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GIOVEDÌ 1 MARZO 2012

LA GAZZETTA DELLO SPORT

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LE ALTRE AMICHEVOLI INTERNAZIONALI GERMANIA FRANCIA

INGHILTERRA OLANDA

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GIUDIZIO 777

FRANCIA (4-2-3-1) Lloris 7; Debuchy 6,5, Rami 6, Mexes 6, Abidal 6; Cabaye 6,5 (dal 17’ s.t. A. Diarra 6), M’Vila 6 (dal 17’ s.t. Malouda 7); Valbuena 6,5 (dal 23’ s.t. Amalfitano 6), Nasri 6,5, Ribery 6 (1’ s.t. Menez 6); Giroud 7 (31’ s.t. Saha s.v.). PANCHINA Carrasso, Mandanda, Evra, Sakho, Reveillere, Martin, Gameiro. ALLENATORE Blanc 7.

GIUDIZIO 777 PRIMO TEMPO 0-0 MARCATORI Robben (O) al 12’, Huntelaar (O) 13’, Cahill (I) 40’, Young (I) 46’, Robben (O) al 47’ s.t. INGHILTERRA (4-2-3-1) Hart 5,5; Richards 5, Smalling 5,5 (dal 19’ s.t. Jones 5,5), Cahill 6,5, Baines 5,5; Barry 5,5 (dal 1’ s.t. Milner 6), Parker 6; Johnson (dal 16’ s.t. Downing), Gerrard (dal 33’ p.t. Sturridge 6, dal 43’ s.t. Walcott s.v.), Young 6,5; Welbeck 5 (dal 34’ s.t. Campbell s.v.). PANCHINA Green, Carson, A.Cole, Lescott. ALLENATORE Pearce 6. OLANDA (4-2-3-1) Stekelenburg 7; Boulahrouz 5,5 (dal 37’ s.t. Vlaar s.v.), Heitinga 6, Mathijsen 6,5, Pieters 5,5 (dal 1’ s.t. Schaars 6); Van Bommel 6,5, N. de Jong 6,5; Kuyt 6, Sneijder 6 (dal 31’ s.t. Emanuelson 6), Robben 8; Van Persie 5 (dal 1’ s.t. Huntelaar 7, dal 19’ s.t. L. de Jong 6). PANCHINA Krul, Vlaar, Strootman, Wijnaldum, Bruma, John, Narsingh). ALLENATORE Van Marwijk 6,5.

ARBITRO Tagliavento (Ita) 6. AMMONITI Boateng (G), Mexes (G), L. Bender (G) per gioco scorretto.

ARBITRO Brych (Ger) 6. AMMONITI Richards (I), Mathijsen (O) per gioco scorretto.

PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Giroud (F) al 21’ p.t.; Malouda (F) al 23’, Cacau (G) al 46’ s.t. GERMANIA (4-2-3-1) Wiese 6; J. Boateng 5, Hummels 5, Badstuber 5 (dal 1’ s.t. Höwedes 5), Aogo 5; Khedira 6 (dal 25’ s.t. L. Bender 5,5), Kroos 5,5; Reus 6 (dal 25’ s.t. Cacau 6,5), Özil 5,5, Schürrle 5,5 (dal 42’ p.t. Müller 5,5); Klose 5,5 (dal 1’ s.t. Gomez 5,5). PANCHINA Neuer, Schmelzer, Träsch, Rolfes. ALLENATORE Löw 5,5.

