Guide turistiche Da testi descrittivi a strumenti grafici per lo sviluppo del territorio.
Tesi di Sara Perozzi Matricola n. 1007 Relatore Prof. Giuseppe Chia
ISIA Urbino Diploma Accademico di I Livello in Progettazione Grafica e Comunicazione Visiva A.A. 2011/2012
Guide turistiche Da testi descrittivi a strumenti grafici per lo sviluppo del territorio. di Sara Perozzi
Indice
8 10
Introduzione Le origini delle guide turistiche Introduzione 11 13 Pausania e le Guide della Grecia I 14 Mirabilia Urbis Romae 16 Muhammad al-Idrisi e il Libro di Ruggero 18 Charles Estienne e Guida alle Strade di Francia 20 Fynes Moryson e An Itinerary 22 Il “Grand Tour”
24
Il contesto storico Introduzione 25 27 Dal viaggiatore al turista 28 Thomas Cook e il viaggio organizzato 30 Il “turistmo di massa” e la dicotomia “viaggiatore-turista”
32
Verso la modernità Introduzione 33
60
35 42 45 48 56 58
La nascita del mito Baedeker John Murray III e gli Handbooks for Travellers I fratelli Muirhead e le Blue Guides La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano I coniugi Wheeler e la nascita della Lonely Planet Nasce Guide du Routard
Il panorama editoriale moderno Introduzione 61 62 Lomography City Guide 64 Lecool Books 66 Le Jetlag Travel 68 Le guide WhaiWhai 70 Verso la transmedialità
6 indice
indice 7
72
caratteristiche comuni delle guide turistiche Introduzione 73 L’organizzazione dei contenuti 74 L’introduzione delle guide 81 La topografia 84 Le immagini
84
86
Una guida per il cambiamento
102 104 106
87 90 90 92 92 93 93 93 94 95 96 100
Introduzione Il ruolo della guida turistica nella società La guida come matrice del cambiamento Perdiamo tempo Il contesto Il concept Il target Le proposte Sistemi di icone Mappe e rappresentazione del tempo di raggiungimento Proposta di rappresentazione del tempo Proposta di rappresentazione delle variabili Proposta di rappresentazione delle informazioni relative alle attività
Conclusione Bibliografia Sitografia
8 introduzione
Introduzione
introduzione 9
Questo progetto nasce dalla volontà di trovare una risposta ad una domanda che, nella sua apparenza, potrebbe sembrare semplice, ma che, ad un analisi più profonda, rivela sfumature ben più complesse.
CHE COSA È UNA GUIDA TURISTICA? Il vocabolario Treccani la definisce così: “Libro contenente le indicazioni necessarie alla visita di un museo o complesso monumentale, di una città, di un’intera regione o stato”. Nonostante il fenomeno delle guide turistiche sembri destinato ad essere dato per compreso, cela in realtà una complessità e un fascino intrinseco. Quello della guida turistica è dunque un fenomeno che necessita di un attenta e profonda analisi per poter essere compresa prima come manifestazione letteraria, ma anche e soprattutto come strumento di comunicazione nella società moderna. Come grafica, ma soprattutto come viaggiatrice, sono sempre stata affascinata dalla varietà di questa particolare branca della letteratura. Questo interesse mi ha spinto dunque, non solo a trovare una risposta alla domanda su cosa sia una guida turistica, ma anche ad approfondire la conoscenza di questo genere. Quando sono nate le guide turistiche? Secondo quali parametri è possibile definire i confini di questo fenomeno letterario? Che ruolo hanno oggi nella società? E che rapporto sussiste tra le guide turistiche e le località di cui parlano?
10 le origini delle guide turistiche
Le origini delle guide turistiche
le origini delle guide turistiche 11
Introduzione
GIANNITRAPANI 2010
SANTULLI 2010
Si è soliti indicare come data di nascita delle guide turistiche quella del 1832. Tuttavia sin dall’antichità, si è erroneamente attribuito il termine “letteratura di viaggio” a testi di natura eterogenea, che presentavano già, in forma primordiale, caratteristiche ancora oggi riconoscibili nelle moderne guide turistiche. Vi sono testimonianze risalenti addirittura al II secolo d.C. che rientrano nella definizione più moderna e onnicomprensiva di questo genere: “inquadrano il territorio, si preoccupano di fornire una mediazione tra la cultura di provenienza del turista e la cultura ospitante, forniscono consigli e informazioni propedeutici all’organizzazione del viaggio”. Vogliamo, in questa sede, dedicare un pò di attenzione a quei testi che ci permettono di ricostruire e riconoscere l’evoluzione di un genere oggi predominante sul mercato.
IN QUESTO ELABORATO, NON CI SI RIFERIRÀ AL GENERE LETTERARIO COME “UNA CLASSE RIGIDAMENTE DELIMITATA DALLA PRESENZA INDEROGABILE DI CARATTERISTICHE”. SI DIMOSTRERÀ CHE IL GENERE “GUIDE TURISTICHE” È, PIUTTOSTO, UNO “SFONDO ULTIMO CHE ABBRACCIA OGNI NUOVO TESTO, PRONTO TUTTAVIA A SPOSTARSI AL PRESENTARSI DI OGNI SUA NUOVA REALIZZAZIONE CONCRETA, COME BEN SINTETIZZA L’IMMAGINE DELL’ORIZZONTE CHE SEGUE IL MOVIMENTO DELL’OSSERVATORE”. SANTULLI 2010
le origini delle guide turistiche 13 Pausania e le Guide della Grecia
SEBBENE SIA SEMPRE STATA CONSIDERATA SOLO COME MERA E VALIDA ESPRESSIONE DELLA CULTURA PERIEGETICA, “L’OPERA DI PAUSANIA È LA PIÙ ANTICA GUIDA TURISTICA A NOI CONSERVATA CHE LA CIVILTÀ E LA CULTURA OCCIDENTALE ABBIANO PRODOTTO”. RIZZO in SANTULLI 2010
Pausania e le Guide della Grecia
RIZZO in SANTULLI 2010
Perièghesis Thes ‘Hellàdos è il titolo originale dell’opera di cui stiamo per parlare e che oggi è conosciuta come Guide della Grecia. L’opera che oggi viene definita appunto come la più antica guida della società occidentale, nasce e si delinea come una periegesi, testo che consisteva, soprattutto in epoca ellenistica, nella raccolta di informazioni su popoli, persone e località attorno ad un determinato itinerario geografico. Questo documento in particolare ha avuto una storia particolarmente travagliata dal momento che, oltre ad essere stata praticamente ignorata ed ad aver rischiato di andare perduta, è stata spesso soggetta di accuse poichè si dubitava della veridicità delle informazioni riportate. Nonostante ciò, ad oggi, rappresenta una fonte inestimabile di informazioni sul territorio ellenico del II secolo. È interessante poi osservare come delle guide presenti alcune sostanziali caratteristiche “fra cui “l’organizzazione della materia per ‘itinerari’”,“i cenni storico-antiquari che illustrano il monumento e la sua storia” e, non ultimo, consigli utili per affrontare il viaggio. Se di guida turistica non si può parlare, è evidente che Guide della Grecia non rappresenta solo un interessante testimonianza periegetica, ma si delinea anche come una nobile antenata delle moderne guide turistiche.
14 le origini delle guide turistiche I Mirabilia Urbis Romae
NONOSTANTE I MIRABILIA FOSSERO CONTENUTISTICAMENTE LIMITATI ALLA SFERA RELIGIOSA E SPIRITUALE, TANTO DA TRALASCIARE O TRATTARE SUPERFICIALMENTE CIÒ CHE NON VI RIENTRAVA, RAPPRESENTARONO UN PUNTO DI RIFERIMENTO IMPORTANTE PER I PELLEGRINI DIRETTI A ROMA FINO AL XV SECOLO. OGGI RAPPRESENTANO LA PRIMA TESTIMONIANZA DI “LIBELLI” PENSATI E PROGETTATI PER ACCOMPAGNARE. Un’altra importante testimonianza, che dimostra quanto quello delle guide sia un fenomeno con radici ben profonde nella storia del nostro continente, è quella dei Mirabilia Urbis Romae. Si tratta di una serie di manoscritti, prima, e di ristampe (Fig. 1-2-3-4), poi, che fungevano da vere e proprie guide per i pellegrini diretti alla città eterna, anche se nel tempo subirono alcune modifiche nei contenuti. Il primo manoscritto di questa fortunata serie, che sarà anche uno fra i primi testi ad essere copiato dagli stampatori tedeschi, risale al 1140 circa. Anche questi volumi, come il già citato esempio delle Guide della Grecia, sono stati spesso associati e definiti come appartenenti alla cultura periegetica. Questa “catalogazione” risulta quantomeno superficiale se si vanno ad analizzare gli elementi di cui questi “libelli” erano composti e soprattutto se si considera che fino al XV secolo i Mirabilia sono stati utilizzati come vere e proprie guide da coloro che si recavano a Roma. Già in questo suo aspetto quindi riconosciamo un “genere” che fatica a rientrare nella definizione di periegesi. Se poi osserviamo
I Mirabilia Urbis Romae
Fig. 1-2 Pagina interna Mirabilia Urbis Romae risalente al 1500 ca. Fig. 3-4 Pagina interna Mirabilia Urbis Romae risalente al 1500 ca
le origini delle guide turistiche 15 I Mirabilia Urbis Romae
16 le origini delle guide turistiche
Muhammad al-Idrisi e il Libro di Ruggero
il testo e i contenuti più da vicino ci rendiamo conto che, in essi, ritroviamo quelle invariabili del genere che abbiamo definito in partenza: nascono con l’intento di guidare i pellegrini e quindi di fare da mediazione tra gli stessi e la città, contengono consigli utili su quale sia “il tragitto da compiere, le locande da evitare o da frequentare”, e infine descrivono e inquadrano il territorio romano del tempo, tanto da rappresentare, ancora oggi, un’importante testimonianza storica delle bellezze della capitale. Alcuni limiti, in questo senso, erano dati dalla forte impronta spirituale e religiosa che li caratterizzava. Nel testo infatti i monumenti o i siti che non erano legati alla spiritualità venivano spesso ignorati o trattati con superficialità. Nonostante queste “incompletezze”, i Mirabilia sono una delle testimonianze più antiche e complete di questo genere. Si trattava poi di “libelli” innovativi anche da un punto di vista fisico: erano infatti progettati per essere trasportati e trasportabili. Per questo motivo erano spesso di dimensioni ridotte. Merita poi una menzione speciale un altro elaborato che, parallelamente all’esempio dei Mirabilia Urbis Romae, è un’importante testimonianza importante nel panorama letterario delle guide di viaggio. È il caso dell’opera di uno fra i tanti viaggiatori islamici che si avventuravano nelle terre d’occidente: Muhammad al-Idrisi, detto Idrisi. Quest’ultimo fu un grande geografo e viaggiatore del suo tempo. Era tanto conosciuto, anche al tempo, che venne invitato alla corte di re Ruggero di Sicilia. Fu proprio qui che egli scrisse e finì nel 1154 d.C. il cosiddetto Libro di Ruggero. Oltre a presentare quelle invariabili riconoscibili ancora oggi nelle moderne guide turistiche, fu tra i primi a riportare un dettagliato corredo cartografico delle zone descritte. In particolare ricordiamo il mappamondo del mondo conosciuto in cui è interessante notare come l’Italia e la Sicilia siano ben riconoscibili nel mediterraneo. Si noti che la mappa, presentata nella sua versione originale, ha il Sud in alto e il Nord in basso. Di conseguenza si potrà riconoscere il mar Mediterraneo, e le sue isole principali, nella parte in basso a destra dell’immagine (Fig. 5). Il testo, ancora una
RAGONESE 2010
Muhammad al-Idrisi e il Libro di Ruggero
le origini delle guide turistiche 17
Muhammad al-Idrisi e il Libro di Ruggero
Fig. 5 Il mappamondo di Idrisi in una copia del manoscritto risalente al 1456
18 le origini delle guide turistiche
Charles Estienne e Guida alle Strade di Francia
volta, oltre a descrivere minuziosamente il territorio, non mancava di riportare consigli pratici per i lettori, anche se spesso con riferimenti ad esperienze vissute. Inoltre, per la prima volta, nel Libro di Ruggero, si inizia a delineare una visione del viaggio estremamente innovativa: si riconosce il valore gioviale del viaggio. Il titolo originale dell’opera chiarisce ogni dubbio: Liber ad eorum delectationem qui terras peregrare studeant (Il sollazzo per chi si diletta di girare il mondo). Ritroviamo questa stessa concezione del viaggio in un opera del 1552: Guida Delle Strade di Francia di Charles Estienne. Si tratta di un volume estremamente interessante sotto molti punti di vista. Per la prima volta in questo scritto ritroviamo un’organizzazione dei contenuti che non segue solamente un andamento lineare. Le informazioni, infatti, non sono inserite in un racconto continuo come avveniva ad esempio nei Mirabilia: alle descrizioni lineari si alternavano a dati e informazioni organizzate schematicamente. L’aggiunta poi di un indice prima alfabetico e poi testuale (Fig. 6) con l’elenco di tutte le città e dei luoghi raccolti nel testo lo rende estremamente fruibile e permette una lettura che vada oltre, appunto, la linearità del testo. Non mancano poi, al suo interno cenni storici sulle diverse regioni o consigli di varia natura. Riportiamo un esempio (Fig. 7) In cui viene proposto un itinerario alternativo per evitare eventuali pericoli (“Autre chemin, pour eviter le danger”). Vi sono poi altre caratteristiche formali che rendono questo volume molto vicino alle moderne guide turistiche ed estremamente interessante: per la prima volta, infatti, al lettore viene riconosciuta una competenza pratica sul viaggio ed egli diventa, nel testo, il soggetto dell’enunciato da cui scompaiono, di conseguenza, le memorie dell’autore. Inoltre Guida Delle Strade di Francia ha dimensioni estremamente ridotte, che lo rendono facile alla consultazione e leggero per il trasporto. Simili accortezze progettuali e testuali non possono essere sottovalutate poichè significherebbe sminuire ingiustamente l’attenzione progettuale, formale e organizzativa che l’autore vi ha dedicato.
