NUMERO 49 . nov2022 . Il mercato delle illusioni

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ДЕТИ

(BAMBINI)

IL MERCATO DELLE ILLUSIONI Conclusa da poco la fragorosa campagna elettorale, cosa resta a chi rimane? Probabilmente solo il ricordo di una urlata ed insistita serie di promesse, di impegni e di assicurazioni elettorali che prodigiosamente evaporano dopo aver tracciato la X sulla scheda elettorale.

inconsistenza progettuale e la sua incapacità realizzativa. Questo si verifica soprattutto perchè l’Elettore ha permesso che storicamente e per troppo tempo ciò avvenisse, manifestando la propria insoddisfazione tuttalpiù disertando le urne. Ma questo atteggiamento non risolve di certo il problema di fondo né tantomeno conduce da qualche parte; anzi lo consolida ben bene prima di consegnarlo alle nuove generazioni.

Riporto quanto ci ha lasciato Piero Ostellino: In Italia c’è una generale e grave carenza di intelligenza delle cose, di capacità di comprensione della situazione. Ciò che manca alla Casta è, soprattutto, la capacità di fare; e non tanto per inconsistenza politica quanto per ignoranza del quadro sociologico e politicoistituzionale. La Casta promette, promette di fare e, palesemente, non ce la fa. Ma la sua impotenza non è politica. E’ culturale. La stessa di cui soffre il Paese. Fabrizio Favini

N.49 Mai come oggi la Politica italiana deve gestire la sua mediocrità, la sua evanescente credibilità, la sua

OTTOBRE 2022


PROGETTO Invitiamo i nostri lettori a

prodotto, cambia la nostra vita.

passeggiare insieme a noi nel

Vedremo come l’innovazione

bosco della complessità e della

creativa concorra, giorno dopo

positività. Vedremo come la

giorno, alla costruzione di nuovi

Ricerca - scientifica, sociopolitica,

modelli di relazione economica,

culturale, etica, economica e

sociale, produttiva e organizzativa

produttiva, insieme all’Innovazione

procedendo instancabilmente, in

- tecnologica, di metodo, di

parallelo, alla distruzione di quelli

comportamento, di processo, di

precedenti.

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Molte grazie!

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PERCORSO Un appuntamento mensile. Brevi articoli monotematici che rimandano ad approfondimenti, per chi desidera; repertori iconografici scelti in virtù di criteri estetici; l’impegno di affrontare e di interpretare in modo semplice, ma non semplicistico, la complessità; il piacere della scoperta, dello scambio e della relazione positiva con i nostri Lettori. Benvenuti a bordo!

Il Comitato di Redazione: Fabrizio Favini Edoardo Boncinelli Roberto Cingolani Enrico Giovannini Gianni Ferrario

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INDICE

06 10 14 18 FABRIZIO FAVINI

ANDREA ILARIA MONTUSCHI CATASTINI

ANDREA PEZZI

Esperto di innovazione del comportamento

Employee Experience Strategist di Qualtrics Italia

Direttore Generale Fondazione Maire Tecnimont Evolve

Innovatore, Imprenditore, Saggista

Va’ o Pensiero

Employee Experience: cos’è e perché gestirla bene è un vero vantaggio competitivo

L’Ingegnere Umanista

L’idea di essere umano

Autori pg. 22 Manifesto pg. 28

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FABRIZIO FAVINI

APPROFONDISCI

Va’ o pensiero (Nabucco) influenzato da stereotipi e convenzioni sociali e dai valori coltivati in un determinato ambiente col quale entriamo in contatto. Ad esempio, atteggiamenti e comportamenti assertivi e risoluti sono tipici di un ambiente militare; Le sensazioni ci fanno percepire la realtà atteggiamenti di distacco da aspetti circostante, le emozioni ci fanno decidere pratici e operativi sono tipici di ambienti a favore di ciò che più ci dà piacere, le accademici. intuizioni sono elaborazioni della realtà La trattazione che segue - strettamente di tipo inconscio. esemplificativa - ha lo scopo di aiutare il In tal caso le nostre capacità logiche Lettore a meglio capire quale tipologia possono venire influenzate e portate a di pensiero egli può incontrare presso giungere alle conclusioni prima ancora di alcuni interlocutori aziendali per meglio aver ben interpretato il contesto sociale organizzare la propria comunicazione in modo che risulti la più adatta per farsi nel quale ci troviamo a muovere. efficacemente comprendere dal proprio Questa è l’inoppugnabile dimostrazione Interlocutore. che lo sviluppo del rapporto empatico è alla base della relazione interpersonale In generale il nostro Interlocutore aziendale può adottare nel rapporto efficace e performante. con noi un pensiero prevalentemente o È infatti indubbio che il pensiero viene pratico, o logico, o creativo. È indubbio che il nostro pensiero razionale, logico e analitico sovente viene messo in minoranza dall’accerchiamento costituito da sentimenti, sensazioni, emozioni, intuizioni.

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IL MERCATO DELLE ILLUSIONI

Il pensiero pratico è prevalentemente presente presso il Controller o Direttore Amministrativo; il pensiero logico presso l’HR Manager; il pensiero creativo presso il Direttore Commerciale. Le slide di seguito riportano il profilo sintetico dei 3 Interlocutori con le relative caratterizzazioni che sono autentiche chiavi di lettura utili per gestire proficuamente il rapporto interpersonale. L’ultima slide - Carta di Navigazione - riporta la sintesi finale dei 3 profili.

Fabrizio Favini

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LA PERCEZIONE

La nostra PERCEZIONE genera i nostri comportamenti Una persona davanti a te. Estrai gli elementi di interesse: v

v

v

v v

v

Passato (il suo mondo interno) Motivazione (suoi stimoli a fare le cose) Talenti (le capacità) Potenziale (la crescita) Inconscio (quello che ha dentro) Qual è il suo stato d’animo?

