La piazza di giovinazzo febbraio 2014

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DI SERGIO PISANI

Ha iniziato il countdown 40 giorni prima aspettando la mezzanotte del 2013. Lo faceva ogni giorno appuntando i giorni finali sul principale social network. Forse voleva dare il benvenuto a qualcosa di grande che stava arrivando. Invece il 31 dicembre è arrivato il dì fatale. Ha gettato la spugna anche Firecomm di Antonio Pizzolante. Il pioniere della vendita dei prodotti informatici ha chiuso la serranda dopo 20 anni. Per sempre. Insieme a lui, hanno scritto la parola FINE 27 esercizi commerciali, 13 esercizi pubblici, 16 commercianti di aree pubbliche. Chiusi per sempre. La crisi economica vista dai piccoli negozi è un susseguirsi di sconfitte silenziose che feriscono e debilitano il tessuto urbano. Uno stillicidio di attività

chiuse che frena l’economia cittadina e genera disoccupazione e povertà. Dal 1° gennaio 2014 stop agli affitti da pagare, stop ai clienti titubanti di fronte ai prezzi sempre meno abbordabili per le tasche ormai vuote, stop alle tasse e alla stretta delle banche. La contrazione dei consumi oltre ad aver contribuito a spingere gli eroi ad abbassare le saracinesche si è portata via bagagli di esperienza e saperi nel campo commerciale. Buttati al vento senza che nessuno se ne stesse accorgendo. PARLA UN COMMERCIANTE. «In questi 20 anni di attività lavorativa – è lo sfogo amaro di Antonio Pizzolante di Firecomm - ho imparato tanto, ho fatto tesoro

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soprattutto delle tante cose che non vanno in questa nostra cittadina. Non voglio essere solo polemico, vorrei aiutare tutti a riflettere su alcune cose. Primo. Una critica verso i nostri concittadini, poco affini ad investire sul nostro territorio ma anche poco affini a credere e spendere sul nostro territorio. In tanti anni di duro lavoro ed impegno sul territorio posso concludere che la nostra non sarà mai una città che potrà crescere se i primi a non credere nelle proprie potenzialità sono i giovinazzesi stessi. Secondo. Poco coraggio nel aprire nuove attività, nello spendere i propri soldi sul territorio, nel cercare di attrarre ricchezza dai paesi limitrofi. A Giovinazzo un box non è un punto di partenza per generare business, ma il proprio garage ove depositare auto, attrezzi e curare il proprio hobby. Strade disseminate di passi carrabili, aree commerciali de localizzate. Scarsa è la cultura imprenditoriale. Le istituzioni danno anche il loro contributo. Vedasi la nuova 167, quartiere dormitorio di Giovinazzo ove non è stata prevista alcuna costruzione di locali commerciali per piccole e micro attività». E va giù pesante contro l’amministrazione. «Gli sforzi che questa amministrazione sta effettuando sono totalmente insufficienti per una ripresa dell’economia locale. Forse non ha neppure la volontà di farla crescere. Servizi acquistati fuori Giovinazzo ne sono la cruda dimostrazione di una scarsa attitudine di avvalersi del territorio stesso, generando di fatto una crescita economica di altri paesi con il conseguente impoverimento del nostro». Lo sconforto tuttavia richiama la speranza nel cambiamento. «Vorrei - termina l’ex titolare di Firecomm fare un appello a tutte le persone di Giovinazzo. Credete nel territorio. Spendete i vostri soldi qui. Non dimenticatevi che ciascun negozio da valore aggiunto al nostro paese. I negozi migliorano la


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