Charles Estienne e Guida alle Strade di Francia
Fig. 6 Indice dei paesi, in ordine di apparizione, descritti in Guida alle strade di Francia in un edizione del 1553 Fig. 7 Indicazioni su percorsi alternativi per evitare pericoli nell’edizione di Guida alle strade di Francia del 1553
le origini delle guide turistiche 19
Charles Estienne e Guida alle Strade di Francia
IL TESTO DI ESTIENNE FU “SORPRENDENTEMENTE ANTICIPATORE DELLE GUIDE TURISTICHE CHE LO SEGUIRANNO”. NONOSTANTE L’INCREDIBILE MODERNITÀ DELLA SUA GUIDA ALLE STRADE DI FRANCIA, L’OPERA NON SI DIFFUSE FUORI DAI CONFINI DELLA CAPITALE FRANCESE RIMANENDO DUNQUE UN FENOMENO LIMITATO. RAGONESE 2010
20 le origini delle guide turistiche Fynes Moryson e An Itinerary
Pochi anni dopo la pubblicazione dell’opera di Estienne si affaccia sul mercato un’opera destinata a diventare un punto di riferimento nella storia delle guide di viaggio. Nel 1618 viene pubblicato An Itinerary di Fynes Moryson (scritto in realtà 30 anni prima). Quest’opera è indicata da molti come la prima guida turistica della storia anche e soprattutto per l’incredibile diffusione che ebbe. Il testo di Moryson divenne infatti una lettura quasi obbligatoria per tutti coloro che partivano. Bisogna accennare che siamo agli albori di quel fenomeno, il Grand Tour, che sfocerà poi in quello che noi oggi definiamo turismo. Questo libro è quindi il primo vero punto di riferimento dei primi “Touristi” della storia. Il testo di Moryson si pone quindi in quel delicato periodo storico in cui la guida di viaggio diventa la guida turista, pur non presentando sostanziali differenze dai testi che abbiamo visto finora. Se infatti proviamo a confrontare il testo di Estienne, di poco antecedente, e quello di Moryson noteremo che le differenze sono ben poche e che, al contrario, l’opera francese abbia tratti più moderni rispetto a quella inglese. An Itinerary proponeva consigli sui siti più interessanti da visitare o i luoghi più sicuri da attraversare; e il testo non si presentava come un noioso resoconto scientifico-storico sui luoghi visitati. Il piacere del viaggio, ancora una volta, era esaltato (più di quanto non lo fosse nell’opera di Estienne). D’altro canto però al lettore non veniva più riconosciuta la competenza pratica di compiere il viaggio (cosa che invece accadeva in Guida alle strade di Francia e che ritroviamo nelle guide turistiche moderne); egli torna ad essere colui “che deve essere informato di fatti scientifici e meravigliosi”. Inoltre quella di Moryson si presentava come una pubblicazione estremamente voluminosa e pesante (Fig. 8-9). Di conseguenza la lettura doveva concludersi prima della partenza data l’impossibilità del testo ad essere trasportato. Nonostante questi limiti An Itinerary divenne il punto di riferimento, da lì in avanti, per tutta la letteratura di genere. Sono proprio i libri come questo infatti ad essere usati, fino al XIX secolo, come punto di riferimento dai viaggiatori.
Fynes Moryson e An Itinerary
RAGONESE 2010
le origini delle guide turistiche 21 Fynes Moryson e An Itinerary
AN ITINERARY DI MORYSON DIVENNE “IL TESTO CHE SI DEVE LEGGERE PER SAPERE COME SI VIAGGIA” RAGONESE 2010
Fig. 8 Dorso della prima edizione di An Itinerary di Fynes Moryson
Fig. 9 Uno dei volumi della prima edizione di An Itinerary di Fynes Moryson
22 le origini delle guide turistiche Il “Grand Tour”
Il secolo in cui inserisce il libro di Moryson è un secolo importante nella storia del turismo e delle guide turistiche poiché è in questo periodo che si delinea quel fenomeno conosciuto oggi come Grand Tour. Si tratta della “prima forma di turismo, dapprima riservato (alla fine del XVII secolo) a giovani aristocratici e figli di ricchi possidenti (Fig. 10), poi diffusosi (alla fine del XVIII e all’inizio del XIX secolo) anche ai giovani appartenenti al ceto medio professionale”. Questa prima forma di turismo è stata caratterizzata inizialmente da una forte finalità didattica, per poi trasformarsi gradualmente in una ricerca romantica dell’esotico, del pittoresco e del sublime. Se il 1832 non può essere considerato come l’anno di nascita di un genere che, nella realtà, esisteva già; può sicuramente essere preso come punto di riferimento per definire una grande svolta editoriale e culturale. In quest’anno infatti, con l’uscita della prima edizione delle guide turistiche Baedeker si pone idealmente fine all’esperienza del “Grand Tour” e ci si lancia verso quello che sarà definito come il “turismo di massa”. Avremo modo di delineare meglio nei prossimi capitoli il quadro storico in cui siamo. Con la nascita delle case editrici di guide turistiche, dunque, il fenomeno della guida scritta per il viaggiatore si trasforma in quello della guida scritta per il turista. Si assiste anche ad un fondamentale cambiamento nell’oggetto stesso che non è più firmato da un solo autore, ma dalla stessa casa editrice che si pone, dunque, come garante e assicuratore della veridicità e dell’affidabilità delle informazioni riportate.
Il “Grand Tour”
BRUCCULERI 2009
le origini delle guide turistiche 23 Il “Grand Tour”
Fig. 10 Illustrazione sullo spirito del “primo” Grand Tour
24 il contesto storico
Il contesto storico
il contesto storico 25 Introduzione
Introduzione
Abbiamo finora riassunto il percorso storico che ha portato alla nascita e alla definizione di un genere oggi estremamente diffuso. A questo punto è importante inquadrare storicamente il contesto in cui le guide turistiche si inseriscono. Il viaggiatore che si trasforma in turista, la nascita del viaggio organizzato e la rivoluzione industriale sono alcuni dei fenomeni che caratterizzano questo secolo.
È IMPORTANTE CONSIDERARE LE GUIDE TURISTICHE NON SOLO COME CONSEGUENZA DEL CONTESTO STORICO IN CUI SONO INSERITE. PIUTTOSTO ESSE VI SONO INTRINSICAMENTE LEGATE IN UN RAPPORTO DI CAUSA/EFFETTO. “CONCEPIRE LE OPERE LETTERARIE COME RIFLESSO DI UNA REALTÀ SOCIALE GIÀ DATA SIGNIFICA OCCULTARE IL CONTRIBUTO STESSI DEI TESTI, E DELL’ATTIVITÀ ENUNCIATIVA ESPRESSA ATTRAVERSO DI ESSI, ALLA CREAZIONE DEL LORO PROPRIO CONTESTO, TANTO LETTERARIO QUANTO SOCIALE”. ANTELMI 2010
il contesto storico 27
Dal viaggiatore al turista
Dal viaggiatore al turista
Quello in cui in si inseriscono le prime guide turistiche Baedeker è un contesto storico di grandi cambiamenti, sociali, economici e culturali. L’aumento e il miglioramento dei mezzi di trasporto, ad esempio, permetteva a sempre più persone di spostarsi con più facilità e sicurezza di quanto non fosse possibile fare prima. Anche l’introduzione e la diffusione di mezzi come la bicicletta, più economici e quindi accessibili ai più, permise un’estensione dei confini “turistici” a fasce di popolazione che fino ad allora erano tagliate fuori. Quindi per tutta la fine dell‘800 e la prima metà del ‘900 si assiste ad un incredibile aumento del numero di persone che “viaggiano” alla scoperta del proprio paese o di quelli limitrofi. Il viaggiatore del “Grand Tour”, spinto dal desiderio di avventure ed esperienze, si trova improvvisamente catapultato in una società dove prevale l’omologazione delle informazioni e delle esperienze. Le guide turistiche iniziano ad essere stampate e diffuse in tutta Europa, e, parallelamente, nasce e si sviluppa anche la prima forma di viaggio organizzato (vedi Thomas Cook e il viaggio organizzato). Si delinea sempre più la figura del turista (definito negativamente “di massa”) in contrapposizione con quella “classica” del viaggiatore. Così come accadde per i soggetti, inizia a cambiare la concezione del viaggio che da occasione, per pochi eletti, di accrescimento culturale e personale si trasforma in una esperienza sempre più “aperta a tutti” dove il fine ultimo non è più l’accrescimento dell’individuo quanto lo smoderato sfruttamento del poco tempo a disposizione.
