Mary Stewart Atwell - Le streghe di Swan River

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Come previsto, la vita all’Accademia era diversa dalla vita a Swan River, talmente diversa che mi capitava di dimenticare che avevo paura di diventare una ragazza selvaggia. Ma all’inizio dell’ultimo anno successe una cosa che mi spinse a chiedermi se la signora Lemons sapesse davvero predire il futuro. Fino ad allora non mi ero aspettata nessun evento di rilievo. L’Accademia non mi piaceva quanto avevo sperato, ma non la odiavo come avevo odiato la scuola pubblica. Avevo una stanza singola che dava sul fiume all’ultimo piano della Fallis Hall. Avevo alcune amiche, anche se non erano le amiche di Willow, cioè le ragazze più in vista, quelle che andavano a sciare insieme e nei fine settimana noleggiavano una macchina con l’autista per farsi portare al Grand Hotel di Moorefield. La media dei miei voti era buona, e spesso invece di studiare sfogliavo i dépliant dei college che tenevo nel cassetto della scrivania. Su uno c’erano un ragazzo e una ragazza, tutti e due con il tipico maglione irlandese, che sorridevano seduti al tavolo di una biblioteca. Su un altro c’era un gruppo di amici su un prato ghiacciato, gli occhi fissi su un frisbee sospeso nel cielo come un pianeta piatto. Il mio preferito era il Pritchard College di Tanner, in Minnesota, perché lì c’erano i ragazzi più carini, del 33

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