Di questo patrimonio, quanto ne sai? E quanto ne tieni in conto quando comunichi con lui? 7


PROFILO DEL PENSIERO PRATICO 1. Spirito di iniziativa 2. Intuito 3. Tende all’azione immediata, privilegiata rispetto al ragionamento 4. Sicurezza, testardaggine 5. Orientato alla concretezza e ai risultati 6. Motivato alla leadership 7. Capacità di organizzare e di seguire procedimenti operativi 8. Capacità di prevedere e di prevenire conseguenze.

Il Pensiero Pratico è abituato ad avere ragione ed è difficile convincerlo del contrario. Quando lo assale il dubbio e scopre di avere torto, questo gli provoca emozione sgradevole. La conseguente reazione è quella di evitare i dubbi, per quanto possibile. Il Pensiero Pratico passa all’azione con grande facilità ed immediatezza. Rivela difficoltà emotiva nel ricercare significativi miglioramenti nella meccanica dell’azione.

PROFILO DEL PENSIERO LOGICO 1.

2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.

Spiccata capacità di analisi. Abilità nelle soluzioni tecniche. Orientato all’efficacia. Riconosce ed accetta vincoli e regole, purchè chiari ed espliciti. Capacità di apprendere a fondo. Predisposizione all’insegnamento e al tutoring. Rapido nelle decisioni, non nella loro implementazione. Esprime razionalità di ordine superiore. Non ama (rifugge) l’azione.

Il Pensiero Logico ama ragionare definendo i problemi e le loro soluzioni. Il Pensiero Logico è molto accurato ed intellettualmente potente. E’ tendenzialmente poco portato all’azione; dedica molte energie al miglioramento del processo d’azione dal punto di vista concettuale, piuttosto che realizzarlo (le sue emozioni piacevoli derivano dallo studio dell’azione, non dalla sua messa in esecuzione). Pertanto, razionalmente tende a perfezionare il processo d’azione, mentre emotivamente tende a rinviarlo (“devo rivedere tutto con calma”). Per indurre all’azione un Pensiero Logico occorre normalmente creare una elevata pressione emotiva. Ad esempio, per aumentare la sua motivazione all’azione, è fondamentale far leva sulla preoccupazione causata dalla situazione attuale, non sull’attrattività della soluzione proposta.

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PROFILO DEL PENSIERO CREATIVO 1.

2. 3. 4. 5. 6. 7.

Linguaggio piacevole e ricco di immagini. Estroversione e simpatia. Predisposizione ai rapporti umani. Capacità di ascolto. Capacità di pianificare ed agire. Saggezza, cultura, umorismo. Sensibilità agli stimoli.

Il Pensiero Creativo non fa una valutazione razionale dell’idea, bensì apprezza quando questa idea sviluppa egoemozioni come, ad esempio, la sensazione del successo, il prestigio, la percezione di avere potere, di sentirsi al centro dell’attenzione, di affermare le proprie idee. L’Uomo ha fisiologicamente bisogno di egoemozioni; esse sono indispensabili per la sua salute psichica. Il Pensiero Creativo è quella parte di noi deputata a procurarle. Ad un Interlocutore che usa il Pensiero Creativo non può essere imposto un percorso mentale da seguire, bensì egli deve essere assecondato nel suo modo di procedere.

CARTA DI NAVIGAZIONE (sintesi) TIPO

PENSIERO PRATICO

PENSIERO LOGICO

PENSIERO CREATIVO

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VERBI

FARE ORGANIZZARE

ANALIZZARE VALUTARE

SCOPRIRE INVENTARE

RISULTATO

AZIONE

SOLUZIONE

CREAZIONE

SUPREMAZIA

CHI PREVALE

APPROCCIO

SUA SODDISFAZ. SODDISFAZ NE

FISICA

Questa supremazia Dogmi; ideologia; prevede che esista pregiudizi; slogan. il ruolo del Perdente Apportare (ossia CERTEZZE l’Interlocutore).

La ottiene dal condurre un’azione. Il FARE. La Concretezza è più importante della qualità.

LOGICA

Questa supremazia Didattico; essergli prevede una utile; contribuire superiorità mentale al suo processo o etica. Un cognitivo. Perdente esiste, ma Fornire in forma più KNOW-HOW sfumata.

La ottiene dalla brillantezza e dalla capacità risolutoria. Il SAPERE. La Qualità della soluzione è più importante di concretezza e operatività.

EMOZIONALE

Questa supremazia prevede il ruolo del Champion. Non è richiesto il ruolo del Perdente.

La ottiene dalla possibilità Farlo sentire di immaginare e scoprire protagonista. (libertà da abitudini, Successo; vanità; pregiudizi). L’IDEARE. autostima. Creazione in prima Suscitare persona. L’aiuto dell’altro è EMOZIONI limitato ai dettagli.


Employee experience: cos’è e perché gestirla bene è un vero vantaggio competitivo