28 il contesto storico
Thomas Cook e la nascita del viaggio organizzato
Vale la pena, in questo contesto, dedicare un approfondimento a quel fenomeno che nasce in questi anni e che, ancora oggi, è fortemente presente nella nostra società: il viaggio organizzato. Thomas Cook (1808 - 1892) nasce a Melbourne, Derbyshire in Inghilterra ed è considerato il padre fondatore, nonché inventore, del turismo moderno; più specificamente fu l’ideatore e fondatore della prima impresa turistica per l’organizzazione di viaggi: è a lui, infatti, che si deve la “patrimonialità” del viaggio organizzato (o di quello che oggi definiamo come viaggio “tutto compreso”). Il 5 Luglio 1841 organizza il primo viaggio per più di 500 membri dell’Associazione della Temperanza, di cui era Ministro Battista dal 1828. Il viaggio aveva il prezzo fisso di 1 scellino e comprendeva il viaggio di 11 miglia da Leicester a Loughborough e il pasto della giornata. Visto il successo di quel viaggio, Cook fonda, nello stesso anno la “Thomas Cook and Son” e allarga la propria attività a mete sempre più ambiziose tra cui ritroviamo la Great Exhibition di Londra del 1851 e viaggi estesi a tutto il territorio europeo già nel 1855. 10 anni più tardi, Cook, organizza poi il primo tour negli Stati Uniti e già nel 1890 la compagnia aveva venduto 3,25 milioni di biglietti. Riportiamo l’esempio di un manifesto sui viaggi organizzati sul Nilo (Fig. 11). La società rimase della famiglia Cook fino al 1928.
Thomas Cook e la nascita del viaggio organizzato
Fig. 11 Guide della Grecia Manifesto risalente al 1922 che illustra le proposte di viaggi organizzati in Egitto dalla società fondata da Thomas Cook
IL VIAGGIO ORGANIZZATO DI THOMAS COOK CONTRIBUISCE A CREARE, ANCORA DI PIÙ, LA FIGURA DEL TURISTA DI MASSA CHE SI MUOVE SEGUENDO IL GREGGE E CHE DIVORA GLI SPAZI PERDENDO DEFINITIVAMENTE DI VISTA IL SENSO DELL’AVVENTURA E DELL’ESPERIENZA TANTO IMPORTANTI ALL’EPOCA DEL “GRAND TOUR”.
il contesto storico 29
Thomas Cook e la nascita del viaggio organizzato
30 il contesto storico
Il “turismo di massa” e la dicotomia “viaggiatore-turista”
Si sono delineati cosi tutti i presupposti che portano a quel fenomeno che nel ‘900 avrà la sua massima espansione e verrà definito con il termine “turismo di massa”. Il termine aveva un’accezione fortemente negativa in quanto indicava, e denunciava, la standardizzazione, la superficialità e la mercificazione che ormai caratterizzavano i viaggi del periodo. Ma se da un lato il turismo di massa è visto come un fenomeno estremamente negativo, che macchia, con il peccato del consumismo, l’antico valore della scoperta e del viaggio; dall’altro è anche il motore di avvio per un incredibile sviluppo nel mercato editoriale delle guide turistiche. Se volgiamo lo sguardo al panorama moderno questa dicotomia turista-viaggiatore sembra sfumarsi tanto che oggi il termine “turista” ha ormai assunto su di sé tutti i tratti un tempo distintivi del “viaggiatore”.
Il “turismo di massa” e la dicotomia “viaggiatore-turista”
ANTELMI 2010
“SIAMO TUTTI DUNQUE ‘VIAGGIATORI’? PIUTTOSTO CONVERREBBE DIRE CHE SIAMO TUTTI TURISTI” E CHE QUESTO “TERMINE VEDE SBIADIRE SEMPRE PIÙ LE CONNOTAZIONI NEGATIVE RETAGGIO DI UNA EREDITÀ OTTOCENTESCA, E CHE LE DIFFERENZE QUALIFICANTI SI GIOCANO SUGLI ATTRIBUTI DI QUESTO NOME, COME RESPONSABILE, CONSAPEVOLE, RISPETTOSO”. ANTELMI 2010
32 verso la modernitĂ
Verso la modernitĂ
verso la modernità 33 Introduzione
Introduzione
Il panorama contemporaneo delle guide turistiche può dirsi pressochè sterminato. In questa moltitudine di testi, tutt’altro che omogenea, si riconoscono e meritano di essere citati alcuni esempi che si distinguono tra gli altri per fama, per completezza o per originalità. Nelle prossime pagine ci soffermeremo in particolar modo su quelli che possono essere considerati i pilastri del settore: Bedeker, Murray’s Handbooks for Travellers, Blue Guides, Touring Club Italiano, Lonely Planet e Guide du Routard.
verso la modernità 35
La nascita del mito Baedeker
La nascita del mito Baedeker
Il nome Baedeker è stato legato al mondo editoriale da molto più tempo di quanto si sia abituati a pensare; vi sono infatti tracce legate all’editoria che risalgono addirittura a Dietrich Baedeker, nato a Brera nel lontano 1660, che sviluppò l’arte della stampa nella cittadina di Bielefeld, nel nord-ovest della Germania. Ma è solo con Karl Beadeker che questo nome segna la storia dell’editoria. Basti pensare che oggi il nome della casa editrice tedesca è tanto conosciuto da essere usato come vero e proprio sinonimo di guida. Karl Baedeker nacque ad Essen, nel nord-ovest della Germania, e neanche 26 anni dopo, l’1 Luglio 1827 fondò la “Verlag Karl Baedeker” nella città di Coblenza, poco a sud della sua città natale, importante sbocco turistico e commerciale (è situata in corrispondenza della confluenza dei fiumi Reno e Mosella). Nel 1832 Karl Baedeker compra i diritti di un’altra casa editrice. Si tratta dell’attività di Franz Friedrich Röhling, che, nel 1828, aveva pubblicato quello che era diventato poi il suo bestseller: Rheinreise von Mainz bis Cöln: ein Handbuch für Schnellreisende del professor Johannes August Klein(A Rhine journey from Mainz to Cologne; a hanbook for travellers on the move). Fu proprio con la traduzione in francese di questo libro, nel 1832, che si diede ufficialmente inizio all’impero editoriale dei Baedeker. Parallelamente alle guide, nel corso degli anni ‘30, la casa editrice tedesca pubblicava anche libri di narrativa e romanzi, è solo successivamente che si specializzerà nel settore turistico. Nel 1850 la casa editrice aveva già allargato il proprio raggio d’azione a diversi altri paesi europei. Nel 1850 la casa editrice aveva già allargato il proprio raggio d’azione a diversi altri paesi europei. Da citare, in questi anni, precisamente nel 1847, l’uscita della prima e unica edizione dedicata alla cittadina di Bad Bertrich, una piccola città termale poco a nord della valle della Mosella. Questo paese, che oggi non raggiunge le 1000 anime, può vantare di essere la città più piccola ad avere una guida Baedeker dedicata.
36 verso la modernità
La nascita del mito Baedeker
Dopo il 1850 l’impero Baedeker spinge i propri confini fuori dall’Europa e, visto l’enorme successo delle guide turistiche, l’1 Febbraio 1870 la famiglia vende il business legato alla vendita dei libri per dedicarsi alla sola attività editoriale. Due anni più tardi l’attività fu trasferita a Lipsia (Fig. 12), dove rimase per quasi un secolo; quando, nel 1956, venne nuovamente, e definitivamente, trasferita a Friburgo. L’azienda è stata gestita dalla famiglia Baedeker fino al 1984 quando Eva Baedeker morì, poco dopo aver preso la guida dell’azienda in seguito alla tragica morte del figlio Karl III, nel 1980. Con la morte dell’ultima discendente della famiglia Baedeker l’azienda fu venduta al gigante assicurativo Allianz e diventa così la casa editrice Baedeker Allianz. Con l’avvento della nuova gestione verranno apportate alcune modifiche alla veste grafica, fino ad allora abbastanza spoglia, come l’aggiunta di colori e di immagini. Nonostante questi cambiamenti “superficiali”, il marchio Baedeker rimane ancora oggi un sinonimo di qualità e affidabilità. Sin dalla sua nascita, infatti, si è sempre distinto per l’esattezza e l’affidabilità delle informazioni contenute nelle guide, nonché per i suoi continui aggiornamenti.
LE GUIDE BAEDEKER, A PARTIRE DAL 1832, SONO STATE UNA PARTE INTEGRANTE E FONDAMENTALE DELLA STORIA D’EUROPA TANTO CHE OGGI, IN ALCUNI PAESI, IL TERMINE BAEDEKER È UN VERO E PROPRIO SINONIMO DI GUIDA.
verso la modernitĂ 37
La nascita del mito Baedeker
Fig. 12 Sede della casa editrice a Lipsia
38 verso la modernità
La nascita del mito Baedeker
Una triste, quanto interessante, testimonianza, del valore delle guide in quanto a esattezza e affidabilità, nonché del ruolo e dell’influenza che hanno sul contesto in cui sono inserite, ci viene dai cosiddetti “Baedeker Blitz”. Tra il 23 e il 29 Aprile 1943, infatti, l’esercito tedesco sferrò una serie di raid aerei contro le cittadine di Exeter(Fig. 13), Bath, Norwick, York. I raid furono una reazione dei tedeschi ad un attacco dell’esercito inglese alla cittadina di Lubeck. Ciò che lega questa serie di eventi alla casa editrice fu che le città inglesi che furono attaccate vennero scelte proprio in base alle stelle che la guida turistica gli attribuiva. Tutte e quattro infatti avevano ricevuto tre stelle (il massimo) e rappresentavano quindi centri storici e culturali importanti per l’Inghilterra. Si dice addirittura che Gustav Braun von Stumm, un propagandista tedesco, abbia detto: “Dovremmo andare là e bombardare ogni palazzo contrassegnato con tre stelle nelle guide Baedeker”. La casa editrice tedesca ha quindi raccontato, attraverso le sue guide, la storia di quasi due secoli. Nelle pagine successive alcune immagini di guide risalenti ad epoche diverse(Fig. 14-15-16-17). Si noti in particolare come il colore rosso rimane distintivo, anche oggi, delle guide Baedeker.