Il bacio di Olivier Giroud, 25 anni, a Mathieu Debuchy, 26, dopo il primo gol. È l’esultanza molto «affettuosa» dell’attaccante del Montpellier EPA

Francia al bacio Buio Germania Dopo 11 mesi arriva il tonfo Giroud e Malouda (un gol per tempo) stendono i tedeschi apparsi spenti Botta per Klose, ma lui: «Niente di grave» DAL NOSTRO INVIATO

PIERFRANCESCO ARCHETTI BREMA (Germania)

Hanno cercato di liberarsi in fretta dagli impegni protocollari. Angela Merkel, dopo aver discusso in diretta con cento cittadini di Erfurt, ha cambiato la consueta giacca pastello spento con una tuta di poliestere comprata in un outlet di Ischia dove passa le vacanze. Poi ha tifato Germania non solo per patriottismo sportivo ma per affetto verso Joachim Löw, che spesso sente al telefono. Nicolas Sarkozy ha lasciato a Carla la televisione del tinello e si è steso col pigiama di seta sul divano per sostenere per la Francia del suo amico Laurent Blanc, che lui difese quando il

c.t. (con mezza federazione) venne accusato di convocazioni modellate da un sospetto di razzismo. Con tutto il rispetto per la signora, un «tié» è partito da Parigi verso Berlino: nel prossimo vertice europeo, sarà la Cancelliera a dover sopportare gli sfottò. I motivi A 100 giorni dall’Europeo i Bleus allungano meritatamente a 18 la serie di partite consecutive senza sconfitta; mancano Benzema e Remy, Gourcuff e Diaby, ma la rosa si dimostra superiore a quella della Germania dove non ci sono Schweinsteiger (al suo posto Kroos), Lahm (Aogo), Podolski (Schürrle), Mertesacker (Badstuber), Goetze (Reus), e con Neuer in panchina per lasciare posto a Wiese, unico del Wer-

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NOTE spettatori 37.800, incasso non comunicato. Tiri in porta 5 (1 palo)-7. Tiri fuori 4-3. Angoli 5-8. In fuorigioco 2-4. Recuperi p.t. 3’; s.t. 4’.

der. Giroud, capocannoniere della Ligue 1 con il Montpellier infila il suo primo centro in nazionale (terza presenza, debutto da titolare) e festeggia baciando Debuchy; Valbuena, Nasri, Ribery e poi Menez tengono sempre alto il pressing; Lloris e un palo (Badstuber) evitano il pari verso l’intervallo, nell’unico momento decente dei tedeschi, fischiati senza pietà dopo il raddoppio meritato di Malouda. Non perdevano da 11 mesi. Tagliavento L’arbitro di Mi-

lan-Juve stavolta non ha assistenti tremolanti e prende una boccata d’aria fresca in un match di prestigio ma pur sempre amichevole. Pochi fischi, uno era necessario quando Debuchy, nemmeno ammonito, colpisce con una manata involontaria Schürrle che deve uscire; l’1-0 gol francese sul filo del fuorigioco ma non oltre (adeguati gli assistenti Manganelli e Di Fiore) e il 3-0 correttamente annullato a Saha. Gli italiani Klose, capitano, gio-

ca un tempo: la Lazio non si lamenti, anche se l’attaccante prende una scarpata sulla sua seconda grande opportunità: «Niente di grave, sono pronto per il derby» — racconta. Prima Miro sbaglia un gol facile, centrando Lloris. Il milanista Mexes si comporta meglio che con Borriello. Non tira pugni, ma soltanto la maglia di Bender: ammonito, stavolta è stato visto. Poi racconta di aver chiesto scusa all’arbitro per i fatti di sabato. © RIPRODUZIONE RISERVATA

In alto lo scontro aereo tra Klaas-Jan Huntelaar, 28 anni, e Chris Smalling, 22. I due hanno poi lasciato il campo AFP-REUTERS-AP

Scontro in volo Huntelaar e Smalling in ospedale Tanta paura a Wembley in occasione del gol dell’olandese. L’Inghilterra del dopo Capello comincia con un k.o. (2-3) DAL NOSTRO INVIATO

