Almanacco 2010

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l’alto. Lenny una volta ci ricordò che negli anni d’inattività agonistica, era aumentato di peso di circa trenta chilogrammi.

Lenny Bottai perde il titolo tricolore

Il 9 luglio, a Prato, al campo sportivo Chiavacci, Lenny Bottai torna sul ring per difendere la cintura tricolore dei superwelter, dall’assalto dell’idolo di casa e compagno di scuderia –la Boxe Cavallari- Francesco Di Fiore. La cornice di pubblico è da grandi occasioni e il caldo opprimente. I due pugili, sospinti dai propri tifosi, ci danno dentro a più non posso per tutte le canoniche dieci riprese. Sui loro volti affiorano i segni della cruenta battaglia. Alla fine della tenzone, ad alzare le braccia al cielo è Francesco Di Fiore, con un verdetto risicato. Due giudici, magnanimamente, assegnano la vittoria a Di Fiore (96-94), il terzo se la cava con un salomonico ex aequo o se preferiamo alla Ponzio Pilato (95-95). Il verdetto, che di fatto sfila dalle mani di Lenny la cintura tricolore per consegnarla a Di Fiore, viene duramente contestato dal pubblico di fede labronica e in parte anche da quello neutrale. Anche i due angoli non sono assolutamente d’accordo sulla decisione dei giudici. Un salomonico pareggio forse sarebbe stato la cosa più giusta da fare. Lenny Bottai avrebbe, così, riportato a Livorno la corona e Francesco Di Fiore avrebbe salvato la faccia. Ma tutti sappiamo che il pugilato non è una scienza esatta e quando la differenza ff fferenza di valori non è lampante, come nei KO, il fattore ambientale ha il proprio peso. E, lo ricordiamo, Francesco Di Fiore “giocava” in casa, nella sua Prato. E qualche volta i giudici sono sensibili alle campane casalinghe.

Lenny vince alla sua maniera

Lenny Bottai a Firenze

Lenny Bottai torna sul ring il 9 dicembre a Mantova. E lo fa alla sua maniera. Il ventiseienne polacco Adam Grabiec, al termine delle sei riprese, ha sul volto i segni della battaglia e nel cuore la consapevolezza di aver onorato fino all’ultimo lo spettacolo. Per Lenny una vittoria rilevante. Al di là del risultato. Una vittoria che gli consente di tornare a correre, a sognare, dopo l’ingiusta sconfitta di Prato, nel match tricolore con Francesco Di Fiore. You’ll never walk alone: “non camminerai mai da solo”. È l’inno dei tifosi del Liverpool e il suo inno. Anche a Mantova è stato di stretta attualità. Ad incoraggiarlo, applaudirlo, ed incitarlo con il consueto

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tifo da stadio, da curva nord, erano in tanti. Molti arrivati con i mezzi propri e altri in due pullman pieni zeppi, allestiti per l’occasione. Per seguire il Livorno Calcio, nella vittoriosa trasferta di Piacenza, la sera stessa si sono mossi minori tifosi. E questo fa capire quanto Lenny Bottai sia amato. Il match? Quasi a senso unico. Alla quinta ripresa l’epilogo sembrava dietro l’angolo. Grabiec, con il volto già sanguinante, aveva accusato, più del dovuto, un devastante montante al fegato di Lenny Bottai e aveva piegato le gambe. Lenny Bottai avrebbe potuto chiudere il match in anticipo, ma non l’ha fatto per la consueta generosità che lo contraddistingue, anche quando è sul ring. Il giorno dopo il match con Grabiec in proposito ci spiegava: “È stato un match importante. Dovevo testare me stesso, alcuni cambiamenti e sbrogliare un po’ di nodi dalla mia testaccia. Per questo mi serviva un match vero. Un avversario tosto che, anche se di minor esperienza e caratura, avesse la mia stessa ambizione di vincere. Adam Grabiec ha confermato le aspettative della vigilia. Fisicamente forte, mai scorretto, non si è tirato mai indietro. Nella sesta ripresa, quando sanguinava ed era in palese difficoltà, ho fatto un passo indietro per onorare la battaglia. Per tutta risposta lui mi ha attaccato. Un gesto di carattere, che ho rispettato tantissimo, anche se a qualcuno sembrerà da pazzi. Ma questa è la boxe. Almeno come la intendo io”. Ringraziamenti? “A quanti mi sostengono e rendono la mia/nostra, esperienza unica al mondo. A Cristiano Mazzoni, persona splendida, che mi ha aiutato. Al mio Manager e poi, come sempre, alla persona che ho vicino. Senza di lei nulla sarebbe possibile”. Il riferimento è alla bella e brava Veronica Del Giovane la sua dolce metà.

Luca Tassi annienta Gaspar Gyula in una serata da cani L’appuntamento per Luca Tassi con il ring è il 17 dicembre al PalaBastia. Fuori fa un freddo cane e la neve caduta abbondan-

Veronica Del Giovane a sinistra

F.P.I.: Federazione Pugilistica Italiana

tra i grandi del pugilato nazionale. L’allora sindaco Dino Raugi, per quella vittoria, gli donò una bella targa e il Comune di Collesalvetti lo assunse come vigile urbano per meriti sportivi. Fanali, lo ricordiamo, abitava e continua ad abitare a Stagno. Quella tra Romano Fanali e la corona tricolore è una storia lunga e ricca di match memorabili, che andrà avanti per altri sette anni abbondanti con tanti successi e solo qualche battuta a vuoto. Ma torniamo al grande Lenny. Il diritto a battersi, con la corona tricolore in palio, contro Adriano Nicchi, non l’ha ottenuto per bontà divina, ma grazie a una serie di stupende vittorie nei due anni precedenti. In tutto dieci successi, dei quali ben quattro per KO. Tra questi successi brilla quello del 4 dicembre 2009, sempre in un PalaMacchia elettrizzato, contro il turco, naturalizzato tedesco, Turgay Uzun, con il titolo internazionale in palio. L’unico rammarico è che Lenny Bottati, dai 21 ai 27 anni, sia stato lontano dal ring. Altrimenti, tenendo conto della sua classe, della sua grinta e determinazione chissà dove sarebbe arrivato. Sei anni lontano dal ring non sono pochi, soprattutto se la bilancia, come è accaduto per lui, ha iniziato a puntare l’indice verso


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