Bruno Barbieri - Via Emilia via da casa

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la nonna

del cortile: oltre a prendersi cura del cimitero che sorgeva poco distante, gestiva in qualità di fattore la campagna di proprietà di una famiglia facoltosa della zona, nonché direttamente i terreni attorno alla canonica, dove avevamo campi di grano, di erba medica e patate, alberi da frutto. C’era di tutto: ciliegi, peschi, albicocchi, pruni, fichi, meli, meli cotogni, peri. E per finire c’erano le vigne, da cui i nonni ricavavano il vino a uso della casa.

Saba INgrEDIENTI mosto d'uva bianca o rossa PrOCEDIMENTO la saba, detta sapa a Cesena e rimini, non è altro che il mosto d’uva bianca o rossa – generalmente emiliana come il Trebbiano o il lambrusco – cotto molto lentamente in una capiente pentola d’acciaio. lo si fa caramellare e restringere a fiamma bassa per circa 6 ore, schiumando e rimescolando con un lungo mestolo di legno e gettandoci dentro della mollica di pane per assorbire le impurità. Quando si è ridotta di almeno due terzi della quantità iniziale, assumendo una consistenza simile a quella del caramello, la saba è pronta. Da 10 litri di mosto si ricavano più o meno 3 litri di saba. Una volta raffreddata può essere imbottigliata. Si presta a diversi usi: di accompagnamento non solo a formaggi e bolliti, può essere impiegata nella preparazione di sughi, salse, ripieni e dolci, come condimento per l’insalata o il pollo, si può tagliare con l’aceto balsamico, spruzzare sopra il gelato. aggiunta all’acqua fresca è molto dissetante. Durante gli inverni della mia infanzia, quando nevicava, noi bambini raccoglievamo la neve e ci facevamo le granite con la saba! Era buonissima... Un giorno scoprimmo anche l’alchermes e lo Strega, liquori dai colori intensi 21


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