La reazione Borbonica durante i moti del 1848

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Ora

scrivo di

ti

un

altro

avvenimento che

ti

sembrerà

tenere dello strano e che per noi è stato cagione di non mediocre sorpresa. Dopo otto anni furono aperte le inaccesse porte del nostro carcere e

che non fossero

apparvero due esseri

ci

consueti visi degli aguzzini e dei gendarmi dei quali eravamo usi di leggere la minaccia e l'ol-traggio, se non ce ne avesse campati la inalterabile nostra i

prudenza e quella serena tranquillità con cui ci siamo serbati ad ogni strazio di fortuna. Erano dessi dvie negozianti inglesi Mr Turner e Mr G-uppy. Peichè e donde venissero è per noi un arcano, ma certo venivano da alto luogo ed ebbero 1' aria di voler visitare le nostre prigioni ed esaminare lo stato ed informarsi da ciascuno del come eravamo trattati. Presero conto delle nostre sofferenze ed ascoltarono la triste illiade lori,

dei nostri do-

poiché sebbene fossero accompagnati dalle autorità

tutte del luogo, né potessimo mettere in dubbio la inop-

portunità della compagnia, pure era tale la lealtà che ne proffersero e la cortesia, con cui cercarono di lenire la triste narranza de' nostri guai, che noi non credemmo di dissimulare

nulla della luttuosa

nostra istoria,

dis-

simulando per carità di patria e per onore della razza umana quello che ci parve convenevole fosse ignorato da stranieri, per quanto filantropi. Dalle loro parole condite de' più sentiti conforti, due cose raccogliemmo: l'una che dovevamo dimenticare il passato, così triste, nella speranza di un avvenire migliore l'altra che questa galera sarebbe continuata, ma si sarebbe cercato qualche alleviamento alle tante privazioni onde il sistema eccezionale ha aggi'avato le misere condizioni della stessa :

galera,

privandoci di abbracciare

le

famìglie

nostre, di

un occhio santuario domestico ed un ghi-

scrivere fìdentemente le nostre pene senza che

straniero penetrasse nel

gno malefico libro

Forse

onde ergere

la

supplizio, confortare

memoria

alle lagi'ime

irridesse

ciglio del tribolato.

ci

mente il

cuore

sarebbe

segrete

dalla perennità dall'

cadute dal

permesso qualche del nostro

assiduo morso

degli affetti da cui siamo stati distolti.

della


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