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ANDREA MONTUSCHI

APPROFONDISCI

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IL MERCATO DELLE ILLUSIONI

Ricordate i tempi delle analisi di clima aziendale e dei sondaggi sulla soddisfazione dei collaboratori? Per molti di noi sono un lontano ricordo ma in realtà, fino a pochi anni fa, svariate aziende fondavano le proprie strategie di ascolto dei collaboratori su questi semplici strumenti, spesso finendo col condurre sterili esercizi caserecci e pseudo-statistici, caratterizzati da scale di risposta improbabili, questionari-monstre composti da oltre cento domande, poca o nessuna attenzione alla confidenzialità e, soprattutto, poca o nessuna condivisione dei risultati. Molte analisi di clima erano, ammettiamolo, delle attività dovute, una sorta di contentino dato ai collaboratori da parte delle Risorse Umane e una vera scocciatura per molti manager, che venivano invitati dai loro capi a promuovere l’iniziativa per alzare i tassi di risposta e, peggio ancora, a organizzare una riunione con il proprio team per discutere i prossimi passi. Durante queste riunioni di follow-up, quasi sempre basate sulla mera lettura delle percentuali favorevoli, ma senza benchmark esterni che normalizzassero i dati, si arrivava invariabilmente agli stessi, fisiologici risultati: • quasi tutti i collaboratori affermano di essere sottopagati • ci sono forti lamentele sulla comunicazione interna • i percorsi di carriera non sono chiari • non si capisce “chi fa cosa” • le donne sono più critiche • anche i giovani sotto i 40 anni sono critici. Alzi la mano chi, durante queste riunioni di follow-up, non si è trovato almeno una volta con piani di azione che camminano sul crinale fra il democratico e lo scaricabarile, del tipo:

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Mettiamo una cassetta dei consigli in reception! Risultato: una scatola di sneaker veniva trasformata in urna e un volonteroso ci scriveva sopra, con un bel pennarello nero rubato ai figli, “Cassetta dei consigli”. I Consigli arrivavano davvero per le prime settimane. Poi calavano. Poi iniziavano i bigliettini umoristici, le parolacce, le delazioni. Poi, il nulla: la cassetta veniva mestamente riposta in un armadio, di fianco ai floppy disk e sotto alle cartucce della stampante fuori produzione. E che ne era dei consigli genuini, quelli dei primi giorni? Venivano letti dai responsabili delle Risorse Umane, ovviamente, che un po’ giocavano a “indovina l’autore” e un po’ cercavano di capire come mettere in atto quell’azione proposta da una persona con grafia nervosa, che scriveva, con grande sdegno e poco senso pratico “Lo so io cosa ci vuole, qui!!!! Ci vuole più RISPETTO!”. Questo mondo di sondaggi improvvisati sta fortunatamente sparendo, per lasciare il campo al nuovo, moderno mondo della Employee Experience (EX), un fenomeno ormai mondiale e definito da Qualtrics come le percezioni e le opinioni che i collaboratori hanno delle loro interazioni collettive con i loro datori di lavoro, dalla selezione, all’onboarding, all’offboarding. In altre parole, se volessimo rubare e parafrasare la famosa citazione di John Lennon “la vita è quello che ti accade mentre sei occupato a fare altri progetti”,


potremmo affermare che “employee experience è quello che di accade mentre sei occupato a fare il tuo lavoro”. Studiare la EX significa innanzitutto capire quali sono i momenti importanti della vita dei nostri collaboratori e creare degli spazi di feedback, in modo da raccogliere opinioni, analizzarle e migliorare la situazione. Queste 3 fasi - raccolta, analisi, azione sono quelle che caratterizzano qualunque programma di “Experience Management”, che è la disciplina che racchiude la nostra EX, insieme alle sue sorelle: la Consumer Experience, la Brand Experience e la Product Experience. Un buon programma di “Employee Experience Management” (EXM) ha tre caratteristiche fondamentali: 1. Raccolta dati e apprendimento continuo: per comprendere le preferenze, le aspettative, le percezioni e gli atteggiamenti dei collaboratori è necessario passare da rilevazioni di tipo statico,

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somministrate a tutti i collaboratori in un determinato momento dell’anno, a modelli dinamici, più brevi, frequenti e mirati al giusto target e al giusto tema. Attenzione: “frequente” non vuol dire “continuo”. L’apprendimento e l’accesso ai dati devono essere continui, ma non le rilevazioni: ogni organizzazione deve capire quale possa essere la frequenza ideale, che varierà comunque nel tempo, man mano che la cultura aziendale si adatta al mondo dell’Experience Management. Un altro aspetto relativo alla raccolta dei dati è la loro tipologia. Le moderne tecnologie consentono di analizzare velocemente e con grande accuratezza anche dati di tipo qualitativo e non strutturato, come i commenti scritti, i post su internet, le chat. Ovviamente parlo di analisi aggregate e mai mirate a identificare i singoli, ma se consideriamochesecondostimedivarianalisti i dati non strutturati compongono ormai circa l’80% dei dati di un’organizzazione (Merril Lynch, 1998), possiamo capire come questo bacino di informazione, fino a pochi anni fa assolutamente ingestibile, possa oggi rappresentare un’incredibile fonte di informazioni per le aziende. Volkswagen Australia ha coinvolto quasi cento concessionarie in un grande esercizio di ascolto di collaboratori e clienti, utilizzando survey inviate via mail, “chioschi” e tablet nei saloni. L’analisi congiunta dei dati ha consentito a VW di rivoluzionare l’esperienza dei propri consumatori, passando dal miglioramento di quella dei collaboratori. Il risultato? Un netto aumento del “Net Promoter Score” dei clienti, in molte concessionarie addirittura 20 punti superiore al passato. 2. Analisi e distribuzione: l’obiettivo dell’ EXM è aiutare i leader a comprendere i problemi e le opportunità di tutta 12