ALESSANDRA BOCCI LONDRA

La bocca di Huntelaar piena d’erba e fango, la bocca di Smalling che sembra pronunciare una litania senza senso, seduto su una barella: è questa l’immagine forte di Inghilterra-Olanda, inventata, disegnata, aperta e chiusa da Arjen Robben. È stato lui, il fantastico solista oranje, a tenere in qualche modo insieme un’Olanda spesso sgranata e trotterellante. Ma il segno sulla partita, e non solo per quella bocca piena d’erba e poi sangue, l’ha messo anche Klaas-Jan Huntelaar, l’attaccante non omogeneo tecnicamente ai creativi oranje e un po’ estraneo alle trame del c.t. Van Marwijk, che però farebbe be-

ne a trovare il modo di utilizzarlo a Euro 2012. Intanto il povero Huntelaar segna un gol lampo e finisce all’ospedale con il compagno di zuccata. Old times L’Olanda torna a vin-

cere a Wembley dopo 35 anni, soprattutto torna a vincere dopo la rullata ricevuta dai tedeschi ad Amburgo. Gli inglesi invece non cominciano bene l’era post-Capello. Stuart Pearce dà un’impronta buonista consegnando la fascia di capitano al graditissimo Parker, il ragazzo della porta accanto che piace a tutti, non ha tatuaggi in vista e neppure liti al pub nel palmares. La chiave Dopo mezzora, su Wembley la noia è già calata fitta. L’Inghilterra è una squadra

NOTE spettatori 76.283. Tiri in porta 4-5. Tiri fuori 5-6. Angoli 6-4. In fuorigioco 1-0. Recuperi: p.t. 1’; s.t. 4’.

approssimativa e Welbeck pasticcia troppo, l’Olanda ha perso il furore che l’ha portata alla finale mondiale. Appagati da qualificazioni troppo facili (l’Olanda è arrivata a Euro 2012 da testa di serie), gli oranje risultano veramente amichevoli, a parte qualche fallaccio che scappa, più che altro per abitudine. Neppure l’uscita del leader Gerrard scuote i ragazzi di Pierce, e gli olandesi si adeguano. Tutto cambia nel secondo tempo, quando Van Marwijk sostituisce la sua prima scelta Van Persie dopo 45 minuti trascorsi a vagare come un amleto per le mura di Elsinore. Van Persie, giocatore splendido in questa Premier, spesso buca in nazionale, mentre Huntelaar segna ovunque con regolarità. Ed è lui, dopo il primo gol inventato da Robben che galoppa per tutto il campo e segna, a raddoppiare con rabbia, dopo un bello scambio con Kuyt. La sua presenza in campo però dura poco. Stekelenburg ok Vedere i due ra-

gazzi in terra lascia tutti shock per un po’, ma il gioco resta vivo: sia Inghilterra che Olanda affrettano il passo, quasi volessero correre a vedere come stanno Smalling e Huntelaar. L’Inghilterra nella confusione trova un pareggio casuale, corretto da un altro capolavoro di Robben (solo alla seconda uscita in nazionale dopo il Mondiale). Bene Stekelenburg, Van Bommel ed Emanuelson, mentre Sneijder pare appesantito dai pensieri interisti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPETTACOLO LA PULCE TRASCINA L’ALBICELESTE CONTRO LA SVIZZERA: 3-1. IN GOL LA STELLINA SHAQIRI

Messi esagerato, l’Argentina è sua: tripletta SVIZZERA ARGENTINA

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GIUDIZIO 77 PRIMO TEMPO 0-1 MARCATORI Messi (A) al 20’ p.t.; Shaqiri (S) al 5’, Messi (A) al 44’ e su rigore al 48’ s.t. SVIZZERA (4-2-3-1) Benaglio 5,5 (dal 1’ s.t. Wolfi 6); Lichsteiner 6 (dal 13’ s.t. Ziegler 6), Senderos 5, Affolter 5,5, Rodriguez 5,5; Inler 6, Dzemaili 6 (dal 20’ s.t. Stocker 6); Shaqiri 6,5, Xhaka 5,5, Frei 6 (dal 1’ s.t. Derdiyok 6; dal 42’ s.t. Vitkievitz); Mehmedi 5,5 (dal 35’ s.t. Emegara s.v.). PANCHINA Sommer, Fernandes, Nef. ALLENATORE Hitzfeld 6. ARGENTINA (4-4-2) Romero 6; Campagnaro 6, Fernandez 5,5, Garay 6, Zabaleta 5,5; Sosa 6 (dal 35’ s.t. Higuain 6,5), Mascherano 5,5, Brana 6 (dal 1’ s.t. Gago 6), Maxi Rodriguez 5,5 (dal 26’ s.t. Salvio 6,5); Messi 7,5, Aguero 6,5. PANCHINA Andujar, Diaz, Monzon, Palacio, Lamela. ALLENATORE Sabella 6. ARBITRO Meyer (Germania) 6. AMMONITI Inler (S) per gioco scorretto. NOTE spettatori paganti 31.250. Tiri in porta 5-7. Tiri fuori 4-4. Angoli 2-5. In fuorigioco 1-1. Recuperi: primo tempo 1’; secondo tempo 3’.