I BAEDEKER’S BLITZ RAPPRESENTANO LA TESTIMONIANZA PIÙ TRAGICA, MA ALLO STESSO TEMPO PIÙ SIGNIFICATIVA, DEL RAPPORTO STRETTO CHE LEGA LE GUIDE TURISTICHE AL CONTESTO STORICO E SOCIALE IN CUI SONO INSERITE.
verso la modernità 39
La nascita del mito Baedeker
Fig. 13 Le macerie della città di Exeter dopo l’attacco tedesco del 23 Aprile 1943
40 verso la modernitĂ
La nascita del mito Baedeker
Fig. 14 Edizione risalente al 1931
Fig. 15 Edizione risalente al 1937
verso la modernitĂ 41
La nascita del mito Baedeker
Fig. 16 Edizione risalente al 1966
Fig. 17 Edizione attuale
42 verso la modernità
John Murray III e gli Handbooks for Travellers
Se da un lato Karl Baedeker e la sua casa editrice sono stati presi da molti come punto di riferimento nella storia delle guide turistiche, non si può certo dire che egli sia stato l’unico portabandiera della rivoluzione editoriale che lo ha visto protagonista. A pochi chilometri di distanza, infatti, ben prima che Karl fondasse la sua Verlag Karl Baedeker un ufficiale della marina reale dava inizio alla propria attività. L’uomo in questione è John Murray I ( Edimburgo 1745 - Londra 1793) che, nel 1768, diede inizio alla propria attività comprando la libreria di W. Sandby. Alla sua morte, John Murray I, venne succeduto dal figlio John Murray II che fece crescere la casa editrice fino a renderla una delle più importanti ed influenti in tutta la Bretagna. Sicuramente la sua vicinanza al mondo della letteratura e l’amicizie che vantava con molti dei più importanti scrittori dell’epoca furono un buon trampolino di lancio. John Murray II fu editore di autori come Jane Austen (Pride and Prejudice), Walter Scott (Lady of the Lake), Washington Irving (The Legend of Sleepy Hollow), George Crabbe (The Borough) e molti altri. Probabilmente l’autore più controverso e noto con cui lavorò fu Lord Byron, di cui pubblicò diverse opere. A John Murray II succede poi, alla guida della casa editrice, ancora una volta, il figlio John Murray III. È infatti sotto la guida di quest’ultimo che nel 1836 la casa editrice John Murray pubblica la prima edizione della famosa serie degli Handbooks for Travellers. Si trattava, letteralmente, di piccoli volumi (facilmente trasportabili) per i viaggiatori del tempo. Ciò che contraddistingueva questi piccoli manualetti da quelli, di poco antecedenti, di origine tedesca erano i contenuti e il target a cui erano rivolti. Le guide britanniche, a differenza delle Baedeker, erano più orientati alla praticità e all’inserimento di informazioni utili quali cambio valuta o addirittura i costi corrispondenti agli spostamenti con i diversi mezzi attraverso i paesi in questione. Abbiamo riportato l’esempio di una doppia pagina (Fig. 18-19) di un’edizione risalente al 1845 dove vengono riportate le tappe e i costi, a mezzo di una tabella, per gli spostamenti in battello. I Murray probabilmente non intuirono il valore dei loro manualetti di viaggio tanto che nel 1900 vendettero tutti i diritti
John Murray III e gli Handbooks for Travellers
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John Murray III e gli Handbooks for Travellers
GLI HANDBOOKS FOR TRAVELLERS DI JOHN MURRAY III SI DISTINGUERANNO, FINO AL 1900, PER LA LORO PRATICITÀ E CONCRETEZZA.
Fig. 18 Pagina interna di una guida Murray del 1845 che illustra gli spostamenti in battello a vapore
Fig. 19 Pagina interna di una guida Murray del 1845 che illustra i costi delle tratte in battello a vapore
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John Murray III e gli Handbooks for Travellers
dei loro Handbooks for Travellers (Fig. 20-21) che vennero poi acquistati dalla Blue Guides (vedi I fratelli Muirhead e le Blue Guides) nel 1915. D’altro canto l’attività della famiglia britannica aveva già avuto e continuava ad avere grande successo in altri campi editoriali, basti pensare che Murray III fu l’editore, nel 1859, dell’opera di Charles Darwin, L’origine delle specie. L’attività dei Murray continuerà a rappresentare un punto di riferimento nell’editoria inglese passando di padre in figlio fino al 2002 quando venne acquistata dalla Hodder Headline, acquistata a sua volta, due anni dopo, dal gruppo Lagardère e Hachette UK.
Fig. 20 Guida risalente al 1875
Fig. 21 Guida risalente al 1899
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I fratelli Muirhead e le Blue Guides
I fratelli Muirhead e le Blue Guides
Se in Germania, la famiglia Baedeker dedica l’intera attività alla produzione di guide turistiche, in Inghilterra la casa editrice dei Murray non riconosce il potenziale editoriale, e quindi economico, dei propri Handbooks for travellers. Nonostante infatti questi manualetti fossero stati per quasi 75 anni l’unico modello di guida turistica in lingua inglese, la casa editrice anglosassone, come abbiamo visto, decise di vendere tutti i diritti, nel 1900 circa, all’editore di cartografie Edward Stanford, che a sua volta, nel 1915, li rivendette ai fratelli Muirhead (Findlay e James) che, lo stesso anno, fondarono la Muirhead’s Guidebooks Limited. James Muirhead (1853-1934) lavorava in realtà nel campo delle guide turistiche da diversi anni, infatti già a partire dal 1878 collaborò con la Baedeker per la realizzazione e la progettazione di una guida per la città di Londra. Il fratello James (1860-1935), di qualche anno più giovane, lo raggiunse nel 1887 a Lipsia per collaborare con la casa editrice tedesca. Da li in poi i giovani inglesi saranno per quasi trent’anni i responsabili di tutte le edizioni inglesi della Baedeker, incluse quelle dedicate alla Gran Bretagna, agli Stati Uniti e al Canada. Ma questa collaborazione durerà solo fino al 1915 quando, intuita la potenzialità del nuovo mercato turistico, i due fratelli decisero di fondare la loro attività e che solo 2 anni più tardi, dopo l’accordo con l’editore francese Hachette, diventarono i co-editori delle edizioni di guide turistiche in lingua inglese e francese sotto il nome di Blue Guides e Guides Bleus (rispettivamente in inglese e francese). Dunque solo un anno più tardi uscì la prima guida in lingua inglese su Londra: London and its Environs (Londra e i suoi dintorni). La scelta del nome Blue Guides derivava probabilmente da un’altra serie di guide pubblicate dalla casa francese, le Guides Joannes. È probabile poi che la scelta di riprendere il colore blu, piuttosto che mantenere il rosso delle vecchie edizioni inglesi, fosse dovuta alla volontà di definirsi e differenziarsi dalle concorrenti di origine tedesca (vedi La nascita del mito Baedeker), che aveva fatto del colore rosso delle sue copertine un chiaro segno distintivo. Pochi anni più tardi, nel 1931, l’attività viene acquistata dalla Ernest Benn Limited e due anni più tardi si interrompe anche il rapporto con la casa editrice francese
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I fratelli Muirhead e le Blue Guides
(Hachette). Dal 1931 ad oggi i diritti delle Blue Guide sono stati acquistati e rivenduti diverse volte senza mai aver smesso di essere pubblicati. Dal 2004 sono stati acquistati dalla Somerset Books, una casa editrice a gestione familiare di Londra, che ne continua ad espandere la produzione ancora oggi. Riportiamo qui di seguito alcune immagini che ci aiutano a riconoscere e vedere come le Blue Guides siano cambiate negli anni (Fig. 22-23-24).
Fig. 22 Edizione risalente al 1927
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I fratelli Muirhead e le Blue Guides
I DISCENDENTI DEI PRESTIGIOSI HANDBOOKS FOR TRAVELLERS NAQUERO IN INGHILTERRA, SOTTO LA GUIDA DI DUE EX-DIPENDENTI DELLA BAEDEKER, CON IL NOME DI BLUE GUIDES.
Fig. 23 Edizione risalente al 1932
Fig. 24 Edizione attuale
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La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano
Non passò molto tempo dall’edizione delle prime guide “turistiche” prima che i pionieri di questo settore iniziassero a dedicare parte delle loro pubblicazioni al territorio italiano che era da sempre, in particolar modo nel periodo del “Grand Tour”, una meta bramata e desiderata dai turisti inglesi e tedeschi. Non c’è dubbio sull’importanza che questo fenomeno ebbe nel far conoscere l’Italia al pubblico europeo, ma cresceva sempre di più la necessità di scrivere guide sull’Italia che fossero scritte da e per italiani. Tutte le altre edizioni infatti erano chiaramente scritte sul modello del turista inglese, francese o tedesco divoratore di luoghi, sedi di quelle antiche e invidiate testimonianze storiche e artistiche, che tanto facevano gola all’epoca del “Grand Tour”. La casa editrice tedesca Baedeker dedica ben tre volumi al territorio italiano, ma in essi vengono ampiamente trascurate molte attrattive paesaggistiche e naturalistiche, senza considerare che tutto il mezzogiorno viene trattato in maniera molto limitata e superficiale. Anche i percorsi stradali sono spesso trascurati o tralasciati nonostante l’enorme sviluppo, a cui si stava assistendo, dei mezzi di trasporto quali biciclette e automobili. Si delineava quindi nel mercato editoriale il bisogno di una guida scritta per gli italiani e che valorizzasse appieno le bellezze del “bel paese” e che colmasse le lacune delle altre guide turistiche (Fig. 25) . E così, l’8 Novembre 1894 nasce il Touring Club Ciclistico Italiano, che diventò poi solo Touring Club Italiano nel 1900. Il Touring nacque come associazione non-profit con lo scopo di far conoscere l’Italia agli italiani attraverso l’uso della bicicletta, mezzo, a differenza dell’automobile, sicuro ed accessibile ai più. Il Touring operava, sin dai suoi primi anni, nei campi di turismo, cultura e ambiente. I primi numeri della rivista mensile dell’associazione, poi, continuano ad esaltare per diversi anni la bicicletta come mezzo prediletto (Fig. 26-27-28-29). In questa sede ci occuperemo, chiaramente, di approfondire lo studio sulla produzione editoriale di guide turistiche, di conseguenza rimandiamo ulteriori approfondimenti al sito dell’associazione che contiene tutte le informazioni sul club.
