Mag Magazine ottobre 2010

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ei giorni in cui mi ha guidato a Gerusalemme, Vicky, mi aveva raccontato di tutto. Una lezione di storia dalla bocca di una donna che aveva cancellato duemila anni di storia, dalla diaspora al ventesimo secolo, come ogni ebreo. Per Vicky il 70 dopo Cristo, l’anno della distruzione del Tempio, è solo ieri. Una fonte e una memoria orale affidabili. Per quasi diciotto anni ho cercato prove e indizi sulla guerra giudaica e sulle legioni romane, affastellando carte e informazioni. Non solo per risolvere il mistero del cognomen siciliano, ma per sapere se fra le fila della Legione siciliana ci fossero siciliani. Il mistero del cognomen non è affatto tale: la X Legio in tutti i testi è denominata Fretensis, che è sinonimo di “siciliana”. Gli storici hanno eliminato più di un secolo fa ogni dubbio: Fretensis indica l’origine geografica della Legione, che fu costituita da Ottaviano nel 40/41 avanti Cristo nei pressi dello Stretto, Fretum Siculum, e combattè a Naulochus, al largo di Milazzo, la prima battaglia contro i seguaci di Pompeo durante la guerra civile. Fretensis, dunque, è un nome di battaglia, che quasi tutte le legioni romane adottano. Che la legione Siciliana, o Fretensis, fosse strumento della storia è indubbio. Dopo Naulichus combattè ad Anzio contro la flotta di Marco Antonio, ponendo fine alle guerre civili, ma anche alla Repubblica romana. Ottaviano gli aveva dato, nell’atto di nascita, un numero, “decima”, per onorare la memoria della mitica decima legione di Cesare. E’ stata la pozione che gli ha concesso l’immortalità: dopo due millenni la “decima” mantiene intatta la sua fama di esercito invincibile. Ma la sua fama è controversa: idolatrata negli Stati Uniti d’America, tanto da dare il suo cognomen a circoli ed associazioni militari, è maledetta nella terra di Sion. Strumento della storia, indubbiamente. La guerra giudaica fu combattuta da tre legioni romane - la VI Ferrata, la V Macedonia e la X Legione – ma una di esse, la X Legione, distrusse il Tempio di Salomone a Gerusalemme, nel mese di luglio dell’anno 70 dopo Cristo. Il cronista del tempo, lo storico giudeo Flavio Giuseppe, scrisse che i legionari non obbedirono agli ordini del loro comandante, Tito, figlio dell’imperatore Vespasiano, e assolse Roma ed il suo amico, Tito, bollando la ferocia della Legione siciliana, animata da uno spirito vendicativo per le ingenti perdite subite in quattro anni di guerra. Una bufala. Fu Tito, dunque Roma, a volere che fosse cancellata la presenza egli ebrei, tanto è vero i sopravvissuti alla guerra furono tutti deportati. Una punizione esemplare al fine di ristabilire l’autorità dell’Impero. La distruzione del Tempio non fu solo il feroce epilogo di una guerra, segnò l’inizio di una nuova storia. La storia dell’ebraismo, ma anche la storia della cristianità. L’ebraismo,

grazie all’elaborazione rabbinico-talmudica, divenne comunità religiosa in esilio e cementò una forte identità di popolo. La Chiesa cristiano-giudaica, spogliata del carisma messianico dell’ebreo Gesù – la promessa del Regno d’Israele non avrebbe potuto essere mantenuta – e sospettata di insidiare il potere di Roma con il suo Dio invisibile e onnipotente, dovette marcare la sua diversità con l’ebraismo inviso a Roma. Gli ebrei divennero “gli assassini di Gesù”, e Pilato – spietato quanto Tito – un debole, incolpevole esecutore della malvagia volontà farisaica. Altre bufale. Durante la predicazione di Gesù è a Gerusalemme, va ricordato, la Legione siciliana è agli ordini di Ponzio Pilato, sono i suoi soldati a crocifiggere Gesù. Ancora strumento del destino? Sarebbe toccato a siciliani compierlo? Il simbolo della Legione era il toro, la cui immagine si trova su molte monete siciliane del tempo. Il mito del Minotauro, importato da Creta, è sicuramente il più popolare. Una prova? No, il toro è un animale sacro alla dea Venere, dalla quale discenderebbe la gens Giulia, cui appartengono Ottaviano e Cesare. Non resta che seguire le tracce della X Legio per carpire il segreto della provenienza dei suoi uomini. Dopo Anzio, le tracce si perdono. Un mistero. Per quasi tre decenni, fino alla nascita di Cristo scompare dalle cronache del tempo. Sappiamo, tuttavia, di un pensionamento dei legionari della “decima” in quegli anni e, grazie ad un censimento voluto da Cesare Augusto nell’anno 4 dopo Cristo, della sua presenza in Siria. È possibile ipotizzare, dunque, una rifondazione della X Legio, alcuni anni prima della guerra giudaica. Quanti legionari furono reclutati in Sicilia? Augusto fece dell’Isola una provincia senatoriale, conferendo in tal modo ai siciliani il diritto di accedere alle cariche pubbliche e di assumere ruoli di comando nelle legioni. Porte aperte, dunque, anche nei gradi più alti della gerarchia militare. Alcuni popoli, come i Mamertini, sin dal tempo delle guerre civili, erano obbligati a fornire una nave alla flotta romana. Che ci fossero siciliani nella Legione romana sin dalla sua nascita appare perciò assai probabile. Ma solo un’accurata analisi dell’onomastica dei legionari potrebbe dare certezze sulla provenienza dei “decimani fretenses”. Un importante intellettuale israeliano, André Chouraqui, al quale ho chiesto di segnalarmi delle fonti attendibili, allargò le braccia e, aggrottando la fronte, mi rimproverò della infelice idea: perché mai ero così interessato a dimostrare che siciliani come me si fossero macchiati di colpe così gravi? La Sicilia, ho risposto banalmente, è l’unico Paese al mondo a non avere avuto mai un esercito in armi. E l’unico Paese arabo a non avere combattuto contro Israele. Chouraqui, rassicurato, ha annuito e mi ha regalato un sorriso. No, non facevo sul serio.


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