DAL NOSTRO INVIATO

LUCA CALAMAI BERNA

Nuova Argentina, vecchio Messi. Il cittì Sabella soffoca il suo campione in un abbraccio interminabile. Giusto così. Leo è la soluzione di tanti problemi come conferma la tripletta messa a segno dal fuoriclasse del Barcellona. Ma la Seleccion è ancora un cantiere aperto. Non convince la linea difensiva (in affanno anche i due partenopei Campagnaro e Fernandez), troppo prevedibile la regia del vecchio Mascherano e da rivedere i due esterni Maxi Rodriguez e Jose Sosa. Quest’ultimo per movenze e facilità di dribbling sembra la fotocopia di Pastore. Per il momento, comunque, basta e avanza Messi. Il Pallone d’Oro come al solito ci mette cuore e talento. La Seleccion è l’ultima

sfida da vincere di una carriera straordinaria. Lo show Al primo affondo Leo

inventa una delle sue magie. Triangolo perfetto con Aguero e sinistro che muore nell’angolo basso con il portiere Benaglio immobile. Un colpo di biliardo. Poi, nel finale di gara, piazza l’uno-due che determina il 3 a 1 finale. Prima chiudendo con un sinistro imparabile un’azione di contropiede e infine trasformando un calcio di rigore conquistato dal nuovo entrato Higuain. A parte Messi c’è da salvare il compagno di reparto Aguero (i due si trovano a occhi chiusi) e i nuovi entrati Higuain e Salvio. Entrambi molto reattivi. Sabella ha ancora molto da lavorare e potrebbe essere saggio, forse, addirittura indispensabile ripescare qualche grande vecchio.

Lionel Messi, 24 anni, autore della tripletta che ha steso la Svizzera REUTERS Stellina Anche la Svizzera mette in mostra il suo talento in miniatura. Xherdan Shaqiri, classe ’91, già promesso al Bayern, dimostra, alla faccia dell’età, di avere talento e la giusta dose di sfacciataggine. Nel primo tempo finisce spesso in mezzo

al campo alla disperata ricerca di qualche pallone giocabile. Finendo, però, per togliere spazio a Inler e per creare solo confusione. Ma quando, finalmente, si sposta sulla fascia destra regala una marcia in più alla nazionale di Hitzfeld. Shaqiri

è un talento che deve ancora completare il suo processo di maturazione, per il momento è un «dieci e mezzo». Ma comunque è uno che vede la porta. E lo dimostra a inizio ripresa realizzando il gol dell’1 a 1 con un destro in corsa che beffa Romero. Reazione elvetica Per qualche minuto la Svizzera sembra addirittura in grado di vincere la partita. Inler è un punto di riferimento prezioso in cabina di regia. E non sfigura neppure Dzemaili. Due giocatori che stanno facendo anche la fortuna del Napoli di Mazzarri. Ma quando il gioco si fa duro la nazionale di Hitzfeld si sfilaccia. E visto che dall’altra parte c'è Messi si tratta di un autentico suicidio. Il Pallone d’Oro ne approfitta con la freddezza del killer consumato. Poi, finisce tra le braccia di Sabella. Nuovo corso, vecchia storia. La voglia di tornare grande dell’Argentina passa sempre e comunque dal sinistro magico di Leo. © RIPRODUZIONE RISERVATA


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