l’Espresso 1.12.14 ’Heidegger era antisemita'. La filosofa Di Cesare commenta i Quaderni Neri

Page 1

l’Espresso 1.12.14 ’Heidegger era antisemita'. La filosofa Di Cesare commenta i Quaderni Neri L'antisemitismo del grande filosofo tedesco fu sostanziale. Ecco la tesi della studiosa che ha letto le note, ancora inedite in Italia, da lui scritte negli anni Trenta e Quaranta. «I nazisti non volevano solo governare il mondo ma rimodellarlo. Estirpando ciò che era incompatibile con il loro progetto» di Wlodek Goldkorn Parlare di Auschwitz non è possibile senza Martin Heidegger. Ma la filosofia di Heidegger fa parte del modo di vedere il mondo che ha portato all’esistenza di Auschwitz, alle camere a gas, ai forni crematori, all’idea di annientare quella parte dell’umanità, gli ebrei, che secondo i nazisti non era degna di abitare il pianeta Terra. In altre parole, il pensiero del filosofo tedesco nato a Messkirch nel 1889 e scomparso a Friburgo nel 1976, è indispensabile per chiunque voglia confrontarsi con la Shoah, ma nello stesso tempo la sua filosofia è stata funzionale perché si verificasse la catastrofe dell’Occidente. È questa la sconvolgente tesi di Donatella Di Cesare, filosofa (insegna a La Sapienza di Roma), allieva di Hans-Georg Gadamer, uno dei maggiori interpreti di Heidegger, e lei stessa vice presidente della Martin Heidegger-Gesellschaft, l’associazione dedicata al filosofo. Di Cesare ha da poco dato alle stampe un libro intitolato “Heidegger e gli ebrei” (Bollati Boringhieri). Sottotitolo: “I quaderni neri”. “I quaderni neri” sono gli appunti personali del pensatore. La prima parte è stata resa pubblica in Germania solo qualche mese fa (in Italia uscirà per Bompiani a fine 2015). Per ora si tratta di 1.200 pagine che vanno dall’anno 1931 al 1941 (gli altri volumi arrivano fino al 1969). È stata la lettura di quei testi la molla che ha portato Di Cesare a fare i conti non solo e non tanto con Heidegger, ma con l’intera tradizione della filosofia tedesca e quindi con buona parte della filosofia occidentale. Filosofia, secondo Di Cesare, una mite signora di origini ebraiche, fondata in larga parte sul pregiudizio antisemita. Pregiudizio non razziale, ma metafisico e ontologico (e cioè radicale, all’origine delle cose). L’ebreo sarebbe stato percepito, raccontato e analizzato dai filosofi della “Terra del tramonto” in quanto entità estranea all’Occidente e alla sua storia. Per questo andava annientato. Ma procediamo con ordine. Che Heidegger, membro del partito nazional-socialista e per alcuni mesi rettore dell’Università di Friburgo, si fosse compromesso con il nazismo, lo sapevano tutti. Ma, salvo qualche polemica (vedi box), era opinione comune che si trattasse di uno sbandamento (lo diceva Gadamer). Hannah Arendt, che fu sua allieva e amante, spiegava che spesso capita ai grandi filosofi di non capire molto di politica. Dell’antisemitismo hedeiggeriano ha certamente parlato Karl Jaspers, ma l’ostilità nei confronti degli ebrei e verso un certo spirito considerato ebraico (“cosmopolita”, “borghese”, “calcolatore”) era comune a molti bravi intellettuali degli anni Venti e Trenta. Comunque non veniva messo in dubbio il fatto che (come osservò Habermas, anni fa) Heidegger avesse rinnovato la filosofia come nessuno dopo Hegel. La sua intuizione fondamentale: occorreva liberarsi dalla metafisica, smettere di cercare un’essenza eterna nelle cose e riscoprire invece “l’Essere”: cioè la fonte autentica e


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.