Salentuosi Mag. 6

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Quando devo fare il bilancio della mia vita? Daniela Preite è docente di economia aziendale presso l’Università del Salento e docente dell’area public management&policy della Scuola di direzione aziendale dell’Università “L.Bocconi” di Milano. DI DANIELA PREITE Non racconterò tutta la storia della mia vita, perché ci vorrebbe un’altra fiaba. Cercherò solo di tracciarne le tappe principali, quelle più significative che mi hanno poi condotto alla scrittura della fiaba IL BILANCIO DEI DESIDERI. Sono nata a Ruffano, un paese collinare della provincia di Lecce. Quindi, cinque fanciulle e un fanciullino, madre casalinga, padre emigrato all’estero per problemi economici, tanti disagi, ma anche tanta voglia di stare bene! E poi tanti sogni nel cassetto e tanti desideri da realizzare… Il primo desiderio era quello di fare la cantante e la ballerina. E chi non l’ha mai sognato? Ma le condizioni economiche non consentivano di pagare nemmeno una lezione di danza. Dopo la licenza media iniziai a lavorare: prima l’operaia in una maglieria, poi la commessa e, a seguire, facevo le pulizie in casa di parenti. Parlare di desideri in un mondo che corre può sembrare improduttivo. Non c’è tempo per sognare quando si devono affrontare i problemi della vita quotidiana! I sogni appartengono Per chi non lo sapesse già, fare un bilancio della propria vita è fondamentale. E, chiaramente, non va alla fantasia dei fatto alla fine, quando può essere troppo tardi per perseguire i propri desideri. Giorno per giorno bambini. I sogni si dobbiamo misurarci con la nostra vita, con le persone con cui parliamo ma, prima di tutto il resto, realizzano nel mondo la prima persona, la prima realtà che ci troviamo di fronte al mattino siamo noi stessi, riflessi nello delle fiabe. Ma è specchio. Stanislau Lec diceva ‘Tutti vogliono il nostro bene: non fatevelo portare via!’ Perché a proprio così? Oppure realizzare i desideri degli altri non si guadagna niente. Certo, ci vuole sempre intelligenza e non pensare evitiamo di sognare di poter vivere la vita con la testa fra le nuvole. Ma la vita è la nostra e chi restiamo quando gli altri se per paura di rimanere ne vanno? Che cosa facciamo mentre gli altri sono là fuori a vivere, correndo nel mondo o restando delusi?

immobili nelle loro case? Alla fine della giornata, l’ultima persona, l’ultima realtà che ci troviamo di fronte siamo noi stessi, riflessi nello specchio.

SPECCHIO

Qui troverete una piccola fiaba che rivela una grande verità: solo realizzando i desideri autentici si può essere felici. Il protagonista, Perfettino, ha una vita «perfetta» messa in crisi da una statua che inizia a parlargli e a spronarlo ad analizzare la sua esistenza, per verificare quali delle sue aspirazioni più profonde sono divenute realtà. Per scoprirlo, Perfettino dovrà stilare il bilancio dei desideri per esaminare la propria vita.

Ho voluto attribuire un nome di fantasia alla riflessione, perché non era firmata. Mi ha colpito molto. L’ho riletta tre volte di seguito e ad ogni lettura ho intravisto, tra le righe, le stesse sensazioni: sofferenza e speranza; rabbia mescolata a rassegnazione; disperazione e voglia di vivere. E una serie di sfumature: responsabilità, determinazione, amor proprio, autostima, coraggio. Si potrebbe pensare che, per quello che ha vissuto, questa persona sfiori la mezza età. Invece, credo che non superi i venticinque anni, poiché seguiva il mio corso di Economia Aziendale. Perché allora questo salto evolutivo? Cosa ha spinto questa persona a fare questo tipo di riflessioni? E’ una scelta o una costrizione derivante da fatti avvenuti? Poi ho letto una sintesi del suo “Bilancio dei desideri” e ho capito. Tra i desideri immateriali realizzati c’era scritto “Ho metabolizzato la morte di mio fratello e ne ho tratto tante lezioni”. Ho sentito lo stomaco sgretolarsi. Era chiaro come il sole. Un evento tragico ci costringe sempre a crescere. A guardarci dentro, anche se non abbiamo mai voglia di farlo. Anche se a volte non ci piace quello che stiamo osservando. Anche se ci fa fatica. Ecco che, quindi, ci troviamo quasi “costretti” a fare il bilancio della nostra vita. Ma è proprio necessario aspettare che accadano eventi dolorosi? Perché dobbiamo fare i conti con la nostra interiorità quando la nostra salute traballa oppure quando qualcuno ci abbandona? Perché dobbiamo attendere di trovarci nei problemi finanziari o di essere travolti da delusioni sentimentali? “Giorno per giorno dobbiamo misurarci con la nostra vita” dice Specchio. Guardiamoci dentro, sempre. Facciamo il nostro bilancio con frequenza e poniamo domande a noi stessi su ciò che è veramente importante per la nostra vita. Guardiamoci allo specchio. E sorridiamo. Grazie Specchio!

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