La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano
Fig. 25 Guida turistica della strade di grande comunicazione del 1901
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La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano
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La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano
Fig. 26 Rivista del Touring del Marzo 1908
Fig. 27 Rivista del Touring dell’Aprile 1908
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La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano
Fig. 28 Rivista del Touring del Dicembre 1908
Fig. 29 Rivista del Touring dell’Aprile 1917
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La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano
Nel momento della sua fondazione il club si pone come scopo lo “sviluppo del turismo, inteso anche quale mezzo di conoscenza di paesi e culture, e di reciproca comprensione e rispetto fra i popoli. In particolare il T.C.I. intende collaborare alla tutela ed alla educazione ad un corretto godimento del patrimonio italiano di storia, d'arte e di natura, che considera nel suo complesso bene insostituibile da trasmettere alle generazioni future”. Ed è così che nel 1914 dà inizio alla sua attività di editoria turistica pubblicando la prima edizione delle Guide Rosse (Fig. 30). Queste ultime consistevano in veri e propri manuali enciclopedici, che descrivevano accuratamente, sin nei più piccoli dettagli, i luoghi a cui erano dedicate. Al loro interno erano presenti numerose planimetrie, cartine e piccoli atlanti a colori, posti generalmente in fondo alla guida, che aiutavano i turisti ad orientarsi. Si trattava di testi continuamente e puntualmente aggiornati, tanto da riportare cambiamenti di orari e spostamenti di quadri nei musei comunali. Le Guide Rosse sono state considerate tanto attendindibili e ricche di informazioni da essere riconosciute dal Ministero dei Beni Culturali come il repertorio più completo del patrimonio storico-artistico d’Italia e da essere utilizzate come la base della Carta del rischio sismico dell’ICR (Istituto Centrale per il Restauro). Si trattava di volumi particolarmente importanti (alcuni superavano le 800 pagine) dedicati ad un pubblico piuttosto erudito. La scelta della copertina rossa non deve essere stata certo casuale dopotutto. Se consideriamo il panorama in cui il Touring si inserisce, quello del colore della copertina, che richiama fortemente quella della concorrenza tedesca è un chiaro segno della volontà del Touring di proporre un’alternativa italiana alle guide Baedeker. Fino ad allora il touring aveva proposto diverse iniziative per lo sviluppo del turismo in Italia, come la diffusione di cartellonistica turistica, studi per la realizzazione della prima autostrada, la riapertura dei musei dopo la guerra o l’incentivo alla diffusione di campeggi in tutta Italia.
STATUTO DEL TOURING 2006
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La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano
STATUTO DEL TOURING 2006
IL TOURING CLUB (CICLISTICO) ITALIANO SI PONE “COME MEZZO DI CRESCITA SOCIO-CULTURALE DELLA SOCIETÀ ITALIANA E COME ELEMENTO DI STIMOLO PER LA MODERNIZZAZIONE DI UN PAESE ARRETRATO CHE ANCORA PORTAVA I SEGNI DI UNA DISOMOGENEITÀ PASSATA. PER QUESTO IL SUO PRIMO OBBIETTIVO FU QUELLO DI FAR CONOSCERE L’ITALIA AGLI ITALIANI”. Fig. 30 Guida Rossa
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La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano
Sicuramente anche grazie alla ripresa economica, molti italiani riscoprirono il piacere del viaggio e della scoperta del territorio italiano. È su questi presupposti che si basa la nascita, nel 1961, della serie che probabilmente risulta anche essere, ad oggi, la più venduta: la Guida Verde (Fig. 31). In questa nuova collana di volumi il Touring punta ad un target totalmente diverso rispetto a quelle delle Guide Rosse, e abbondantemente più ampio: il turista medio. Le informazioni al suo interno abbandonano la ricercatezza dei primi volumi e puntano all’accuratezza, alla chiarezza e alla praticità. In ogni guida è possibile trovare consigli su dove dormire, dove mangiare e come spostarsi. Sono anche presenti informazioni sui luoghi tipici, sulle attrazioni da visitare e sono, poi, arricchite con immagini, cartografie e cartine delle città più importanti. Negli anni Novanta poi il Touring inserisce un’altra collana: è quello delle Guide Gialle (Fig. 32). Destinata anch’essa ad avere grande successo. In essa vengono nuovamente invertiti i termini del rapporto testo-immgine. Se nelle guide rosse non erano presenti immagini, mentre in quelle Verdi erano inserite nel testo, in questa nuova collana il rapporto testo-immagine è nettamente a favore dell’immagine; vengono mostrati spaccati tridimensionali, illustrazioni e fotografie. Poco più tardi, a cavallo tra gli anni ’90 e il 2000 esce la collana delle Guide Oro (Fig. 33). Queste ripropongono il modello delle Guide Rosse, cioè sono quasi completamente prive di immagini, contengono solamente alcune cartografie con le piante dei monumenti. Si differenziano in modo netto sul piano del contenuto: le città sono presentate quartiere per quartiere, non vengono indicati percorsi prestabiliti, le descrizioni dei luoghi non avvengono più in chiave artistica e culturale, ma si punta su informazioni e consigli pratici inerenti ai luoghi più caratteristici.
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La nascita del Touring Club (Ciclistico) Italiano
“IL TOURING CLUB ITALIANO (T.C.I.) COSTITUITO L’8 NOVEMBRE 1894 [...] HA COME SCOPO LO SVILUPPO DEL TURISMO, INTESO ANCHE QUALE MEZZO DI CONOSCENZA DI PAESI E CULTURE, E DI RECIPROCA COMPRENSIONE E RISPETTO FRA I POPOLI”. STATUTO DEL TOURING 2006
Fig. 31 Guide Verdi Fig. 32 Guide Gialle
Fig. 33 Guide Oro
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I coniugi Wheeler e la nascita della Lonely Planet
Fig. 34 Edizione di Across Asia on the cheap del 1979
Fig. 35 Edizione Lonely Planet attuale
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I coniugi Wheeler e la nascita della Lonely Planet
I coniugi Wheeler e la nascita della Lonely Planet
Il boom economico degli anni ’6O, dopo la devastazione delle guerre, riporta, in Europa, un rinnovato interesse per il viaggio inteso come avventura e momento di crescita personale e culturale. Se gli anni ‘50 avevano reso il fenomeno del turismo ancora più “di massa”, gli anni ‘70 si affermano come periodo di esaltazione dell’amore libero verso gli altri e verso la terra in cui viene incoraggiato il viaggio “diverso”, libero dai soliti schemi turistici e consumistici che tanto piacevano al turista di massa. In questo contesto è sicuramente degno di nota il caso di Tony e Maureen Wheeler che, per la loro luna di miele decisero di intraprendere un viaggio via terra attraverso l’Europa e l’Asia, per poi raggiungere l’Australia. Questo tipo di viaggio “non-organizzato” dall’Europa all’Asia era molto diffuso in quegli anni come “hippy-trail”, ma, a differenza di quello intrapreso dai coniugi Wheeler, aveva spesso come meta finale la città di Kathmandu. Si trattò dunque di un viaggio molto lungo, tanto che, dal dover durare un solo anno, finì per durarne tre. Spesso i due coniugi si trovarono costretti ad elemosinare, lavorare e a chiedere prestiti per continuare a finanziare il viaggio. Ma fu sicuramente un’esperienza più che significativa dal momento che le loro esperienze ebbero come frutto il primo libro di quella che diventerà la Lonely Planet: Across Asia on the Cheap (Fig. 34). Il volume, scritto una volta giunti a destinazione, venne stampato e venduto per la prima volta nel 1973. Era nata la Lonely Planet. Il libro, che nella prima settimana vendette circa 1500 copie e nei primi tre mesi raggiunse le 8000, rimane ancora oggi uno dei più venduti della casa editrice. Oggi la Lonely Planet è un’attività che pubblica guide in e per tutto il mondo e che vanta al suo attivo la stampa di più di 100 000 000 di libri, tradotti in moltissime lingue (tra cui anche il cinese). Non ultimo affianca, all’attività editoriale, alcune importanti iniziative umanitarie, un caso noto è la campagna per la cessazione dei test nucleari francesi sul Pacifico. Oggi la Lonely Planet (Fig. 35) non è più di proprietà dei coniugi Wheeler, ma della BBC Worldwide che ha concluso l’acquisto dei diritti nel Febbraio 2011 dopo averne comprato il 75% nel 2007.
58 verso la modernità
Nasce Guide du Routard
GLI ANNI ‘70 SONO UN PERIODO DI GRANDE MOVIMENTO IN CUI L’AMORE LIBERO VERSO GLI ALTRI E VERSO LA TERRA SI RISPECCHIA, E ALLO STESSO TEMPO VIENE ESALTATO, DALLA NASCITA DI UN NUOVO TIPO DI TURISMO CHE SI TOGLIE LE VESTI DEL TURISMO DI MASSA, PER DIVENTARE RESPONSABILE E LIBERO DA SCHEMI CONSUMISTICI. Sempre nel 1973 si affaccia nel mercato editoriale il primo volume francese in cui il viaggio non è più inteso come un’esperienza di massa standardizzante e standardizzata. Nasce Guide du Routard (Fig. 36). Si vuole tornare al viaggio improntato all’avventura e all’indipendenza. Routard significa infatti, letteralmente, autostoppista.La scelta del logo della casa rappresenta un viaggiatore che ha come zaino il mondo stesso. Nel corso degli anni le guide Routard sono diventate sinonimo di affidabilità e di un’ottimo rapporto qualità/prezzo.
Nasce Guide du Routard
verso la modernità 59
Nasce Guide du Routard
Fig. 36 Un’edizione Guide du Routard 2011.
60 il panorama editoriale moderno
Il panorama editoriale moderno
il panorama editoriale moderno 61 Introduzione
Introduzione
GIANNITRAPANI 2010
Il fenomeno delle guide turistiche, lo abbiamo accennato già diverse volte, è in continua crescita. Come nel tempo è aumenta effettivamente la quantità di guide disponibili sul mercato, così si è ampliata di molto anche la varietà che oggi è possibile reperire. Esistono infatti esempi di guide che si differenziano di molto, nella forma e talvolta anche nei contenuti, dalle guide “classiche” che abbiamo illustrato finora. Nonostante ciò però, in essi continuiamo a riconoscere quelle caratteristiche invariabili che abbiamo definito in partenza: “inquadrano il territorio, si preoccupano di fornire una mediazione tra la cultura di provenienza del turista e la cultura ospitante, forniscono consigli e informazioni propedeutiche all’organizzazione del viaggio”. Abbiamo avuto modo di parlare, nei capitoli precedenti, della nascita di quelle case editrici che oggi rappresentano i capisaldi del settore o che, comunque, riempiono gli scaffali delle nostre librerie. Non intendiamo certo andare ora a dilungarci sulla moltitudine di guide presenti oggi sul mercato, ma sembra opportuno quantomeno illustrare alcuni esempi, che si distinguono per originalità, e che ci aiutano a dimostrare l’estensione di un fenomeno ancora estremamente attuale.
62 il panorama editoriale moderno Lomography City Guide
Il primo esempio che riportiamo è quello delle Lomography City Guide. Queste si propongono proprio come delle guide alternative alla città, raccontata attraverso le istantanee dei cosiddetti “Lomographers”, di tutti quei luoghi che “vale la pena” vedere o visitare. Ad oggi sono nate solo 4 diverse Lomography City Guide: Londra (Fig. 37), Berlino (Fig. 38), Honk Kong e Vienna.