IL MERCATO DELLE ILLUSIONI

l’organizzazione, fornendo ai manager informazioni utili sui propri collaboratori. Per fare ciò, è necessario che le informazioni raccolte, analizzate e processate siano disponibili e fruibili da parte di tutti i leader – e non solo delle Risorse Umane. È necessario passare da reportistica statica (le classiche “PowerPoint”) a dashboard dinamiche e create ad hoc per le persone che dovranno utilizzarle. Così come è fondamentale segmentare i target delle nostre analisi, è altrettanto importante segmentare gli utilizzatori finali: un responsabile HR non ha le stesse esigenze (e competenze!) di un capo di linea o di un membro del Board. Le dashboard di un programma di EXM sono quindi create con in testa varie Personas, ognuna delle quali avrà esigenze, e quindi funzionalità, diverse. In questo mondo di conoscenza diffusa, il ruolo di HR deve adattarsi, passando da custode di dati a coach di leader. Lumen Technologies, azienda americana con quasi 40 mila collaboratori, ha dato accesso alle dashboard a 5 mila responsabili. L’analisi accurata dei dati ha consentito a Lumen di migliorare il sistema di riconoscimenti dei tecnici, che hanno migliorato la propria produttività e ridotto il numero di interventi presso i clienti, aumentandone così la soddisfazione media e la spesa in servizi Lumen. 3. Azioni migliorative e rapidità di adattamento: la grande differenza dell’approccio EXM, rispetto a quelli tradizionali, è il passaggio da miglioramenti periodici e spesso calendarizzati, a processi adattivi e continui. Così come la disponibilità di accesso ai dati deve essere costante, anche i processi di miglioramento e di adattamento devono esserlo: le informazioni EX devono 13

essere incorporate nelle attività quotidiane e man mano che il flusso di informazioni fruibili si adatta al ritmo operativo del business, le organizzazioni riescono a rispondere sempre più rapidamente. Per rendere l’EXM una parte integrante dei processi aziendali, è necessario che la cultura organizzativa sia basata sull’ascolto, sul feedback, sulla volontà di migliorare continuamente e sulla consapevolezza che gli errori sono parte della vita lavorativa: solo così sarà possibile creare un ambiente in cui le persone – tutte, non solo i manager o HR – cercheranno costantemente il feedback e saranno disposte a fornirlo. In un ambiente di questo tipo, sarà considerato normale ricevere un breve questionario alla fine di ogni corso di formazione, di ogni processo di onboarding o di ogni performance review. La più grande società di investimento al mondo, BlackRock, è riuscita a creare un ambiente di questo tipo coinvolgendo i propri leader in progetti di “feedback 360” e somministrando sondaggi lungo il Lifecycle dei collaboratori. Fra i vari risultati ottenuti c’è il netto aumento della velocità di realizzazione di azioni migliorative: 10 volte rispetto al passato. In conclusione, EXM è una disciplina relativamente nuova ma estremamente utile per tutte le organizzazioni moderne, grandi e piccole. Qualunque azienda può farla sua: bastano la giusta cultura dell’ascolto e del feedback, una tecnologia appropriata e manager in grado di incorporare la Employee Experience nel proprio lavoro quotidiano.

Andrea Montuschi


L’ingegnere umanista ILARIA CATASTINI APPROFONDISCI

La sfida di un futuro sostenibile passa dalla formazione di figure in grado di dare risposte ai bisogni complessi della società di domani. Il patrimonio archivistico di Maire Tecnimont e il suo know how nella transizione energetica è fonte di ispirazione per gli ingegneri umanisti di domani. L’Ingegnere Umanista, che può sembrare un ossimoro, è indispensabile per guardare alle sfide future, alle città future, ai modelli di sviluppo di cui abbiamo bisogno. Il contributo alla crescita di questa figura professionale è la mission al centro della Fondazione Evolve di Maire Tecnimont, nata dall’omonimo Gruppo di ingegneria e costruzioni, un Gruppo italiano presente in tutto il mondo e impegnato nel settore della trasformazione delle risorse naturali in una chiave sempre più sostenibile e proiettata nel paradigma della transizione energetica.

Maire Tecnimont, che ha segnato la storia dell’ingegneria e contribuito alla crescita economica e sociale in tanti Paesi del mondo, nella sua volontà di guardare sempre avanti, di rompere con i paradigmi del passato, di fare le cose in maniera diversa, ha una vocazione pressoché naturale per la ricerca di innovazione, una vocazione che ha voluto portare anche al di fuori del terreno del business, in una sfera più sociale e culturale, quale quella di una Fondazione. Basandosi sulle competenze cresciute in questi anni all’interno del Gruppo, anche a fronte della costituzione di una società ad hoc - NextChem - dedicata alle tecnologie per la transizione energetica e l’economia circolare, la Fondazione Evolve vuole contribuire a formare, attraverso la collaborazione con scuole e università, in Italia e nei Paesi in cui è presente, figure che contribuiscano a uno sviluppo sostenibile.

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IL MERCATO DELLE ILLUSIONI

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È nuova figura professionale, quella dell’Ingegnere Umanista, che tiene insieme tecnica e umanesimo e che sarà sempre più richiesta dal mercato proprio perché in grado sia di interpretare le esigenze sempre più complesse di una industrializzazione sostenibile che di disegnare i modelli futuri delle infrastrutture e dei business che consentiranno uno sviluppo tecnologico secondo i parametri indispensabili a garantire il successo nella lotta ai cambiamenti climatici, assicurando al contempo una crescita economica che porti benessere alla sua popolazione in modo diffuso.

individuare soluzioni tecnologiche per sostituire fonti energetiche e materie prime fossili con analoghe a base rinnovabile o circolare (ossia derivanti dal recupero di risorse esistenti, in un’ottica di economia circolare e non più lineare) per mitigare gli impatti delle industrie tradizionali; dovrà sviluppare tali soluzioni con un apporto sempre più digitale con un bilanciamento di sostenibilità economica e portarle a concretezza realizzando infrastrutture industriali in grado di inserirsi nel territorio rispettandone il paesaggio, i cittadini, la cultura.

