Information Design e Digital Humanities

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5. CASO STUDIO: ATLANTE CALVINO

come questo è il punto chiave per la riuscita del progetto. La possibilità di mettere su carta dei nodi, rende molto più semplice scioglierli. La condivisione delle competenze (→Cap. 2.4) permette di crescere e di comunicare anche all’interno del gruppo in modo corretto, con un vocabolario condiviso. Capirsi è infatti fondamentale per muoversi nella direzione giusta ed evitare di svolgere lavoro inutile a causa di alcune incomprensioni. 5.2.2 Collaborazione a distanza

Il lavoro è stato svolto principalmente a distanza, questo è dovuto alla lontananza tra le città di Milano e Ginevra. Non era infatti possibile incontrarsi regolarmente e con frequenza. Per questo motivo scambi di mail, documenti condivisi e videochiamate erano il modo più immediato per tenersi aggiornati sull’andamento dei lavori. Attraverso l’uso di Google Drive infatti si aveva sempre il controllo del lavoro svolto dall’altra équipe, avendo accesso ai documenti e potendo vedere gli aggiornamenti in tempo reale. Il mezzo più efficace rimane comunque l’utilizzo di chiamate e videochiamate, perché permette di poter avere un confronto diretto sulle tematiche oggetto di discussione. Attraverso lo scambio mail è sicuramente più facile cadere in incomprensioni ed è necessario di molti più scambi di battute per trovare una soluzione, che a voce richiederebbe sicuramente meno tempo. Questa considerazione è comunque valida in qualunque tipo di progetto, indipendentemente che sia questo nel campo delle Digital Humanities. La comunicazione verbale è l’elemento di scambio più forte.

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