Lomography City Guide
“LOMOGRAPHY GIVES YOU A TRULY ALTERNATIVE EXPERIENCE”
LOMOGRAPHY.COM
Fig. 37 La Lomography City Guide di Londra
Fig. 38 La Lomography City Guide di Berlino
il panorama editoriale moderno 63 Lomography City Guide
64 il panorama editoriale moderno Lecool Books
È sicuramente altrettanto degno di nota l’esempio dei cosiddetti “Lecool Books”. Se quelle della lomography si definiscono come “alternative”, le guide “Lecool” si presentano come “not-ordinary”(non ordinarie). Si tratta di volumetti che, ancora una volta, si propongono di mostrare le zone meno turistiche delle città di cui parlano. In questi due esempi ritroviamo un pò quello spirito tipico degli anni ‘70 nel voler sfuggire alla massificazione e all’omologazione delle informazioni. E se in quegli anni assistevamo alla nascita di guide (Lonely Planet, Guide du Routard) che inneggiavano ad un modo diverso di affrontare il viaggio in tutti i suoi aspetti, qui vediamo più che altro un tentativo di offrire un’alternativa, non turistica appunto, su cosa vedere o fare. Benchè le destinazioni rimangono infatti le grandi capitali turistiche, queste guide le inquadrano sotto una luce diversa mostrando e, in un certo senso, rendendo turistico ciò che dalle altre guide turistiche non è considerato tale. Anche l’approccio stilistico, nei Lecool Books, è sicuramente diverso da quello che siamo soliti associare a questo genere. Non si mantiene infatti una struttura rigida; ogni libro è progettato da un graphic designer (o uno studio) diverso che lo personalizza e lo rende unico. Anche in questo caso la varietà delle guide sul mercato è piuttosto limitata (Fig. 39-40).
Fig. 39 I volumi Lecool Books
Lecool Books
il panorama editoriale moderno 65 Lecool Books
“THE GUIDEBOOK FOR PEOPLE WHO HATE GUIDEBOOKS” LECOOLBOOK.COM
Fig. 40 Alcune doppie pagine delle diverse guide Lecool Books.
66 il panorama editoriale moderno Le Jetlag Travel Guides
Abbiamo visto finora esempi di guide che possiamo considerare come “fuori dagli schemi”. Un vero e proprio caso limite, oltre ad essere un esempio di spiccata originalità, e che dimostra quanto quello delle guide turistiche sia un genere intrinseco alla società e al modo di pensare un luogo è l’esempio delle Jetlag Travel Guides. Da un punto di vista grafico si strutturano in modo simile alle guide di grande tiratura (Fig. 41-42); sul piano contenutistico, invece, si manifesta la loro originalità: le Jetleg Travel Guides sono infatti guide su località inesistenti che raccolgono le caratteristiche di località e popolazioni “dimenticate”. Ecco allora che nasce la guida alla Molvania: una terra mai raggiunta dai dentisti (Fig. 43) o al Phaic Tan: Sunstroke on a Shoestring (Fig. 44) (Phaic Tan: un abbronzatura low-cost - trad. mia) o ancora San Sombrero: A Land of Carnivals, Cocktails and Coups (San Sombrero: Una terra di Carnevali, Cocktails e Colpi di Stato - trad. mia)
Fig. 41 L’indice della guida
Fig. 42 La mappa della Molvania
Le Jetlag Travel Guide
il panorama editoriale moderno 67 Le Jetlag Travel Guides
“THE GUIDEBOOK FOR UNDISCERNING TRAVELLERS” JETLAGTRAVEL.COM
Fig. 43 Phaic Tan: a sunstroke on a shoestring
Fig. 44 Molvania: una terra mai raggiunta dai dentisti
68 il panorama editoriale moderno Le guide Whai Whai
È infine il caso di soffermarci su un’altro esempio di guida turistica che si pone ai “limiti” del genere e che sicuramente rappresenta un’alternativa originale e creativa alle classiche guide turistiche. Stiamo parlando delle guide WhaiWhai (Fig. 45-46). Questa parola deriva dalla lingua maori e significa “cercare”. In questo guide il testo è organizzato come un gioco in cui il turista è guidato attraverso le vie della città come se fosse il protagonista di una storia. La storia inizia con l’invio di un sms al sistema WhaiWhai che provvede ad inviare all’utente un codice per leggere il racconto. Ogni luogo nasconde un enigma ed è necessario inviare la risposta per poter ricevere il codice che permette di andare avanti nel racconto. Più che mai dunque viene attribuito al lettore una competenza pratica sul viaggio.
Le guide WhaiWhai
WHAIWHAI.COM
LA CITTÀ DIVENTA LO SCENARIO DI UN’AVVENTURA DI CUI IL LETTORE È PROTAGONISTA. Fig. 45 Tutte le altre guide WHAIWHAI
il panorama editoriale moderno 69 Le guide WhaiWhai
Fig. 46 L’ultima guida WhaiWhai dedicata a New York.
70 il panorama editoriale moderno Verso la transmedialità
Nonostante le sole manifestazioni cartacee di questo genere rappresentino già una quantità pressochè indefinibile di testi diversi, c’è tutto un settore, che non approfondiremo in questa sede, che amplia di molto i confini di questo genere. Benchè, come abbiamo visto, il mercato cartaceo sia ancora fortemente attivo, si sta sviluppando, parallelamente il mercato dei siti internet, dei canali televisivi e delle applicazioni. Non è nostra intenzione ad approfondire questo campo. Ci siamo limitati a citarlo in quanto fenomeno in forte sviluppo. Le nuove tecnologie sono infatti in grado di offrire molto al cartaceo, dal momento che dispongono di una serie di strumenti di cui la carta è privata per sua stessa natura. Basti pensare ai forum, in cui i viaggiatori condividono impressioni, consigli ed esperienze. Si pensi poi alla quantità di materiale visivo come fotografie e video che è possibile consultare online o a come sia possibile sfruttare le mappe ingrandendole o rimpicciolendole in base alle necessità. La transmedialità è dunque uno degli strumenti più validi e interessanti che si delineano nel futuro di questo genere.
Verso la transmedialità
“TUTTI I SUPPORTI E LE TECNOLOGIE POSSONO ESSERE SFRUTTATI E INTESI NON IN TERMINI COMPETITIVI ED ESCLUSIVI, MA SINERGICI E COOPERATIVI”. GIANNITRAPANI 2010
72 caratteristiche comuni delle guide turistiche
Caratteristiche comuni delle guide turistiche
caratteristiche comuni delle guide turistiche 73 Introduzione
Introduzione
Abbiamo sinora visto e studiato come il panorama delle guide turistiche assuma proporzioni enormi qualora si osservassero tutte le sfumature che esso presenta. È possibile però riconoscere, all’interno di questo fenomeno, caratteristiche che rappresentano le invariabili del genere. Per poterlo fare è però necessario restringere il campo di ricerca, anche per poterle analizzare è studiare da vicino. Per questo motivo limiteremo la nostra analisi a pochi, significativi ed importanti esempi: le guide Baedeker, le Guide d’Italia del Touring Club e le Lonely Planet. In questo modo ci è dunque possibile riconoscere degli elementi che ritroviamo e che in parte ci aspettiamo nell’andare a sfogliare una guida turistica. Questi elementi sono fondamentalmente tre: l’accurata organizzazione dei contenuti, la presenza di un’introduzione all’uso della guida e la presenza di elementi topografici. Vediamo ora quindi nel dettaglio questi aspetti.
74 caratteristiche comuni delle guide turistiche L’organizzazione dei contenuti
La prima che può essere considerata come caratteristica invariabile nelle guide turistiche in esame è l’attenta organizzazione dei contenuti e la loro conseguente disposizione nella pagina. Abbiamo già avuto modo di vedere che ben prima della nascita della Baedeker esistevano volumi che organizzavano le informazioni secondo criteri ben precisi (vedi Charles Estienne e Guida alle Strade di Francia). Le guide offrono la possibilità al lettore di comprendere questa organizzazione, in primo luogo, attraverso l’indice o il sommario della guida stessa. I criteri con cui un editore può scegliere di organizzare un testo sono svariati; noteremo, tra più comuni, quello tematico, geografico o alfabetico.
L’organizzazione dei contenuti
SI EVINCE CHE, IN OGNI GUIDA, VENGONO A COLLABORARE DIVERSI CRITERI DI ORGANIZZAZIONE DEL TESTO E IL MODO IN CUI ESSI SI ARTICOLANO AL SUO INTERNO DIPENDE DA SCELTE EDITORIALI SPECIFICHE. Per comprendere meglio e in modo più approfondito come si sviluppa questo fenomeno andremo ora ad analizzare alcuni esempi concreti. Prendiamo in primo luogo la guida Lonely Planet alla città di Istanbul, della collana “Incontri”. Riportiamo, per chiarezza, il sommario del volume (Fig. 47), che riassume l’organizzazione generale della guida. Riconosciamo in primo luogo, un’organizzazione di tipo tematico (che si differenzia per l’uso della font in un peso bold). Vi è poi un’ulteriore suddivisione dei capitoli “quartieri” e “istantanee” con diversi criteri organizzativi (il primo è di tipo geografico, mentre il secondo di tipo tematico). Se però andiamo ad analizzare più da vicino uno di questi capitoli osseviamo che si assiste ad un’ulteriore organizzazione e parcellizzazione dei contenuti.
caratteristiche comuni delle guide turistiche 75 L’organizzazione dei contenuti
Fig. 47 Pagina interna della guida Lonely Planet di Istanbul
76 caratteristiche comuni delle guide turistiche L’organizzazione dei contenuti
Si riconoscono quindi nell’immagine a lato (Fig. 48) diverse categorie (“da vedere”, “da fare”, “shopping”, “pasti”, “locali” e “divertimenti”), ognuna delle quali è ulteriormente organizzata in ordine alfabetico. In questo caso si assiste dunque ad una profonda suddivisione dei contenuti in cui il testo non è più organizzato in modo lineare, ma ipertestuale e si adatta quindi alle necessità del turista. È interessante a questo punto osservare come queste stesse informazioni si riflettano nell’organizzazione della pagina. Riportiamo ora nell’immagine accanto (Fig. 49) una pagina interna della guida Lonely Planet in cui possiamo riconoscere un’organizzazione chiara e definita dei contenuti. Notiamo innanzitutto che sono presenti una serie di indizi visivi che ci permettono di intuire facilmente “dove” ci troviamo senza dover leggere la guida per intero. Se infatti prendiamo, ad esempio, il paragrafo “Les Art Turcs” possiamo facilmente riconoscere nella pagina una sorta di “percorso” che ci conduce dal livello più generale “Istanbul” a quello più specifico che fa riferimento al titoletto appena citato: La guida di Istanbul > “Quartieri” (organizzazione tematica) > “Sultanahmet e dintorni” (organizzazione geografica) > “Da Fare” (organizzazione tematica) > “Les Art Turcs” (organizzazione alfabetica). Di fianco al numero di pagina rimane scritto il nome della città cui la guida fa riferimento; sul lato vengono segnalate la sezione (in questo caso “Quartieri”) e, sempre qui, il quartiere specifico di cui si sta parlando. Infine poi nella testa della pagina sono ripetuti il quartiere e la categoria.