L’Ingegnere Umanista dovrà essere in grado di interpretare i cambiamenti negli scenari economici internazionali calandoli in un contesto sempre più di prossimità; dovrà conoscere e comprendere le problematiche e le dinamiche ambientali e sociali; dovrà

L’ingegneria umanistica ha la capacità di coniugare creatività e tecnica, fantasia e scientificità. Essa trae la sua ispirazione da quel genio italico, quella capacità di pensiero organico che ha contrassegnato opere di ingegneria e architettura che ci invidiano

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nel mondo; Ingegneri e architetti che erano anche filosofi, intellettuali, urbanisti, progettisti di città, avendo lo sguardo rivolto al mondo e sapendo interpretarlo nella sua complessità. Maire Tecnimont possiede un patrimonio documentario derivato dall’acquisizione nel 2003 della Fiat Engineering, che rappresenta un unicum nel panorama degli archivi d’impresa italiani e un’eccezionalità tra quelli delle più importanti compagnie di ingegneria del mondo, e uno fra i più articolati e variegati complessi archivistici riferentesi alle materie di ingegneria, architettura e design. L’Archivio Storico di Maire Tecnimont testimonia lo sviluppo industriale italiano attraverso progetti e realizzazioni di stabilimenti industriali, centrali, autostrade, trafori, quartieri residenziali, palazzi d’esposizione, scuole (dai primi decenni del Novecento) e l’avvio di importanti progetti

di restauro e di rifunzionalizzazione di manufatti preesistenti (dagli anni Ottanta del Novecento). L’Archivio contiene documenti che testimoniano le diverse fasi della progettazione e della costruzione di molte opere, rivelando le numerose collaborazioni con progettisti di fama mondiale, professori, ingegneri e architetti che sono stati protagonisti dello sviluppo dell’ingegneria italiana del primo e soprattutto del secondo dopoguerra. In particolare, fra i molti nomi si possono citare quelli di Arturo Danusso, Giorgio Rigotti, Pier Luigi Nervi, Gino Covre, Ludovico Quaroni, Lucio Passarelli, Gabetti e Isola, Riccardo Morandi, Gino Valle, Gae Aulenti, Mattè Trucco, Renzo Piano, Silvano Zorzi, Giuseppe Valtolina, Lawrence Halprin, Leon Krier, Annibale Vitellozzi, Adolfo Natalini, Amedeo Albertini e Franco Levi. Accanto a questo patrimonio, Maire Tecnimont persegue la volontà di valorizzare 16


IL MERCATO DELLE ILLUSIONI

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le esperienze storiche dell’area chimicoindustriale per arrivare ad una eredità più ampia in cui identificarsi anche in forma di ingaggio verso i giovani. L’Ingegnere Umanista riparte da questo importante passato per guardare avanti all’enorme processo di cambiamento necessario nel sistema della gestione delle risorse naturali, in quello produttivo, logistico, organizzativo: pensiamo allo sviluppo di tecnologie green, alle nuove infrastrutture energetiche e produttive a bassa impronta carbonica, alla produzione di energie rinnovabili e di idrogeno e nuove griglie di distribuzione, ai mezzi - navi, aerei, treni, trasporto su gomma - alimentati da carburanti a basse emissioni, da idrogeno o da elettricità, ai sostituti da trovare di terre rare e materiali critici, allo sviluppo di accumulatori e batterie, allo sviluppo di piani di adattamento climatico, di nuovi modelli di business e organizzativi, alla trasformazione digitale al servizio di questo cambiamento epocale. 17

Tutto questo significa formazione di centinaia di migliaia di nuove figure professionali; significa scambi culturali, piattaforme condivise di accrescimento della conoscenza, capacità di cambiare i comportamenti e di influire sulla cultura delle persone. In Europa, il movimento del New European Bauhaus, una imponente operazione culturale trasformativa promossa dalla Commissione Europea, di condivisione di esperienze, saperi e visioni tra gli attori della società, intende creare quella osmosi che poi deve essere effettivamente il motore di questo grande cambiamento. L’ingegneria umanistica rientra in questo quadro: è interdisciplinare,aperta,nonpuòprescindere dal dialogo e dalla comunicazione, da una visione multiculturale della società come ecosistema. La trasformazione che ci attende non ha bisogno soltanto di specializzazione, ma di sinergie, di processi che coinvolgono esperienze e consapevolezze, perché queste scelte comportano di essere accettate o, meglio, condivise. Ilaria Catastini


Un’idea di essere umano

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ANDREA PEZZI

APPROFONDISCI

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IL MERCATO DELLE ILLUSIONI

Nella società contemporanea tutto è mosso dall’efficienza, dalla continua corsa alla crescita. L’umanità si trova oggi a dover affrontare una sfida che si gioca tutta nel rapporto tra essere umano e tecnologia. Qualunque profondo valore umano è destinato a diventare assoluto e totalizzante se posto a presupposto logico di un algoritmo: potremo dominare la rivoluzione tecnologica solo a patto di non illuderci di avere, sulle macchine, l’ultima parola. Resteremo umani solo se sapremo definire e dare senso alla prima parola, quella su cui saranno inevitabilmente le macchine a fare il loro elaborato: cos’è l’efficienza e cos’è l’errore? Cos’è la crescita? È il capitale dell’azienda che deve crescere o è solo il sottoprodotto della crescita di chi la costruisce ogni giorno con il proprio lavoro? E se fosse proprio quella umana la crescita di cui dovremmo occuparci? E ancora: in una società che vuole guarirci da tutte le malattie, non dovremmo forse tornare a chiederci cosa è la malattia? In una

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società che vuole l’eterna giovinezza dei consumi, come possiamo non chiederci che cosa è la vecchiaia e la morte? Dobbiamo prima rispondere a queste domande se vogliamo evitare di fare della tecnologia il nostro nuovo dogma. Dall’intelligenza artificiale fino ai computer quantici, tutto, quindi, nella nuova società digitale, ci stimola ad una ricerca sempre più profonda dell’identità umana per cogliere il senso dell’esistenza, del lavoro, della crescita, della collettività, del rispetto, della giustizia, della bellezza, dell’amore, della malattia e persino della morte. Del resto, dietro ogni norma che scriviamo, ogni organizzazione che sviluppiamo, in ogni pensiero, ogni architettura, ogni moda e ogni costume sociale, c’è sempre un’idea di essere umano attorno a cui, spesso inconsapevolmente, costruiamo la realtà del mondo. Già tra i presocratici e successivamente in tutti i grandi umanisti, l’identità umana è stata declinata in tre dimensioni che potremmo definire concentriche: ontologia, etica, estetica.


