saturno22 di giugno

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CIAK CINEMA

di Emma Pastore

A tre anni di distanza da “Mio fratello è figlio unico”, Daniele Luchetti e Elio Germano tornano a lavorare insieme nel nuovo film dal titolo “La nostra vita”, unico film italiano in concorso a Cannes 2010 e che ha fatto conquistare a Germano il premio come miglior attore protagonista. Premio meritatissimo direi per un giovane attore che nel film ci mette tutto se stesso per riuscire ad esprimere il quadro di chi affronta una profonda crisi emotiva, un grande dolore senza fermarsi e senza piangersi addosso. E’ questa la storia di Claudio, un trentenne operaio edile che lavora nei cantieri della periferia romana e vive con la moglie Elena (Isabella Ragonese) da cui aspetta il terzo figlio. Sarà proprio la morte della moglie che sconvolgerà la vita di Claudio, ma non gettandola nel dolore e nella disperazione come ci si aspetterebbe da un uomo innamorato e devoto alla famiglia…infatti Claudio, quasi incapace di fronteggiare il dolore, si infila in un losco affare edile per poter “dare” ai figli tutto quello che fino ad allora non hanno potuto avere.

La nostra vita ci racconta così il mondo delle borgate romane, fatto di giovani famiglie, immigrati e speculatori…delle dure prove con cui spesso la gente comune si scontra. Inoltre non è la storia di un uomo solo ma piuttosto è un film che fotografa il paese, l’aria che si respira, i valori in cui crediamo, le emozioni che viviamo. Il personaggio di Claudio non è quello di un uomo cinico e spietato né quello di un uomo buono e simpatico, da una parte bravo ragazzo semplice , dall’altra arrabbiato e invischiato in un sistema più grande di lui, vi è una continua oscillazione del personaggio supportata dalle figure che lo circondano come lo spacciatore disabile (Luca Zingaretti) ma con un gran cuore, un imprenditore pieno di rimorsi e sensi di colpa (Giorgio Colangeli) e un sex symbol come Raul Bova nei panni di un quarantenne impacciato e romantico. Tutti quanti incorniciati in una periferia romana in cui regna il degrado sociale e culturale, ripresi con attenzione da Luchetti, per sottolineare temi differenti tra loro come il lavoro nero, le morti bianche, la malavita, il malessere sociale, l’essere padre dopo il lutto. Come tante “anime fragili” i personaggi de “La nostra vita” sembrano essere stanchi e infelici ma ancora pronti a gridare e capire che “la vita continua, anche senza di noi“, come cantava Vasco, come canta Elio Germano.


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