Fig. 48 Sommario della guida Lonely Planet di Istanbul
Fig. 49 Pagina interna della guida Lonely Planet di Istanbul
L’USO DI ICONE E COLORI DIVENTA UN MEZZO FONDAMENTALE, IN QUESTO CASO, PER ESPRIMERE LA GRANDE VARIETÀ DI INFORMAZIONI CONTENUTE NELLO SPAZIO DELLA PAGINA.
caratteristiche comuni delle guide turistiche 77 L’organizzazione dei contenuti
SANTULLI 2010
“SI CONSIDERI INOLTRE L’ORGANIZZAZIONE GENERALE DELLA PAGINA, INTESA NON PIÙ COME UNA SOMMA DI SEQUENZE LINEARI, MA COME SPAZIO BIDIMENSIONALE NEL QUALE SI DISTRIBUISCONO IMMAGINI E FRAMMENTI DI TESTO”.
78 caratteristiche comuni delle guide turistiche L’organizzazione dei contenuti
Prendiamo ora l’esempio della guida Baedeker della città di Barcellona (Fig. 50): noteremo, anche solo visivamente, diverse differenze rispetto all’esempio citato in precedenza. In questo caso la struttura si divide, ad un primo livello, su tre maxi-categorie, di tipo tematico: “Natura, storia, cultura”, “Cosa vedere dalla A alla Z” e “Informazioni pratiche”. I primi due capitoli si suddividono poi in ulteriori categorie tematiche. Si prenda ad esempio la sezione “Natura, storia e cultura” (Fig. 51), che si articola in: “La città”, “Storia della Città” e “Arte e cultura”. Ognuno di questi capitoli si divide poi in ulteriori sezioni. Quello dedicatato alla storia della città, ad esempio, segue un criterio cronologico. Anche in questo caso dunque siamo di fronte ad un testo fortemen-
Fig. 50 Sommario della guida Baedeker di Barcellona
Fig. 48 Sommario della guida Baedeker di Barcellona
caratteristiche comuni delle guide turistiche 79 L’organizzazione dei contenuti
te parcellizzato. Anche l’organizzazione della pagina risulta molto diversa rispetto all’esempio Lonely Planet. Questa diversità però non dipende dal solo sistema di organizzazione, ma è piuttosto una conseguenza diretta di scelte editoriali ben precise. Il testo della Baedeker, storicamente diretto ad un pubblico erudito, privilegia un tipo di lettura che mantenga, seppur in parte, la linearità del testo. Il turista, dunque, non si trova più nella condizione di poter sfruttare il testo come uno spazio bidimensionale, ma è in qualche modo costretto a seguire un ordine ben preciso e cioè quello tipico della lettura lineare. Sono comunque presenti delle variabili visive, non più esasperate, che facilitano l’orientamento e la lettura del viaggiatore. Se dunque osserviamo la pagina riportata notiamo ad esempio che la targhetta laterale blu indica la maxicategoria in cui ci troviamo ( in questo caso “Natura, storia e cultura”), mentre il testo al suo interno indica il capitolo di riferimento (in questo caso dunque “Il XIX secolo”).
Fig. 51 Pagina interna della guida Baedeker di Barcellona
80 caratteristiche comuni delle guide turistiche L’organizzazione dei contenuti
Infine un interessante esempio su come possa variare quest’organizzazione dei contenuti ci viene dalle Guide d’Italia del Touring Club Italiano. In particolare riportiamo il caso di quella dedicata a Bologna e all’Emilia Romagna. I contenuti sono divisi in tre maxicategorie in cui si alterna un’organizzazione di tipo geografico e tematico: “Bologna”, “Emilia Romagna” (geografico) e “Informazioni turistiche”(tematico). Infatti la sezione dedicata a Bologna, ad esempio, si struttura in due sottocapitoli (Fig. 52): gli “Itinerari analitici” e gli “Itinerari tematici”. Nell’esempio riportato (Fig. 53) riconosciamo una logica di tipo geografico. In questa tipologia di guida si riduce ulteriormente la quantità di variabili visive utilizzate e il lettore si trova dunque a poter utilizzare come unici strumenti di gerarchizzazione la disposizione spaziale e il codice tipografico.
Fig. 52 Sommario della guida del Touring Club
Fig. 53 Pagina interna della guida del Touring Club
caratteristiche comuni delle guide turistiche 81 L’introduzione delle guide
L’introduzione delle guide
Possiamo quindi affermare che le guide turistiche, più che come testi, si delineano come veri e propri strumenti di viaggio che organizzano le informazioni secondo schemi ben precisi. Abbiamo anche avuto modo di osservare che le informazioni vengono proposte al lettore in modi molto diversi. Non esiste dunque un sistema universale di “lettura” della guida turistica; ma, trattandosi di manifestazioni editoriali a sé stanti, ognuna di esse ha una chiave di lettura specifica; ed è per questo motivo che ogni guida dispone di una introduzione in cui il lettore viene istruito al meglio su come approcciarsi al testo. Quello dell’introduzione può essere definita come una funzione metalinguistica, in cui il discorso (della guida) diventa l’oggetto stesso del discorso (dell’introduzione); in altre parole si usa il linguaggio per parlare del linguaggio. L’introduzione diventa anche una dichiarazione di intenti e di obbiettivi in cui l’autore/editore propone la propria filosofia e le scelte fatte. In alcuni casi questo processo avviene attraverso una dichiarazione esplicita; mentre in altri essa è implicita nei criteri di attribuzione di valore ai siti o ai monumenti citati in essa.
“OGNI GUIDA HA UN’INTRODUZIONE CHE NON SOLO NE CHIARISCE L’ORGANIZZAZIONE E DÀ SUGGERIMENTI PER LA PROFICUA CONSULTAZIONE DEL TESTO, MA RAPPRESENTA ANCHE, PIÙ SOTTILMENTE, IL LUOGO PRINCIPALE DELLA DEFINIZIONE DELLE IDENTITÀ COINVOLTE E DEGLI OBIETTIVI PERSEGUITI.” GIANNITRAPANI 2010
82 caratteristiche comuni delle guide turistiche L’introduzione delle guide
Del primo caso è un esempio illuminante quello della casa editrice australiana: “La Lonely Planet raccoglie informazioni per chiunque voglia conoscere meglio il nostro pianeta - ma soprattutto per coloro che lo esplorano in prima persona. Tramite le guide, i frasari, le guide specificatamente dedicate a varie attività, le cartine, la letteratura di viaggio, i notiziari, l’archivio fotografico, le trasmissioni televisive e i siti web, la Lonely Planet agisce inoltre come catalizzatore di informazioni per la comunità mondiale dei viaggiatori”. Del secondo caso è invece un esempio interessante quello del Touring Club (Fig. 54) in cui vengono segnalati monumenti e luoghi di alto/medio/basso interesse culturale. Se volgessimo per un attimo lo sguardo al di fuori dei limiti che ci siamo imposti non faticheremmo dunque a trovare guide che attribuiscano valori attraverso parametri diversi come l’economicità o l’interesse socio-culturale. È quindi importante tenere a mente che ogni guida attribuisce più o meno importanza a determinati luoghi in relazione al proprio target. È interessante a questo proposito la “presa di coscienza” delle guide Lonely Planet che ancora una volta, nella prefazione, scrivono: “Sebbene l’inserimento in una guida implichi un suggerimento, è impossibile per la Lonely Planet elencare ogni posto degno di nota. D’altro canto, se un certo esercizio è stato escluso, ciò non significa che si abbia da ridire sulla sua attività. In realtà, sono molte le ragioni per cui una struttura o un’attrazione turistica non vengono tenute in considerazione durante la stesura di una guida Lonely Planet: qualche volta il semplice fatto che sarebbe poco appropriato incoraggiare un afflusso eccessivo di turisti nella loro direzione”.
AA.VV. 2002
AA.VV. 2002
IL SOLO FATTO CHE UN SITO, UN MONUMENTO O UN’ATTIVITÀ SIANO CITATI ALL’INTERNO DI UNA GUIDA TURISTICA ATTRIBUISCE LORO UNA “TURISTICITÀ” INTRINSECA.
caratteristiche comuni delle guide turistiche 83 L’introduzione delle guide
Fig. 54 Introduzione della guida del Touring Club
84 caratteristiche comuni delle guide turistiche La topografia
Un altro elemento che si presenta come caratteristica immancabile nelle guide turistiche moderne è sicuramente lo strumento topografico: anche se, talvolta, così ridotto da rasentare l’essenzialità, è sempre presente. Lontano dal poter essere considerato come strumento neutro nelle guide, rimane comunque essenziale per permettere al visitatore/lettore di orientarsi. Nelle mappe si definiscono fondamentalmente due diverse dimensioni: quella “transitiva” (che si occupa di descrivere e definire il territorio interessato) e quella “riflessiva” (in cui invece viene detto qualcosa su chi l’ha posta in essere). Anche lo strumento topografico diventa quindi un elemento in cui si continua a manifestare l’identità dell’editore e il target a cui è rivolta. È illuminante ancora una volta l’esempio del Touring Club Italiano (Fig. 55). In questo caso infatti “il ricorso ai classici codici della cartografia naturalizza la rappresentazione, creando un effetto di senso per cui la città sembra presentarsi per come essa effettivamente è”. Ovviamente anche qui c’è un’attività di produzione (proprietà riflessiva), ma l’enunciatore parla in terza persona delegando sulla legenda la presa di parola. Il riferimento è a quella stessa attribuzione di valori che avvengono preventivamente nell’introduzione/legenda e che permettono all’autore di esprimersi oggettivamente all’interno del testo e di conseguenza di far prevalere quella dimensione transitiva di cui sopra. Merita infine una specifica il discorso delle immagini nelle guide turistiche. Nonostante infatti si sia spesso portati a pensare che esse rappresentino un’invariabile del genere, sono in realtà una variabile dipendente soprattutto da scelte di tipo editoriale. Nell’ambito di ricerca che ci siamo imposti, infatti, la Lonely Planet, ad esempio, è editrice di volumi in cui il numero delle immagini è quasi del tutto annullato e in cui, le poche presenti, hanno solamente una funzione decorativa.