Al centro, l’idea ontologica della persona, la ricerca della sua verità interiore; subito oltre, la dimensione etica, ovvero la ricerca del buon rapporto con gli altri. Infine, la dimensione estetica, in cui finalmente cogliere il senso dell’esistenza come atto di bellezza. In effetti, le caratteristiche dell’Essere sono proprio tre: vero, buono, bello e la tensione a volte assoluta a volte relativa di quelle tre dimensioni caratterizza la cultura e la morale di ogni epoca umana. L’ontologia, ovvero la visione dell’identità umana radicata in modo esclusivo nella dimensione dell’Essere, la ritroviamo in ogni cultura antropocentrica. Con l’avvento delle grandi religioni monoteistiche, l’ontologia viene relegata alla dimensione religiosa e quindi mediata da una sovrastruttura che finisce per governare la morale collettiva, fino ad insinuarsi nei processi di coscienza di ogni individuo. Nelle società materialiste, poi, la dimensione ontologica viene negata in modo radicale e alla verità interiore si sostituisce la morale, sempre assoluta, espressa dal sistema dominante. In un certo senso, è l’etica sociale che subentra e

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sostituisce il bisogno di verità interiore delle persone: ognuno è salvo se fa ciò che il sistema ritiene giusto. La ricerca della purezza o dell’uguaglianza, ad esempio, possono essere due istanze capaci di muovere una pulsione interiore così assoluta e potente da rompere ogni dogma sistemico o religioso, consentendo alla persona che le vive una evoluzione interiore e storica straordinaria. Tuttavia, quando queste tensioni non vengono colte come istinto evolutivo interiore, si spostano nella sfera etica: la ricerca della purezza o dell’uguaglianza diventano un’ideologia assoluta da affermareinambitosocialefinoacondannare ciò che eticamente non è conforme con la nostra idea. La caratteristica di queste idee è quella di viaggiare veloci come virus mentali in tutti quelli che non hanno ancora trovato un senso e che, per superficialità e pigrizia, si aggrappano e si conformano alle idee altrui per non dover affrontare, nella giusta solitudine, il tema inalienabile della propria pulsione ontologica. Così venutesi formando, le masse vorranno capire cosa farne di quelli che l’etica corrente ritiene impuri o diversi, magari per loro stessa ammissione? Il nazismo e il comunismo hanno scritto una storia tragica, rendendo il Novecento il secolo dell’etica assoluta e della disumanizzazione. Oggi, gli algoritmi, che sempre più profondamente regolano le nostre vite, non sono altro che pezzi di etica assoluta incorporati in codici di programma. Infine, l’estetica. L’estetica relativa, “uno vale uno” e tutti hanno uguale dignità espressiva, è certamente la più attuale. D’altro canto, l’arte che cerca l’assoluto può fondare la sua tensione tanto nella dimensione etica, come è accaduto con le ideologie e relative propagande del

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IL MERCATO DELLE ILLUSIONI

Novecento, quanto nell’ontologia, come invece è accaduto nella Grecia antica. L’arte etica è sempre figlia della dialettica storica dell’individuo con il sistema e, in quanto tale, racchiude al suo interno ogni tipo di patologia e di perdita di senso esistenziale. L’arte ontologica è invece sempre effetto della matura e integrale realizzazione individuale. I veri artisti della vita, in ogni forma essi scelgano di esprimersi, sono tutti spinti da un bisogno metafisico: portare il loro individuale principio ontologico nella storia e nel mondo, per continuare il gioco della creazione in atto. Tutti diversi, questi gesti di bellezza operano in armonia e tessono una trama, un “discorso” che in ogni tempo è emerso usando la vita delle donne e degli uomini migliori. Chiamiamo questa nota di fondo, che da sempre continua lieve ad attraversare le nostre civiltà, Umanesimo Perenne, distinto dall’Umanesimo storico perché, in quel particolare fulgido momento della storia umana, la visione etica era assoluta, proprio come quella moderna. Le intelligenze a cui facciamo invece qui rifermento hanno in comune una estetica assoluta che riecheggia di una visione ontologica che, a sua volta libera dal vincolo dogmatico delle religioni, si è saputa declinare in senso etico sotto forma di amore e rispetto delle diversità altrui. L’Umanesimo Perenne supera il bisogno di affermare la supremazia culturale di un popolo verso gli altri. Facile esercizio obiettare che la supremazia culturale è solo la scusa con la quale, nella Storia, si è sempre cercato di saccheggiare le ricchezze altrui e che nel gioco della Storia è l’economia il motore principale. Il nostro tempo sta dimostrando che la dialettica storica a trazione economica è

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morta con il comunismo ieri e il capitalismo finanziario oggi; è morta con il Novecento, con la globalizzazione e infine con la tecnologia. Il mondo è oggi tutto assieme, siamo tutti interconnessi in senso ambientale ed economico. Non possiamo più permetterci guerre nucleari o finanziarie, non c’è più spazio per la supremazia culturale di nessuno: quello che succede ad un popolo succede nel breve a tutti gli altri popoli. Questo è il tempo in cui la Storia smette di farsi trainare dall’economia o dalla finanza. In questo tempo possiamo cercare l’armonia di questa cultura laica perché radicata nella dimensione interiore. Una cultura relativista perché capace di rispetto delle diversità. Una cultura fatta da chi vuole fare della propria esistenza un dono per gli altri. La Storia, alimentata da una economia mondiale interconnessa, può finalmente farsi guidare dalla cultura viva dell’Umanesimo Perenne.

