAHLO IL CAOS DENTRO
IL SECONDO PRINCIPIO DI BANKSY Nessuno lo ha mai visto, nessuno conosce il suo viso: eppure Banksy conquista il mondo attraverso opere di inaudita potenza etica, evocativa e tematica. Originario di Bristol, nato intorno al 1974, inquadrato nei confini generici della Street Art, Banksy rappresenta un esemplare caso di popolarità per un artista vivente dai tempi di Andy Warhol. Ad oggi possiamo considerarlo il più grande artista globale del nuovo millennio. La mostra al palazzo Ducale di Genova riunisce opere e oggetti originali dell’artista britannico. Ci sono i dipinti a mano libera della primissima fase della sua carriera e numerosi stencil, serigrafie che Banksy considera vitali per diffondere i suoi messaggi, oggetti installativi e altre opere provenienti da Dismaland (come la scultura Mickey Snake con Topolino inghiottito da un pitone). (GENOVA, PALAZZO DUCALE, fino al 29 marzo 2020)
Nella mostra i più grandi fotografi del tempo hanno immortalato la pittrice, i suoi abiti, le sue lettere, i film che la vedono protagonista, la ricostruzione degli spazi in cui visse, come lo studio e la camera da letto, racchiusi in una realtà immersiva che metterà tutti i visitatori in contatto con lo straordinario mondo dell’artista messicana. In questo viaggio sarà anche possibile apprezzare gli angoli più rappresentativi dell’interno della sua storica abitazione di città del Messico. A Casa Azul, Frida visse sin dall’infanzia, prima con la sua famiglia e successivamente con il marito Diego Rivera. (ROMA, SPAZIO EVENTI TIRSO, fino 29 Marzo 2020)
CONSIGLIATA DALLA REDAZIONE La mostra BICI DAVVERO! Velocipedi, figurine e altre storie che ripercorre due secoli di storia della bicicletta, attraverso 350 pezzi tra album e figurine. Il percorso espositivo si apre con l'analisi l’evoluzione della bicicletta e celebra i suoi pionieri: a partire dal barone tedesco Karl Drais von Sauerbronn che nel 1817 inventò la Draisina una “macchina da corsa” spinta dalla sola forza delle gambe. Poi ci sono i concorsi a premio associati alle figurine, che conobbero un vero e proprio boom nell’Italia degli anni trenta: tra i vari regali da scegliere o premi da vincere, la bicicletta non manca quasi mai. La mostra si conclude con le sezioni dedicate alle corse e ai ciclisti, attraverso figurine di campioni, all’epoca considerati veri e propri eroi, (MODENA, MUSEO DELLA FIGURINA, fino al 13 aprile 2020)
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Claudio Trotta per
presenta
Graphic Daniele Chatrian - Rielaborazione grafica della foto di Angela Dessimone
Regia di MICHAELA BERLINI
IL FUTURO NON È SCRITTO, IL FUTURO DIPENDE DA TUTTI NOI BRESCIA Teatro Morato 14 dicembre VARESE Teatro Apollonio 10 gennaio LEGNANO Teatro Galleria 17 gennaio TORINO Teatro Colosseo 24 e 25 gennaio ROMA Teatro Brancaccio dal 28 gennaio al 2 febbraio FIRENZE Teatro Verdi dal 7 al 9 febbraio
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COSENZA Teatro Rendano 12 febbraio CATANIA Teatro Metropolitan 14 febbraio ASCOLI PICENO Teatro Ventidio Basso 18 e 19 febbraio MESTRE Teatro Toniolo dal 25 febbraio al 1 marzo VICENZA Teatro Comunale 4 e 5 marzo MILANO Teatro Ciak dal 12 al 15 dal 18 al 22 marzo