La topografia
TURCO 2010
Le immagini
caratteristiche comuni delle guide turistiche 85 La topografia
Fig. 55 Mappa all’interno della guida del Touring Club
86 una guida per il cambiamento Pausania e le Guide della Grecia
Una guida per il cambiamento
una guida per il cambiamento 87 Introduzione
Introduzione
Finora ci siamo soffermati a parlare di aspetti soprattutto tecnici, storici o aneddotici nel parlare di guide turistiche, lasciando in disparte quello stretto rapporto che le lega alle città di cui parlano. Nelle prossime pagine avremo modo di guardare un pò più da vicino in che modo città e guida si relazionano e perchè, lo scrivere una guida turistica consiste in un vero e proprio processo di creazione d’identità.
una guida per il cambiamento 89
TURCO 2010
“L’IDENTITÀ DI UN LUOGO, È STRETTAMENTE LEGATA ALL’IMMAGINE, OVVERO ALLA SOMMA DI CREDENZE, IMPRESSIONI, IDEE CHE LE PERSONE HANNO DI QUEL LUOGO. OVVIAMENTE TALI IMMAGINI, FRUTTO DELLA SELEZIONE TRA UN GRANDE NUMERO DI INFORMAZIONI, RAPPRESENTANO UNA SEMPLIFICAZIONE, SPESSO CONDIZIONATA ANCHE DAL COMPLESSO MECCANISMO DI MEDIAZIONE COMUNICATIVA (PRODUZIONE E SCAMBIO DI SEGNI RITUALI, PUBBLICITÀ, SCENE, INFORMAZIONE) TRA CULTURE DIVERSE.” IN QUESTA PROSPETTIVA LA GUIDA TURISTICA SI PONE COME MEDIATORE TRA CIÒ CHE IL VISITATORE VUOLE VEDERE, QUELLO CHE LA CITTÀ VUOL FAR VEDERE DI SÈ E CIÒ CHE ESSA EFFETTIVAMENTE È.
90 una guida per il cambiamento
Il ruolo della guida turistica nella società
Il ruolo della guida turistica nella società è troppo spesso sottovalutato. Essa, infatti, non è solo uno strumento che “descrive” un determinato luogo, ma influisce profondamente sull’immagine che quel luogo assume agli occhi di chi lo visita. Quello che avviene dunque all’interno di una guida turistica è un processo non dissimile a quello di creazione d’identità di un prodotto sul mercato: “Una città, quindi, alla stregua di un prodotto commerciale, è un insieme di caratteristiche e valori che possono essere selezionati, confezionati, esclusi, rafforzati per dare (e vendere) al pubblico nazionale e internazionale la propria immagine”. Ogni guida, dunque, pone in essere una “identità” di una città che si differenzia dalle altre. In quest’ottica è chiaro che le guide turistiche sono ben lontane dal poter essere considerate come semplice riflesso del loro stesso contesto; accade piuttosto il contrario, e cioè che siano le guide stesse a condizionare e trasformare la realtà che le circonda. Dopotutto la storia riporta diverse tesmonianze di espisodi in cui le guide turistiche appaiono come veri e propri catalizzatori di cambiamenti. Basti pensare al già citato caso dei Baedeker’s Blitz (vedi La nascita del mito Baedeker) in cui l’attribuzione di un particolare valore storico e culturale ad alcune città inglesi, da parte delle guide Baedeker, ne causò il bombardamento e la distruzione nel 1943.
Progettare e pensare una guida turistica è quindi soprattutto un’attività che ha a che fare con la società e che può avere in alcuni casi forti ripercussioni su di essa. Riconoscere dunque le potenzialità di questo strumento è fondamentale, soprattutto in una logica territoriale, per valorizzare località che vogliono “emergere dalla schiuma quotidiana” o che vogliono “eliminare gli stereotipi e gli eventuali pregiudizi negativi”. È interessante, a questo proposito il caso della città di Torino. Il capoluogo piemontese viene infatti nominata nel 1999 come sede della XX edizione dei Giochi Olimpici. Numerose indagini indicavano che in quegli anni la città risultava marginale rispetto
Il ruolo della guida turistica nella società
TURCO 2010
La guida come matrice del cambiamento
TURCO 2010 TURCO 2010
una guida per il cambiamento 91
La guida come matrice del cambiamento
ai flussi turistici, poco innovativa, poco rilevante sul piano culturale, grigia e triste. Così, nel maggio del 2000 nacque l’associazione non-profit “Torino Internazionale” con lo scopo preciso di elaborare un piano per la promozione turistica della città. A fronte delle immagini negative emerse dalle analisi era necessario cambiare l’identità della città, valorizzarla storicamente, culturalmente e turisticamente. Data la vastità del pubblico delle Olimpiadi, questo cambiamento doveva valicare i confini della “comunicazione locale”, e, a questo scopo, le guide turistiche furono la chiave risolutiva. In quell’occasione infatti si delinearono, non solo, come mezzo di mediazione tra il territorio e il turista visitatore, ma contribuirono a soddisfare l’esigenza di visibilità della città in termini artistici e curlturali.
92 una guida per il cambiamento Perdiamo tempo
Viviamo in una società frenetica in cui il viaggio, non più inteso nei termini del “Grand Tour”, occupa buona parte della nostra vita. Viaggiamo per andare a lavorare, viaggiamo per poter studiare, viaggiamo per sperimentare. Come suggerisce De Singly, ormai l’immagine del “metter radici è stata sostiuta da quella del gettare e levare l’ancora”. Questo essere in continuo movimento è, però, anche un’occasione per venire a contatto, sempre più spesso, con culture e mondi fondamentalmente diversi dal nostro. Eppure sempre più difficilmente cogliamo l’occasione di fare nuove esperienze. Si pensi a quante volte ognuno di noi ha speso un ora o più seduto in una sala d’attesa aspettando un treno, per un ritardo o una coincidenza mancata. Le stazioni ferroviarie rappresentano dunque, in questo senso, un luogo d’interesse. Esse, infatti, ogni anno sono attraversate da milioni di viaggiatori. La stazione di Bologna, che è solo la quinta per flusso annuo in italia, vede il passaggio di circa 58.000.000 di persone, quasi il doppio rispetto ai 36.000.000 di viaggiatori che passano all’aeroporto di Fiumicino. Eppure quella della stazione di Bologna rimane, ad oggi, una delle zone più pericolose e malfamate della città. Nonostante si trovi in una posizione più che favorevole, data anche la prossimità al centro storico, rimane una zona abbandonata al degrado e alla criminalità. Il caso di Bologna non è certo unico, sono molte infatti le stazioni italiane che riportano le stesse caratteristiche. Pensiamo quindi che potenziale delle guide turistiche non si esaurisce, dunque, nella funzione di mediazione tra il viaggiatore e la località visitata, queste diventano un vero e proprio strumento utile alla valorizzazione e al giusto sfruttamento delle potenzialità di un luogo.
Perdiamo tempo
DE SINGLY in BAUMAN 2010
Il contesto
una guida per il cambiamento 93 Il concept
Il concept
Il target
Le proposte
In questo contesto vogliamo dunque proporre un modello di guida turistica che abbia come scopo quello, in primo luogo, di permettere al viaggiatore di sfruttare il tempo a disposizione per vivere la città in base alle sue necessità o interessi (siano essi mangiare, visitare una pinacoteca o anche solo prendere un caffè). Allo stesso tempo l’obbiettivo della guida sarà quello di dare visibilità a zone, quelle delle stazioni appunto, che troppo spesso, nel nostro paese, sono abbandonate a sé stesse. In questi termini quindi la guida non è più solamente un libro contenente indicazioni su una località, ma diventa un prodotto studiato e organizzato per valorizzare massimamente quel determinato luogo. La guida è rivolta a tutti quei viaggiatori pendolari o occasionali che si trovano a dover passare un ora o più in attesa di un treno o di una coincidenza. In considerazione del target di riferimento i modelli proposti mantengono come elemento trainante il tempo e forniscono informazioni utili, facilmente interpretabili e leggibili, limitando il perimetro d’azione del viaggiatore ad un’aerea di un km circa. Nelle pagine successive presentiamo alcune proposte grafiche per l’organizzazione e la visualizzazione delle informazioni, ponendo l’attenzione nella rappresentazione delle variabili: tempo di raggiungimento, tempo di fruizione e categoria dell’attrazione (ristoro, servizi e arte e cultura).
94 una guida per il cambiamento Sistemi di icone
Altri elementi nella mappa
Categorie delle attrazioni
Stazione ferroviaria
Punto di interesse
Tempo di raggiungimento
Spazio percorso in 1 minuto di cammino
Ristoro
Servizi
Bar
Farmacia
Ristorante
Banca
Pizzeria
Punto informazioni
Cafè Arte e cultura
Tempo di fruizione
Pub
Fino a 15 min
Fast Food
Museo
Luogo sacro Fino a 30 min Mostre/pinacoteche Fino a 45 min Monumento storico 1 ora o piĂš
Legenda degli elementi usati nelle proposte grafiche.
una guida per il cambiamento 95
Mappe e rappresentazione del tempo
Mappa con attrazioni e distanze indicate in minuti di cammino.
96 una guida per il cambiamento
Proposta di rappresentazione del tempo
Schematizzazione delle distanza in base al tempo di cammino fra un’attrazione e l’altra.
una guida per il cambiamento 97
Proposta di rappresentazione del tempo
Semplificazione dello schema precedente su assi a 45째 e 90째.
98 una guida per il cambiamento
Proposta di rappresentazione delle variabili
Proposta 1 di rappresentazione delle variabili.
una guida per il cambiamento 99
Proposta di rappresentazione delle variabili
Proposta 2 di rappresentazione delle variabili.
100 una guida per il cambiamento
Proposta di rappresentazione delle informazioni relative alle attivitĂ
BAR GIL via Senza Nome 12/A t. 051 435983
lun 9-19 sab 9-23 dom 12-23
MOKAMBO via Indipendenza 8 t. 051 564476
lun 9-19 sab 9-23 dom chiuso
CAFĂˆ DUE via Indipendenza 128 t. 051 435983
lun 9-19 sab 9-23 dom 12-23
DA MARIO via Ugo Bassi t. 051 435983
lun chiuso sab 9-23 dom 12-23
IMPERO via Senza Nome 12/A t. 051 435983
lun 9-19 sab 9-23 dom 12-23
EATALY via Senza Nome 12/A t. 051 435983 Proposta di rappresentazione delle informazioni relative alle attrazioni.
lun 9-19 sab 9-23 dom 12-23
una guida per il cambiamento 101
Proposta di rappresentazione delle informazioni relative alle attivitĂ
102 conclusione
Conclusione
conclusione 103
WWW.TRECCANI.IT
ANTELMI 2010
Il fenomeno delle guide turistiche dunque fatica a rientrare nella definizione di “libri contenenti indicazioni necessarie alla visita di un museo o un complesso monumentale” data dal vocabolario Treccani. Esso infatti è un fenomeno molto più complesso ed estremamente vasto, che ha radici profonde nella storia dell’umanità e che ha avuto un ruolo attivo nell’influenzarla: concepire le guide turistiche come “riflesso di una realtà sociale già data significherebbe occultare il contributo stesso dei testi alla creazione del loro proprio contesto, tanto letterario quanto sociale”. Le guide dunque, lungi dall’essere solamente testi descrittivi, possono essere pensate e progettate, oggi più che mai, come veri e propri strumenti di sviluppo territoriale e, dunque, sociale.
104 bibliografia
Bibliografia
bibliografia 105
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108 sitografia
Sitografia
sitografia 109
www.amazon.it www.baedeker.com www.bdkr.com www.blueguides.com www.ec-aiss.it www.jetlagtravel.com www.lecoolbook.com www.lomography.it www.lonelyplanet.com www.routard.com www.touring.it www.treccani.it www.whaiwhai.com www.wikipedia.org
A tutti coloro che hanno reso questi ultimi tre anni speciali e indimenticabili.