Andrea Pezzi


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AUTORI FABRIZIO FAVINI Nel mondo del

favorendo la crescita

a modificare i

(Sole 24ORE); La

Editore di

management

di soddisfazione,

comportamenti

vendita fa per te (Sole

rivoluzionepositiva.

consulting da 45 anni,

motivazione, self-

non più funzionali

24ORE); Scuotiamo

com, Magazine On

è consulente esperto

engagement,

alla crescita sia

l’Italia (Franco Angeli);

Line orientato al

di innovazione del

produttività.

dell’Individuo che

Comportamenti

nuovo Umanesimo

dell’Azienda.

aziendali ad elevata

d’Impresa per

produttività –

la sostenibilità

comportamento, facilitatore e

Utilizza le

formatore per lo

neuroscienze per

Oltre a numerosi

Integrazione tra stili

sociale, economica

sviluppo del talento

favorire l’acquisizione

articoli, ha pubblicato

di management

ed ambientale

in Azienda. Migliora

delle competenze

i seguenti libri: La

e neuroscienze

dell’Impresa stessa.

il rendimento del

sociali indispensabili

Vendita di Relazione

(gueriniNext).

capitale umano

23


ANDREA MONTUSCHI Andrea si è occupato

Italia e all’estero.

per 25 anni di

società leader

presente come

Business School, la

mondiale nel settore

speaker nel circuito

European School

progetti di ascolto

Oggi ricopre il

dell’Experience

delle conferenze HR

of Economics,

dei Collaboratori e

ruolo di Employee

Management.

e da anni collabora

l’Università di Pisa

di miglioramento

Experience Strategist

come guest professor

e il Master di Fior di

dell’engagement in

in Qualtrics, la

presso la Rome

Risorse.

È costantemente

24


AUTORI ILARIA CATASTINI Classe 1966, si

Pubbliche, acquisita

della società

valori di impresa,

per un modello di

laurea a Milano in

poi dal Gruppo

NextChem dedicata

di cui è Presidente

dibattito pubblico”,

Scienze Politiche e

Internazionale

alla transizione

per alcuni anni, e

insieme a Stefano

inizia la sua carriera

Hill&Knowlton.

energetica, Head of

partecipa alla nascita

Laporta, Presidente

lavorativa nel Gruppo

Nel 2019 lascia il

Group Sustainability

e alla crescita di Next

di Ispra. È membro

Eni, in cui segue le

ruolo di Presidente

e dal 2021 anche

- Nuova Economia X

della giuria del

tematiche legate a

della sede romana

Direttore della

Tutti - di cui è ancora

Premio Demetra

plastica e ambiente.

e responsabile

Fondazione Evolve di

oggi membro del

per la letteratura

Agli inizi degli anni

della Practice

Maire Tecnimont.

comitato scientifico.

ambientale e

‘90 è responsabile

Sustainability per

Nel 2011 fonda la

membro del

della comunicazione

l’Italia del Gruppo

Nel 2000, insieme

casa editrice Albeggi

Comitato dei

di Replastic (oggi

H+K Strategies per

ad un gruppo di

Edizioni.

Promotori della

Corepla). Nel ‘94

entrare nel Gruppo

professioniste

Ha pubblicato alcuni

Fondazione Symbola.

inizia una avventura

Maire Tecnimont

impegnate nel

libri di cui l’ultimo

imprenditoriale

come responsabile

sociale, fonda Anima

“Progettare il

in Gaia Relazioni

della comunicazione

per il sociale nei

domani. Riflessioni

25


ANDREA PEZZI Classe 1973, Andrea

televisione italiana,

di intelligenza

numerose iniziative

(Ed. La Nave di

Pezzi è socio

collaborando con

artificiale,

imprenditoriali:

Teseo). IO SONO è

fondatore e CEO di

MTV, Mediaset e Rai.

fornisce soluzioni

GoalScout, venduta

anche il nome della

MINT (www.mint.ai).

Fonda nel 2014

tecnologiche che

nel 2017 al gruppo

Associazione di cui

Innovatore a tutto

Myntelligence, la

garantiscono

cinese Wanda;

è Presidente e che

tondo, laureato

prima piattaforma

alle aziende

OVO, venduta nel

ha fondato nel 2019

in Psicologia ad

al mondo in grado

alta efficienza

2019, e TheOutplay,

allo scopo di ridare

indirizzo filosofico

di automatizzare il

ed efficacia

piattaforma di video

forza alla visione

presso l’Università

processo di acquisto

di marketing,

oggi parte integrante

dell’essere umano

Statale di San

della pubblicità.

una maggiore

del perimetro di

così come definito

Pietroburgo, tra

Rinominata MINT,

governance, visibilità

MINT.

dai grandi padri della

il 1996 e il 2006

oggi è un’azienda

e trasparenza.

È autore di quattro

cultura umanista.

contribuisce a

globale che opera in

Negli ultimi quindici

libri, tra cui Fuori

www.iosono.info

rivoluzionare il

oltre 30 Paesi. Grazie

anni, Andrea Pezzi

programma (Ed.

linguaggio della

ai suoi algoritmi

ha dato vita a

Bompiani) e Io sono

26


DIDA

Cigni che riflettono elefanti Salvador Dalí 1937

img: thedaliuniverse.com

27


MANIFESTO Perché Rivoluzione

Con l’enorme

presupposti per cui il

modo di pensare e,

rossi che arrivano a 9, ci

Positiva?

disponibilità di

nostro cervello è meno

quindi, nel nostro

dicono gli esperti. Siamo

comportamento.

diventati bulimici di

informazioni, resa

preciso, fatica di più a

Un nuovo

possibile dalla

concentrarsi. Perdiamo

Magazine On Line:

tecnologia, la nostra

il focus attentivo sui

Siamo passanti frettolosi

immagini, collegamenti,

informazione,

vita è diventata

problemi, divaghiamo

e distratti la cui soglia

suoni. Divoriamo il

conoscenza,

molto più veloce e

mentalmente, siamo

di attenzione dura 8

tutto in superficie senza

saggezza.

molto più distratta.

intermittenti e

secondi; siamo meno

gustare, approfondire,

Abbiamo creato i

discontinui nel nostro

concentrati dei pesci

riflettere.

informazioni, emozioni,

28


STUDIO BETTINARDI BOVINA DOTTORI COMMERCIALISTI E REVISORI CONTABILI

STUDIO BETTINARDI BOVINA Dottori Commercialisti e Revisori Contabili Galleria Unione, 1 - 20122 MILANO, ITALIA Tel: +39 02 805 804 210 - Fax: +39 02 936 602 65 Via Bacchini Delle Palme, 1 - 37016 GARDA, ITALIA Tel: +39 04 562 703 11 studio@studiobettinardibovina.it

Oggi chi non si ferma a

di soffermarci per capire

Se condividete queste

di un manipolo di

uniscono autorevoli

guardare non vede; chi

meglio dove stiamo

nostre riflessioni, siete

Pensatori Positivi,

Testimoni Positivi.

non si ferma a pensare

andando per essere più

invitati a partecipare ad

profondi, competenti

A tutti loro il nostro

non pensa.

consapevoli del nostro

una iniziativa virtuosa

e sensibili interpreti

grazie! di cuore.

tempo, complesso e

resa possibile dalla

del nostro tempo,

Riscopriamo allora il

complicato, e del nostro

combinazione dei saperi

che hanno deciso di

piacere - o la necessità -

ruolo, umano, sociale e

e delle esperienze

contribuire a questo

di riflettere, di pensare,

professionale.

umane e professionali

Progetto. Ad essi si

Il Comitato di Redazione: Fabrizio Favini Edoardo Boncinelli Roberto Cingolani Enrico Giovannini Gianni Ferrario 29


CHI DESIDERA ISCRIVERSI AL MAGAZINE È PREGATO DI INVIARE UNA EMAIL A INFO@RIVOLUZIONEPOSITIVA.COM

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Ci danno il loro supporto: Deltavalore Progetti per l’innovazione del comportamento mobile 335.6052212 info@rivoluzionepositiva.com

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OGNI ANNO 189 MILIONI DI PERSONE VENGONO COLPITE DA EVENTI CLIMATICI ESTREMI Nei Paesi poveri 189 milioni di persone ogni anno sono colpite da disastri climatici. Si tratta di Paesi a basso reddito che pagano il prezzo più alto della crisi climatica, mentre aumentano le emissioni inquinanti e i profitti delle aziende che producono energia da combustibili fossili (BP, Shell, Chevron, Exxon Mobil, Total ed Eni). Nella prima metà del 2022 i profitti realizzati da 6 tra le principali multinazionali fossili hanno superato per 70 miliardi di dollari il costo complessivo degli eventi climatici estremi nei Paesi in via di sviluppo. Dal 1991 gli eventi climatici estremi nei Paesi poveri sono raddoppiati causando oltre 676 mila vittime, il

stimato in appena 472,3 milioni di dollari (poco più dell’1% del

79% del totale a livello globale.

necessario) e finanziato solo per il 19%.

L’Africa, secondo i dati dell’African Development Bank, sta

Una risposta del tutto insufficiente per aiutare milioni di

perdendo tra il 5 e il 15% di PIL pro-capite all’anno a causa dei

persone che hanno perso i loro mezzi di sostentamento, stretti

cambiamenti climatici, pur essendo responsabile di meno del

nella morsa di fame, malattie, conseguenze psicologiche del

4% delle emissioni inquinanti a livello globale. È la fotografia

disastro. Il Pakistan sarà costretto a richiedere un altro prestito

dell’emergenza climatica scattata dal nuovo rapporto diffuso

al FMI per riprendersi dalle inondazioni.

dalla Loss and Damage Collaboration. Il grave problema è che non si tiene adeguatamente conto Il Report contiene anche un appello urgente ai leader mondiali

che ogni lieve aumento delle temperature globali comporterà

in vista della COP27 del 7-18 novembre a Sharm el-Sheikh

ulteriori catastrofi climatiche per un totale in termini di perdite

per un accordo sul finanziamento di perdite e danni subiti dai

stimato tra i 290 e i 580 miliardi di dollari entro il 2030 per i

Paesi più vulnerabili. Complessivamente, 55 tra i Paesi più

Paesi in via di sviluppo. Nel calcolo non sono per altro incluse

poveri al mondo hanno subìto perdite economiche da

le perdite e i danni non economici, come l’impatto psicologico

eventi climatici estremi per 500 miliardi di dollari nei

sulla popolazione o la perdita di biodiversità, gravissimi ma

primi 20 anni del secolo.

non completamente traducibili in termini monetari. “Senza un immediato cambio di rotta, non si potrà evitare un

Critica, nel Rapporto, appare la situazione in Africa orientale,

aumento di 2,7°C delle temperature globali rispetto

a causa della terrificante siccità che ha colpito i Paesi dell’area,

ai livelli pre-industriali e questo avrà effetti ancor più

e in Pakistan dove le catastrofiche inondazioni di quest’anno

devastanti”, avverte Francesco Petrelli, policy advisor di

hanno colpito direttamente almeno 33 milioni di persone e

Oxfam Italia.

i costi sono stati stimati in oltre 30 miliardi di dollari. Eppure l’appello umanitario delle Nazioni Unite per le alluvioni è

RaiNews24


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